58. PORTARE TUTTI GLI UOMINI ALLA SALVEZZA
Domenica XV dopo Pentecoste)
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 19 settembre 19651
[Il Vangelo] preso da san Luca, capo VII.
In quel tempo: Gesù andava ad una città chiamata Naim ed era accompagnato dai suoi discepoli e da una gran folla. Alle porte della città s'incontrò un funerale. Si trattava di un figlio unico e la madre sua era vedova, per questo vi era molta gente della città. Il Signore al vedere la madre si commosse e le disse: «Non piangere!». Accostatosi toccò la bara, i portatori si fermarono. Ed egli disse: «Giovanetto, te lo dico io, alzati!». Il morto si alzò a sedere ed incominciò a parlare. Gesù lo rese, così, alla madre. Invasi da stupore, riconobbero tutti l'intervento di Dio ed esclamarono: «Un grande profeta è sorto in mezzo a noi. Dio visita il suo popolo»2.
Dobbiamo accordare anche il pensiero dell'Epistola.
Fratelli, la nostra salvezza viene dallo Spirito, perciò viviamo come egli desidera. Non desideriamo la gloria che non ci spetta. Tra noi non vi sia rivalità e gelosia. Fratelli, se qualcuno cade in peccato, voi che obbedite allo Spirito, correggetelo con dolcezza e bada bene a te stesso che pure puoi essere tentato. Portate gli uni i pesi degli altri e così adempirete la legge di Cristo. Se tu credi di essere qualche cosa, mentre sei nulla, ti illudi. Esamina la tua condotta, se ne sarai soddisfatto, tanto meglio, ma non scusarti paragonandoti agli altri. Ciascheduno ha il proprio peso. Chi viene istruito nella fede, divida i suoi beni con chi lo istruisce. Non illudetevi, Dio non può essere schernito. E ognuno mieterà quello che ha seminato: chi semina i peccati della carne, mieterà, dalla carne, la morte eterna; chi semina le opere dello Spirito, mieterà la vita eterna. Non ci stanchiamo nel seminare il bene, a suo tempo arriverà anche la mietitura. Finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti, specialmente ai nostri fratelli nella fede3.
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Gesù, che ebbe pietà di quella madre vedova che aveva un unico figlio, ed era portata, la salma, al sepolcro. E Gesù, il suo cuore misericordioso ebbe compassione di quella donna: «Non piangere!». E allora si accostò alla bara e toccò la bara, e i portatori si fermarono. E allora Gesù diede l'ordine: «Giovanetto, te lo dico, te lo comando: alzati». Ed egli si alzò, sedette e cominciò a parlare. Allora Gesù lo presentò alla madre, ecco. E così la grande consolazione data a quella madre che aveva l'unico figlio, ed era vedova.
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Ora, nell'Epistola si raccomanda la carità, avere compassione, misericordia di coloro che sono nella difficoltà:
«Non ci stanchiamo nel seminare il bene, a suo tempo arriverà anche la mietitura. Finché abbiamo tempo, facciamo del bene a tutti, specialmente ai nostri fratelli nella fede».
Possiamo fare delle varie applicazioni, ma in modo particolare questo: di avere carità, vivere in bontà, per tutto quello che a noi è possibile; sì, tutto.
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Occorre che noi riflettiamo per quello che è il tempo presente. Ci troviamo nel corso del Concilio Ecumenico, quarta sessione. Ora, la Chiesa invita tutti i popoli a profittare della redenzione di tutta l'umanità, approfittare della redenzione, portare tutti gli uomini alla salvezza. E precisamente la settimana prossima si parlerà in tutto il Concilio della condizione in cui la Chiesa si trova di fronte all'umanità: 500 mila cattolici. E ormai sono tre miliardi e mezzo gli uomini, e quindi quale quantità rispetto alla grande quantità, cioè la quantità di cattolici rispetto alla quantità di tutti gli uomini che compongono l'umanità. Certamente si ha compassione di una persona sofferente; ed è giusto, ed è doveroso, quando una persona soffre o moralmente o fisicamente. Ma è proprio qui il particolare, quello che riguarda lo spirito. E [si] parla, due volte, dello Spirito nella Epistola, che vuol dire che noi in particolare pensiamo a tutta l'umanità: «la nostra salvezza viene dallo Spirito, perciò viviamo come egli desidera», lo Spirito.
