Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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35. ESSERE I FIGLI PIÙ DEVOTI DEL PAPA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 29 giugno 19651

Nell'Epistola è ricordato il fatto: san Pietro, preso prigioniero, si voleva presentarlo poi al popolo per soddisfare il desiderio di coloro che erano nemici di Gesù Cristo e del cristianesimo. Era in carcere custodito bene e legato dalla catena di ferro. E l'angelo gli apparve, e sciolse la catena, e invitò Pietro a seguirlo; e così si aprì ogni porta e non si avvidero; accecato i custodi e liberato, quindi ritornò tra i fedeli, tra i cristiani2.
Allora questo è grande prodigio perché Gesù voleva che Pietro continuasse a governare la Chiesa in quei primi tempi e poi, d'altra parte, era nei disegni di Dio che Pietro, a suo tempo, venisse a Roma e stabilisse la sua diocesi in Roma. E quindi ogni successore, chi è eletto vescovo di Roma, è il Papa, quindi ha il potere di governar tutta la Chiesa e tutti i vescovi e tutto il clero e tutti i fedeli: Pasce agnos meos, pasce oves meas3.
Oh, Pietro dimostrò per il primo la vera fede in Gesù Cristo, chiaramente. E questo risponde dal tratto del Vangelo secondo san Matteo, capo XVI:
In quel tempo: venuto nella regione di Cesarea di Filippo, Gesù chiese ai discepoli: «Che dice la gente del Figlio dell'uomo?». Risposero: «Alcuni dicono che sei il Battista; altri Elia; altri Geremia o uno dei profeti». «E voi che cosa pensate di me?». Rispose Simon Pietro: «Tu sei il Cristo, figlio di Dio vivente». Gesù gli replicò: «Beato te, Simone, figlio di Giona, perché questo non l'hai visto con gli occhi del corpo, ma ti è stato rivelato dal Padre mio che è nei cieli. Ora io dico a te: Tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia chiesa; le potenze dell'inferno non la potranno mai vincere. Io ti darò le chiavi del regno dei cieli; tutto quello che legherai sulla terra, sarà legato anche nei cieli; tutto quello che scioglierai sulla terra, sarà sciolto anche nei cieli»4.
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E allora la considerazione, oggi, è: il Papa. Oh! Gesù Cristo è venuto a stabilire il regno di Dio, che è la Chiesa. Ora, in ogni regno ci deve essere uno a capo, perché se non ci sta uno a capo, tutto si risolve in disordine. Bisogna però considerare che [a] colui che governa la Chiesa, il regno di Dio, il popolo di Dio, bisogna che tutti [stiano] in dipendenza. Però è un regno molto diverso da ogni regno ordinario: o che siano il Presidente della Repubblica o che siano i Re, sono sempre quelli che stanno a capo di uomini e guardano soltanto gli interessi presenti.
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Ma il regno di Dio è molto diverso, e cioè, in primo luogo, la fede: credere in Dio, credere in Gesù Cristo, credere allo Spirito Santo, e alla santa Chiesa. La fede, in primo luogo. E quindi il Papa è infallibile nell'insegnare quello che riguarda la fede e quello che riguarda i costumi, cioè, quel che riguarda la vita pratica, l'osservanza dei comandamenti e l'osservanza dei precetti della Chiesa, l'osservanza delle virtù e l'osservanza, di ciascheduno di noi, secondo lo stato in cui ognuno si trova. Quindi, in primo luogo, l'insegnamento della fede.
Quello che egli definisce è infallibile, e questa infallibilità si manifesta in due maniere: o nel Concilio, che sempre però a capo è il Papa, oppure nelle definizioni che il Papa stesso può insegnare o deve insegnare. Oh, così quello che riguarda la vita, la vita morale, i costumi, la vita secondo ognuno si trova nelle condizioni: o il semplice cristiano o il religioso o il padre di famiglia o i figli di famiglia, ecc. Il Papa definisce quello che è giusto e santo; è quello che non è né giusto né santo che viene condannato; e poi regola il culto, cioè, tutta la liturgia.
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Nei Concili si dicono i pensieri da tutti i vescovi, da tutti quelli che sono presenti, poi dopo ci sono le votazioni, e poi dopo vale quanto viene dichiarato, e viene dichiarato dal Papa. Allora è da seguirsi definitivamente. Potrebbe anche far sempre il Papa da sé stesso, ma se vi sono tutti i consigli anche di tutti i vescovi e dei Padri conciliari, allora si considerano più largamente le cose, e poi si portano le notizie e quelle che sono le necessità di tutto il mondo.
