Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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33. PREGARE PER LA CONVERSIONE NOSTRA E DEI PECCATORI
(Domenica III dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 27 giugno 19651

Nell'Epistola san Pietro apostolo dice:
Siate sobrii e vigilanti perché il diavolo, vostro avversario, come leone ruggente vi gira attorno, cercando chi divorare: resistetegli,forti nella fede, sapendo che i vostri fratelli, dispersi nel mondo, soffrono gli stessi vostri patimenti2.
La lettura del santo Vangelo secondo Luca, capitolo XV:
In quel tempo: si accostarono a Gesù i pubblicani e i peccatori per udire la sua parola. I farisei e gli scribi lo criticavano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con essi». Allora Gesù disse loro queste parabole: «Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le altre novantanove nel deserto per andare in cerca della pecorella smarrita? Quando,finalmente l'ha rintracciata, se la mette sulle spalle e tutto contento torna a casa dove si congratula con gli amici e i vicini dicendo: Fate,festa con me perché ho ritrovato la mia pecorella smarrita. Così io vi dico: si farà più festa in cielo per un peccatore pentito, che per novantanove giusti che non han bisogno di conversione. Oppure: quale donna se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lucerna e spazza la casa e mette tutto sossopra fino a quando non riesce a ritrovarla? Quando poi l'ha ritrovata chiama le amiche e le vicine dicendo: Rallegratevi con me perché ho trovato la moneta smarrita... Così io vi dico: Nello stesso modo in paradiso gli angeli fanno festa per ogni peccatore che si converte»3.
Quindi, san Pietro ci mette in guardia perché il demonio continuamente cerca [di] rovinare le anime come un lupo rapace.
E il Vangelo: se un'anima si è allontanata da Dio, ecco, viene paragonata come una pecorella smarrita. E allora il buon Pastore va in cerca della pecorella smarrita dopo aver messo al sicuro le 99 altre pecorelle. E dopo avere cercata la pecorella smarrita, e la ritrova, e poi se la mette sulle spalle e la porta con le altre, tutto in letizia, il buon Pastore, perché la pecorella era smarrita, ed era stata ritrovata. Così il Signore dice che si fa una gran festa quando un peccatore si converte e ritorna a Dio.
Così è il senso della seconda parabola: la donna che ha smarrito una moneta preziosa, e allora la cerca e smuove anche i mobili. Finalmente la ritrova. E poi, allora, ne dà notizia alle vicine: Avevo smarrito la moneta ed è stata ritrovata, per cui ne faccio festa, dice la donna. E di nuovo il Vangelo conchiude nello stesso senso: «Così vi dico, nello stesso modo in paradiso, gli angeli fanno festa per ogni peccatore che si converte».
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Allora occorre pensare alla conversione dei peccatori. Primo, che ci convertiamo noi e, in secondo luogo, che preghiamo e cerchiamo il ritorno a Dio dei peccatori.
Nel Breviario la Chiesa ci fa sempre dire ogni sera: Converte nos1: Signore, convertiteci; Signore, convertiteci. Ora, la conversione di ognuno, di ogni giorno. Perché? Perché noi possiamo già essere in grazia di Dio, sì, quindi non c'è il peccato grave; ma convertirci dalla superbia all'umiltà; dall'ira alla dolcezza; così, dall'avarizia allo spirito di povertà, e da tutto ciò che è male ancora in noi, ecco, convertirci. Convertirci dai difetti per abbracciare le virtù opposte (...).
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Se noi, seguendo la povertà religiosa e seguendo quello che è il voto di castità e di obbedienza, e se noi pratichiamo le virtù contrarie [ai vizi] e i voti, i tre voti, allora ci avviciniamo sempre di più a Dio. Anime che si portano all'eternità cariche di difetti, pure non avendo il peccato grave, e quindi c'è la salvezza. Ma c'è bisogno della purificazione prima dell'ingresso in paradiso. Così, se noi ci convertiamo, cioè se detestiamo i difetti e lavoriamo per correggerli, allora la purificazione è in noi, e cioè, l'anima nostra è sempre più unita a Dio. Alle volte l'amor proprio domina in noi, amor proprio in tante forme. Ma se noi detestiamo questo amor proprio, ci convertiamo in amore a Dio. Ecco la conversione che si ha da fare, da arrivare ogni giorno.
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Nei propositi ci sono sempre le due parti. Esempio: voglio obbedire. E perché? E perché una volta trovavo difficile a obbedire e non ho sempre obbedito. Allora dalla nostra testa dura ci convertiamo al volere di Dio. Sia fatta la volontà tua, o Signore, come la fanno gli angeli in cielo, così che la facciamo noi1. Perché gli angeli son già perfetti in cielo Oh, questo è il primo senso della conversione.
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Poi c'è l'altra conversione, quando addirittura l'anima è distaccata da Dio, cioè, quando c'è il peccato grave, l'anima non ha più la grazia e quindi non c'è possibilità di entrare in cielo. Quando l'anima è priva della grazia, l'anima spiritualmente è morta, e l'anima spiritualmente morta non può avere l'ingresso in cielo. Qui parla un po' delle due conversioni: la pecorella era smarrita, ma non era morta; la moneta era smarrita, ma non era perduta.
