Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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39. VIVERE IL VANGELO E LE COSTITUZIONI

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 9 luglio 19651

Abbiamo da considerare come in ogni tempo dell'anno vi sono occasioni, sia per meritare di più presso il Signore, e per ottenere più grazie presso il Signore; [in] ogni stagione. E, ad esempio, la stagione attuale è calda, e dobbiamo prendere tutte le occasioni di tempo, non soltanto quanto a stagione, ma tutte le ore possiamo guadagnare meriti e ottenere grazie dal Signore. Le 24 ore della giornata siano tutte per la santificazione e per la preghiera, cioè per ottenere le grazie. E a chi? A noi, e alla Chiesa, e al mondo intiero. Sempre ricordare la missione, la missione vostra in generale e in particolare: in generale come religiose, e in particolare come Pie Discepole.
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In questo tempo la Chiesa ha dei bisogni particolarissimi; sì, difficoltà nuove. E non sappiamo neppure se possiamo confrontare questo tempo con i periodi più duri della Chiesa, come è stato il IV secolo, il XIV secolo, il XVI secolo; non possiamo fare bene i confronti perché non tutto conosciamo. Ma certamente [in] questo periodo, in particolare durante questo anno: preghiera; necessità della preghiera. Accompagnare la vita della Chiesa.
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Oh! Ora due cose: primo, leggere e meditare il Vangelo; e secondo, leggere ripetutamente, quotidianamente le Costituzioni per viverle. Ecco due mezzi grandi.
Vivere il Vangelo perché vuol dire vivere Gesù Cristo, Via, Verità e Vita1, come egli si è mostrato e come egli si è dichiarato. La Discepola deve guardare il Maestro, e il Maestro è uno2, ha detto Gesù: [è] egli stesso. E allora, non molti consigli, non molte cose che vengono suggerite qua e là. No, solo il Maestro Divino: «Uno è il Maestro».
Ora, non soltanto leggere quello che si ha nella Messa, nella Messa particolarmente domenicale e poi anche nelle Messe quotidiane, ma soprattutto considerare il Vangelo intiero e particolarmente il Vangelo singolo, cioè, separati: il Vangelo di san Matteo, san Marco, san Luca, san Giovanni. Ma poi successivamente la fusione dei quattro Vangeli perché sono fusi assieme e allora si capiscono e si ricava poi un frutto più ampio, maggiore. La lettura del Vangelo. Sapere questo: Io non so altro che Gesù Cristo - è stato detto - io non conosco, non so altro che Gesù Cristo3. Ora, nel Vangelo si acquista una sapienza che nessun uomo potrebbe raggiungere. No! E nella misura in cui noi penetriamo il Vangelo e crediamo il Vangelo: tutti gli insegnamenti vocali, e poi quanto a esempio e quanto ha fatto per noi, allora ci immedesimiamo con lui. Io non conosco altro che Gesù Cristo.
Adesso, questo richiede anche molta riflessione e richiede anche molta luce, sì. Non passare avanti quando non abbiamo ancora penetrato un versetto o un altro versetto; fermarsi quando crediamo che in quel momento arrivi una luce dello Spirito Santo, [di] lui che [Gesù ha detto]: Vi manderò dal Padre, egli vi insegnerà tutto4; lo Spirito Santo vi insegnerà tutto. Quindi questa luce dello Spirito Santo in noi. Perché se Gesù Cristo ha compito la redenzione, a noi l'applicazione adesso. Pie Discepole, allora in particolar modo, la divozione al Vangelo, sì.
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Si sta in attesa riguardo ancora agli insegnamenti che possono venire dal Concilio Vaticano II; ma tutti questi insegnamenti dipendono dal Vangelo, e non ci può essere altro che il Vangelo, sì.
Parlando poi di quello che già è stato fatto in riguardo alla liturgia, è necessario molta preghiera; perché tutto quel che è stato detto e stabilito riguarda la liturgia nei particolari, è necessario che le applicazioni dei princìpi, le applicazioni pratiche, possano, quindi, portare il massimo frutto alle anime.
