Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE II
IL PECCATO GRAVE

[24] È necessario invocare l'aiuto della SS. Vergine specialmente per mezzo del rosario. Nei rosari che reciterete oggi è molto utile mettere l'intenzione di non essere vittime di inganni negli Esercizi.
Il demonio cerca di oscurare l'anima con vani pretesti e falsi ragionamenti. Cerca di ingannare la volontà facendo vedere ardui certi propositi, troppo difficile il togliere certi difetti, specie se si sono acquistate abitudini cattive. La volontà si sente debole e finisce col persuadersi che non è possibile vincersi e farsi santi. Certo questo non è facile, ma non è neanche impossibile. Il demonio si oppone alle risoluzioni ferme.
Non chiudiamo gli occhi alla luce. Non rendiamoci dure, insensibili ai movimenti della grazia.
Il demonio poi lavora sul cuore e talvolta | [25] riesce a falsare lo spirito di pietà, in modo che per alcune il pregare diventa una semplice preghiera meccanica e non un lavoro intenso, spirituale in modo da trasformare la vita nostra in vita di unione col Cristo.
Pregate perché il demonio non turbi il corso degli Esercizi.
Tra i pretesti che il diavolo può mettere in mente, ci sono anche questi: Se non ci fossero queste circostanze, se fossi in quel luogo, se le altre non fossero così, se fossi più giovane, se fossi più anziana, ecc.
Bisogna farsi santi nelle circostanze in cui uno si trova: circostanze di ambiente, di carattere, di tempo, di difetti, di inclinazioni, con le tentazioni che si hanno, con le difficoltà, con le tali persone attorno, col tale ufficio, bene o male interpretato, ecc. Ma non sapete che questa è tutta provvidenza? C'è solo un'occasione da evitare: l'occasione di peccato; tutte le altre sono volute da Dio. Se ti metti nell'occasione di distrazione, di pensieri cattivi, di mancare di carità, ecc., queste sono occasioni di peccato che bisogna fuggire. Tutte le altre sono disposte dal Signore perché siano lo strumento della nostra santificazione. Ma quella sorella è nervosa!. Ebbene, è proprio essa lo strumento della tua santificazione. Se ti trovi in quelle circostanze, in quell'ufficio
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con quelle persone dove non ti sei messa di tua testa, ma dove ti hanno messa i superiori, dove perciò ti ha messa Gesù, allora spera, perché se a | [26] sinistra vi è la difficoltà, a destra vi è Gesù, in alto il Paradiso che ti aspetta. Gesù ci presenta sempre tre cose: difficoltà, grazia, Paradiso. Coraggio! Non lasciatevi sfuggire le occasioni, non lasciatevi gabbare dal diavolo!
Che cos'è il peccato grave?
«È una volontaria trasgressione della legge di Dio in cosa grave»1. Trasgressione volontaria, perché da una parte v'è la cognizione della mente e dall'altra il consenso della volontà. Se mancasse la cognizione della mente (io non sapevo che oggi era venerdì e ho mangiato carne2) non può esservi il peccato, così non v'è peccato se manca il consenso della volontà.
In cosa grave. Se infatti la materia è leggera (dar via un libro senza il permesso della Maestra), il peccato è veniale; così se la volontà pone solo mezzo consenso, pur essendovi materia grave.
Notiamo però: il peccato è grave anche quando, a volte, si fa sotto aspetto di bene. Il peccato infatti, si presenta sempre sotto aspetto di bene: si rimane accecate o per la forza della passione o per la persistenza della prima impressione. È la fantasia che bisogna subito vincere, perché poi il demonio e le passioni soffiano e ci formano una mentalità che presenta il peccato sotto aspetto di bene. Il male sta nel non scacciare la prima idea e nel mettersi a pensare e a ragionare. Eva si mise a ragionare | [27] col serpente e si decise a staccare il frutto dall'albero, persuasa di diventare simile a Dio3!...
Quando si presenta un'idea cattiva alla mente, bisogna scacciarla subito, se no prende possesso del cuore, poi ci si forma un complesso di idee e di ragionamenti che persuadono. Lo sbaglio sta nel mettersi a disputare, nel dar ascolto alla tentazione.
Alcune pensano tutto il giorno come vogliono e poi si formano un certo modo di pensare che non si può più correggere. Agli altri sembra una stranezza e per esse invece sembra la cosa più giusta del mondo. Poi vengono le parole, le opere!...
