68. RICORDARE I NOVISSIMI
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Alba, Casa Madre, 5 novembre 19651
Il mese di novembre è dedicato, dalle anime pie, a suffragio delle anime del purgatorio e, nello stesso tempo, il mese di novembre è il più adatto a meditare. Particolarmente meditare i novissimi.
I novissimi sono: la morte, il giudizio, poi la risurrezione finale, il giudizio universale e l'eternità. E dopo la morte può essere immediatamente l'ingresso in paradiso, e può essere, tuttavia, che sia necessario una purgazione; cioè, la purificazione dell'anima nostra o la facciamo di qua, o la facciamo di là; di qua, si chiama purificazione; di là, si chiama purgatorio, ma è lo stesso nome; poi, quello che è terribile, l'inferno.
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Ora, quando ero chierico, poi quando ero direttore spirituale del seminario, allora per due mesi, non uno, ma due mesi, si faceva sempre la meditazione sopra l'Apparecchio alla morte, ottobre-novembre, fino alla novena di Natale. E dalla novena di Natale in avanti, si facevano le meditazioni sopra la vita di Gesù Cristo, il Vangelo: i suoi esempi, il suo ministero pubblico, la sua passione e morte,la sua risurrezione, la sua gloria in cielo, e come in cielo, manda lo Spirito Santo per la Chiesa, per le anime1.
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Per fare la vera scelta della via, cioè la scelta dello stato, per fare una scelta sicura, la preghiera e la riflessione: come io voglio arrivare al di là? (cioè dopo la morte). Che cosa è la vita? A che serve la vita? Serve per prepararci quel che è la vita vera, la vita eterna. Perché, se fossero anche, sulla terra, cento anni, e fosse di là... non sono soltanto cento secoli o mille secoli, si chiama eternità, cioè, senza fine. Allora, con la serietà, con la preghiera, se la scelta è fatta sopra questi ragionamenti, sopra questi principi, sopra questi novissimi, allora è una scelta sicura, che piace a Dio, e non viene altro dubbio. E allora la scelta della vita è presa in ordine alla eternità felice. Così, quando vengono questi dubbi, queste incertezze, è perché non si hanno più in mente i novissimi. Sì, le meditazioni sopra la morte, il giudizio, l'eternità, ecc.
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Vedete, fra tutti i libri di meditazione, finora che è uscito, finora, è l'Apparecchio alla morte di sant'Alfonso. Purtroppo si inseguono libri che, come è stato detto da personalità importante, si cerca più la curiosità che la santità, da certi libri. Ora, l'Apparecchio alla morte è stato scritto duecento e sette anni fa. E in questi 207 anni, sono state pubblicate 350 edizioni in 24 lingue e dialetti vari di queste nazioni come l'India, Filippine, ecc.
E noi facevamo così, nei primi tempi1; poi si è andato un poco, non dimenticato, ma non seguito così come sarebbe più utile.
Ora, tutte devono avere l'Apparecchio alla morte, tutti. E ci sono 38 meditazioni, ma ogni meditazione ha tre punti, e i punti sono lunghi e quindi basta ogni giorno un punto e così restano 38 volte moltiplicato tre. Poi le meditazioni sul Vangelo, sulla vita di Gesù Cristo e l'insegnamento della Chiesa che ci viene dalla liturgia; così i canti; in primo luogo hanno il posto i canti liturgici e poi i canti che risultano dal nostro libro delle Preghiere.
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Ora, anzi, in Roma si è stabilito così: che non si faccia per quest'anno la predica nel ritiro mensile, ma che si legga [l'Apparecchio alla morte], ciascheduno, o la maestra o il sacerdote che legge e aggiunge qualche parola di applicazione.
E Madre Maestra1, due, tre giorni fa, mi diceva: non si vive più con serietà, si considera la vita da altri aspetti; tante cose che sono di margine e che non è la sostanza. Non è quello che dobbiamo avere in testa. E cioè, la vita presente è preparazione per il cielo, e i nostri pensieri devono essere di cielo, e per arrivare al cielo, i pensieri di fede. Cioè questi motivi, questi argomenti che ci fan pensare: la vita presente, preparazione all'eternità. Se fosse anche lunga di cento anni la vita presente, è preparazione all'eternità. E allora, se si arriva a questi principi fondamentali, è tutta diversa la vita spirituale, è sostanziosa.
E quindi: i novissimi, e Gesù Cristo, il Vangelo, la redenzione e il suo gaudio eterno: «Siede alla destra del Padre2 dove raccoglie attorno tutti quelli che l'avranno amato, seguito, che son vissuti in lui come Via, Verità e Vita; cioè, coi suoi pensieri, con le sue virtù, e poi con la sua sofferenza, con la redenzione, la vita nostra, la vita soprannaturale. Adesso, certamente, voi questo lo fate già, in una certa misura, ma se lo fate con misura piena, avrete pieni frutti.
