Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE VII
MEZZI PER AUMENTARE LA GRAZIA
Sacramenti - Sacramentali - Orazione

[63] Nessuna, in comunità, può dire: Io bado a schivare il peccato per conto mio: le altre si aggiustino!. Nella comunità tutti sono interessati ad evitare il male. La comunità è il risultato dei singoli e, se stanno bene le membra, sta bene tutto il corpo e il male che fa una ridonda a danno di tutte1. Ognuna quindi, oltre ad essere interessata ad evitare il male per sé, deve impegnarsi a farlo evitare anche alle altre. Guerra al peccato, dunque! Non lasciargli mai tregua.
È anche importante che non si prenda occasione di leggere i giornali, per il fatto che si hanno in libreria. Se i giornali si devono tenere, si tengono per gli altri, non per noi! Questa lettura per voi non è necessaria: vi fa solo perdere tempo. | [64] Qui v'è poi ancora da dire che le superiore si confessino da chi si confessano le altre e non si valgano della loro posizione per aver libertà di dispensarsi dalla vita comune. Perché essere superiore vuol dire precedere nell'osservanza della vita comune e non dispensarsene per ogni futile motivo. Naturalmente una superiora che non si adatti a questo, da sé medesima si toglie dall'ufficio! Quando ci si vale dell'ufficio per essere più libere, allora non si piace certo al Signore!
Le suore che devono uscire da casa o che devono stare in parlatorio o in libreria, devono presentarsi pulite, in ordine, e quindi anche le superiore, sicuro, devono portare abiti puliti e ordinati, ma questo non vuol dire che, se si deve fare, per es., un velo, si faccia di altra stoffa speciale, oppure che abiti o veli o altre cose già usate dalla superiora si passino alle altre, per averne uno migliore e nuovo. Non va bene! Eccetto che si dia per es. un velo o un abito più brutto a quelle che hanno più facilità a rovinarlo o a sporcarlo perché lavorano alle macchine. Gesù questo voleva indicare quando diceva: «Non vogliate chiamarvi
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maestri!»2. Non che sia proibito chiamarsi così, ma non si devono usare singolarità e preferenze.
Che direste di una la quale, perché superiora, volesse usare, per es., la saponetta o il dentifricio profumato?
Si capisce che bisogna tenersi in ordine e pulite, ma altro è l'ordine e la pulizia, altro è | [65] l'ambizione. Siete tutte sorelle! Il nome superiora non va bene per voi: è meglio che vi chiamiate solo maestre perché questo titolo è più adatto a indicare l'ufficio che dovete compiere e comprende di più l'obbligo che avete di precedere le altre coll'esempio3.
Quando avete un ufficio in cui dovete disporre delle altre, ricordatevi che avete acquistato solo un obbligo in più: essere più buone, più umili, più esemplari. E attenzione, perché se la superiora non è osservante dell'orario, delle Regole e di quanto viene disposto da Casa Madre, dà grave scandalo! Vi sono suore che, se hanno ricevuto qualche incarico speciale, non possono più sopportare che altre ne sappiano più di loro: ma si eviti questa gelosia!
Se la comunità progredisce, le giovani ne sapranno di più in avvenire, e le giovani di oggi saranno, più tardi, superate da altre. Se avvenisse il contrario, sarebbe indizio di regresso per la comunità e non di progresso! Abbiamo anche l'umiltà di farci superare!
Dopo aver considerato come togliere il male, vediamo come si debba mettere il bene.
Se la perfezione o santità sta nella piena inabitazione della SS. Trinità nell'anima, nella incorporazione perfetta a Cristo, nella completa effusione dello Spirito Santo, ne segue che, per | [66] procedere in questa via di perfezione, dobbiamo aumentare sempre in noi la grazia.
Figuriamoci una gran valle circondata da monti. L'acqua che discende dai monti, va in questa valle e, quanto più ne discende, tanto più la valle ne riceverà. Se ne discende un acquazzone è già molto, ma se ne discende un secondo e un terzo, la valle
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potrà riempirsi. L'anima è simile alla valle che può essere riempita. Da che cosa? Dalla grazia che ci viene: 1) attraverso i sacramenti; 2) attraverso i sacramentali; 3) dall'orazione; 4) dai meriti, opere buone. Sono come quattro acquazzoni che riempiono d'acqua la valle. Bisogna riempire l'anima di grazia: «Omnis vallis implebitur»4.
I sacramenti sono il principale strumento per ottenere la grazia, perché in essi opera Gesù Cristo stesso, mentre nei sacramentali opera la Chiesa e nell'orazione od azione siamo noi che operiamo. Il sacerdote è ministro, ma ministro secondario, perché il ministro principale è sempre Gesù Cristo: «È Pietro che battezza? È Gesù Cristo che battezza. È Giuda che battezza? È Cristo che battezza»5. E se anche il sacerdote non fosse in stato di grazia quando amministra i sacramenti, l'anima riceve ugualmente la grazia e quindi rimane veramente assolta se si accosta al sacramento della Penitenza. E se anche uno scomunicato amministra il Battesimo ad un bambino, questo bambino riceve la stessa grazia, perché: «hic est | [67] qui baptizat»: è questi, cioè Gesù Cristo, che opera nella persona dei ministri.
I sacramenti sono il più grande acquazzone che discende nella valle.
