Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XXI
OBBLIGO DI TENDERE ALLA PERFEZIONE1

[176] Il regno di Gesù Cristo è regno di verità poiché Gesù è il Maestro che ci ha portato la dottrina del Padre celeste. È regno di giustizia e di santità, poiché egli è il Santo, l'Esemplare della giustizia e della santità; è regno d'amore, poiché per amore egli portò la croce al Calvario e s'immolò su di essa. Gesù Cristo in Paradiso si è fatto un regno che incomincia sulla terra nella Chiesa militante, si perfeziona nella Chiesa purgante e si eterna in cielo, nella Chiesa trionfante. I beati sono conquiste del regno di Cristo: «regno di verità e di grazia; regno di giustizia e di santità; regno di amore e di gloria»2.
Questo Gesù però bisogna che regni su tutto il mondo, affinché si faccia un solo ovile3. Ed è giusto che Gesù Cristo regni nel mondo, perché il mondo è una conquista che egli ha fatto morendo sulla croce.
Quanto più uno muore all'amor proprio, tanto più è degno di appartenere al regno di Gesù Cristo. E a che prezzo si merita di entrare nel regno di Gesù Cristo? Con lo stesso prezzo con cui egli l'ha conquistato: l'amore. L'amore di Gesù verso di noi e l'amore nostro verso di lui ci fa santi. Quanto più ci lasciamo penetrare da questo amore tanto più diventiamo sudditi perfetti di questo regno. Dobbiamo far nostri gli interessi di Gesù perché il nostro amore diventi una passione. Gesù ha salvato non uccidendo, ma amando. Se voi farete vostri gli interessi di Gesù, molto più facilmente e molto più liberamente, vi eleverete nella perfezione. Far nostri gli interessi di Gesù ha un valore immenso. Dopo la divozione al divino Maestro, tutta la vostra giornata, tutta la vostra vita religiosa dev'essere concentrata nell'amore al Cuore di Gesù. Noi ci presentiamo al Cuore di Gesù in unione al Cuore immacolato di Maria e gli offriamo tutte le nostre azioni, preghiere e patimenti. Non osando presentarci da soli a Gesù,
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che ricevete nel vostro, che sentite palpitare accanto al vostro. Questa devozione si identifica con la devozione a Gesù Eucaristia. Deve sempre accompagnarvi, e a poco a poco vi trasformi. Vi sono parecchie che si sono già avvicinate bene a questo ideale e camminano difilato, e ascendono.
«O Gesù, che vivi nel seno di Maria, vieni e vivi nei tuoi servi»7. Bisogna ascendere, ascendere! Vi è l'obbligo di progredire per giungere allo stato di amore.
Sarebbe bene che la lettura spirituale si facesse, per qualche tempo, sul libro Il testamento di un Vescovo8.
Il secondo motivo per cui dobbiamo camminare verso la perfezione è l'obbligo che ne abbiamo. Non pensate: Io tendo alla perfezione: quindi sono brava, faccio molto! Bisogna dire: Io adempio semplicemente il primo dovere della vita cristiana. Il primo comandamento è appunto questo: «Amare il Signore con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze»9.
Ma noi non l'amiamo ancora il Signore con tutta la mente: no, no, si perde ancora dietro a tante inutili fantasie, si sprecano ancora tante energie nel fare castelli in aria. Oh, perché sprecare delle energie così belle?
[180] Se tutti i comandamenti si devono osservare, tanto più si deve osservare il primo! Del resto, qualunque virtù si pratichi, sempre si finisce nella carità che le riassume tutte: si deve arrivare a spendere per Dio tutte le energie, tutto l'ingegno, tutte le forze. Questo è di obbligo per il primo comandamento. Ma è pure di obbligo perché siamo religiosi. Il tendere alla perfezione è la prima regola, il fondamento delle Regole vostre e di tutte le istituzioni religiose. L'obbligo che deriva dalla professione religiosa è proprio quello di tendere alla perfezione; questo è l'obbligo vero delle Costituzioni. Non sarebbe mai approvata una istituzione religiosa la quale non includesse questo obbligo. È per voi come un mestiere, un'arte, è professione: impegnarsi a lavorare per la perfezione.
I semplici voti posson farli e osservarli anche quelli che sono fuori di una Congregazione religiosa; ma l'obbligo della perfezione
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deriva dalla professione religiosa che è la scelta di quest'arte non tipografica, ma divina, di perfezionarsi.
E se noi andassimo indietro invece di progredire, faremmo il contrario di quanto abbiamo solennemente promesso e giurato davanti all'altare «coram multis testibus»10.
