Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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63. IL ROSARIO DELLA SUORA

Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 15 ottobre 19651

In questo anno i ritiri mensili li facciamo sul libro: l'Apparecchio alla morte, senza che ci sia il predicatore. Perché, quelle meditazioni sono così pratiche e si fondano tutte sulla fede; particolarmente i novissimi. Del resto, quando noi eravamo chierici, ogni anno, due mesi dell'anno, ogni mattina si faceva la meditazione sull'Apparecchio alla morte.
L'Apparecchio alla morte è il libro di sant'Alfonso. Ora, è un libro eccezionale, forse quello che segue subito l'Imitazione di Cristo, e quello che immediatamente segue, quanto a [numero di] copie. Quante volte è [stato] scritto, non solo ristampato. In 200 anni, da che è stato scritto il libro, sono state pubblicate 350 edizioni; tradotto in 24 lingue e in dialetti, anche, del popolo, [in] varie nazioni.
Oh! Perché l'Apparecchio alla morte, con le sue meditazioni mette una base alla vita religiosa, la base che fa pensare cosa è la vita attuale, e a che cosa serve la vita attuale in ordine alla vita eterna. Con quei principi fondamentali è così facile pensare e riflettere a che cosa serve la nostra vita qui. Allora è la perseveranza delle vocazioni; ma anche la vocazione deve essere basata sopra questi novissimi: In omnibus operibus tuis2: in tutte le cose che vuoi decidere, memorare novissima tua3: ricordati i novissimi, che sono: la morte, il giudizio, ecc.; l'eternità, infine. Oh! Allora è utile che, questi libri che sono fondamentali, è utile che si posseggano e si meditino.
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Questa sera volevo dire ancora una parola sul rosario: il rosario della suora e la suora del rosario.
I misteri sono di tre serie: i gaudiosi, i dolorosi e i gloriosi.
Ora, i misteri gaudiosi sono per la vita religiosa privata; escluso quindi quello che è la vita pubblica. Adesso si parla della vita privata: e l'annunciazione dell'arcangelo Gabriele a Maria; e la visita di Maria a santa Elisabetta; e poi la nascita di Gesù a Betlemme; e poi la presentazione di Gesù al tempio; e quando a 12 anni Gesù è stato condotto, da Giuseppe e da Maria, a Gerusalemme; là c'è stato lo smarrimento e il ritrovamento; e poi l'episodio viene conchiuso dicendo che: subditus illis1; era obbediente, e «progrediva in sapienza, età e grazia»2.
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Questi misteri devono servirci a far meditare la vita religiosa in povertà. Quale povertà in quella cittadina, Nazaret! Maria, Giuseppe, Gesù, la vita modestissima: e vita di lavoro, vita di preghiera, vita di raccoglimento; là era la prima vita religiosa, perché religioso era san Giuseppe, vergine; e Maria Santissima, vergine, e vergine Gesù. Quella vita così raccolta, così lontana dai rumori e da relazioni varie: lavoro, preghiera, bontà, carità, vita quotidiana. Quei 30 anni che passò Gesù nella vita privata, quanti meriti presso il Signore!
Ora, meditare quindi sotto l'aspetto della vita religiosa, privata; cioè la vita che si deve condurre secondo le Costituzioni; la vita religiosa. Chiedere di vivere in raccoglimento abituale; non abbondare in parole inutili; moderarsi. Poi, occupare il tempo. Certamente non erano oziose quelle tre santissime Persone, quindi la povertà; la povertà vien servita dal lavoro. E poi, tre gigli in quella casa: il giglio san Giuseppe, il giglio Maria e, fra i due gigli, il giglio più profumato, il fanciullo, il giovanotto Gesù. E poi, quello che era allora l'obbedienza. Là si faceva la volontà di Dio in tutto, da quando il Figlio di Dio è stato mandato dal Padre a salvare il mondo: «Se vuoi, mandami»1. E ebbe l'obbedienza dal Padre. Allora, in quel primo mistero gaudioso, la prima grande obbedienza del Figlio di Dio, incarnato nel seno della Vergine. E poi, l'altra grande obbedienza è poi la morte di croce. E allora è tutto: Fiat voluntas tua2, in quella casa, sicut in coelo et in terra3; anzi, una meditazione, in cui si dice che gli angeli stessi si avvicinavano a quella casetta, e vedendo come si compiva la volontà di Dio, erano edificati - per esprimersi, così, per spiegarsi -. L'obbedienza, la docilità di cuore, di cuore; intimo, ecco.