Ricevere quindi bene, con le dovute disposizioni, tutti i sacramenti: assistere bene alla S. Messa, fare fervorosamente la Visita, ecc. Diamo la dovuta importanza alla Confessione? E alla Comunione? Ci si prepara bene? Fin dalla sera antecedente? E come si fa il ringraziamento prossimo e remoto? Nella mattinata stiamo buone? E la Messa? Questa non è un sacramento che si amministri, ma è la fonte da cui attingono tutti i sacramenti: è la rinnovazione, è lo stessissimo Sacrificio del Calvario.
Quando è possibile, si assista a qualche Messa in più. Si cerchino molte adesioni alla Unione Cooperatori Apostolato Stampa, onde partecipino in molti all'opera delle Duemila Messe6. Si contribuisca alla Messa colla formazione di sacerdoti, col renderla più solenne mediante il canto. Si procuri che tutti assistano alla Messa colle dovute disposizioni.
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Curare inoltre la Visita al SS. Sacramento. Nella Visita l'anima si mette in più diretta comunicazione col Cristo. Se si fa bene la Visita, si farà bene anche la Comunione e le altre pratiche di pietà. Non credo in questo di dover insistere, perché penso che già dappertutto si faccia. E siete fortunate di avere in quasi tutte le case la presenza reale di Gesù: è per voi la fonte di tutte le grazie!
[68] Tra i sacramentali vi sono le assoluzioni (non però quelle che si danno in Confessione, che fanno parte del sacramento): quelle che si danno per es. nella Messa al principio o prima della Comunione, o prima di amministrare qualche sacramento, con le parole: «Indulgentiam, absolutionem et remissionem peccatorum...»7. Le benedizioni (delle case, delle corone, del camposanto, delle chiese, delle campane; la benedizione del SS. Sacramento, ecc.). Il segno di croce è pure una benedizione che diamo noi stessi al nostro corpo.
Altri sacramentali sono le funzioni liturgiche (per es. quelle della Settimana santa, sepolture, processioni, ecc.); la parola di Dio: prediche, letture sul Vangelo e in genere sulla S. Scrittura; l'anno liturgico. Il portar l'abito religioso è pure un sacramentale; la vita religiosa coi suoi voti e le sue regole è un sacramentale. Questi sacramentali hanno molto valore presso Dio, perché sono istituiti dalla Chiesa, Corpo mistico di Cristo, e si compiono a nome di essa.
Oh, quanto aumentano in grazia e meriti quelli che ricevono tanti sacramentali! S. Alfonso era iscritto a molte Compagnie perché voleva guadagnare i meriti di tutte. Se una persona prega bene per i moribondi, per le anime purganti, per l'Apostolato stampa; se pratica bene la divozione al S. Cuore di Gesù, alla Madonna, agli angeli custodi, quali tesori di grazie! Quante benedizioni! Quanti meriti! Quanta | [69] consolazione in punto di morte! Quale festa in Paradiso! Forse la persona stessa non credeva mai più di aver accumulato tanto! Forse ogni giorno dimenticava il bene fatto il giorno prima! Ma il Signore ricorda tutto e tutto premia! Sorprese consolanti troveremo in Paradiso se saremo stati diligenti nell'accumulare questi tesori.
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«Satagite, magis satagite!»8. Sforzatevi di radunare tutti i meriti possibili, come i bravi negozianti che ogni giorno procurano articoli nuovi e nulla trascurano anche per il minimo guadagno. Sulla terra forse non diamo tanta importanza a queste pratiche, ma in punto di morte ne comprenderemo il valore. Non dobbiamo, è vero, caricarci troppo, perché bisogna prima di tutto farle bene; ma anche la semplice iscrizione ad alcune Compagnie è già utile.
Altra sorgente di grazia e merito è l'orazione.
Orazione sono le preghiere che l'anima fa da sola, e voglio dire, in modo particolare la meditazione che, nella vita spirituale, ha grande importanza.
La meditazione è la considerazione di qualche verità per ricavarne proficui ammaestramenti e propositi per la giornata.
Nelle anime incipienti, d'ordinario, la meditazione ha carattere discorsivo. In essa la persona passa da un punto all'altro, da verità a verità: fa l'applicazione pratica a sé e chiede la grazia di praticare il proposito.
La meditazione dei proficienti è invece | [70] affettiva. Domina il sentimento dell'amore. L'anima propone di voler compiere i suoi doveri per amor di Dio, per dargli gusto, per fargli piacere.
La meditazione delle anime perfette è uno sguardo a Dio nel quale rimira la verità che vuole meditare, l'applicazione e la preghiera. Prima di arrivare a questo grado però, l'anima si deve esercitare a lungo nei due precedenti. Nelle anime perfette è Dio che opera, esclusivamente. Da parte dell'anima non occorre altro che una grande e filiale fiducia in lui e un abbandono totale alla sua azione elevatrice.
Questi i mezzi principali per aumentare la grazia, in modo che lo Spirito Santo prenda totale possesso dell'anima e la riempia della sua grazia e dei suoi doni.
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1 Cf 1Cor 12,26.

2 Mt 23,8.

3 Cf in UCAS, 15 febbraio 1928, p. 32: «Dopo i voti le Figlie, invece di suore vengono chiamate col nome di Maestre in ossequio al Maestro Divino che spese la sua vita insegnando con l'esempio e la parola».

4 Is 40,4: «Ogni valle sia colmata».

5 Cf S. Agostino, Commento al Vangelo di S. Giovanni, Discorso VI, 7.

6 Cf nota 3, p. 164.

7 «L'indulgenza, l'assoluzione e la remissione dei peccati... [vi conceda il Signore...]».

8 Cf 2Pt 1,10: «Cercate di rendere sempre più sicura per mezzo delle opere [la vostra vocazione]».