Ora abbiamo già, in qualche maniera, quello che sono stati applicati, in una certa misura, i princìpi che vennero approvati nel Concilio Vaticano II. Ma vi è ancor tanto da applicare. E ancora c'è bisogno molto da progredire; progredire per il futuro, ma progredire nell'applicazione oggi, affinché il popolo e tutti capiscano quello che dicono, quello che pregano, quello in cui accompagnano il sacerdote. Capire bene, sì.
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Su L'Osservatore Romano era stato notato come molte persone dicono dei rosari in abbondanza, ma non riflettono a tutto quel che è il rosario: come è dottrina, e come è esempio, e cioè vita pratica, e poi come domanda. Così, come aveva spiegato Giovanni XXIII1. Del resto deve sempre esser così. Quindi, e i rosari e, in modo particolare, capire la liturgia. E aver la grazia di darla per mezzo della vostra attività liturgica, cioè, il vostro apostolato liturgico, sì.
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Oh! Dopo il Vangelo, il libro delle Costituzioni. E mettere daccanto al Vangelo, il libro delle Costituzioni, considerando come il Vangelo viene applicato nella vostra vita particolare; non solo principi generici, ma conseguenze pratiche che vengono applicate nelle Costituzioni. Quindi dopo il Vangelo per voi è il libro delle Costituzioni. Oh, quello è il Direttorio, poi, pratico, e cioè, è la pratica del Vangelo nella vita che avete abbracciato, ecco. Quindi sempre daccanto al Vangelo, il libro delle Costituzioni sapendo che, seguendo minutamente, senza scrupoli, ma con attenzione... voglio dire, le applicazioni minutamente, allora si vive in Gesù Cristo, come Gesù Cristo si è mostrato nel Vangelo, come egli ha insegnato nel Vangelo, ecco. Perciò non considerare soltanto principi e propositi generici, ma proprio applicarli secondo le Costituzioni, e nelle ore della giornata, possiamo dire così; cioè, facendo ora per ora quello che è nelle Costituzioni e quello che sono nelle ore secondo gli uffici, secondo gli impegni e secondo i doveri quotidiani; ora per ora, sì.
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Oh, troppe anime che cercano una santità un po' vaga. Non una santità vaga, ma la santità pratica, vera, quella che raccoglie momento per momento meriti e ottiene grazie. Non essere così, con dei principi un po' astratti, ma la vita dev'essere pratica e dev'essere una vita che porta alla santità.
E quando si è trattato, presso la Santa Sede, della canonizzazione di san Giovanni Berckmans quelli che si opponevano dicevano: Ma questo giovane non ha fatto poi niente di particolare, non ha avuto virtù straordinarie, non ha fatto opere, è passato all'eternità che era ancor giovane. E obiezioni di questo genere. Ma la risposta è stata questa: Abbiamo bisogno di presentare proprio una santificazione pratica, semplice, adatta a tutti, e cioè: fare il volere di Dio, momento per momento.
E come [è] manifestato il volere di Dio? Il volere di Dio che è nelle Costituzioni, il volere di Dio che è in quello che vien disposto ora per ora nella giornata. Quali ricchezze! E quanto succede, alle volte: principi generici. No, applicazioni giorno per giorno, ora per ora, senza scrupoli, ma la docilità, la disposizione di fare bene; e con intenzione retta servire Dio, servir Dio.
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Quando poi avrete immedesimato in voi stesse il Vangelo e immedesimate in voi stesse le Costituzioni, allora arriverete a quello che è la perfezione ultima e quella che prepara all'ingresso in paradiso, e cioè: la gloria di Dio. Si arriva, allora, sulla terra, da tante anime, si arriva a questo punto: cercare in tutto la gloria di Dio; quasi disinteressarsi di noi stessi, soltanto cercare la gloria di Dio. Quello è il fine ultimo, assoluto. Il mezzo principale è la santificazione e proprio di vivere il Vangelo e di vivere le Costituzioni. Allora c'è la preparazione sicura dell'ingresso in paradiso. E certamente, se la purificazione è stata compìta in questo senso, ecco, e si sono così purificate le nostre intenzioni di cercare solamente la gloria di Dio, passando dalla vita presente al futuro: l'ingresso immediato in paradiso.
