44. CORRISPONDERE ALLA GRAZIA ATTUALE
(Domenica IX dopo Pentecoste)
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 8 agosto 19651
... quanto all'Epistola2 san Paolo ci esorta:
«Nessuna tentazione che può assalirci oltrepassa le forze umane». E cioè, il Signore non permette una tentazione che sorpassi le forze nostre umane, e se ci sono tentazioni veementi, forti, la grazia di Dio fortifica il nostro spirito per superare le difficoltà. Qualche volta non si ricorre abbastanza all'aiuto di Dio. Bisogna sempre che noi chiediamo l'aumento della grazia. «Dio è fedele e non permetterà mai che siate provati al di sopra delle vostre possibilità. Quando verrà il tempo della prova vi darà anche la grazia di poterla superare».
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E cioè, anche nella vita religiosa vi sono momenti difficili: o che vengono dall'esterno, o che procedono dall'interno nostro, dalla nostra povera natura, e dal demonio che ci assale, e lo spirito del mondo, che purtroppo noi viviamo in questo mondo dove tanto male si vede e si sente. Ma il Signore è fedele e non permette che la tentazione sia oltre le forze; e cioè, il Signore, se noi preghiamo con umiltà, il Signore aumenterà la grazia tanto da superare la tentazione, la prova, ecco. E qualche volta succede che, proprio quando c'è più forte la difficoltà, e allora magari si prega meno. Non saremo abbastanza illuminati da Dio, ecco. Allora, fiducia nella prova. E, quanto al giudizio di Dio, non potremo dare scusa perché non abbiam fatto questo, perché non abbiam fatto quello. Perché non avrai scusa? Perché potevi ricorrere alla grazia e l'avresti ricevuta, e avresti non solo superato la tentazione, ma sarebbe, allora, il merito più grande. Perché, quanto più forte è la tentazione, tanto maggiore è il merito, vincendo, che dimostra, questo, che veramente vogliamo amare il Signore. E, vincendo una forte tentazione, occorre molta grazia; e il vincere, porta a noi un premio eterno.
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E il Vangelo1: «Gesù, arrivato vicino a Gerusalemme, nel guardare la città, non riuscì a contenere le lacrime». Ecco, accanto alla città c'è come una montagna, una collina. Dall'alto Gesù guardava la città. Non riuscì a contenere le lacrime e disse, contenere le lacrime e disse: «Oh, se conoscessi anche tu, Gerusalemme, e proprio in questo giorno quello che giova alla tua pace!» - che vuol dire, alla tua salvezza -. «Ora, invece, sei accecata dai tuoi peccati. Verranno i giorni in cui i nemici ti circonderanno di trincee, ti assedieranno e ti stringeranno da ogni parte; distruggeranno te e gli abitanti che si trovano entro le tue mura, e delle tue case non lasceranno pietra sopra pietra - perché? - perché non hai riconosciuto il tempo in cui Dio ti ha visitata». Cioè, e come visitata? Gesù Cristo stesso che aveva predicato e continuava a predicare proprio a Gerusalemme.
«Poi andò al tempio, Gesù, e si mise a cacciare i venditori e i compratori gridando: Sta scritto: La mia casa è la casa della preghiera. Ma voi ne avete fatto un covo di ladri! E nei giorni seguenti insegnava nel tempio». Predicava.
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Ora, bisogna che noi distinguiamo. E questo punto è utile che si consideri bene. Ci sono le due grazie, ecco.
[Primo,] la grazia del battesimo per cui l'anima è elevata alla vita soprannaturale; e quindi non vi è solamente più la vita naturale, ma vi è la vita soprannaturale nell'anima, la quale è destinata poi a crescere, questa grazia, se noi facciamo opere buone nella vita nostra, sì. Quella è la grazia che si chiama: grazia santificante, cioè porta la vita in noi, la vita soprannaturale.
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Secondo, c'è la grazia attuale. Quando diciamo, nell'Atto di speranza, chiediamo la grazia per fare e compiere quello che è il nostro dovere: «mediante le opere buone che io voglio fare», ecco, lì è la grazia attuale. Cioè: hai da fare questo, hai da fare quello, quell'altro, c'è la grazia per vincere sul momento la tentazione e, nello stesso tempo, la forza per fare il bene. E se hai, supponiamo, [da] cominciare la giornata: abbiamo riposato secondo gli orari e poi, svegliati, magari si sente che bisogna ascoltare la voce di Dio. Ma allora, se ci fosse la pigrizia? e si prolungasse un po' il riposo quando questo dipende da noi perché non siamo guidati, non siamo veduti? E allora l'azione dello Spirito Santo è per darci la forza a superare la nostra indolenza per non cadere nella pigrizia. Quella è grazia attuale. E siccome la chiedete subito la grazia attuale quando svegliandovi cominciate con una giaculatoria per avere la grazia di superare l'indolenza, quella si chiama la grazia attuale.