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In secondo luogo, ci sono i misteri dolorosi. I misteri dolorosi sono perché si compia la redenzione. L'apostolato di Gesù a 30 anni è collegato con la sua passione e morte. E quante volte Gesù Cristo ha annunziato: «Ecco che andremo a Gerusalemme e poi il Figlio dell'Uomo sarà preso, sarà flagellato, sarà crocifisso», e finiva: e poi «risusciterà»1. Ora, questo compie tutto insieme la vita pubblica di Gesù; insieme.
Che cosa e come pensate all'apostolato, durante questi misteri dolorosi? Il servizio eucaristico o, vogliamo dire, liturgico, e il servizio sacerdotale, e quindi poi, c'è il servizio liturgico, che ho già detto, sia che si faccia nell'interno della casa, e sia che si faccia nei Centri, sì. E questo perché? Perché dobbiamo spendere quel che abbiamo di forze, non solo per il corpo, ma specialmente l'impegno della intelligenza per compiere questi apostolati; l'intelligenza, e metterci la volontà e mettere il cuore. Ci sia il fervore.
Quando è che c'è il fervore? C'è il fervore quando [tutto] è fatto in obbedienza. Devi fare il tuo lavoro, ci metti allora, che cosa? L'intelligenza, perché riesca meglio, quanto meglio si può; e poi metterci anche la fatica; e poi l'intenzione retta per il paradiso e per le anime. E quindi l'apostolato e tutta l'attività apostolica: l'applicazione della mente, e l'applicazione della salute, delle forze, e l'applicazione del cuore, con grande amore.
Con quanto amore Gesù Cristo ha predicato il Vangelo per la salvezza del genere umano! E come poi lui ha mandato, ha incaricato gli Apostoli di predicare il Vangelo a tutte le nazioni2. E poi l'immolazione di Gesù Cristo sulla croce. L'immolazione.
Ecco, tutto quel che abbiamo da fare richiede fatica. Se non c'è la morte violenta per causa di altri, per persecuzioni (e possono anche venire, queste), ma s'immola quello che abbiamo di forze, di energia, di salute, di tempo, ecco. E dare, sì, quello che è necessario, al corpo, di riposo e di sollievo e di nutrimento, ma mantenendosi nel servizio di Dio; si consuma il tempo per compiere l'apostolato, e quindi è un'immolazione.
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D'altra parte, si possono considerare, ciascheduno dei misteri dolorosi: nell'orto del Getsemani, Gesù; la flagellazione alla colonna; l'incoronazione di spine; la condanna alla morte; il viaggio al calvario; e la crocifissione e l'agonia e la morte, ecco.
Così, pensare che ci prepariamo alla morte, e pensare alla morte di offrirla per la salute del genere umano. Come l'ha fatta Gesù Cristo, la sua immolazione, così il consumare le nostre forze. E man mano che le forze si riducono, le fatiche sono più gravi; le preoccupazioni sono tante, e poi il fisico va diminuendo di forze e di energia. Fare l'offerta di noi stessi al Padre celeste in unione con Gesù Cristo, con la sua crocifissione e morte, con le fatiche che ha sostenute nella predicazione, sì. E particolarmente accettare la morte quando si recitano i misteri dolorosi; e poi offrire tutto quello che c'è in noi di energie, e di compiere l'apostolato; e poi, se vi sono infermità, se vi sono disturbi, ecc. Oh! I misteri dolorosi, ecco.
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Poi vi sono i misteri gloriosi. I misteri gloriosi che ci fan ricordare quel che è al di là.
La risurrezione di Gesù Cristo, il suo corpo glorioso, ecco, portando i segni della sua sofferenza, dei chiodi, sì. È splendido il corpo di Gesù Cristo perché è stato il corpo più sacro fra tutti i corpi dell'umanità.
Allora la vergine risusciterà più gloriosa se ha santificato del tutto il proprio corpo nella verginità.
