49. CHIAMATE A PARTICOLARE SANTITÀ
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 16 agosto 19651
Tutti i cristiani sono chiamati alla santità, santità cristiana. E chi è chiamato alla vita religiosa, è chiamato alla santità religiosa. E vi possono essere i cristiani semplici, e possono e sorpassano la vita del religioso, della religiosa per le virtù, per l'amore a Dio, spirito di fede, speranza, carità. E quel padre deve mantenere 5, 6, 7 figliuoli e deve lavorare più abbondantemente, alle volte, che non il religioso, che non la religiosa. E poi, spirito di fede, e poi altre virtù che il cristiano può esercitare, come la pazienza, come l'umiltà. Sì.
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Ora, sia il religioso, sia la religiosa, bisogna sempre camminare in umiltà, perché avendo gli obblighi secondo la Professione, vi è quest'obbligo della santificazione religiosa. Ora, questo obbligo è necessario sentirlo, questo obbligo di progresso. Quando non c'è il progresso mese per mese, anno per anno, se non c'è questo progresso di osservanza religiosa, si diventa come? Come uno che non fa i doveri del suo stato e quindi si carica di responsabilità di una continuità di trascuranza del proprio dovere, perché il proprio dovere della religiosa e del religioso è proprio il progresso. Se nel taccuino1 risulta che c'è un progresso, si è mantenuto, si è fatto, compiuto il dovere fondamentale. Se invece si constata che si va indietro o almeno che si è come fermi, allora questo è il primo peccato da confessare, quando si fanno gli Esercizi, particolarmente, o i ritiri mensili. Ma questo si fa o non si fa? Ecco il gran punto.
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Troppi e troppe anime consacrate a Dio, alle volte bisogna constatare, che erano più fervorosi e più osservanti durante il noviziato che non dopo 5, 10 anni, 20 anni dalla Professione definitiva. Bisogna sempre camminare in umiltà perché questa responsabilità è tremenda. Non che adesso, che voglia creare degli scrupoli, ma è fondamentale dovere. E siccome è solenne quell'impegno di progredire con la vocazione, con la Professione è dovere abituale. E come si troverà l'anima in punto di morte? E come l'anima si presenterà al Signore?
Rimanga sempre questo: troppo si dice in generale della vita religiosa, ma bisogna andare al particolare, a quello che è fondamentale. Difficilmente si constata se c'è stato progresso o no. E nel corso degli Esercizi e anche nel giorno del ritiro mensile, questo dev'essere la prima cosa: ho progredito o non ho progredito; non ho progredito e sono andato indietro; e proprio a rovescio dei doveri; come una madre non faccia i suoi doveri verso i suoi figli, che è il dovere di stato. E ugualmente è il dovere di stato, e più grave, per chi ha fatto la Professione, la Professione particolarmente quando è perpetua. Quindi la chiamata alla santità. Anche nelle predicazioni di Esercizi, di tridui a religiosi, a religiose non si insiste sul dovere principale. E perché, chi fa gli Esercizi, bisogna che faccia questo esame e confronti, ed è utile il taccuino affinché si possa al fine constatare; se uno nota nei registri le spese e le entrate, ecco constata quelle cifre se è stato in maggiore condizione oppure se si è in debito. Oh, allora, questa santità.
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Ora, la santità è la grazia dell'anima, la grazia che viene conferita nel battesimo. Con la grazia di Dio... Com'è questa grazia? Questa grazia toglie il peccato, sì, questa grazia è la abitazione della Trinità nell'anima: «Se uno mi ama...» viene nell'anima ad abitare il Padre, abitare il Figlio, abitare lo Spirito Santo. Si quis diligit me, ecco. Se uno ama Dio, ama Gesù Cristo; e allora ama Gesù e l'anima diventa il tempio della Santissima Trinità; sì, così è la grazia: mansionem apud eum.faciemus1. Cioè, Padre, Figlio e Spirito Santo: "abitiamo" in quell'anima.
Poi, con questa abitazione vi sono le tre virtù teologali e le virtù cardinali che, nell'adulto, si sa, sono in azione; e invece nel bambino che non ha ancora l'uso di ragione, e tuttavia già, tutto: l'abitazione dello Spirito Santo, le virtù teologali e cardinali, poi i doni dello Spirito Santo, i frutti dello Spirito Santo, che poi saranno le opere fino alla perfezione, con le Beatitudini. Questa è la grazia stabile. Questa grazia può sempre essere cresciuta. Questa grazia che è nell'anima si chiama grazia "santificante" o "abituale", perché resta nell'anima, abita la Santissima Trinità, si chiama abituale; l'anima è l'abitazione per questa grazia che chiamiamo abituale. E allora cresce il dono della fede, speranza e carità, e poi i frutti dello Spirito Santo, i doni dello Spirito Santo.
