Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

12. PROGREDIRE NELLA SANTITÀ E NELL'APOSTOLATO

Esercizi Spirituali (14-23 marzo 1965) al gruppo-formazione delle
Pie Discepole del Divin Maestro
Ariccia, Casa Divin Maestro, 20 marzo 19651

La Congregazione delle Pie Discepole di Gesù Maestro va progredendo secondo la divina grazia e secondo l'impegno. Il progresso dell'Istituto dipende dalle singole persone che lo compongono, e allora, se vi è il progresso individuale, risulta il progresso sociale, progresso sociale nella santità dell'Istituto e negli apostolati che sono affidati all'Istituto vostro. Un progresso continuato.
110
Si era messo come titolo a un libro, da sant'Alfonso: l'Apparecchio alla morte1. Ora, si potrebbe anche dire meglio; l'"Apparecchio al paradiso", sì. Perché la vita nostra è tutto un apparecchio al paradiso dal momento in cui siamo stati fatti cristiani, e quindi, con la grazia del Signore, è tutto un cammino verso il cielo.
La vita nostra sempre si consideri come ha detto Gesù di se stesso - e quindi, voi amando e seguendo il Maestro Divino -: «Sono venuto dal Padre, venni nel mondo; rilascio il mondo di nuovo e torno al Padre»2. L'anima nostra è uscita dalle mani creatrici di Dio. E siam venuti sulla terra a compiere una missione, a fare quello che è secondo la vocazione di ognuno. «Venuto in questo mondo». E Gesù era venuto nel mondo per la redenzione; e noi, la nostra vita, per la preparazione al cielo. E poi lasciamo la terra e ritorniamo a Dio. Usciti dalle sue mani, torniamo a Dio. Prima, partiti da Dio senza meriti, e ritornare a Dio con la ricchezza dei meriti in proporzione che si è usato e che si è speso il tempo della vita, si è corrisposto alla vocazione propria.
111
Ecco, l'inizio di quello che è il cammino verso il cielo, dal battesimo; e poi, nel tempo successivo, quando è venuto il momento della chiamata di Dio, e come è stata la corrispondenza a quello che è stato il volere del Signore.
Ora, entrando nell'Istituto, l'Istituto è un mezzo, è un complesso di mezzi che sono tutti per una preparazione sempre migliore al paradiso; sempre. E per questo non possiamo mai fermarci. Sempre camminare, sempre progredire. E progredire vuol dire fare dei continui passi: progressus, progressivo; passi, gressus, [andare] avanti. Ora, questo è un privilegio, perché oltre la vita cristiana vi è quel progresso speciale, particolarissimo di chi ha la vocazione. Può essere un buon cristiano, un cristiano che progredisce. Ma l'Istituto è proprio solamente per progredire, è per progredire. E voi questo lo conoscete e ne siete persuase perché è l'articolo fondamentale delle Costituzioni. L'articolo fondamentale significa come un fondamento per costruire una casa e il fondamento quindi dev'essere molto solido, e allora sopra questo fondamento si erige la costruzione. Fondamento, ecco, fondamento sul quale costruire e sul quale si otterrà la grazia; e ci sarà la volontà, sì. Quindi le Costituzioni son fondate lì sopra, cosicché se la vita religiosa progredisce è segno che si è messo il fondamento, cioè l'osservanza del primo articolo delle Costituzioni. E se invece ci son degli sbilanci e delle incertezze e dei regressi, alle volte, allora le Costituzioni non hanno resistenza e quindi non si possono osservare tutte le altre disposizioni; se invece c'è l'osservanza di questo progresso, allora poi lì sopra ciascheduno può costruire un alto edificio, l'edificio della santità.
112
Allora considerare: quando le figliuole entrano nell'Istituto, fanno prima gli approcci, e intanto sono avviate a seguire - così com'è la loro età e secondo le loro condizioni - incamminarsi, avviarsi per una via, per un progresso. Tutti i cristiani devono progredire, ma [per voi occorre] quel progresso particolare che è quello dell'articolo primo delle Costituzioni. E quindi, quando sono allora aspiranti, ecco tolgono il male più grosso che han portato dal mondo: difetti, e gli attaccamenti, e le altre cose che erano poco buone, quello che avevano in famiglia, quello che avevano nell'ambiente sociale o parrocchiale o scolastico dove si trovavano; ecco, togliere intanto quello che è più grave, così, più o meno buono, almeno. E poi intanto incominciare il progresso, e il progresso non secondo gli articoli delle Costituzioni, ma quello che si avvia e si cerca di uniformare le aspiranti alla vita religiosa. Poi, se hanno fatto progresso, sono migliorate, allora possono far la vestizione; e quando poi hanno fatto la vestizione, significa che un progresso c'è stato e un progresso si vuole realizzare. Quando poi si ha l'abito [religioso] vivere già in una certa maniera la vita religiosa. E quindi l'entrata al noviziato.