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Oh! Adesso si è approvato tutto quel che è il Decreto che riguarda la vita religiosa (e devono votare, dare ciascheduno il proprio pensiero). Ora, presenti eravamo 2325. Ora, di questi 2325, 2321: "placet": piace. E solo quattro han detto: "non piace". Questo vuol dire che coloro che nel complesso rappresentano la Chiesa, il Concilio, e non solo perché fossero solo i Padri, ma c'è il Papa, se non piace basta lui a escludere. Ma solennemente, il suo voto: "placet": piace. Così. E allora si è, nel Decreto, stabilito come dev'essere la vita religiosa. Si sono fatte tante chiacchiere, tante parole; chi ha più voglia di parlare che di fare. Oh! La descrizione dei tre voti: povertà, castità e obbedienza, come vengono dal Vangelo, non tanti allargamenti e interpretazioni non esatte. E la povertà e castità e obbedienza è quella del Vangelo, non tutte queste interpretazioni; per cui le autorità somme della Chiesa hanno allontanato persone perché interpretano i voti in altro senso. Il voto di povertà, il voto di castita e l'obbedienza dev'essere quella del Vangelo, come è descritta nel Decreto e come è stato approvato.
Quindi poi si aggiunge: che facciate le opere dell'Istituto; ciascheduno Istituto. Si dice di aggiornare. Ma noi siamo aggiornatissimi perché siam nati appena; siete appena nate. Se fossimo religiosi di cinque secoli, dieci secoli, allora vi sono cose da aggiornare o altre cose, come vi erano i frati militari, soldati, perché allora c'era da difendere la Chiesa e la Terra Santa, Gerusalemme. Adesso quei lì devono cambiare ufficio, cambiare apostolato. Ma voi non avete bisogno di cambiare. È centrale, il vostro spirito, e cioè: eucaristico, servizio sacerdotale e liturgia. Stare. Opera - dice - che si faccian le opere dell'Istituto. E tenere sempre nella stessa via secondo le Costituzioni.
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Oh! Conclusione: fondarsi sopra le verità eterne, sì. Specialmente l'Apparecchio alla morte, scegliere piuttosto quel libro. Poi dopo, vivere Gesù Cristo, e per vivere Gesù Cristo, bisogna meditare la sua vita, il Vangelo, la sua vita privata, la sua vita pubblica, la vita sua dolorosa, la vita eucaristica, la vita gloriosa di Gesù Cristo: Sedet ad dexteram Patris1, sì. Vivete come il Signore vuole.
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Intanto è anche molto importante che si continui con fervore sempre più vivo, con fede, umiltà e fede, per le vocazioni, per le vocazioni; le vocazioni per tutta la Chiesa; le vocazioni per la Famiglia Paolina; vocazioni, in particolare, per le Pie Discepole, sì.
Andate avanti con serenità e con pietà, sì. Che ci si formi proprio lo spirito, ecco, di (...) pensieri eterni, quei che non mutano, sì. Allora è la preparazione. Quando si arriva a cercare solo la gloria di Dio: omnia in gloriam Dei facite1, non si fa il purgatorio, si va direttamente all'ingresso in cielo. Oh! Gli angeli che ci aspettano, i santi che ci aspettano2. Sì, vediamo, la nostra vita è lassù; qui la nostra abitazione è di poco tempo, anche se arriviate a cento anni.
Il Signore sia con voi. State sempre serene, serene in Dio, in Gesù Cristo. E la benedizione di Dio sopra ciascheduna di voi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 97/c (= cassetta 199/a). Per la datazione, cf PM: «Il mese di novembre è il più adatto a meditare i novissimi». «Per quest'anno il ritiro mensile sull'Apparecchio alla morte». - In dAS, in data 4 novembre 1965 si legge: «Alle ore 9 [il PM] parte per Torino; va ad Alba per la funzione della translazione dei resti mortali di Fra Andrea Borello, alle 14,30. Predica il ritiro ad Alba. Ritorna a Roma il 5 novembre verso le ore 19,40».
1 Richiamo alla vita di seminario di Alba, durante il chiericato, dal 1900 al 1907, e da sacerdote dal 1908 al 1920.
1 Cf sopra, numero marginale 736.
1 Madre M. Lucia Ricci, all'epoca, Superiora Generale.
2 Credo o Simbolo apostolico; cf Col 3,1.
1 Credo o Simbolo apostolico; cf Col 3,1.
1 1Cor 10,31.
2 Cf Sal 141,8.