Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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66. LA VITA PRESENTE PREPARAZIONE ALLA VITA ETERNA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 24 ottobre 19651

Un libro per la meditazione, quale? Il libro di meditazione che finora si è stampato nei secoli, come meditazione - dico - non come istruzione, è l'Apparecchio alla morte2. Ora, sono state stampate edizioni di oltre 350; che vuol dire, ogni edizione ha stampato parecchie migliaia, durante due secoli. E poi, stampato in 25 lingue e anche in dialetti; dialetti, supponiamo, Filippine, Indie. E la Società San Paolo, già [l'ha] stampato dieci volte, in molte copie; e questa che ho qui è la decima edizione, ristampa, il che vuol dire che vi sono tante anime, tante persone, tanti buoni cristiani, tanti religiosi, tante suore che fanno la meditazione su questo tale libro: Apparecchio alla morte. Ora, qualcheduno ci ha messo anche un'aggiunta: Apparecchio alla morte "e al paradiso". Vi piace di più? Va bene.
Allora, anche soltanto dai titoli, vi potete fare una conoscenza, sebbene superficiale, del contenuto. E vi sono 36 meditazioni; ma ogni meditazione ha tre punti, e punti bastanza lunghi. E allora, per lo più, si divide la meditazione. Ogni punto, serve per una meditazione, per l'introduzione e per la conclusione; anche se si vuole commentare in qualche maniera.
Un concetto fondamentale è questo: considerare la nostra vita in ordine all'eternità. E allora la figliuola che vuole arrivare al paradiso, allora qui c'è la prefazione - diciamo - del paradiso. E allora la vita terrena è preparazione al cielo, ecco.
Per noi chierici che eravamo in seminario, e poi quando ero nell'ufficio di direttore spirituale dei chierici, si aveva sempre questo indirizzo: due volte all'anno, per due mesi, si meditava l'Apparecchio alla morte; per due mesi; secondo, gli altri mesi, dieci mesi, si meditava la vita di Gesù Cristo Maestro. E poi, come lettura spirituale: l'Imitazione di Cristo.
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Oh! I titoli di queste meditazioni.
Primo: Ritratto di un uomo da poco passato all'eternità. Secondo: Con la morte, finisce tutto. Brevità della vita. Certezza della morte. Incertezza dell'ora della morte. Morte del peccatore. Sentimenti di un moribondo trascurato, che poco ha pensato alla morte. La morte del giusto. La pace di un giusto che muore. Mezzi per apparecchiarsi alla morte. Prezzo del tempo. Importanza della salute. Vanità del mondo. La presente vita è un viaggio all'eternità. Della malizia del peccato. Della misericordia di Dio. Abuso della divina misericordia. Numero dei peccati. Che gran bene sia la grazia di Dio e che gran male sia la disgrazia. Pazzia del peccatore. Vita infelice del peccatore e vita, felice, invece, di chi ama Dio. Il male abito. Inganni che il demonio mette in mente ai peccatori. Il giudizio particolare. Il giudizio universale. Le pene dell'inferno. L'eternità dell'inferno. Rimorsi del dannato. Il paradiso. La preghiera. La perseveranza. La confidenza nel patrocinio di Maria Santissima L'amore di Dio. La santa comunione. Dimora amorosa di Gesù sugli altari, nel Santissimo Sacramento. Uniformità alla volontà di Dio.
Son 36, divisa ciascheduna in tre punti, con una conclusione, affetti e preghiere per ogni punto.
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Oh! Allora, ad esempio, per le vocazioni adulte si fa così: ciascheduno ha il suo libro, e ciascheduno deve far la meditazione sopra i vari punti, e poi, chi guida la meditazione, aggiunge qualche pensiero o consiglio che riguarda i propositi, sì.
Questo porta a riflettere: che cosa è la vita attuale? La vita attuale è preparazione all'eternità. «Credo la risurrezione della carne, la vita eterna», ecco. Allora il libro induce a pensare: se così poco si vive, anche se fossero cent'anni, che cosa sono paragonati all'eternità?. Allora, è bene fare una vita di soddifazione quaggiù, oppure è bene fare una vita di soddisfazione eterna in cielo? Se viveste anche cento anni... nell'eternità ci sono soltanto cento secoli? (un secolo vuol dire cento anni; cento). Oh! E anche se fossero passati cento mila secoli, l'eternità è sempre ferma, non si muove di più, non c'è il numero degli anni, non ci sono orologi per segnare, non ci son calendari, si sta dove si arriva. Se l'albero cade a destra, sta a destra, non si alza più. E se l'albero cade a sinistra, e cade a sinistra e sta a sinistra. Che gran cosa! Anche se uno avesse sulla terra le maggiori soddisfazioni, le ambizioni, i piaceri, povera vita! Come si troverebbe colui di una vita simile, come si troverebbe in punto di morte? Ecco, allora questo serve a consolidare la vocazione.