Ecco allora la nostra conversione e la conversione di quelli che son separati da Dio.
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Il peccato che domina il mondo e domina tante anime! Il Signore Gesù è disceso dal cielo per portare le anime alla grazia e quindi portarle alla salvezza eterna. Gesù ha predicato la misericordia, sì. Egli stesso ha pagato per tutti i peccati. Ma quante anime son dure e resistono alla grazia di Dio? Pregare per i peccatori; pregare per quelli che si sono allontanati dalla Chiesa; pregare per quelli che vivono in peccato anni ed anni; pregare per chi, per disgrazia, un giorno ha offeso Dio gravemente; pregare per la conversione dei peccatori. Su tre miliardi di uomini, quanti sono uniti bene a Dio per mezzo della grazia? E quanti sono ancora allontanati da Dio perché privi della grazia? Se noi abbiamo un po' di carità nel cuore, se abbiamo un po' di carità, che noi preghiamo per i peccatori! E preghiamo, in primo luogo, per la nostra conversione! Deus tu conversus vivificabis nos1. Signore, convertici!
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Oh, la conclusione: vedere che cosa c'è ancora in noi da togliere: il male, difetti. E qualche volta riconosciamo e qualche volta non riconosciamo. Pregare per la nostra conversione. Come fa la Chiesa, così vuole ogni giorno che lo ripetiamo. E poi tener presenti tutti gli uomini.
Nell'Adorazione vi è sempre una parte per il dolore dei peccati, e quindi fare il nostro esame di coscienza per la nostra conversione. E poi allargare il dolore, la pena che il Signore Gesù... la pena per tanti peccatori che lo offendono, che lo crocifiggono, Gesù Cristo.
Quindi non siamo così egoisti da pensare solamente a noi, ma di avere un cuore largo; la sete delle anime, ecco, delle anime. Che vivano in grazia e che si salvino e che entrino in paradiso. Le Adorazioni sono a supplire coloro che si dimenticano di Dio e di Gesù Cristo eucaristico. Ma noi, riparare; e che le anime che sono lontane da Dio, ritornino a Dio, e se non sono mai tornate a Dio perché non avevano ancora neppure il battesimo, allora che abbiano la grazia della salvezza eterna secondo le disposizioni di Dio e secondo le grazie di Dio a ciaschedun'anima. Noi non possiamo entrare nel mistero delle anime, perché, come si fa a giudicare? Non siamo noi autorizzati a giudicare. Giudichiamo noi stessi. Ma noi preghiamo per i peccatori, in generale.
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Poi vi sono anime che son distaccate da Dio e che conosciamo; alle volte sono tra la parentela, o altre persone, che non seguono e non vivono in grazia, ecco. Non possiamo giudicare se tutti i comunisti e se tutti coloro che non vanno in chiesa siano veramente in peccato grave; se siano poi veramente in grazia, noi non possiamo giudicare. Chi giudica è il Signore1. Noi però preghiamo per ogni peccatore. E preghiamo perché vi sono anime di cui, in particolare, noi abbiamo conoscenza. Quell'uomo prima andava in chiesa e ha abbandonato la chiesa; faceva la Pasqua, e sono anni che non fa più Pasqua: non è con Dio, quindi si pensa. Quel che sia in un'anima noi non possiamo giudicare. E asteniamoci sempre dal giudicare. Ma da quello che si vede esteriormente, quello è chiaro: se non si fa la Pasqua, se non si va più in chiesa... Oggettivamente quell'anima è allontanata da Dio, oggettivamente, esteriormente. Non sappiamo quello che l'anima abbia in se stessa, ma [per] noi, per quello che risulta all'esterno, l'anima si è distaccata o si distacca da Dio.
Allora possiamo pregare per individui, anche persone care, persone che abbiam conosciuto, ecc. E pregare per quelle anime, e pregare in generale per i peccatori. E che noi portiamo la gioia al paradiso: «Così vi dico: vi sarà più festa in cielo per un peccatore pentito, che per 99 giusti che non han bisogno di conversione». Perché son sempre in gioia, questi, perché sono uniti [a Dio], non hanno bisogno di conversione. E poi di nuovo: «Vi dico: nello stesso modo in paradiso gli angeli fanno festa per ogni peccatore che si converte». Sì, perché? Perché quel peccatore non aveva più bisogno di conversione; era [ormai] giusto. E invece qui si tratta di rientrare la grazia nell'anima.
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Propositi, allora. In primo luogo: convertirsi; secondo, preghiamo per la conversione dei peccatori. E tutta la giornata offrirla in riparazione dei peccati; tra le altre offerte anche questa: per la remissione dei peccati, per la conversione delle anime lontane da Dio.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 128/b (= cassetta 184/b.2). Voce incisa: "Domenica III dopo Pentecoste: meditazione del PM". In PM, nessun indizio cronologico (cf nostra nota in c347). - dAS, 27 giugno 1965 (domenica): «Celebra [il PM] in cappella e dopo tiene meditazione alle PD di CGSSP».

2 Cf 1Pt 5,6-11.

3 Cf Lc 15,1-10.

1 Cf Breviarum Romanum, Post divinum Officium, Sacrosanctae...

1 Cf Mt 6,10.

1 Cf Sal 84,7.

1 Cf 1Cor 4,4.