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Oh, allora il Papa, capo di tutta la Chiesa; il Papa infallibile riguardo ai dogmi, alle verità, e ai costumi, cioè alla vita; e poi quello che dirige il culto in tutta la Chiesa, la liturgia.
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Oh! Ora cosa segue? In primo luogo, considerare il Papa che rappresenta Gesù Cristo: «Sopra di te fonderò la Chiesa». «Te beato, Simone, figlio di Giona (Giona [=] Giovanni che era il padre di Simone) perché questo non l'hai visto con gli occhi del corpo, ma ti è stato rivelato dal Padre mio che è nei cieli. E perciò tu sei Pietro e sopra questa pietra edificherò la mia Chiesa». Vuol dire che il fondamento della Chiesa è Pietro. E le potenze dell'inferno non potranno mai vincere, non potranno mai distruggere la Chiesa. E quelli che combattono la Chiesa sono sulla via storta, e quelli che non obbediscono alla Chiesa si mettono fuori della strada della salvezza eterna, ecco.
Primo luogo, quindi, noi riconosciamo questo dogma, e cioè: il Papa è il capo della Chiesa; è infallibile di quello che definisce a riguardo alle verità e riguardo alle virtù, cioè ai costumi, e poi quello che si deve seguire anche secondo gli indirizzi che egli dà.
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In particolar modo, il Papa governa la vita religiosa, e quindi, il Superiore Generale degli Istituti è sempre il Papa, il capo supremo, come risulta dalle Costituzioni. Quindi abbiamo da presentare al Papa un omaggio più profondo che non un semplice cristiano. Riconoscere il Papa, [come] superiore e seguirlo in tutto quello che egli ha stabilito. Ogni Istituto, secondo le Costituzioni ha il Papa che approva e che, quando ha approvato, (...) c'è il comando di osservanza.
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In secondo luogo, la preghiera. In quante necessità si trova il Papa in quanto riguarda tutta la Chiesa e riguarda tutto il mondo; e in più, e in particolar modo, le sue ansie in questi giorni perché c'è la pace in pericolo, c'è da temere perché l'orgoglio degli uomini e i disordini morali e la ribellione, ecc., mettono in pericolo la pace. Quindi l'insistenza del Papa che si preghi per la pace, in questi giorni, in particolar modo. Anche domenica, prima dell'Angelus, che è solito recitare sulla piazza di san Pietro, insistenza. E del resto, non soltanto egli si muove a pregare, ma a operare in quanto è possibile, secondo le sue condizioni speciali.
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La preghiera, voi, continua, continuamente per il Papa: Oremus pro Pontifice nostro Paulo; sempre così. Seguirlo in quello che insegna, seguirlo in quello che ci ordina, e seguirlo con amore; ed essere i consolatori del Papa, i consolatori cioè, i figli più devoti del Papa. Quindi consolare nelle tante angustie e tante difficoltà in cui si vive e in cui, in particolar modo, egli vive in questo tempo. La preghiera.
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Oh, in particolar modo, noi facciamo anche il voto di obbedienza particolare al Papa perché dobbiamo essere i figli più devoti, più pronti, più soggetti a lui. E la dimostrazione è, non solo nella preghiera, ma nel seguire le Costituzioni.
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Adesso la giornata, quindi: per la Chiesa, per il Papa, per tutti i fedeli, e per tutto il mondo presente, presente il Papa, vivo e operante nella Chiesa. Il Papa.
È assai utile introdurre e solennizzare la festa del Papa per studiarne e farne conoscere la dignità e le benemerenze. Siamo sempre uniti al Sommo Pontefice prestandogli riverenza e amore, obbedendo ai suoi ordini e assecondando i suoi desideri, e difendendo coraggiosamente il Papa dalle continue calunnie e ingiurie, e pregando per lui, che rimane anche questo dal catechismo1. Sia per ciò tutta la preghiera.
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E noi associamo a Pietro, Paolo, perché furono i più grandi Apostoli. E come han lavorato incessantemente per diffondere la fede, e come hanno sparso il sangue, martirizzati in questo giorno. Quindi le due grandi basiliche: Pietro e Paolo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 128/c (= cassetta 185/b). Voce incisa: "Santi Apostoli Pietro e Paolo: meditazione del PM". In PM, nessun accenno cronologico (cf nostra nota in c347). - dAS, 29 giugno 1965 (festività dei santi Apostoli Pietro e Paolo): «Celebra [il PM] verso le 5,20; tiene meditazione alle PD di CGSSP».

2 Cf At 12,1-11.

3 Gv 21,15.16.17.

4 Mt 16,13-19.

1 Cf Catechismo della Dottrina cristiana... op. cit. nn. 190-192.