17. EUCARISTIA: SACRIFICIO - COMUNIONE - PRESENZA REALE
(Domenica IV di Quaresima)
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 28 marzo 19651
Vangelo secondo san Giovanni, capitolo VI.
In quel tempo: Gesù andò all'altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade; e lo seguiva una gran folla, perché vedeva i prodigi fatti da lui sugli infermi. Salì pertanto, Gesù, sopra un monte ed ivi si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la grande festa dei Giudei. Gesù avendo alzato gli occhi e vedendo la gran turba che veniva a lui, disse a Filippo: «Dove compreremo il pane per sfamare questa gente?». Ma diceva soltanto per metterlo alla prova, perché sapeva quanto stava per fare. Gli rispose Filippo: «Duecento denari non bastano neanche a dare un boccone di pane per uno». Gli disse uno dei suoi discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro: «C'è qui un ragazzo che ha cinque pani di orzo e due pesci; ma che è questo per tanta gente?». Disse Gesù: «Fateli mettere a sedere». C'era lì molta erba. E gli uomini, circa cinquemila, si misero pertanto a sedere. Allora Gesù prese i pani e, rese le grazie, li distribuì alla gente seduta; e così pure fece dei pesci, finché ne vollero. Saziati che furono disse ai suoi discepoli: «Raccogliete gli avanzi, perché non vadano a male». Così fecero; e riempirono dodici grandi canestri dei pezzi che erano avanzati a coloro che avevano mangiato di quei cinque pani d'orzo. Ora, quegli uomini, visto il prodigio fatto da Gesù, dicevano: «Questo è davvero il profeta che deve venire al mondo». Gesù, accortosi che venivano a rapirlo per proclamarlo re, si ritirò di nuovo solo sul monte2.
Nella liturgia è da considerarsi, e cioè, uno dei fini della liturgia, che viene così aggiornata, [è]: Liturgia e Bibbia stanno insieme. Anzi è uno dei fini del Concilio Ecumenico3; con la rinnovazione della liturgia, uno dei fini è: perché tutti leggano la Bibbia. E ci vuole, questa gente, a persuadere! Alle volte si ripete anche alle suore e non si ottiene. Ora, non capiremo molto della liturgia se non si segue la Bibbia.
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La liturgia è completata nel Messale, nel Breviario, nel Rituale e,nel Pontificale. Ora, in questi quattro libri liturgici vi è sempre parte della Bibbia del Nuovo Testamento, che sono i 27 libri; e dell'Antico Testamento, che sono i 47 altri libri. Sono dunque, questi, associati, uniti. E il Papa ha detto: Se non si arriva a far leggere la Bibbia, non avremo ottenuto uno dei fini principali del rinnovamento della liturgia1. Ora, nella liturgia vi è la parte del Nuovo Testamento, e vi sono le parti dell'Antico Testamento, supponiamo nell'Introito, molte volte nella Epistola, nell'Offertorio, nel Communio, ecc., perché sono uniti. C'è una sola salvezza, una sola la salvezza: è nel complesso, e cioè: quando nell'Antico Testamento si aspettava il Messia, e nel Nuovo Testamento quello che il Messia è venuto e come ha operato la salvezza. E la salvezza viene poi completata con la morte, risurrezione, ascensione.
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Quando si tratta dei misteri più grandi del Nuovo Testamento, ci sono le figure, i preannunzi dell'Antico Testamento. Esempio: oggi il battesimo; ma prima, la circoncisione per il peccato originale; per ottenere il perdono dei peccati, i sacrifici, le penitenze che c'erano prescritte nell'Antico Testamento; così l'ordine, così il matrimonio. Ma, siccome il sacramento più grande è l'Eucaristia, del Nuovo Testamento, allora le figure dell'Antico Testamento sono più abbondanti. Le figure sono, in primo luogo, la manna piovuta dal cielo, il cibo1. E quindi anche nella benedizione: Panem de coelo praestitisti eis2, e questo proprio si riferisce alla manna. Poi [di] figure sono piene - diciamo - le pagine, in particolare il sacrificio di Abele accetto a Dio3, il sacrificio di Abramo offerto al Padre4. E questo sacrificio del figlio, che era disposto a fare Abramo, indicava che il Figlio di Dio sarebbe stato offerto veramente: Gesù Cristo morto sulla croce. E poi l'altra figura che abbiamo nella Messa: Melchisedech. Melchisedech era un sacerdote di cui non si sapeva la paternità e la nazione, ma portò come sacrificio il pane e il vino5. Ecco allora già una figura più chiara dell'Eucaristia che è la consacrazione del pane e del vino. E poi molte figure che si potrebbe dire dell'Antico Testamento.
