Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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9. VINCERE LE TENTAZIONI SULL'ESEMPIO DI GESÙ
(Domenica I di Quaresima)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 7 marzo 19651

Le divozioni per la Quaresima, specialmente: la Via Crucis, i misteri dolorosi - perché è il tempo della purificazione nostra -, la meditazione delle sette parole di Gesù in croce. Quanto poi alle preghiere, le preghiere sono sempre [quelle] dell'Istituto, quindi nulla si toglie alle preghiere dell'Istituto. E [ci] si uniforma, per quel che è la liturgia, alle prescrizioni che provengono dalla Santa Sede, in primo luogo dal Concilio Ecumenico; poi ci sono le applicazioni pratiche.
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E una Messa adesso può essere in tre forme: la Messa privata, come quella di stamattina; quella poi che si può celebrare davanti a coloro che capiscono il latino; e quelli poi che devono celebrarla in lingua italiana per le parti variabili. Tuttavia le cose non sono ancora definite tutte; sì, c'è ancora quattro anni di tempo perché possano stamparsi e riformare i Messali. Si erano presi cinque anni di tempo e un anno è già passato e allora sarà definitivamente esposto. E quindi anche l'amministrazione dei sacramenti, nella parte importante, in lingua nazionale; in lingua italiana per noi: nel battesimo, nell'assoluzione, confessione, nella cresima, ecc.1.
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Intanto il Vangelo di oggi.
In quel tempo: Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da Satana. Dopo aver digiunato per quaranta giorni e per quaranta notti, ebbe fame. Il tentatore, accostandosi disse: «Se tu sei Figlio di Dio comanda a queste pietre di trasformarsi in pane». Gesù rispose: «È scritto: Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che nasce dalla bocca di Dio». Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e lo pose sulla cima del tempio dicendo: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati nel vuoto, poiché sta scritto: Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti nelle [loro] mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi». E Gesù: «Sta pure scritto: Non tentare il Signore, Dio tuo». Quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e, mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza, gli disse: «Io ti darò tutto questo se, prostrandoti, mi adorerai». Allora Gesù rispose: «Va' via, Satana, poiché sta scritto: Adorerai il Signore, Dio tuo, e servirai a lui solo». Allora il diavolo si allontanò e gli angeli si accostarono a Gesù e lo servivano1.
Molto da considerarsi la preghiera che precede il Vangelo, nel Tratto2.
«In quel tempo Gesù fu condotto dallo Spirito Santo nel deserto per essere tentato da satana». Fu condotto quindi dallo Spirito Santo per fare il digiuno di quaranta giorni; e poi, tentato da satana, affinché noi ricordiamo che dobbiamo fare digiuno e che tutti dobbiamo essere tentati. Tutti! Ecco, il digiuno; il digiuno secondo gli obblighi, e, quando non ci sono gli obblighi, ma che ci sia il digiuno della lingua, il digiuno degli occhi, dell'udito; cioè, mortificazioni: e moderare gli sguardi, moderare le chiacchiere, ascoltare parole e notizie utili, ecc.
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«Per essere tentato da satana». Perché la vita è tutta una prova, cioè, tutta una tentazione, la vita: Militia est vita hominis super terram1. E cioè, se noi viviamo secondo Gesù Cristo, siamo provati, e se superiamo, paradiso; e se non superiamo la prova, allora non possiamo avere il premio. Allora il premio si dà a chi lo merita, e cioè, a chi compie precisamente quello che è [il] contenuto: la fede viva, e la speranza in Gesù Cristo per la grazia che egli ci ha guadagnato e che ci viene applicata nei sacramenti, e che noi dobbiamo vivere secondo Gesù Cristo, [i] suoi esempi; e terzo, l'amore a Dio. Amare Dio e amare il prossimo. E allora c'è la prova. Eva ha ceduto, ha ceduto Adamo. E quante anime cedono alle tentazioni!