113
E il noviziato è proprio perché prima si era già praticata, vissuta la vita cristiana; e nel noviziato trasformare la vita cristiana in vita religiosa, e quindi il progresso, l'impegno; l'anno proprio per quello: questa trasformazione dal cristiano al religioso, ecco. E l'anno di noviziato è straordinariamente utile e necessario, ed è l'unico anno di noviziato nella vita. Quindi, vedere se c'è la preparazione al noviziato e, secondo, se si entra veramente per la trasformazione, che non consiste in 365 giorni, ma consiste in una purificazione dell'io, e degli affetti, delle tendenze, ecc. che si avevano, e quello che era permesso nella vita cristiana; ma poi il cuore, la mente, la volontà, l'essere, la vita, ecco: religiosa. La trasformazione. È l'anno del grande progresso.
114
Adesso c'è stata la Professione; adesso c'è stata anche la Professione perpetua. Questo è un legame più forte per vivere il primo articolo delle Costituzioni, cioè il progresso continuo, il camminare, il santificarsi. Quindi non si può mai dire: basta. Quando poi si è entrato nella vita religiosa, in primo luogo con la Professione temporanea, e poi con la Professione perpetua, allora avanti negli anni, lì c'è il complesso più forte e più grande complesso delle grazie di Dio. Se non [ci] si fa santi [allora,] non [ci] si fa più. Quindi la santificazione. Mai fermarsi, mai. Progredire, che vuol dire: andare avanti passo per passo. E quindi paragonare la vita religiosa che si è vissuta nei primi anni della Professione, e poi fare un esame: son già 10 anni, son 20 anni, son 25, son 30 anni, ho compiuto meglio quello che è la purificazione dell'anima, la purificazione, e cioè, togliere quello che dispiace a Dio, quello che è difettoso? E poi l'osservanza, e la vita, e il camminare.
115
Quindi, preparazione al cielo, il cielo dove non ci entra niente di macchiato1, e ci entrano quelli che hanno tanti meriti in proporzione che hanno avuto di anni e come hanno utilizzato gli anni, ciascheduno. Quindi, preparazione alla morte, preparazione al cielo. La purificazione e la ricchezza delle grazie, la ricchezza dei meriti che determina quanto sarà il posto in cui il Signore ci metterà, secondo la purificazione e secondo i meriti raccolti negli anni della vita. Che si arrivi al cielo senza [fare] purgatorio. Purificazione senza purgatorio. Mirare lì, all' ingresso immediato in cielo, perché non c'è più niente da soddisfare, non c'è più niente da togliere, e non c'è più neppure anche da far la penitenza di quello che è stato, forse, nel tempo della vita passata. Ecco, la purificazione. Diversamente occorre [fare] la purificazione [di là], o perché c'è stato ancora da far la penitenza di peccati commessi, o perché c'erano ancora delle venialità, così, anche un po' facili, o che c'erano ancora degli attaccamenti. Niente entra in paradiso d'impuro, niente. E allora, se c'è l'ingresso immediato, quando? Quando c'è la purificazione totale. Il distacco, i capricci che abbiamo, le volontà, il dare poca importanza a questo, a quello, e: "Non è gran male questo, quell'altro"; e poi le volontà proprie, i pensieri propri e quel che si può riassumere con la parola: amor proprio. Purificazione. Ecco, la vita vostra all'ombra del tabernacolo. E siccome non volete portare in chiesa a Gesù delle cose che gli dispiacciono, allora la purificazione si compie ogni giorno, ogni giorno; e si conquista con la buona volontà, la unione sempre più forte, nell'unione sempre più completa dell'anima a Gesù Cristo, ecco. Allora l'ingresso della sposa che arriva al di là: «Mostraci, dopo questo esilio, Gesù». Sì, sarà Maria che mostrerà Gesù perché è quel Gesù che voi avete amato, desiderato. Ecco allora lo sposo celeste che si unisce alla [sua] sposa.
116
Adesso, quindi, l'esame sul progresso. Confrontare allora una confessione con un'altra confessione; confrontare un mese con l'altro mese antecedente; confrontare l'anno di spiritualità, cioè dall'ultimo corso di Esercizi ad oggi, confrontare l'anno precedente con quello che è passato ultimo, se abbiamo veramente fatto qualche progresso; se noi, cioè, abbiamo utilizzato i mezzi, le grazie che il Signore nel corso dell'anno semina e concede giorno per giorno a chi desidera veramente progredire. Quindi nessuna e nessuno si deve fermare.
