46. ORIENTARE LA VITA AL CIELO
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 13 agosto 19651
Almeno in questi tre giorni: 13, 14, 15 di questo mese, l'Assunzione di Maria in cielo, l'incoronazione di Maria in cielo, Regina degli Apostoli, Regina del mondo, dispensiera delle grazie, in questi tre giorni: vivere di pensieri di cielo, e di desideri del cielo, e di operare per il cielo.
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Maria aveva compiuta perfettamente la sua missione in santità, in perfezione, e secondo i disegni che aveva Dio sopra di lei dal momento in cui è stata creata la sua anima, ricca di grazia; e poi, giorno per giorno, l'aumento di grazia per i meriti, per l'unione con Dio sempre più viva, immedesimata ai desideri e ai pensieri di Dio.
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Ora la nostra riflessione. In primo luogo: noi abbiamo una viva fede per quello che è il paradiso, l'eternità felice? Ecco, nelle varie difficoltà, nelle varie occasioni: pensieri di cielo, perché allora noi abbiamo il coraggio, generosità, per meritare un premio grande per il paradiso: unusquisque mercedem accipiet secundum suum laborem1: ciascheduno riceverà il premio secondo avrà operato sulla terra. Il cielo ce lo prepariamo noi. La casa dell'eternità ce la facciamo noi. Noi possiamo ordinare ai muratori che costruiscano una casa, ma la casa dell'eterna felicità, la casa celeste, questa è da costruirsi da noi, da noi. E questa casa sarà più bella, più felice, secondo la nostra santificazione quotidiana.
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Si pensa, spesso, a delle cose un po' più straordinarie, eccezionali. Ma quello che ci costituisce veramente nella santità è lo spirito di fede, è il desiderio e la speranza del cielo, e l'amore a Dio più perfetto. Unusquisque mercedem accipiet secundum suum laborem1. Non è che ci sia bisogno di una grande intelligenza, di aver fatto degli studi, di leggere libri difficili, oppure volere fare azioni straordinarie, un po' diverse dagli altri per essere indicati, ecc. No, no, tutto questo è fuori, è fuori di quello che deve servire a costruire. Ciò che serve a costruire è sempre quello che dipende dalla fede e dalla speranza e dalla carità. Ecco, la fede: vedere tutto, tutto in Dio, solo in Dio. E avere la speranza: che non abbiamo nessuna, noi, possibilità di fare dei meriti se non in Cristo. La speranza è in Cristo, i suoi meriti. Facendo il bene, con l'intenzione retta, con la sua grazia, allora sì, la minima cosa arricchisce l'anima e arricchisce la bellezza della casa eterna, il cielo.
Ora, pensieri di cielo. Troppe considerazioni umane, tante volte, anche in anime consacrate a Dio, pensieri umani. Considerare le cose nel senso umano! In quel senso lì non meritano mai le [opere], allora; anche se c'è la grazia dentro, quando si considerano le cose sotto un aspetto umano, non hanno il valore rispetto all'eternità, perché bisogna che l'atto sia soprannaturale. E quindi occorre che vi sia questa virtù della speranza del cielo e dell'aumento della grazia che abbiamo ricevuta e che le azioni si cambino tutte in merito, [in] ricchezze di eternità. Pensieri di cielo. Considerar tutto in ordine al cielo.
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Secondo: desideri di cielo, che vuol dire, desideri della gloria di Dio. Cioè, che cosa significa questo: omnia in gloriam Dei facite1? Vuol dire che noi abbiamo gli stessi pensieri di Dio quando noi facciamo le cose nostre, e cioè: alla gloria di Dio. Perché il disegno di Dio è di glorificar se stesso e, glorificandolo, ci comunica la felicità. Quindi, se vogliamo proprio ottenere una felicità più grande in cielo, se possiamo arrivare subito in cielo, dipende da avere i disegni di Dio nella nostra testa, nella nostra mente, nei nostri desideri: la sua gloria. Vi è certamente un grado e un altro grado, e si arriva con gli esercizi e con la grazia del Signore. Cercare la gloria [di Dio] in tutto. E in proporzione, allora, la [nostra felicità]. Glorificare Dio; e la glorificazione già sulla terra, e glorificazione in cielo, la quale glorificazione in cielo, la gloria in cielo è la casa costruita da sulla terra. Quanto più c'è questa intenzione, tanto più noi viviamo in Cristo. E perché? Perché c'è un programma solo di Gesù Cristo, che ha due parti: Gloria in excelsis Deo2. Per che cosa è venuto, il Figlio di Dio, si è incarnato? Gloria in excelsis Deo. Di conseguenza: pax hominibus bonae voluntatis3: l'apostolato.
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Portare la pace alle anime, cioè la grazia. La pace sta nell'essere uniti a Dio, la grazia che ci unisce a Dio. Mirare a quello, sì. E purificare sempre più queste intenzioni. La parola: «Cuore Divino di Gesù, io vi offro», va benissimo quella espressione, quell'offerta; e vale anche: «Vi adoro, mio Dio, vi offro le azioni della giornata, ecc.». Però, se noi viviamo in un certo raccoglimento, molte volte nella giornata facciamo degli atti di offerta a Dio, dei Gloria Patri, Gloria in excelsis Deo1, e poi tante altre espressioni.