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«Dopo aver digiunato per quaranta giorni e quaranta notti, ebbe fame». E satana, in primo luogo, tenta Gesù Cristo riguardo alla carne, cioè riguardo a quello che è la soddisfazione umana, carnale, che riguarda la castità e che riguarda la moderazione dei cibi. Regolare, siano regolati [i cibi,] giusto nel senso di mantenersi nel servizio di Dio e santificarsi, fare l'apostolato. Quindi mortificare. Oh, questo vuol dire moderarsi riguardo al cibo nel giusto mezzo. E poi riguardo alla carne, quello che riguarda il senso, cioè la castità.
Quindi, il primo ordine di tentazioni che riguarda il corpo umano. E se ci vuole grazia per vincere, ricordare quello che il Signore ha detto a san Paolo, e cioè: non ti sarà tolta la tentazione, ma sufficit tibi gratia mea1. Basta che ricorriamo alla grazia di Dio e allora si vince, si domina il corpo.
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Allora il tentatore accostandosi: «Se tu sei Figlio di Dio, comanda a queste pietre di trasformarsi in pane». Gesù rispose: «È scritto: Non di solo pane vive l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». E allora dobbiamo ricordarci, e cioè: non di solo pane vive l'uomo, ma della parola di Dio; cioè la Bibbia, le omelie, le meditazioni affinché noi nutriamo l'anima della parola di Dio, «di ogni parola che esce dalla bocca di Dio». La parola che è scritta: la Bibbia, e la parola che vien predicata nella Chiesa, cominciando dal catechismo fino all' (...).
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Un secondo ordine di tentazione: Allora il diavolo lo trasportò nella città santa e lo pose sulla cima del tempio dicendo: «Se tu sei Figlio di Dio, gettati nel vuoto, poiché sta scritto: Dio ha comandato ai suoi angeli di sostenerti sulle loro mani affinché il tuo piede non inciampi nei sassi». Gesù rispose: «Sta scritto: Non tentare il Signore, Dio tuo».
Questo è un ordine di tentazioni, è, cioè, presumere, e quindi presumendo vorremmo che Dio dovesse far miracoli per noi; ma i miracoli son necessari quando il Signore li vede necessari, come per canonizzare un santo è necessario; ma quando non è necessario il Signore non lo fa. E se il Signore ha fatto tanti miracoli era per confermare la sua Parola, la sua predicazione.
L'orgoglio, ecco; tentazioni che riguardano la superbia, in sostanza, l'amor proprio, sì. E tante volte siamo sottomessi a delle prove e bisogna che noi ci superiamo. «Non tentare il Signore, Dio tuo», e cioè: non pretendere miracoli. Quello che il Signore ha già detto basta, e cioè, la parola di Dio è già predicata. E non pretendere miracoli, ma ascoltare umilmente quello che la Chiesa insegna, quello che la Bibbia ha scritto. Guardarsi dalla superbia, guardarsi dalla superbia. E la superbia è tanto, è tanto radicata la superbia nel nostro essere: amor proprio, voler essere superiore agli altri, e confidare, e pretendere. Allora bisogna che noi sempre seguiamo l'umiltà, l'umiltà nei pensieri, nei sentimenti, e l'umiltà nelle parole, nel comportamento. Detestare la superbia, l'amor proprio.
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E poi l'altro ordine di tentazioni. «Quindi il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e mostrandogli tutti i regni della terra e la loro magnificenza, gli disse: Io ti darò tutto questo se, prostrandoti, mi adorerai. Allora Gesù rispose: Va' via, Satana, poiché sta scritto: Adorerai il Signore, Dio tuo, e servirai a lui...».
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1 Nastro 124/c (= cassetta 175/a.1). Voce incisa: "I Domenica di Quaresima: meditazione del PM". Cf PM: «E una Messa, adesso può essere in tre forme (...) sì, c'è ancora 4 anni di tempo (...). Si erano presi 5 anni di tempo e un anno è già passato» (cf Istruzione della S. Congregazione dei Riti, 26 settembre 1964). In base a questo dato certo, la datazione delle meditazioni nn. 6 e 8 registrate sullo stesso nastro e di seguito, è stata ritenuta come molto probabile. - dAS, 7 marzo 1965 (domenica): «m.s. per la Messa e la meditazione alle PD in cappella".

1 Si accenna qui alle parziali riforme liturgiche dei libri (Messale, Breviario, Rituale, ecc.) e dei Riti. Riforma che andava a rilento e con mutamenti parziali che causavano incertezze e confusioni.

1 Cf Mt 4,1-11.

2 Il Tratto è molto lungo: Sal 90, 1-7; 11-16.

1 Gb 7,1.

1 2Cor 12,9.