Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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67. ATTENDERE ALLA SANTIFICAZIONE

Esercizi Spirituali (23-31 ottobre 1965) alle Pie Discepole del Divin Maestro professe perpetue.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 30 ottobre 19651

Gli Esercizi Spirituali, come detto, si possono dividere in due parti: la prima parte è per la purificazione, e la seconda parte, per la santificazione.
La purificazione che è stata conchiusa con la confessione, perché è il sacramento che purifica e poi aggiunge la grazia per la correzione, L'emendazione.
La seconda parte, adesso: la santificazione secondo quello che è essenziale nella vita religiosa. La perfezione, la santificazione.
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Amate molto la Congregazione, la vita religiosa. Ora, una cosa che vi può incoraggiare e deve incoraggiarvi. L'altro ieri sono stati approvati solennemente, nel Concilio Vaticano II, cinque Decreti. Il secondo Decreto, (il primo, dei vescovi) il secondo, della vita religiosa. Oh! La vita religiosa che viene confermata solennemente nel Concilio Vaticano II. Ora, vedete, fra cinque Decreti, il Decreto che riguarda la vita religiosa1, su 2321 dei Padri conciliari, solamente quattro hanno detto: non placet, e tutti gli altri, si può dire una cosa plebiscitaria; mentre non è stato così degli altri quattro: alle volte 20, 30, fino - uno - a 80.
Ora, vedete, questa approvazione così solenne, e quindi tutta la Chiesa che è rappresentata, e quindi rappresentata da colui che è il capo della Chiesa, cioè il Papa, ecco. Quindi una grande stima della vita religiosa. E questa grande approvazione della Chiesa intiera! Se nel titolo vi è qualche cosa che indica che si può migliorare, in qualche punto, la vita religiosa o Istituti religiosi, non tocca niente, perché i nostri Istituti son tutti attuali, corrispondenti al tempo attuale, sì. E ci sono degli Istituti da emendare. Supponiamo, c'erano Istituti militari, quelli che dovevano fare la custodia di Gerusalemme e del sepolcro di Gesù. E, questo, adesso non è più il tempo si capisce, non si fa più la guerra con... Erano religiosi militari.
Oh! Allora, ringraziare il Signore e sentirvi sempre di più che siete sulla linea giusta.
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Ora attendere [a] questo: la perfezione. Bisogna anzitutto [togliere] quel che impedisce la perfezione; quel che impedisce, e cioè l'attaccamento alle cose della terra, anche alle persone o dell'Istituto o della famiglia. Poi quello che riguarda gli averi e l'attaccamento a possedere qualche cosa; e alle volte a un filo, per cui il passero, per quel filo legato al piede, non può più alzarsi. E poi liberarsi dall'attaccamento alla volontà, sì.
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Ricordarsi - perché fate la chiusa domani - la festa a Gesù Cristo Re. Questo titolo è dato, e questa festa è promossa per onorare le autorità e, secondo, per sottomettere le volontà. Quindi l'onore a Gesù Cristo va particolarmente quando obbediamo. Così è: «Sia fatta la volontà di Dio così in cielo come in terra»1. E adesso noi possiamo anche, dopo il Padre nostro, possiamo anche voltare un poco la frase, e cioè: fare la volontà [di Dio] come l'ha fatto Gesù Cristo quando si è incarnato e quando è vissuto sulla terra e che ha obbedito usque ad mortem, mortem autem crucis, propter quod Deus exaltavit illum2. Quindi dare la massima importanza all'obbedienza, alla sottomissione. Questo è l'onore che si dà a Dio: quando pieghiamo la testa. Del resto Gesù ha voluto darcene l'esempio: subditus illis3: soggetto a Maria ed a Giuseppe. E poi, specialmente, quando è stato là, nel Getsemani, quando ha ripetuto tre volte: «Non sia fatta la mia volontà, o Padre, ma la tua volontà sia fatta»4. Ecco: usque ad mortem, mortem autem crucis.
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Ora, questo distacco dalle nostre idee, dalle nostre tendenze che poi impediscono tante piccole obbedienze. D'altra parte l'obbedienza comprende anche gli altri due voti, non direttamente, ma indirettamente, e cioè: quando si obbedisce non si trasgredisce la povertà; quando si vuole che ci sia la castità, se si obbedisce non ci si mette in pericoli, e si tiene a posto il cuore. E così tutta l'obbedienza.