117
Ora, questo progresso, è proprio ciò che ho detto, e cioè, consiste in due parti: purificazione e, nello stesso tempo, arricchimento, cioè conquista, santificazione. Purificazione e santificazione.
I voti sono tre mezzi per la purificazione, mentre che sono tre mezzi per la santificazione.
Per la purificazione: gli attaccamenti alla terra, cose, alle volte, cose piccole, ma che costituiscono un filo che non lascia volare l'anima a Dio. Voto, povertà; voto, castità; voto, obbedienza, questi sono come tre mezzi per la purificazione mentre che, se si osservano, questi voti, sono per la santificazione e ci aiutano alla santificazione.
E quando non si è sfatto il voto della povertà e la si osserva, questa povertà, ecco allora si distacca il cuore da quello che sarebbe la terra e si attacca il cuore al Sommo Bene che è Dio, che è la ricchezza, che è Dio stesso; è il Bene, è il Bene Sommo, è il Bene, tutto detto; il resto è qualche cosa del bene che Dio ha creato per noi.
E così la purezza del cuore, dei sentimenti che ci sono; cuore pulito dalle invidie; cuore pulito dalle ire, dall'amor proprio; cuore distaccato dall'amore all'onore, al piacere, a certe piccole soddisfazioni. Purificazione e santificazione.
Poi la volontà, cioè il voto di obbedienza, quell'obbedienza di cui il Maestro Divino ci ha dato l'esempio perfetto da quando il Figlio di Dio, considerando che l'uomo era caduto e che non era più aperto il paradiso, il Figlio di Dio dice al Padre: «Padre, se vuoi manda me a salvarli»1. E il Padre: Sì. Ecco la prima obbedienza, e fino: inclinato capite, emisit spiritum2. Tutto. L'obbedienza perfetta. Quindi, purificazione e santificazione. Ora, questo [progresso] consiste in queste due parti: purificazione e santificazione.
118
Mezzi: la preghiera, particolarmente l'Adorazione. È la preghiera secondo la Congregazione, secondo le Costituzioni, ecco. Allora, quando l'Adorazione si fa bene e di buona volontà e, nello stesso tempo, si entra nelle comunicazioni intime con Gesù, allora sempre più si purifica l'anima e sempre più riceve grazia e santità e meriti, sì. E quale altra istituzione che abbia così, e non solamente così, ma questo grande mezzo per la santificazione? Sì, ce ne sono degli Istituti. Ma avete una particolare disposizione sia nelle Costituzioni e sia quando si fa la Professione, quando si ama la Visita al Santissimo Sacramento, per trovarsi eternamente con Gesù, stare bene con Gesù nelle Visite, a Gesù nel sacramento dell'altare. Perché? Perché già, in certo modo, si previene il paradiso; solamente che, di qua viviamo secondo la fede, quindi e l'avvicinamento e lo stare con Gesù è secondo la fede qua, mentre che si vive; ma di là poi, questa unione con Gesù è nella visione beatifica e quindi nell'amore eterno e perfetto, sì. Che non ci siano proprio delle deficienze nella Visita.
119
Poi, approfondire le Costituzioni si seguono, si studiano nel tempo del noviziato. Ma altro è il senso e l'approfondimento che si ha nel noviziato. Se si fa progresso, veramente vi sarà un perfezionamento, si seguiranno, non per la lettera, le parole che sono - e magari se si sapessero tutte le Costituzioni per intiero - ma c'è sempre approfondimento e approfondimento, non solo la lettera, ma lo spirito. E vedere in Dio il volere, perché poi la vita, in fine, la vita religiosa è nell'obbedienza; e sono queste obbedienze quelle che fondamentalmente stanno nelle Costituzioni, e poi quanto viene disposto per interpretare e per applicare una disposizione. Allora si vive quello che è il complesso delle Costituzioni, e si pensa come lo si vive, con quello spirito di dedizione, di amore, di gioia, sì. Le Costituzioni non si devono mai lasciare a parte, almeno una volta l'anno ciascheduna se le legga, particolarmente nella Visita al Santissimo Sacramento.
120