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Perché radunate in una Congregazione e tutte unite e tutte rivolte a raggiungere i fini dell'Istituto, a viverlo? Sì. Allora gli altri pensieri, le preoccupazioni, quello c'è fuori, nel mondo...; tutte raccolte in un fine solo: la perfezione. E la perfezione si ha con l'aiuto dei voti; ma poi la perfezione, quando si arrivi a cercare la gloria di Dio: omnia in gloriam Dei facite1. Quindi il Vangelo, e l'applicazione del Vangelo alla vita vostra, le Costituzioni che arricchiscono immensamente, giorno per giorno, l'anima; e non solamente, ma si ottengono le grazie per la Chiesa.
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E la vita religiosa è perché si ottengano maggiormente le grazie per la Chiesa, sì; tanto più che voi avete l'Adorazione.
Oh, la Chiesa che è così combattuta! E quanti figli della Chiesa non seguono del tutto la loro Madre, la Madre Chiesa! Intervenire, allora, con dei rosari. Come Paolo VI: Maria, Madre della Chiesa1. Questa Madre soccorra tutti i figli della Chiesa, cioè tutti i cristiani. E se ci sono 400, 500 milioni di cristiani, e quanti ce ne sono accanto a questi che non seguono tutto il Vangelo e non seguono del tutto la Chiesa! E allora chiedere a Maria questa grazia: che abbia compassione di tanti figliuoli che sono un poco come il figliuol prodigo che si è allontanato dal Padre2. Quindi la vita vostra è per ottenere queste grazie: la vita cristiana; che si viva cristiana, la vita; ma poi il ritorno alla Chiesa di molte anime che si sono sbandate, che si sono allontanate dalla loro Madre Chiesa, ecco.
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Perciò l'impegno, questo: Io conosco soltanto Gesù Cristo1. E, conosco soltanto, come Direttorio, le Costituzioni; e poi come sono spiegate, secondo viene insegnato. Così. Quali ricchezze in questo! Non andiamo cercando una santificazione generica. Particolare! Proprio immedesimarci a Gesù Cristo, e prendere e seguire tutti i principi, tutti gli articoli che vi sono nelle Costituzioni. Oh, allora, non preoccuparci di troppe cose, ma preoccuparci di vivere Cristo e nella maniera che la Chiesa vi ha assegnato per mezzo delle Costituzioni. Allora quanto si è tranquilli in punto di morte! È un fatto, questo, e basta. Non ci saranno miracoli, non ci saranno cose straordinarie, ma vi sarà la santità, e la gloria eterna in cielo. E continuando poi quello che abbiamo già cercato sulla terra: la gloria di Dio, e allora il paradiso è la glorificazione eterna alla Santissima Trinità. Ecco là, dove ci raduneremo, in cielo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 81/d (= cassetta 187/b). Per la datazione, cf PM: «Si sta in attesa riguardo ancora agli insegnamenti che possono venire dal Concilio Ecumenico Vaticano II...; ora abbiamo già in qualche maniera quello che sono stati applicati, in una certa misura, i principi che vennero approvati nel Concilio Ecumenico Vaticano II» (cf PM in c84). - dAS, 9 luglio 1965: «Tiene meditazione [il PM] alle PD di via Portuense».

1 Gv 14,6.

2 Cf Mt 23,10.

3 Cf 1Cor 2,2.

4 Cf Gv 14,26.

1 GIOVANNI XXIII, Epistola enciclica Grata recordatio, 26 settembre 1959, sulla recita del S. Rosario; in Discorsi, Messaggi, Colloqui del Santo Padre Govanni XXIII. Volume I (Tipografia Poliglotta Vaticana, 1960) pp. 873-879.

1 Cor 10,31.

1 PAOLO VI, Discorso Post duos menses, 21 novembre 1964 (AAS 56 [1964] 1007-1018).

2 Cf Lc 15,11-32.

1 Cf 1Cor 2,2.