Ma prima ancora, s'induce la figliuola a pensare che cosa è la vita presente, e che cosa è la vita eterna, e chi vuole prepararsi una vita eterna veramente felice.
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Allora bisogna avere la prudenza. La prudenza è proprio questo: di prepararci un'eternità [felice] anche a costo di qualche fatica; e se [c'è] qualche fatica e qualche sofferenza, qualche mortificazione, quella obbedienza, ecc., ma al di là, la felicità eterna. La giovane deve pensare a una vita nei suoi anni giovanili, e pensa di prepararsi a una vita. Perché? E perché dopo la giovinezza c'è la virilità, ci sono gli anni successivi. E allora avere una gioventù buona, e allora una vita buona, lunga. Ma di qua è la giovinezza - diciamo così - che ci prepara alla vita eterna, ecco. Quindi il libro, in sostanza, dice quello, sì. E infelice colui che non ha preparato quello che doveva preparare, cioè i meriti, e quindi la salvezza eterna.
Persone che sprecano la vita! E in punto di morte, quali rimorsi! E come è stata la vita dei santi? Che tranquillità, serenità, che speranza dell'eterna felicità lassù, dove si vede Dio, si possiede Dio, e si gode Dio! Oh! Queste sono veramente le vergini prudenti che cercano Dio e spendono la vita in ordine all'eternità. E chi, invece, non ha questa prudenza, come sciupa la vita! E come si trova poi al di là? Di là non ci sono che due posti: o la salvezza o la perdizione; e poi dico anche solamente due vite di là perché il purgatorio è temporaneo; parliamo di quel che è eterno: il paradiso e l'inferno.
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E quindi ho detto a tutti che acquistino il libro Apparecchio alla morte, e che vi si faccia - ho detto ai nostri - la meditazione; e che ogni anno si facciano le meditazioni su questi argomenti. Ma chi li ha trattati meglio, finora, Sant'Alfonso de' Liguori. Non c'è stato nessun, dottore della Chiesa il quale abbia avuto un numero così di edizioni, del suoi scritti; nessuno. Gran santo! A 17 anni aveva già oltrepassato tutti gli studi di avvocato e poi dopo ha preso la via sacerdotale, e poi ha istituito i Redentoristi e le Redentoriste.
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Oh! Allora, formarsi una base. Non pensare a delle fantasie; non pensare ad una vita di soddisfazioni. Chi vive bene è sempre, anche sulla terra, più felice che qualsiasi altro. Siete più voi soddisfatte e contente che non tante giovani e tante donne che hanno preso l'altra via. Oh! Nessuno avrà soddisfazione più alta che ne avrete [voi] e che ne ha chi si consacra al Signore. Questo vuol dire saggezza, vuol dire prudenza, sì. Ora il Signore sempre vi dia il meglio. E voi preparate sempre quello che è il meglio. E il meglio è sempre quello che è Dio, che è il Bene Sommo, Dio Sommo Bene; anche quando ci castiga o quando ci dà delle prove, ma sempre per guadagnar di più per la vita eterna. E come il Signore ha voluto che ci fossero tanti martiri? Ma perché? Perché fossero più gloriosi in cielo. Quindi un premio eterno. Veni sponsa Christi1, allora, all'ingresso in cielo.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 83/d (= cassetta 198/b.1). Per la datazione, cf PM: «Un libro per la meditazione? L'Apparecchio alla morte - dAS, 24 ottobre 1965 (domenica, giornata missionaria): «Ore 5, celebra [il PM] nella cappella di CGSSP in lingua italiana. (La meditazione tenuta nella cappella di CGSSP non ci è pervenuta). Andato dalle PD in via Portuense». - VV: «24 ottobre 1965, PM: "Sull'Apparecchio alla morte"».

2 S. ALFONSO DE' LIGUORI, Apparecchio alla morte, X ediz., presso le EP, nell'anno 1965.

1 Liber Usualis Missae et Officii..., Commune Virginum, Ant. al Magnificat nei I e II Vespri.