L'obbedienza, in generale, a Dio, che avete accettato l'invito alla vita cristiana, non solo, ma la vita religiosa; avete fatto un'obbedienza. È facile fare il voto, ma poi dopo praticamente ci son sempre difficoltà, ripugnanze e, anzi, qualche volta, attaccamenti. Ora, l'obbedienza, in generale, a Dio; l'obbedienza a tutti i comandamenti di Dio; l'obbedienza ai comandamenti, alle disposizioni della Chiesa, compresa la liturgia; la obbedienza agli articoli delle Costituzioni, alle disposizioni che vengono date da chi guida l'Istituto, e [a] quelli che guidano parte dell'Istituto; una casa, ad esempio; e poi anche a chi è capo di un ufficio; e chi deve, nella giornata, segua l'orario con certa puntualità, per quanto è possibile. Fare poche eccezioni; le eccezioni allontanano un poco dalla regola, sì; ma vi sono delle necessità; però, anche perché ci sono delle necessità, questa stessa cosa si sottoponga a chi deve guidare. E poi, vedere quello che c'è nell'intimo, noi, quando ci sono dei desideri non regolati. Quando non si ama un ufficio, perché? E perché non soddisfa le proprie tendenze, ecc. Quindi attendere alla perfezione cominciando a liberarsi da quello che sono gli attaccamenti. Quindi, i tre voti: povertà, castità e obbedienza. Confermare questo.
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La chiusura degli Esercizi deve sempre stabilirci nella vita religiosa come se fosse il momento in cui si è fatta la Professione. Liberati da questi attaccamenti, e quindi da quello che riguarda i voti, allora lo spirito si eleva, cerca altre cose: Dio, la santità; cerca la gloria di Dio; cerca l'unione di vita con Gesù Cristo, cerca di seguire la volontà di Gesù Cristo. E ora, perfezionarci. Quindi, liberati così, elevarsi.
Adesso, che cosa fare per la perfezione, liberati da questi impedimenti? Bisogna fare come l'aquila, la quale si solleva e si alza verso il cielo; ecco, orientare bene la vita al cielo. Pensare che lassù c'è una città nuova; è la città celeste, lassù. Ora, vogliamo andare in quella città, noi? Bisogna che noi portiamo il passaporto, eh? È di regola per entrare in quella città.
La Chiesa è militante, purgante e trionfante. E qui siamo nella Chiesa militante. E poi, la Chiesa, questi giorni ci ricorda anche che c'è la Chiesa purgante, e quindi pregate per i defunti. Ma mirare a questo: dopo la morte, entrare immediatamente in cielo. La purificazione fatta, sì, ma che non ricadiamo in quelle imperfezioni, quando son volontarie, ecco. Evitare, evitare per non passare nella purificazione che è il purificatorio, che è il purgatorio. Mirare a questo: di entrare immediatamente in cielo. E posare tutto quello che impedisce l'ingresso in cielo immediato, sì, tutto quel che impedisce. Mirare sù, ecco, lo spirito che si eleva, che ormai non avete più da cercare gli affetti umani, né dalla famiglia, né di altre persone, che quello è rubare a Dio e a Gesù Cristo parte del cuore. Allora, purificazione, sì.
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D'altra parte, non basta non cadere in purgatorio. Nostro Signore Gesù Cristo ha detto: Vado a preparare il vostro posto1 - aveva detto agli Apostoli -. E Gesù, in paradiso, ci ha già preparato il posto nostro, ciascheduno. Vogliamo aver la volontà di occupare poi un giorno il nostro posto? Elevarsi, elevarsi! Troppo di umanità, alle volte, troppo di umanità.
Oh! Allora, oltre la purificazione, mirare al posto che ci ha preparato Gesù Cristo, il quale ha salvato il mondo e le anime, e lui ha preparato a ciascheduno il nostro posto, ecco. Allora, elevazione dello spirito. Voler le cose belle, le cose sante. Fate le cose con perfezione, sempre meglio, e un continuo progresso in tutto; nel pregare, sì, le disposizioni di fede, di speranza, di carità; le meditazioni perfezionarle; l'assistenza alla Messa, perfezionare; così le altre pratiche di pietà; in particolare quello che è la meditazione, la comunione, la Visita al Santissimo Sacramento, che è un privilegio vostro. Sì, perfezionare la pietà.
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1 Nastro 84/d (= cassetta 198/b.2). Per la datazione, cf PM: «L'altro ieri sono stati approvati solennemente nel Concilio Vaticano II, cinque Decreti: il 2° Decreto della vita religiosa (PC)». (La data di approvazione: 28 ottobre 1965)... «Domani, ricordarsi, perché fate la chiusa, la festa a Gesù Cristo Re». - dAS, 30 ottobre 1965: «[il PM] è andato ad Ariccia per una predica alle PD in Esercizi». VV (cf c708).

1 Decreto Pertectae Caritatis, 28 ottobre 1965.

1 Cf Mt 6,10.

2 Fil 2,8-9.

3 Lc 2,51.

4 Cf Lc 22,42.

1 Cf Gv 14,2.