Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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52. LASCIARSI ILLUMINARE DALLA FEDE
(Domenica XI dopo Pentecoste)

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 22 agosto 19651

Il Vangelo, da san Marco, capitolo VII.
In quel tempo: Gesù lasciò il paese di Tiro e si diresse, attraverso Sidone, al mare di Galilea. Arrivato nel territorio della Decapoli, gli fu presentato un sordomuto pregandolo di imporgli le mani. Gesù, trattolo in disparte dalla folla, gli mise le dita nelle orecchie e un po' di saliva sulla lingua. Poi, alzando gli occhi al cielo, sospirò e disse: «Effeta», che vuol dire, «apriti». Subito le sue orecchie si aprirono, la sua lingua si sciolse e si mise a parlare normalmente. Gesù ordinò ai presenti di dire niente a nessuno, ma quanto più insisteva, tanto più manifestavano il loro entusiasmo, gridando pieni di stupore: «Tutto quello che fa è meraviglioso, fa sentire i sordi e parlare i muti»2.
Oh! Concorda l'Epistola ai pensieri che sono qui nel Vangelo. È tratta dalla Lettera di san Paolo ai Corinti.
Fratelli, vi ricordo il Vangelo che vi ho annunziato, che voi avete accolto e al quale siete stati fedeli. Il Vangelo vi salverà purché lo mettiate in pratica tale e quale ve l'ho insegnato, altrimenti è inutile la vostra fede. La sostanza della mia dottrina, che io stesso ho ricevuto da Dio, è: che Cristo, adempiendo la Sacra Scrittura, morì per i nostri peccati, fu sepolto, risuscitò il terzo giorno, apparve a Pietro e poi agli Undici. In seguito, apparve in una sola volta a più di 500 nostri fratelli, dei quali molti sono ancora vivi e alcuni sono morti. Quindi apparve a Giacomo, e di nuovo a tutti gli Apostoli. Finalmente, dopo essere apparso a tutti, fu visto anche da questo aborto che sono io, perché io sono l'ultimo degli Apostoli e non merito neanche il nome di apostolo avendo perseguitato la Chiesa di Dio. Ciò che sono, lo sono per la grazia di Dio, ed io ho fatto fruttificare
3.
Si può considerare, in questo giorno, secondo la liturgia, il miracolo di Gesù, il quale guarì un sordomuto: «Effeta», che vuole dire: «Apriti»; e cioè, all'orecchio che si apra, e la lingua che si sciolga. E allora cominciò a udire e parlò normalmente come tutti. Ed era un miracolo per cui la popolazione era entuasiasta e «gridando pieni di stupore: "Tutto quello che fa è meraviglioso, fa sentire i sordi e parlare i muti"». Questo prodigio.
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Ma nell'Epistola sono ricordati i miracoli - se vogliamo dire così - che sono, cioè, le apparizioni di Gesù Cristo dopo la risurrezione; e cioè: «risuscitò il giorno terzo dalla morte; apparve a Pietro», in primo luogo. Pietro era indicato come colui che doveva guidare la Chiesa, come il Papa. «Apparve a Pietro». Quindi meritava, la prima apparizione, a Pietro. Poi apparve agli Undici e poi apparve a 500 persone dei quali ancora (allora), vivono; altri erano già defunti; apparve a Giacomo che era vescovo di Gerusalemme, e di nuovo apparve agli Apostoli. E poi si sa, che qui non è ricordato, quando Gesù salì sul monte accompagnato dai discepoli: è l'Ascensione. E poi Gesù apparve, in modo particolare, a san Paolo stesso: «Finalmente, dopo essere apparso a tutti, fu visto anche da questo aborto che sono io, perché io sono l'ultimo degli Apostoli e non merito neanche il nome di apostolo», ecc. «Tutto quello che ho, l'ho ricevuto da Dio».
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Ecco, a che cosa servono i miracoli? I miracoli servono per confermare la parola che Gesù Cristo aveva predicato. Così bisogna dire che, quando si tratta di canonizzazioni di santi, occorrono quattro miracoli: due per la beatificazione e due per la canonizzazione. E perché ci vogliono i miracoli? Per confermar la fede; cioè, che è l'intervento di Dio. Eh, sì, Gesù Cristo manifestò se stesso e provò e comprovò tutto quello che egli aveva insegnato. Il miracolo è prova che c'è l'intervento di Dio, perché [altrimenti] il Signore non confermerebbe quello che aveva detto, e quello che viene chiamato santo, quando si tratta di canonizzazione. E cioè interviene Dio non con la parola, e invece con i fatti, con i miracoli che sono a manifestazione. Quindi occorre sempre che noi ricordiamo l'intervento di Dio, sì, quanto alla canonizzazione dei santi.
Pio XI, verso il termine della sua vita e trattando di una nuova canonizzazione, disse: "Durante il mio pontificato ho già constatato circa 100 miracoli, miracoli veri, provati, che erano presentati per varie canonizzazioni e varie beatificazioni"1.
Ora, il Signore confermò la sua parola e la sua missione, Gesù, come egli manifestò coi miracoli e poi con le sue apparizioni dopo la risurrezione.
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Ma se allora dovevano credere, ammettere, riconoscere re il Messia per i suoi miracoli, anche adesso il Signore continua a operare prodigi. Si vorrebbero cose rumorose. No, generalmente sono guarigioni che non potrebbero essere più curate, perché erano malattie e disgrazie in cui l'uomo non poteva nulla, la medicina non poteva nulla, o avvenne ad un istante la guarigione.