La grazia attuale è quella che ci accompagna a fare le cose buone che dobbiamo fare: e quindi l'ispirazione, come devi pregare, come il raccoglimento, quali disposizioni di umiltà e di fede c'è dentro. Dentro a noi c'è l'azione dello Spirito Santo. Così, se c'è una tentazione, la grazia l'ispirazione dello Spirito Santo che illumina: "Sta attento a non cadere; non acconsentire al male". E poi, oltre la luce, vi è la grazia, l'aiuto dello Spirito Santo; quindi, e c'è la grazia illuminante e c'è la grazia confortante, che dà l'aiuto. Oh! Ecco, questa azione dello Spirito Santo è continuata. E nella Teologia si dice: Se tu continui a diventar sordo davanti a certi inviti della grazia, a certe illustrazioni della grazia, certo conforto dell'anima... cioè l'aiuto per l'anima di superare o tentazione o pericoli di superbia, di orgoglio, ecc. Ecco, questa grazia attuale.
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Quindi ho detto che vi è la buona suora e vi è la suora santa. La buona suora è quella che segue le disposizioni, segue gli orari, segue le varie disposizioni che vi sono nelle Costituzioni, negli uffici che vengono assegnati, ecc. Ma quando si è in questa situazione... sì, generalmente si arriva mediante il tempo in cui si prepara alla vestizione e quindi al noviziato (vi è l'aspirandato, ecc.). Questo forma l'esteriorità della suora, soprattutto, specialmente; così il noviziato; e poi, perché ci sia la buona suora completata, ci sono i cinque anni di Professione temporanea, ecco. Allora si ha una suora; e le suore vivono in una vita regolare negli uffici che sono assegnati, nell'osservanza esteriore, ecc.; ecco, questo è la formazione esteriore. E, oh! non si può dire: "Siamo solamente arrivate alla formazione conformata alle Costituzioni", non si può mai dire questo. E alle volte la grazia previene e alle volte la grazia ritarda perché vi sono anime che non sono ancora abbastanza disposte, perché non hanno ancora abbastanza umiltà e fede per comprendere bene la vita nella sua attività esteriore. Perché quando tutte arrivano a questo, allora si dice: in quella Congregazione c'è, in quell'Istituto c'è la regolarità; c'è la regolarità e si vive individualmente e nell'interno dell'Istituto; e si vive anche esteriormente quando si è a contatto col mondo e negli apostolati. Ecco, quello, tutto.
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Ma quello che poi importa è la grazia attuale per cui si procede in avanti in aumento di fede, di speranza e di carità; l'amore sempre più intenso a Dio, l'amore al prossimo in senso soprannaturale; e l'evitare le venialità, evitare le venialità per cui lo Spirito Santo è come mortificato. E dice la Teologia: a un certo punto lo Spirito Santo lavora in un'anima, e poi quest'anima è un po' sorda, si contenta di fare quella vita esteriore regolare; lo Spirito Santo poi abbandona, cioè toglie le grazie.
E in cielo si vedranno tante anime che dovevano raggiungere una santità distinta [e non l'hanno raggiunta] perché hanno fatto soltanto tutto quello che è la parte esteriore, e c'è stato una vita di buona suora. Ma allora la luce di Dio... Quando si arriva al giudizio di Dio, sarà messo davanti a noi tutti: quante grazie attuali noi avevamo, e a quanto abbiamo corrisposto, e a quanto non avessimo risposto e che avessimo fatto impedire allo Spirito Santo di darci altre grazie. Molte volte dipende dalla distrazione; molte volte si preoccupa un po' soltanto di quello che è esteriore affinché non ci siano rimproveri, richiami, e che non ci sia il peccato grave. Non si vuole tutto questo.
Ma i due punti di santificazione vera sono: la purificazione dal male e, secondo, la santificazione nello Spirito Santo, perché lo Spirito Santo entri nell'anima e operi e come lume e come forza e come consolazione.
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In questo, perché ho voluto ripetere? Perché troppo frequentemente si trova il religioso buono; ma il religioso santo è diverso, è diverso. Tutta la forma esteriore, le regole che son descritte nelle Costituzioni, in sostanza tutta la forma esteriore porta alla vita religiosa. Ma alla santità occorre l'azione dello Spirito Santo, e cioè, che noi corrispondiamo all'azione dello Spirito Santo in noi. Si fa questo, si fa quello; e si arriva a questo, si arriva a quello, ma sotto una luce naturale. E perché? E perché si deve tener d'acconto. Certo si deve tener d'acconto del denaro e dell'uso delle cose che sono a nostro servizio, del cibo, ecc. E va bene. E tutto questo: ragionamento umano, non è soprannaturale; l'anima può essere in grazia e condurre una vita naturale per cui le opere non sono santificate. Si ha la grazia che si chiama grazia santificante, e poi manca la grazia attuale. Oh! Non perché manchi, ma perché non corrispondiamo, e se non corrispondiamo, ho detto, lo Spirito Santo tace. E gli inviti... Oh! Così che, abituati alla vita come imparata fino alla Professione perpetua, si vive così.