Tutta questa quantità di gente che non ha ancora il frutto della redenzione, il frutto cioè, la redenzione che Gesù Cristo ha portato all'uomo, agli uomini. Oltre che a questo, vi sono quelli che si son fatti cristiani, ma si son distaccati dalla Chiesa, sono come rami distaccati dalla pianta. E i rami che si distaccano dalla pianta, che cosa sarà di essi? Distaccati dalla pianta, allora si inaridisce e dissecca il ramo distaccato1. Bisogna, quindi, che noi facciamo preghiere per tutti gli uomini, sì, sì. È proprio tutto quello che si tratterà nella settimana prossima: la Chiesa rispetto al mondo attuale. Quindi, coloro che appartengono alla Chiesa di fronte a quelli che non appartengono ancora alla Chiesa.
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Ora, l'apostolato della preghiera per tutti: recitare bene, con divozione: "Cuore Divino di Gesù...", per tutti gli uomini. E poi anche piccole sofferenze, mortificazioni, perché la mortificazione... Gesù Cristo ci ha salvati con la sua morte, con la sua sofferenza. Ma più di tutto, che noi viviamo in carità quotidianamente. E quindi c'è la preghiera, sì, e c'è anche la sofferenza; ma più che serve è condurre la giornata, le nostre ore rettamente; rettamente, cioè, la vita. La parola [ha] il suo valore, la sofferenza [ha] il suo valore, ma l'osservanza della carità, lo spirito di fede, la bontà, ecc., far bene le nostre cose come meglio possiamo, quello è preghiera reale, preghiera vitale; non è preghiera soltanto della parola, neppure soltanto della sofferenza, ma è preghiera vitale. E questo nelle 24 ore, se noi compiamo ora per ora quello che è il volere di Dio; e poi compiamo i nostri doveri; e poi come viviamo in carità; e come siamo precisi, siamo delicati, sempre più delicati.
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Oh! Non si può e non potete fare grandi digiuni, grandi mortificazioni, ma è la volontà che deve fare la prima mortificazione, e cioè, compiere precisamente, santamente la volontà di Dio. Quel che c'è nell'intimo, nei nostri pensieri. Viviam di fede? Quello che c'è nell'intimo, nel cuore. Cosa cerchiamo? Che cosa c'è nel nostro volere? Fede, quello che è uniformato a Gesù Cristo: nei pensieri, nelle parole, nelle opere, nei sentimenti. Sentire in noi Gesù Cristo e avere lo stesso cuore di Gesù Cristo: Venite ad me omnes1: Venite tutti a me. Coloro che soffrono, e che sono lontani dalla fede, che vengano a Gesù Cristo.
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Abbiamo da conservare un certo raccoglimento abituale per cui dominiamo i nostri pensieri, la fantasia stessa, il cuore. E poi tutto quello che abbiamo nella giornata ora per ora, momento per momento, facendo bene, (...); anche le cose più umili, fatte bene. Questo che sia offerto, specialmente questa settimana, per coloro che son distaccati dalla Chiesa, e [per] coloro che non hanno ancora avuto cognizione della redenzione compiuta da Cristo. E se volessero risorgere, questa gente! E la risurrezione è di un morto, ma secondo il commento, più di tutto importa la risurrezione spirituale delle anime che son morte; in quanto son distaccate da Gesù Cristo, non hanno la vita di grazia. E cosa sarà della loro sorte? Eh! Bisogna che la Chiesa si lanci nel mondo e arrivi a ogni parte dell'umanità. Il comando di Gesù: «Andate e insegnate a tutte le nazioni»1. Insegnate e guidate nella vita buona, e santificatele per mezzo del battesimo, e cioè per mezzo della grazia. Le sofferenze fisiche fanno pena; ma le sofferenze spirituali! E neppure conoscono la loro sofferenza, la loro morte! Occorre tanta grazia perché arrivi la luce, sì. Gli Apostoli [si] son lanciati nel mondo, allora. E purtroppo siamo ristretti e quasi ci... temiamo di muoverci per portare la luce, la salvezza. Occorre questo: preghiera, sofferenza e soprattutto la giornata, i momenti, interiormente. E poi esternamente le cose, bene, secondo il cuore di Gesù e secondo la diligenza con cui Gesù faceva tutto: Bene omnia fecit2: Fece tutte le cose bene, eh! Lo pensiamo quando faceva il falegname, faceva le cose bene, e tutto. Quindi la preghiera, la vita sua. Entrate in quello spirito della vita di Gesù Cristo nella vita privata fino ai 30 anni; dal presepio sino al momento in cui ha iniziato la sua predicazione.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 130/b (= cassetta 195/a.1). Per la datazione, cf PM: «Ci troviamo nel corso del Concilio Ecumenico, IV Sessione... ». - dAS 19 settembre 1965 (domenica): «Messa e meditazione in cappella alle PD della Comunità CGSSP».
2 Lc 7,11-16.
3 Gal 5,25-6,1-10.
1 Cf Gv 15,6.
1 Mt 11,28.
1 Cf Mt 28,19.
2 Mc 7,37.