Oh, questa grazia può rimaner ferma quando una non fa opere buone, e può andare anche un po' a retrocedere quando cominciano le venialità acconsentite. Non che ci sia tolta la grazia, ma la grazia non si sente più come prima; ed è questa grazia ancora, ma è un po' mortificata. Ora, diciamo grazia "abituale", poi in opposizione c'è la grazia "attuale", di cui ho parlato2.
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La grazia attuale è per l'atto, quindi attuale, è per l'atto; per esempio, per far bene la comunione; per usare pazienza con una persona molesta; per vincere una tentazione; per corrispondere a un'ispirazione dello Spirito Santo. Questa grazia si chiama attuale e, corrispondente, aumenta la grazia abituale; con l'atto buono cresce la grazia abituale; cioè, quella è la santità, quel possesso sempre più intiero dello Spirito Santo nell'anima e quindi una santificazione interiore.
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E allora abbiamo da considerare che, se vogliamo crescere nella santità, cioè nella grazia interiore, bisogna fare atti. Ora, i sacramenti aumentano la grazia, ma per tutto quel che dobbiamo fare di buono, di veramente degno secondo il volere di Dio, allora questa grazia aumenta.
Oh, questa grazia attuale, in primo luogo, serve per non cadere in peccato, cioè non cacciar via la grazia; perché se viene una tentazione grave, molto grave e corrispondi a una tentazione molto grave, allora ci entra il peccato grave e la grazia abituale è tolta perché non abita più lo Spirito Santo nell'anima, nel cuore; l'anima non è più il tempio dello Spirito Santo, cioè il tempio della Santissima Trinità; sì, se è un atto molto grave, ecco, allora si toglie anche la grazia che si chiama santificante o abituale.
Quindi la grazia attuale è per salvarci dal peccato grave; e cioè difende, l'attuale, difende la grazia abituale; perché rimane, cacciando via la tentazione, ad esempio, oppure facendo un atto buono, sì. Oh! La grazia, dunque, attuale è per l'atto; in primo luogo perché non cadiamo in peccato grave da cacciar via la grazia abituale.
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Inoltre, questa grazia attuale, serve ad aumentare i meriti; questa grazia attuale è una luce dello Spirito Santo, è una forza che comunica lo Spirito Santo, sì. Ricevuta la comunione, poi tutta la giornata [va] aumentando sempre la nostra grazia. In che modo? E, hai ricevuto Gesù, la grazia è aumentata, la grazia abituale. E poi tutta la giornata: e se fai questo lavoro, fai quell'altro, fai la pulizia o fai una mortificazione, oppure cacci via quella tentazione, o è l'ispirazione di perdonare quella persona, evitare gli atti di collera, evitare le parole fuori di posto o di tempo o di luogo, ecc., allora con questi atti, se li facciamo bene, cresce la grazia abituale, cioè la santità, ed è quella che ci porta all'eternità come premio.
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E facciamo sempre l'esempio, che è indicatissimo, e cioè: san Giuseppe non aveva cose straordinarie, non era né sacerdote né vescovo, eppure: il primo santo dopo la Vergine. Perché c'era in lui la grazia santificante dal momento della circoncisione, quando il bambino è nato, dopo otto giorni. Ora, lui facendo sempre la volontà di Dio, momento per momento, allora con tanti atti aumentava sempre la grazia abituale. E quindi nelle 24 ore della giornata è un continuo aumento di grazia abituale. Perché? Perché nelle 24 ore ci sono sempre atti buoni. E così san Giuseppe, ispirato dalla fede, e sempre considerando i voleri di Dio, e l'abitudine di fare la volontà di Dio, ecco 24 ore sono tanti aumenti di grazia abituale.
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Perciò la pietà serve ad aumentare, in generale, la grazia abituale; ma questa grazia abituale viene accresciuta mediante gli atti buoni, qualunque siano: «Sia che mangiate, sia che beviate, sia qualsiasi altra cosa fatta alla gloria di Dio»1 e allora tutto va ad aumentare la grazia abituale che è la grazia santificante. "E io moltiplico la preghiera". La preghiera bisogna farla secondo le Costituzioni in quella misura e in quella perfezione che è descritta nelle Costituzioni. "Ma io vorrei stare un'ora di più". E lì trascuri il dovere. Dopo che hai fatto quel che dovevi fare circa la pietà, dopo fa le altre cose...
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1 Nastro 169/d (= cassetta 191/b.2). In PM, nessun accenno cronologico. dAS (cf c468).
1 Riferimento all'uso del taccuino dell'esame di coscienza quotidiano usato nella Famiglia Paolina.
1 Cf Gv 14,23.
2 Cf la meditazione n. 44 dell'8 agosto c.a. tenuta alla stessa Comunità.
1 Cf 1Cor 10,31.