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Ma avvicinandoci a quello che Gesù Cristo voleva istituire: due miracoli, moltiplicazione dei pani: «Prendete e mangiate»1. E così l'Eucaristia è per tutti. E lì erano 5.000 persone. Un'altra volta erano circa 4.000 senza contare le donne e i ragazzi. E il Vangelo dice chiaro: «era vicina la Pasqua», e cioè il momento in cui Gesù Cristo voleva istituire l'Eucaristia. E quindi, dopo che è stata figurata e ora che è stata promessa: «Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue avrà la vita»2. Ecco il gran giorno, il Giovedì Santo, dopo la cena - la cena ebraica che era ancora la figura, era la Pasqua che celebravano sempre ogni anno gli Ebrei mangiando l'agnello pasquale - Gesù si alzò e lavò i piedi agli Apostoli3, per indicare che dovevano esser puri, e quindi prese il pane e lo benedisse: «Prendete e mangiate questo è il mio corpo». Poi: «Prendete e bevete questo è il calice del mio sangue»4. Allora, avvenuta l'istituzione [dell'Eucaristia]. Dopo tanto preannunzio, tante figure, tante promesse: «Il pane che vi darò è la mia carne»5. Ecco l'avvenimento. Allora è stata la prima Messa, la grande Messa, la Messa che precedette la croce; e poi la Messa, quella che in Gesù Cristo è compiuta: la crocifissione, l'agonia e la morte di Gesù in croce. Quindi preannunziato perché è il sacramento più grande.
Vi è l'ordine per il sacerdozio.
E il primo matrimonio è stato compìto da Dio Padre quando Dio, creato l'uomo, creò la donna, e li unì. Ed era anche figura.
Ma quello che predomina, nell'Antico Testamento, come prefigura è quello che con maggiore solennità è stato istituito: «Tutte le volte che lo fate, questo, lo farete in memoria di me»6. E quindi per tutti i secoli, la consacrazione del pane e del vino: «E quello che farete lo farete in memoria di me».
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E Gesù Cristo nella Messa è sacrificio e comunione. Prima però la Parola, che viene celebrata ora con una certa solennità, e deve precedere perché, se non c'è l'istruzione, non si può vivere la vita cristiana e la vita della salvezza. Ricordando questo, l'Eucaristia:
1. la Messa, quindi, il sacrificio;
2. la comunione;
3. la presenza reale di Gesù come adorazione.
Se questo è il gran sacramento, a questo tutti i fedeli devono dare massima importanza. È il grande sacramento! che si distingue dagli altri. Quando si riceve il battesimo viene infusa nel bambino la grazia; così nella cresima. Ma nell'Eucaristia non c'è solo la grazia, ma c'è Gesù Cristo vivo, vero, lui che opera; è lui vivo come era e viveva, e come vive in cielo. Quindi, il massimo sacramento perché è l'unico sacramento in cui viene Gesù Cristo, egli stesso. Oh! Quanto ai frutti che dobbiamo ricavare da questa meditazione:
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[Primo:] sentire meglio la Messa, sempre meglio, accompagnandoci noi con Maria e con Gesù che saliva il calvario portando la croce. E allora uniamo i nostri pensieri, desideri ai pensieri e ai desideri di Gesù quando stava per immolarsi sulla croce. E Maria che lo accompagnava certamente aveva gli stessi pensieri di Gesù in quanto era possibile alla Vergine Santissima che è la prima creatura, la più alta creatura. Oh, esame sul modo con cui assistiamo la Messa.
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Secondo: la comunione. Nella comunione ci nutriamo proprio di Gesù Cristo, quindi non è solamente la grazia, ma è il Gesù che è nato a Betlemme, che visse la sua vita privata, pubblica, dolorosa, il sacrificio, la risurrezione, l'ascensione. Credo, quindi, credo! Secondo, Gesù Cristo interviene; e lì nel sacramento c'è maggior grazia perché viene lui direttamente, ma viene per trasformarci perché egli vuole vivere in noi. E se le anime veramente fanno delle belle comunioni, poco per volta: vivit vero in me Christu1: Gesù Cristo vive in me. Vive in noi sacramentalmente subito dopo la comunione, poi le sacre specie si consumano, ma rimane Gesù Cristo, non più sacramentalmente, ma presenza vera; e quindi egli vuole stare in noi, nel nostro intimo, e cioè: gli stessi pensieri suoi, gli stessi desideri suoi, gli stessi voleri suoi, in maniera che noi [ci] sottomettiamo a lui; lui che vive in noi. E cioè, sostituisce i nostri pensieri, i nostri voleri, i nostri sentimenti, i nostri desideri. Quindi la preparazione e il ringraziamento alla comunione hanno sempre: fede, speranza e carità. Comunque uno lo faccia, è sempre così; la preparazione: fede, speranza e carità per riceverlo; e fede, speranza e carità per ringraziarlo.
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Terzo: la presenza reale. Negli altari dove è consacrata l'Eucaristia e conservata: le Adorazioni. E come son fatte le Adorazioni?
Le Adorazioni, generalmente, si hanno da dividere in tre punti: primo, l'esercizio della fede; e poi, l'esercizio della speranza; e poi, l'esercizio della carità. E in questo esercizio noi esercitiamo le virtù fondamentali che si chiamano le teologali.