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E Gesù salì al cielo, sì, al cielo. In cielo perché il Padre ha voluto il Figlio alla sua destra; e cioè, lui è il primo nel paradiso; cioè egli è alla destra del Padre.
La religiosa, il religioso, se hanno veramente impegnata bene la vita, quale posto avranno in cielo? Prima, dopo Gesù, c'è Maria, la grande suora, la più santa suora. E allora le suore circonderanno Maria, la Vergine, se la vita religiosa è stata osservante veramente. Ognuno avrà il premio [secondo] che di qua, sulla terra, ha amato di più il Signore e si è consumata nel servizio di Dio e nel servizio della Chiesa, dell'Eucaristia, del sacerdozio, sì. Ecco, vi sarà certamente una grande differenza fra persona e persona lassù1; dipende dalle tre virtù teologali e poi dalla virtù della religione, la virtù della religione che aggiunge un merito nuovo a tutte le cose buone, le opere buone che si fanno. L'esercizio della fede, speranza e carità. Perché? Perché nell'osservanza religiosa, sempre, tutto quel che si fa di bene ha doppio merito; sia che si osservi la povertà, sia che si osservi la castità, sia che si osservi l'obbedienza, sia che [si] osservino le regole, ecc., c'è sempre il merito della religione, della virtù della religione, la quale virtù della religione è quarta, cioè dopo le tre teologali.
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E allora nel mistero terzo: la discesa dello Spirito Santo. Che lo Spirito Santo infonda in noi fede, speranza e carità! Sì, una fede e una speranza e una carità, quella che riguarda in particolare, nelle sue applicazioni, in particolare per la suora; nelle applicazioni, sì, quello che si è fatto, cioè si è scelta la parte migliore, cioè la via religiosa. E allora noi preghiamo perché lo Spirito Santo continui a guidare la sua Chiesa, illuminarla, sostenerla, guidarla, cominciando dal Papa, dall'episcopato, dal sacerdozio, delle persone consacrate a Dio; tutto. Invocare la discesa dello Spirito Santo su tutti.
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E poi ci rallegriamo col mistero dell'assunzione di Maria, assunta in anima e corpo, dopo il suo cammino della vita presente.
E poi l'incoronazione di Maria, Regina del cielo e della terra, dispensiera delle grazie. E allora, fiducia, fiducia. Ecco lassù Maria, gloriosa; nel suo corpo glorioso sul modello del corpo glorioso di Gesù Cristo; e dal suo corpo risplendono tutte le virtù e tutti i meriti compiuti durante la vita.
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Questo imitare la vita di Maria, della prima religiosa. E poi la protezione di lei, dispensiera delle grazie, la Madre della Chiesa; cioè è la Madre dei fedeli, le anime che sono in grazia, perché dicendo «Madre della Chiesa» non s'intende mica dire i muri delle chiese, s'intende parlare delle anime.
Oh! E poi ottenere tutte le grazie che ci sono... e specialmente domandare di vivere... Maria vi porti a vivere come ella è stata la perfetta suora, così che sia, che volete essere le suore veramente modellate sopra Maria; e protezione dalla parte di Maria, le grazie perché si viva veramente la vita religiosa.
Così il rosario della suora e la suora del rosario. Questo richiede molte spiegazioni, ma qualche accenno; poi potrete da voi fare, allargare la meditazione, i pensieri, specialmente quando si considerano i misteri del rosario, uno per volta. Andare adagino, riflettere e chiedere le grazie corrispondenti al mistero che si recita.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 84/b (= cassetta 197/a). Per la datazione, cf PM: «In quest'anno i ritiri mensili li facciamo sul libro Apparecchio alla morte» (cf PM in c702, c722, c735, c751). «Questa sera volevo ancora dire una parola sul rosario...». - dAS, 15 ottobre 1965: «Andato [il PM] alla Casa Generalizia delle PD per una conferenza (ore 19» - VV: «15 ottobre 1965, PM: "I ritiri sull'Apparecchio alla morte"».

2 Sir 7,36.

3 Sir 7,36.

1 Lc 2,51.

2 Lc 2,52.

1 Cf Eb 10,7 (Is 6,8).

2 Mt 6,10.

3 Mt 6,10.

1 Cf Lc 18,31-33.

2 Cf Mt 28,19.

1 Cf 1Cor 15,41.