E se non si progredisce corrispondendo alla grazia attuale, si diviene tiepidi, languidi, religiosi che sopportano la loro vita; ma non lo slancio, non il fervore, non la gioia, non la gioia della vita religiosa. E si sente che l'anima fa il purgatorio sulla terra; cioè purgante, dico, da tutti... dalla superbia, dall'invidia, dall'avarizia, dalle altre tentazioni che riguardano anche il senso di... Da questa purificazione.
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E questa santificazione per cui la suora è sicurissima, corrispondendo alle grazie attuali, sicurissima di entrare in cielo immediatamente, dopo che ha corrisposto alle grazie attuali, sì. E ci può essere, tuttavia, grado e grado, e molte anime corrispondono a queste grazie attuali; ma ci può essere più intensità. E poi, d'altra parte, il Signore chiede una santità in proporzione delle grazie, secondo i disegni di Dio, allora. Perché il Signore ha destinato una santità proporzionata secondo il volere di Dio. Che noi corrispondiamo in quella forma, in quella misura. Allora si chiama: l'età maggiore, quando si arriva alla maggiore età dello spirito1. E allora il Signore chiama al gaudio eterno.
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Quindi, diamo molta importanza alla grazia attuale. E vedete, Gesù ha predicato tanto, aveva già predicato tanto e di nuovo arrivava a predicar tanto a Gerusalemme: «Oh, se conoscessi anche tu, e proprio in questo giorno, quello che giova alla tua pace! - cioè alla salvezza -. Ora invece sei accecata dai tuoi peccati».
Questa abitudine di dare ascolto alla grazia attuale porta un abituale raccoglimento, in letizia; è una edificazione e si parla proprio con spirito soprannaturale. Vi sono proprio suore che parlano in spirito naturale come se non fossero cristiane e, tanto meno, [non] fossero religiose. Questa spiritualità! Questa elevazione! Questa abitudine di vivere di grazia attuale! Così l'anima si trasforma in maniera che non ha più altro da fare che [godere] la visione di Dio, il possesso di Dio e il gaudio in Dio, appena l'anima è passata all'eternità. E badare, durante la malattia, non solo non si lamenta (ma c'è l'obbligo di far le cure che bisogna fare), ma quasi desidera più dolore per castigare i nostri sensi - che qualche volta hanno portato danno all'anima - in maniera tale che tanta umiltà e tanta fede [fa pensare] di essere arrivata a quel livello di santità secondo i disegni di Dio.
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Qui sulla terra siamo confusi in tutta questa vita naturale che si conduce da tanti, e anche un po' da persone religiose. Oh, allora siamo ancora lontani dalla visione di Dio! Quando l'anima è chiamata da Dio e si muove per la vita religiosa che vuole proprio per amare di più Dio e amare di più il prossimo, quella è vocazione propria. C'è, purtroppo, questa vocazione esteriore, alle volte, che è considerata un po' sotto aspetto anche umano, anche umano: si vuole una vita tranquilla, dignitosa e onorata e così...
Vedete di conoscere bene quando c'è vocazione soprannaturale o che c'entra tanto del naturale. In tutta, poi, la vita religiosa, dopo la Professione, e dopo la Professione perpetua, l'azione dello Spirito Santo si fa sentire. E in quei tempi lì se si corrisponde alla grazia dello Spirito Santo, egli continua la sua azione nell'anima. Diversamente vi sono persone religiose che, da un certo punto della loro vita, divengono così, hanno la grazia santificante, ma non c'è la corrispondenza alla grazia attuale.
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Ricordate bene: la santità richiede la purificazione del cuore: togliere il male. E poi, la santità nell'obbedienza allo Spirito Santo in noi. I due punti per la santificazione, chiaro: purificazione e santificazione sotto l'azione dello Spirito Santo, il quale illumina la mente, fortifica la volontà. E allora l'anima generosa, corrispondente cresce di giorno in giorno. E cioè, la sua anima, piena dello Spirito Santo. Perché poi, questa obbedienza allo Spirito Santo, aumenta la grazia santificante, quindi, i meriti.
Chiediamo questa grazia. E prima, la grazia di capire; e secondo, poi, di corrispondere, sì. Il Signore sia sempre con voi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 172/c (= cassetta l90/a). Per la datazione, cf PM: «Quindi ho detto che vi è la buona suora e la santa suora... In questo, perché ho voluto ripetere?» (cf PM in c478, c485, c496). - dAS (cf c468).
2 Cf 1Cor 10,6-13.
1 Cf Lc 19,41-47.
1 Cf Ef 4,13.