[1.] Fede. Quindi la lettura, specialmente la Bibbia, Vangelo perché i nostri pensieri siano quelli di Dio, quelli di Gesù Cristo; e atti di fede. E crescere in fede, crescere in fede.
2. Esame di coscienza, e cioè, vedere se abbiamo già imitato Gesù Cristo o se siamo molto diversi da lui. E lui che era umilissimo, e noi consideriamo se siamo umili o se siamo superbi, ecc.; l'esame di coscienza se siamo già modellati sul modello che è Gesù Cristo, la sua vita. E non soltanto considerare se siamo modellati sopra il gran modello di Gesù Cristo, ma lui aggiunge la grazia perché possiamo vivere con lui e in lui. E quindi la fiducia nei meriti di Gesù Cristo, la bontà di Gesù, di Dio e la grazia di Gesù Cristo, la grazia che aumenta in noi, abituale, e la grazia che viene in noi, attuale, per fare le opere buone, per vivere bene.
3. L'invocazione. E l'invocazione, le grazie da chiedere son sempre le due prime o, vogliamo dire anche, soltanto una: la carità, che è l'amore di Dio, e ancora carità, l'amore al prossimo. Che ci sia l'apostolato, che pensiamo a tutto il mondo. Gesù Cristo è morto per tutti. E pregare come preghiamo nella Messa, non soltanto per noi, ma pro mundi totius1, vita, perché tutti arrivino alla grazia, arrivino alla salvezza; totius mundi, la vita. Quindi la carità, la carità. E poi tutte le altre grazie che abbiamo da chiedere in particolare; e la rinnovazione dei voti e la comunione spirituale.
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La vostra vocazione è per pregare per tutti. Anime che hanno una certa pietà, ma sono un po' (...) grette, pensano solo per sé. Ora, secondo il fine dell'Istituto, nella parte che riguarda l'Eucaristia, e cioè l'apostolato eucaristico, quello è immedesimarsi in Gesù Cristo, e cioè quello che Gesù Cristo ha in mente, quello che Gesù Cristo aveva quando è morto sulla croce: tutte le anime, i tre miliardi e trecento milioni di uomini, e tutti gli scismatici e gli erranti e tutti gli eretici e tutti i cristiani e cattolici, tutti. E vi è la Chiesa e quindi la gerarchia: il Papa, i vescovi, sacerdoti, tutti i fedeli; e che i bambini vivano nell'innocenza e che facciano bene la prima comunione, ecc. Abbiamo da compiere questo ufficio non soltanto per la nostra vita, salvezza, ma per tutti. Questo è l'ufficio vostro. Cosa vuol dire apostolato eucaristico? Dopo, subito l'apostolato del servizio sacerdotale, appunto perché consacri il pane, distribuisca l'Eucaristia. E poi quello che riguarda la liturgia perché il culto sia più degno, più conveniente.
Oh, adesso ricordarci che, non siete sole, non si è soli, ma bisogna presentarci il mondo intiero. E di pagani vi è ancora più della metà del mondo, più; specialmente in Oriente, ma anche in Occidente, cioè l'Africa, ad esempio; e poi, gente senza religione. Sentirsi con cuore largo, possedere il cuore, cioè i desideri, l'amore di Gesù per le anime; avere un cuore come il cuore di Gesù. Così. Allora l'esame di coscienza e i propositi.
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1 Nastro 125/c (= cassetta 177/b.2). Voce incisa: "Domenica IV di Quaresima: meditazione del PM". In PM, nessun accenno cronologico (cf nostra nota in c101). - dAS, 28 marzo 1965: «Celebra [il PM] verso le ore 5; tiene meditazione alle PD».
2 Gv 6,1-15.
3 Cf Costituzione sulla sacra Liturgia Sacrosanctum Concilium, 4 dicembre 1963. - AAS 56 (1964) 97-134. Testo latino ufficiale. - Versione italiana in Concilio Ecumenico Vaticano II: Costituzioni, Decreti, Dichiarazioni... (Alba, Edizioni Domenicane, 1966) pp. 105-142.
1 PAOLO VI, - Pensiero già contenuto nella stessa Cost. Sacrosanctum Concilium, n. 24.
1 Cf Es 16,13ss.
2 Cf Rituale Romanum. Tit. V, cap. 2,6.
3 Cf Gn 4,3ss.
4 Cf Gn 22,1ss.
5 Cf Gn 14,18ss.; cf anche Missale Romanum, Canon Missae, «Supra quae...».
1 Mt 26,26.
2 Cf Gv 6,54.
3 Cf Gv 13,4ss.
4 Cf Mt 26,26-28.
5 Cf Gv 6,51.
6 Cf Lc 22,19; cf anche Missale Romanum, Canon Missae, «Verba consecrationis super calicem».
1 Gal 2,20.
1 Cf Missale Romanum, Ordo Missae, «Offerimus tibi...»: Pro nostra et totius mundi salute.