Oh! Adesso vuol dire che Iddio continua a provare che questa è la sua Chiesa, che la Chiesa, quindi, è stabilita da Gesù Cristo ed essa deve insegnare, predicare la parola di Dio. E l'umanità, che ascolti. E poi, che la Chiesa guidi le anime per la strada buona, vivere cristianamente, e ottenere il perdono dei peccati, e poi santificare le anime mediante i sacramenti. E cioè, la Chiesa cattolica è veramente la nave sicura che attraversa il mondo e porta gli uomini attraverso a questo mondo pericoloso, che è come un mare pericoloso, porta alla salvezza coloro che rispondono, corrispondono.
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Troppa superbia. Ed è quella che impedisce a piegarsi e a credere e ammettere. Tante dottrine e tanti insegnamenti che sono chiacchiere e sono ideologie false degli uomini! E si viene fino a questo punto che non si dà alcuna importanza alle cose spirituali. E tanta gente che vive come se ci fosse soltanto questa vita, e dopo la morte sia tutto finito. E invece comincia il tutto, dopo. Questo è un inizio di vita, l'attuale nostra vita sulla terra; ma poi c'è la vita eterna, la vita eterna la quale può essere felice oppure può essere infelice, secondo la responsabilità e secondo è stata la vita.
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Ecco, noi non dobbiamo esigere di vedere un miracolo per credere; è il dono della fede che abbiamo avuto nel battesimo, sì. Con la grazia di Dio è stata infusa la fede e insieme la speranza e la carità. Credere! Fermamente! E i miracoli servono a confermare quelli che sono increduli o che sono ignoranti. Ma noi abbiamo già avuto il dono della fede. E come? Credere che cosa? Prima del battesimo si recita il Credo; quindi, protesta di credere. Specialmente questo viene recitato nel battesimo; ma specialmente viene recitato quando si battezzano adulti, i quali poi, essendo adulti, essendo istruiti, devono prima recitare il Credo per entrare nella Chiesa cattolica.
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Oh! Dunque, quali sono le conseguenze e le applicazioni per noi? "Fate che io creda sempre di più", o che diceva quel padre: «Credo, o Signore, ma fa che io creda di più»1.
È profonda in noi la fede? Ecco. Ci sono: il Credo cosi detto apostolico; e poi c'e il Credo più spiegato, più lungo, che si canta nella Messa solenne o nella Messa quando è segnato il Credo, secondo i giorni, secondo la liturgia. Noi protestiamo. E il religioso, la religiosa, prima di ricevere la comunione come viatico, se è possibile per il malato, si ripete il Credo.
Ma non basta che noi crediamo secondo gli articoli di fede che sono nei due Credo. Ma veder le cose soprannaturalmente, ecco tutto. Perché abbiamo la giornata? Ci pensiamo che è dono di Dio ed è un complesso di 24 ore perché diamo gloria a Dio e guadagniamo meriti? e riempire la giornata di meriti? Si vive di fede così? E molti credono che basti la recita del Credo. E sì, al mattino, ma poi considerano tutte le altre cose umanamente: e i lavori da fare, e i negozi da fare, e i viaggi, le relazioni da seguire, come se noi pensassimo solo a credere quando siamo in chiesa. No, si comincia con la fede in chiesa, ma questa fede deve illuminare tutta la giornata.
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E se c'è una vocazione, se c'è un invito di Dio a seguire una vocazione, vedere: è la chiamata di Dio per santificare di più la vita; oltre la vita cristiana, quindi, la vita religiosa. E considerare gli articoli delle Costituzioni che sono la guida. Bisogna che abbiamo fede. Perché? E perché le Costituzioni sono approvate dalla Chiesa e, quando sono riconosciute, è il Papa che dà le Costituzioni a chi guida; cioè, vengono date le Costituzioni, a chi è a capo dell'Istituto. E quindi questa fede: che lì è compresa la volontà di Dio. Oltre ai comandamenti, intervengono i voti, e tutti gli articoli delle Costituzioni. Bisogna considerarli secondo la fede...
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1 Nastro 129/a (= cassetta 192/b). Voce incisa: "Domenica XI dopo Pentecoste: meditazione del PM. Cuore immacolato di Maria". - In PM, nessun accenno cronologico. - dAS, 22 agosto 1965 (domenica): «m.s. per cappella CGSSP e Apostoline (cf dAS in c9). Predica di introduzione al corso di Esercizi delle PD in via Portuense». - dAC, 22 agosto 1965: «Inizio Esercizi Spirituali». - VV: «Esercizi Spirituali. 22-30 agosto 1965 (novizie del 2° anno)". La meditazione di introduzione agli Esercizi non ci è pervenuta.

2 Mc 7,31-37.

3 1Cor 15,1-10.

1 Pio XI, Sommo Pontefice dal 6 febbraio 1922 al 10 febbraio 1939. La frase si trova nel discorso promulgato il 18 febbraio 1934 in Discorsi di Pio XI, Torino, Società Editrice Internazionale, 1961, vol. III pp. 27-33.

1 Cf Mc 9,23.