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Il peccato si commette con la mente, con il cuore e con le opere, ma ha inizio dai pensieri! Il mettersi volontariamente in occasione di peccato, è già peccato! Ma guarda un po': stanno delle ore e ore, e tutta la notte, e dei giorni interi con quel pensiero che le turba. E perché sono sotto quell'impressione stanno un mese senza parlarsi. E vanno a dormire senza cena!... Ma questo è grave!
Quando si è sotto un'impressione, bisogna fare le cose ordinarie come prima, non sfogarsi. Se si dà retta alla cattiva impressione, dopo bisogna confessarsi! Ma io lascio passare: dopo una settimana non sento più nessuna impressione, nessuna avversione!. Già!... dopo che hai fatto peccato, dopo che hai dato sfogo alla passione!. E stanno mezz'anno sotto l'impressione che i superiori non le possano vedere!...
[28] Ma poi mi passa!. Sì, passa, ma se passa da sé, passa dopo il peccato! Bisogna combattere subito, positivamente, pensando ad altro, concentrandosi meglio nell'adempimento del proprio dovere.
È cosa gravissima il peccato mortale per una religiosa! Chiamata da Dio, avendo tanti mezzi per evitarlo, potendo ogni momento ricorrere a Dio! La figlia prediletta di Dio che rinnega il suo Padre, il suo Sposo celeste! «Filios enutrivi et exaltavi, ipsi vero spreverunt me!...: Ho nutrito ed esaltato quell'anima, ed essa mi ha disprezzato!»4. Ha cacciato da sé lo Spirito Santo, ha cacciato Gesù suo sposo, il Padre celeste che si presentava con le sue grazie!...
Grave male è il peccato! Con esso si chiude il cielo, si apre l'Inferno; si sottoscrive la propria sentenza di condanna eterna: non manca che l'esecuzione, la quale potrà avvenire presto o tardi, se uno non si pente.
Il peccato è un insulto alla divina maestà. Dio, nostro Padre, nostro Creatore, nostro Padrone, e gli si nega l'obbedienza! Il peccato è un attaccarsi alle creature, è preferire a Dio un piacere, una soddisfazione, una passione, un qualcosa di innominabile.
Il peccato chiude le mani a Dio, alla sua misericordia; crocifigge Gesù Cristo. È un atto villano contro lo Spirito Santo che abita nell'anima. È una ribellione, è un'ingratitudine, è un atto di
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crudeltà, un colpo mortale, un attentato contro Dio: «Peccatum, quantum in se est, | [29] occidit Deum!»5, dice S. Tommaso. Se Dio 29 non resta ucciso, è per merito suo, per la sua onnipotenza, perché egli è la stessa Vita. Ciò non toglie che il peccatore abbia vibrato il colpo mortale. Come se uno sparasse, ma non colpisse perché l'altro si china e schiva la pallottola: se quest'ultimo non rimane ucciso è merito suo; chi spara però è sempre colpevole di omicidio.
Il peccato porta rimorsi. Come si può mai vivere in Religione, portare un abito santo, stare tra sorelle buone, toccare cose sante, venire tante volte in chiesa, e sentirsi lontane da Dio, sentire che Dio non è più in noi! Egli non è in me ed io non sono in lui! Peggio se quest'anima o per vergogna o per rispetto umano, o per abitudine, continuasse, in stato di peccato, a fare la Comunione! Se non vuole risorgere da quello stato e rimane in esso ostinatamente! Almeno andassi lontana da Dio a peccare! Dio ti vede nella notte e nel giorno e scruta il tuo cuore6. Dio vede la tua fantasia e il tuo interno e tu pecchi e l'offendi!
Atto di stoltezza e anche di temerità! Chi ti assicura che avrai tempo di pentirti, di confessarti? Chi ti assicura che la morte sarà preceduta da malattia e che avrai la forza allora di confessarti? E non sai tu che il peccato ti accumula l'ira di Dio? E se poi diventa abitudine, maliziosa ostinazione, non si sa più dove si andrà a finire! Quando c'è la cecità della mente, l'ostinazione, c'è molto pericolo di dannazione eterna! Quando un'anima lascia passare gli | [30] Esercizi, i Ritiri, le Confessioni, le buone occasioni; quando rifiuta la lotta e continua a offendere Dio, quando è così ingrata alla voce di Cristo, come potrà sperare di convertirsi in punto di morte? Il peccato mortale può portare all'impenitenza finale!
E, ma come si fa a non confessarsi in punto di morte?. Oh!... può venire una morte improvvisa, può venire una malattia e non essere disposte a confessarsi bene: Quando potrò andare in chiesa, farò una buona confessione!.... E se in chiesa vi ritornassi solo dopo morte, cadavere?