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Se la preghiera è solamente per chiedere grazie a noi, non è perfetta. Va benissimo che dobbiamo chiedere le grazie per la santità, ma bisogna che noi ricordiamo che le due parti della preghiera devono essere rivolte a Dio: "Vi adoro" e "Vi ringrazio". Riconoscenti a tutto.
Allora, mi si domanda, ma che cos'è l'umiltà? L'umiltà è di esser nulla. Prima che il Signore ci creasse non era neppure l'aria. Tutto ha dato Dio: e l'essere, e poi la vita cristiana, la vita di grazia, e tutto; la vocazione, le abilità, l'intelligenza, la robustezza e tutto quel che può esserci. L'umiltà è questa riconoscenza (...). Allora il Signore, quando noi abbiamo questa umiltà, cioè la riconoscenza, lui aumenta grazia, aumenta aggiungendo grazia a grazia1.
Quali preghiere sono veramente gradite a Dio? Così, in questa condizione di umiltà. E allora la fede. E nulla. E come tu hai fatto tutto per me, adesso fede che tu mi porti fino al destino, fino ai disegni che tu avevi sopra di me, e che io arrivi a glorificarti. Così, come ti ha destinato il Signore.
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Quando il Signore crea un'anima, poi l'anima viene elevata alla vita di grazia, ecco. Il Signore ha destinato per ciascheduno un piano proprio perché sono i disegni di Dio sopra un'anima, sopra un'altra anima, perché lui si fa il bel paradiso si fa, e nel paradiso ci sono i posti predestinati, come poi fosse una grande Messa che si celebra a quattro voci, magari fino a sette voci, dove è il canto eterno di Dio, e ciascheduno ha il suo posto, ciascheduno ha la sua voce nel glorificare Iddio. E così, questi desideri di cielo.
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Terzo: operare per il cielo. E in questo possiamo fermarci per portare qualche buona risoluzione, buon proposito.
Come Maria si è preparata al cielo, ecco, così bella, così santa che neppure rimase il corpo, nella tomba. Oh, assunta in cielo! Perché? Perché fu perfettissima. Dal momento della creazione della sua anima è aumentata la santità, la grazia fino all'estremo, accettando la morte, il passaggio della vita presente alla vita eterna. Ha operato sempre in ordine alla gloria di Dio, cioè al bel paradiso, che è la stessa cosa. Man mano che, e quanto più intensamente glorifichiamo Dio, si aumentano i meriti, momento per momento. Quindi, praticamente, ella compì tutta la volontà del Signore, e la compì tutta la sua vita a glorificar Dio e compiere il volere di Dio in tutto.
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Quindi, opere per il cielo, tutta la giornata, tutte le settimane, tutti gli anni, in proporzione e secondo durerà la nostra vita. Non perdere mai il tempo, ma utilizzare i momenti, i minuti in quest'ordine: la gloria di Dio.
Però si può fare l'obiezione: "Non possiamo continuamente pensare a Dio, abbiamo anche da pensare a far bene le cose". E certo. Se non fai bene la minestra, o se non fai la pulizia, o se devi parlare con una persona, con un'altra, e un lavoro e un'obbedienza che è assegnata, il riposo stesso... e offrire il riposo e la ricreazione e il sonno, così che tutto sia ordinato alla gloria di Dio. E se non sentiamo ancora abbastanza questo desiderio vivo della gloria di Dio, perché abbiamo poca fede. Almeno cercare di far bene le cose per Dio, in ordine a Dio, in ordine al premio eterno. Poi, quando la nostra spiritualità arriva a questo, di cercare in tutto la gloria di Dio, le azioni acquistano un senso e un merito superiore. E allora operare, fare quel che Dio vuole nella giornata, ogni momento, sì. È vero che non si può tutti i momenti ricordare quel che dovremmo ricordare, pensieri soprannaturali; ma al mattino, bene. E poi non considerare che valga solo la preghiera; no, la preghiera è l'inizio della glorificazione di Dio e la richiesta delle cose che son necessarie per la santità, ma poi ha lo stesso valore quello che si fa nella giornata, qualunque azione che sia, qualunque parole che diciamo, quali relazioni con le persone con cui dobbiamo operare, ecc.; sì, ecco. Il pregare è, è l'obbedienza a Dio. Ora, l'obbedienza in quelle Adorazioni c'è, e poi si passerà a un'altra azione, allo stesso riposo: è tutto nel volere di Dio, cioè si fa l'obbedienza a Dio in tutto. Quindi, compiere giorno per giorno, momento per momento, la volontà di Dio.
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E come stava Maria a Nazaret con Gesù, e poi quando ha seguito Gesù nella vita pubblica, e poi come ha assistito Gesù morendo sulla croce, ecc. E poi continuò la volontà di Dio che doveva compiere con gli Apostoli, nei primi anni della Chiesa.
Conclusione: pensieri di cielo, desideri di cielo, opere di cielo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 169/a (= cassetta 191/a.1). Per la datazione, cf PM: «In questi tre giorni: 13. 14. 15 di questo mese, l'Assunzione di Maria in cielo...». - dAS (cf c468).
1 1Cor 3,8.
1 1Cor 3,8.
1 1Cor 10,31.
2 Lc 2,14; cf anche Missale Romanum, Ordo Missae, «Gloria...».
3 Lc 2,14; cf anche Missale Romanum, Ordo Missae, «Gloria...».
1 Lc 2,14; cf anche Missale Romanum, Ordo Missae, «Gloria...».
1 Cf Gv 1,16.