Poi, siccome la vita nostra deve seguire il tracciato di Gesù Cristo, il tracciato, quello che ha seguito il Figlio di Dio incarnato dal momento dell'incarnazione, e poi della nascita, e poi della vita privata, e poi della vita pubblica, e poi della vita dolorosa, e poi la morte, e poi la vita eucaristica, ecco le Costituzioni, non solo, ma in modo particolare il Vangelo. Ecco, vivere in Gesù Cristo, seguendo la vita di Gesù Cristo. E poi ricordarci quello che viene applicato dagli Apostoli nelle Lettere degli Apostoli; quello che Gesù ha insegnato viene applicato nelle Lettere apostoliche, e questo particolarmente san Paolo, poi san Giovanni, san Pietro, ecc. E quindi guardare in avanti, l'Apocalisse dove è il gaudio eterno e dove [ci] sarà tutto. E tutti coloro che avran seguito Gesù Cristo si troveranno nel gaudio eterno; la felicità eterna; eterna la vita.
121
Ecco la vita nostra è tutta per quello. E perché il Signore ci dà un giorno, ce ne dà un altro, ci dà un anno, ce ne dà un altro? Per questa purificazione e per questa santificazione. Preparazione, quindi, al paradiso e alla vita eterna, sì. Adesso si dovrà seguire. Anche quando ci sarà la malattia, e ci saranno delle difficoltà particolari, sempre rivolgersi a Gesù, sempre pensare come Gesù è vissuto e come egli ci ha lasciato l'esempio. Questa scienza di Gesù Cristo, sapere Gesù Cristo, conoscere Gesù Cristo e considerarlo nei suoi insegnamenti e nei suoi esempi e applicarci a partecipare sempre di più della grazia, dei doni di Gesù, di Dio.
I misteri del rosario ci servono tanto [per questo], e poi mentre che i misteri dolorosi ci indicano la purificazione, i misteri gloriosi ci indicano il paradiso, quindi la perfezione, la santità, la vita eterna.
122
Allora, sulla terra costituite un numero considerevole di anime collegate assieme per tutte attendere alla santificazione, e anime lassù, come speriamo e confidiamo che già si trovano lassù. E dopo la Congregazione sulla terra, la Congregazione in cielo, secondo che si è stati fedeli nella Congregazione e nella vita che è indicata nelle Costituzioni. Di qua, di là. Di qua l'osservanza, e di là il gaudio eterno. Di qua Congregazione in cammino, in cammino. Nessuno si fermi. Avanti! E poi lassù il gaudio eterno quanto si darà di gloria a Dio e, con la gloria di Dio, la nostra felicità. Perché la nostra felicità in paradiso è proprio così: stare a glorificar Dio e, nel glorificar Dio, la gioia, la felicità eterna.
123
Ora, le vostre belle Adorazioni al Santissimo Sacramento. E quelle belle Adorazioni che farete al Padre e al Figlio, al Padre celeste e al Figlio che ci ha redenti, il quale ci accompagna nella vita; vi accompagna. Che grazia che siete sempre accompagnate! E voi vi accompagnate con Gesù nel tabernacolo, sì, nelle Visite e nelle Messe; ma sentirsi sempre attorno a Gesù, attorno al tabernacolo. Questo sarà poi lo stesso lavoro in paradiso, soltanto che di qua, costa un po' di fatica, e di là, invece, è gioia e gaudio eterno.
124
Progresso! Notare sempre, a capo di tutti i propositi: progresso, cioè: faccio un cammino, faccio dei passi. Se diventassimo più difettosi dopo anni di Professione? Eh, no! Non avremmo fatto dei passi; se invece abbiamo fatto veramente un progresso, è segno che, giorno per giorno, si son fatti dei passi, certamente.
Aiutatevi tutte assieme nella preghiera per progredir tutte insieme; e anche per questo fine, di... per questo modo, cioè, il risultato dei progressi individuali, il risultato è il grande progresso dell'Istituto. Ognuna costruisce, ognuna contribuisce al progresso, sì. E chi farà un ufficio e chi ne farà un altro; chi farà la cuoca e chi farà, invece, la maestra delle novizie; e in sostanza, chi ha un ufficio o un altro, ma questo serve tutto a progredire, tutto, tanto lo scopare e come il preparare le ostie. In questo progresso di ciascheduna, il progresso dell'Istituto. C'è una responsabilità individuale, di ciascheduno [di] noi; ma c'è anche la responsabilità sociale perché si entra appunto in società. Ogni Congregazione è una società, si entra per portare il contributo. E allora il vantaggio a ciascheduno e il vantaggio sociale, di tutti. Preghiamo in questo senso?
Sia lodato Gesù Cristo.
125

1 Nastro 79/c (= cassetta 176/a). In PM, nessun indizio cronologico. Questa meditazione si trova registrata sullo stesso nastro delle meditazioni nn. 7 e 10 nelle quali vi si trovano accenni cronologici (cf c55 e c92 in PM). - dAS, 20 marzo 1965: «Andato [il PM] ad Ariccia per predicare alle PD in Esercizi Spirituali (due prediche)». - VV: «Esercizi Spirituali (per la formazione), Ariccia, 14-23 marzo 1965. 20 marzo 1965: PM: "Dovere di progredire"».

1 S. ALFONSO DE' LIGUORI, Apparecchio alla morte, 10ª ed., Francavilla al Mare (Chieti).

2 Gv 16,28.

1 Cf Ap 21,27.

1 Cf Eb 10,7; Is 6,8.

2 Gv 19,30.