Tre conseguenze:
1) Il peccato mortale è necessario confessarlo subito, sinceramente, con dolore vivo, e mettere avanti le cause, e ascoltar
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bene gli avvisi del confessore, mettersi a posto, togliersi dalle occasioni di peccato. Fare un proposito efficace, risoluto, senza troppa delicatezza. Se non ti metti con energia e se non tagli, la piaga diviene cancrenosa. Gesù ha detto: «Se la tua mano ti è rrmgimpHi peccato, tagliala»7. Bisogna tagliare, strappare, perché è meglio entrare in Paradiso con una mano sola, con un occhio solo, anziché andare all'Inferno con tutti e due. Sono parole di Gesù e noi dobbiamo applicarle alla lettera, e non tenere i piedi in due staffe: bisogna tagliare, se no si va all'Inferno: con due occhi, due mani e due piedi, ma si va all'Inferno.
2) Fare la penitenza del peccato, anzitutto | [31] mediante il dolore e poi col tenerlo presente per tutta la vita, non per dubitare del perdono, non per cadere negli scrupoli (che sono una forma di amor proprio, perché sarebbe un soffrire di essere umiliati), ma per ricordare che siamo stati figli ingrati di Dio e per tenerci nell'umiliazione. Sempre pentirci, tutta la vita, anche sul letto di morte. La preparazione alla morte deve consistere in un Miserere e nell' accettare tutte le cose contrarie ai nostri gusti, in penitenza dei peccati!
3) Cacciare il peccato dalla Congregazione. Ciascheduna vigili. Non si permetta alle più giovani di stare nelle occasioni di peccato. Se si deve chiudere, si chiuda; se si deve tagliare, si tagli. Esigete che ci sia prudenza: non stare troppo fuori, non mettersi in certe circostanze, non separarsi, non andare da chi non si deve andare, non ripetere le visite quando basta una8. Non creiamo noi le eccezioni, le occasioni. Capisco che ci sono casi straordinari, ma allora il Signore dà la grazia. E perché non si pecchi, si pensi ad allontanare amicizie particolari, si dia alle giovani un'educazione forte.
Allontanate tutte quelle che hanno bisogno di tanti asciugamani per le lacrime, di tante caramelle. Essere piuttosto cinque invece di dieci, ma forti, forti, forti!
Vi è una pedagogia umana, cristiana, religiosa. Voi dovete seguire la pedagogia religiosa, non quella umana o cristiana soltanto. Formare figlie forti che sappiano dir di sì al Signore; come | [32] la Madonna. Fate bene l'esame se cercate di allontanare il peccato
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cato, perché avete responsabilità o perché avete ricevuto più istruzione, o perché dovete vigilare sulle altre, o perché vi trovate fra sorelle che zoppicano.
Non date posto al diavolo, non permettete che a studio siano sole, che stiano troppo vicine di letto, né che spengano troppo facilmente le luci. Vigilare, vigilare, su di noi e sulle altre. Aver pazienza, ma vigilare molto, su di voi prima e poi sulle altre. S. Pietro lo raccomanda tanto ai vescovi e ai sacerdoti: «Vigilate perché il diavolo, vostro avversario, vi gira intorno, cercando di divorarvi»9.
E qui una piccola riflessione. In generale credono quasi sempre che non si possono fare peccati gravi se non contro il sesto comandamento. Ma se ne fanno di superbia, se ne fanno sulla fede e contro tutti i comandamenti; fa peccato grave chi non fa niente, chi non si spende abbastanza per la Congregazione; peccati contro la giustizia. E si fanno dei ragionamenti falsi. Vigilare su tutte le virtù perché si può mancare gravemente su tutte.
E preghiamo perché tutta la nostra vigilanza e tutte le nostre buone risoluzioni non basterebbero senza la grazia del Signore.
Ab omni peccato, libera nos, Domine!10.
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1 Cf A. Tanquerey, Compendio di teologia ascetica e mistica, n. 707.

2 Allusione al quinto precetto della Chiesa come era formulato nel catechismo.

3 Cf Gen 3,1-6.

4 Cf Is 1,2.

5 «Il peccato, per sé, uccide Dio».

6 Cf Sal 139.

7 Cf Mt 5,30.

8 Allusione alla propaganda a domicilio. L'invito alla prudenza ricorda implicitamente il richiamo della Santa Sede del 1939 (cf Introduzione, p. 18).

9 Cf 1Pt 5,8.

10 «Da ogni peccato, liberaci, o Signore!».