Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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15. NOVIZIATO: ANNO DI GRAZIA

Predica alle neo-novizie Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 24 marzo 19651

È, questo, un giorno di massima importanza, giorno santo, perché Maria nel giorno della sua annunziazione, allora si è cambiato il corso della sua vita. E cioè, prima ella tendeva alla sua santità secondo la ricchezza dei doni, che aveva ricevuto da Dio, di grazia, e di privilegi. Ma il corso della sua vita si è cambiato con l'annunziazione dell'arcangelo Gabriele a Maria2.
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Così press'a poco [voi]. Quando si è aspiranti, non si è suore. E si dà grande importanza, generalmente, nel mondo, quando c'è la vestizione. Ma il corso della vostra vita comincia proprio ora, il corso della vita: non più semplici cristiane, ma religiose, e tuttavia non ancora religiose del tutto, sì. Perché le novizie sono suore senza voti e non appartengono ancora alla Congregazione. E perché si chiamano nuove suore, cioè, novizie suore? Perché vivono come suore e devono vivere come suore, e cioè, secondo le virtù dei voti: povertà, castità, obbedienza; secondo la pietà delle Pie Discepole; e secondo la osservanza delle Costituzioni, ecco. Quindi questo distingue in quanto tutto questo è come per prepararsi alla Professione, sì. Questo indica che un gran passo intanto si fa. Novizie.
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Come bisogna considerare, allora, il noviziato? Il noviziato è come un esperimento, è decisivo e definitivo esperimento. Il primo esperimento è stato quando si era aspiranti, postulanti. Poi altro esperimento più importante, maggiore, dopo la vestizione, con la vestizione. Ora l'esperimento è definitivo, decisivo. Definitivo e decisivo.
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In primo luogo, perché voi vi provate a vivere [da] vere suore Pie Discepole e, nello stesso tempo, mentre che voi già vivete secondo la pietà, secondo la fede, d'altra parte le Madri devono conoscere voi. Voi conoscete l'Istituto e voi essere conosciute manifestandovi con sincerità, con apertura affinché le Madri possano dire una parola che è illuminata secondo le vere prove che si son fatte. Allora potranno dirvi: "Sì, questa è veramente vita adatta per te e tu sei adatta per questo ufficio o, meglio, per questa Congregazione". E, questo, come una grazia, una grande grazia affinché definitivamente e decisamente si possa arrivare a una conclusione, e cioè: "Così, penso che potrò condurre questa vita". E le Madri potranno dirvi: "Per quanto ci risulta, secondo i lumi di Dio...". Potranno darvi una parola sicura.
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Perciò vivere veramente già la vita della Pia Discepola e, nello stesso tempo, manifestarvi pienamente, perché tutto questo è a vantaggio vostro che abbiate un angelo che vi accompagna nel compiere [il vostro esperimento] e nello scegliere definitivamente la strada; è un grande aiuto. Si deve ringraziare tanto di avere e una Madre, che è maestra del noviziato, e poi le Madri le quali hanno poi la responsabilità di darvi la parola che impegna tutta la vostra vita. E un esperimento poter dire: "Sì, questa vita mi piace, questa vita mi porta alla piena consacrazione a Dio; e questa vita spero, con la grazia di Dio, di poterla condurre fino a quando sarà tempo di lasciare la terra e arrivare al cielo; l'ultimo momento.
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Oh, quindi, apprezzare tanto questo esperimento. Abituarsi perciò, abituarsi. E considerare che grazie speciali avete in questo periodo di tempo, cioè in questo tempo di noviziato; più abbondanti grazie; certamente abbondanti grazie durante il noviziato; e poi tutto quello che vi vien dato attraverso alle Madri, attraverso alla pietà, attraverso alle confessioni. Allora considerare questo anno.
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L'entrata al noviziato, per un certo aspetto, è più importante della Professione. Sotto un certo aspetto, eh? Perché? E perché questo assicura la vita religiosa, se veramente la si vuole abbracciare, sì. Là sarà già maturata la decisione e si sarà maturata dopo gli esperimenti e dopo la sicurezza di poter camminare, con la grazia di Dio, fino al termine. Quindi ha un'importanza straordinaria. E, se non è tanto solenne come è la vestizione, alle volte, che si fa, e anche quando non c'è una esteriorità così ampia, però questo è il gran momento. Finora tutto secondo la virtù, la virtù cristiana; ora secondo le virtù religiose che poi trasformeranno, queste virtù religiose, cioè si trasformeranno da virtù cristiane in virtù religiose.
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Oh, questo è l'anno più importante della vostra vita. Raccogliervi in Dio, raccogliervi in Dio. Che siano le vostre Adorazioni molto più intime; entrare nel l'intimità con Gesù; lì, Gesù. In principio erat Verbum1, e cioè, Dio, ecco. In principio erat Verbum, cioè era la parola del Padre, Verbum è la parola del Padre e questa parola del Padre, che è il Verbo, si è incarnata, e incarnata nel seno della Vergine Santissima e che poi noi l'adoriamo nel tabernacolo.
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Vi è una esaltazione della Parola oggi, abbondante, e questo vale. Ma la parola viene a suonare al nostro orecchio, ma la Parola è nel tabernacolo, è Gesù Cristo. E per questo che l'Adorazione non è solamente un pregare, è proprio imparare dal Maestro, che è Gesù. Egli è la Parola diventata carne: Verbum caro factum est1. E poi, Verbum caro, sì, eucaristicum. E l'avete qui presente. Dare grandissima importanza alla Adorazione.
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E allora, avanti in fede accompagnandovi con Maria, e con Maria, Madre e Regina nostra. E allora, passando attraverso a Maria, noi arriviamo più facilmente a Gesù. Maria è la via a Gesù Cristo. Quindi molta divozione nel corso del noviziato, molta divozione.
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E poi ricordare ciò che si è raccomandato qui nell'esortazione. San Paolo, tre anni in Arabia, in deserto, tre anni di noviziato. E quanto ha prodotto il noviziato in lui, di santità e di apostolato! È, la conclusione, è l'apostolato, il ministero a cui egli si era preparato, non solo alla vita, vita santa, vita cristiana, ma all'apostolato, perché la voce di Dio si è fatta sentire [in] Antiochia: Separatemi dagli altri Saulo, Paolo, e l'altro suo compagno1, nei primi tempi dell'apostolato. E così, se san Paolo ha fatto un triennio come noviziato, e voi anche già avete fatto una preparazione.
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Ma con questo volevo conchiudere l'importanza, la necessità del noviziato, e noviziato fatto sempre meglio. Non tardare ad aprirvi, no; subito consegnarvi nelle mani di chi guida. E allora la parola di Dio discenderà non solo come lume interiore, ma come lume che il Signore dà a chi vi guida, ecco. Quindi grande fiducia, ché è l'anno delle grandi grazie, l'anno più importante della vita, quindi più grazia, più misericordia da Dio.
Ora invochiamo la benedizione di Gesù che si compiace di questa buona volontà che voi, in questo momento, avete. E già egli vi ha preparato le grazie per tutto l'anno.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 79/e (= cassetta 177/a.2). Per la datazione, cf PM: «Come bisogna, allora, considerare il noviziato?»... (cf anche PM in c166) - dAS, 24 marzo 1965: «Andato [il PM] in via Portuense per l'entrata in noviziato delle PD».

2 Cf Lc 1,26-38.

1 Gv 1,1.

1 Gv 1,14.

1 Cf At 13,2.