La suora che non progredisce è la persona più infelice e miserabile che ci possa essere nel mondo, perché rimane una persona senza missione e senza ideale. Sarebbe assai meglio essere una buona madre di famiglia! Essa porta | [181] sempre seco l'impegno assunto e il rimorso di non adempierlo. È simile a quel sale infatuato di cui parla Gesù: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale diventa scipito...»11.
Le suore devono essere come il sale nella massa degli uomini. Il sale rende saporito il cibo. E le suore possono rendere sana e cristiana la vita. Se ce ne fossero tante e veramente buone di queste suore, in tutte le parrocchie, si otterrebbero delle vere trasformazioni. Ma, se questo sale diventa scipito, se cioè una suora non ha più spirito religioso, non ha più pietà, è vaga, scioccherella nei suoi ragionamenti, a che cosa serve? Solo ad esser buttata via.
Una suora senza spirito è una donna senza missione. Una suora che non progredisce non ha mai nessun conforto e nessuna consolazione. Ormai per voi la perfezione non è più un semplice consiglio, ma è vero obbligo. Se ogni promessa è debito, tanto più è debito il voto, cioè la promessa fatta a Dio. E perciò nella Sacra Scrittura si ha: «Vovete et reddite!»12. Fateli, sì, i voti, ma poi adempiteli.
Vi è l'obbligo di tendere alla perfezione come cristiani. Gesù è il Perfetto. Camminiamo sulla sua via solo se lo imitiamo nelle sue virtù. Gesù fu in continuo progresso: dal presepio al Calvario. E se nel presepio è un piccolo Bambinello privo di tutto, vedetelo sul Calvario quanto è più perfetto. Ci si presenta martire nel cuore, nello spirito e nel corpo. Sulla croce la sua virtù tocca l'estremo limite. E muore per | [182] la sua virtù: «Et inclinato capite, emisit spiritum»13. E si chiudono quegli occhi, i più belli;
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si chiudon quelle labbra che avevano pronunciato le parole più sante; cessa di pulsare quel cuore che aveva avuto solo palpiti d'amore. Ecco la perfezione.
Siamo cristiani o no? Se lo siamo, dobbiamo imitare Gesù Cristo. L'obbligo di tendere alla perfezione deriva ancora dal numero dei giorni della nostra vita e dalle numerose grazie che continuamente riceviamo da Dio. Bisogna dunque tendere alla perfezione come semplici uomini, come cristiani e come religiosi. Uno dei mezzi per progredire è la pratica della devozione al Cuore di Gesù. Altri mezzi sono la lotta contro il male e l'esercizio delle virtù mirando sempre ad entrare un giorno nell'unione perfetta con Dio con l'esercizio della vera carità.
Coraggio dunque, e avanti ogni giorno! «Progredire un tantino ogni giorno»14. Pregate che nessuna si fermi, perché fermarsi vuol dire retrocedere; perché, se anche si potesse star fermi, tuttavia le grazie aumentano ogni giorno e si diventa sempre più debitori verso Dio.
Ripariamo. Offriamo al Signore delle Messe di riparazione per tutte le grazie sprecate, per tutte le volte che abbiamo coartato, ristretto le grazie dello Spirito Santo, per tutte le volte che abbiamo chiuso il nostro cuore a Gesù che picchiava per entrarvi.
[183] E se in questi Esercizi lo Spirito Santo ha parlato e vi ha invitato, vorrete rimanere sorde alla sua voce? Diamo libero corso al nostro amore ora che abbiamo sentito la voce di Dio che ha dilatato il nostro cuore. «In viam mandatorum tuorum cucurri cum dilatasti cor meum»15. O Signore, tu mi hai dilatato il cuore ed io correrò sulla via dei tuoi comandamenti e del tuo amore!
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1 Nell'edizione originale questa istruzione era riportata anche in HM II/2, XV, 88-95 (cf Presentazione, p. 195).

2 Dal Prefazio della solennità di Cristo, Re dell'universo.

3 Cf Gv 10,16.

7 Primo versetto della preghiera composta dal p. De Condren e perfezionata dall'Olier, riportata in Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, n. 1590.

8 E. Galletti (mons.), Testamento di un Vescovo, PSFSP, Alba 1942. L'edizione del 1942 è un rifacimento dell'opera originale.

9 Cf Mt 22,37.

10 Cf 1Tm 6,12: «Davanti a molti testimoni».

11 Mt 5,13.

12 Cf Sal 76,12.

13 Gv 19,30: «E, inclinato il capo, spirò».

14 Programma di vita del venerabile Maggiorino Vigolungo, SSP (1904-1918).

15 Sal 119,32.