Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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[ISTRUZIONE I]
[ESERCIZI DELLA VOLONTÀ DI DIO]
Introduzione


[7] Gli Esercizi spirituali sono giorni di grazia che il Signore ci concede nella sua infinita misericordia.
Il lavoro che si deve compiere durante gli Esercizi è il primo, il più importante, quello che più conterà sulla bilancia di Dio.
Si tratta di vedere come camminiamo, di dare uno sguardo al passato e di provvedere per l'avvenire.
Bisogna contare molto sulla grazia, perché il lavoro che si deve compiere è, di natura sua, soprannaturale.
Bisogna, inoltre, lasciare le occupazioni ordinarie e riposare l'anima in Dio. L'anima riposa in Dio quando detesta i propri peccati e si arrende alla volontà di Dio per compierla generosamente.
Incominciamo questi Esercizi dietro l'invito di Gesù, sull'esempio di Maria e sotto la protezione di S. Paolo. | [8] E che Esercizi saranno questi? Gli Esercizi della volontà di Dio. La perfezione sta tutta qui: nell'eseguire la volontà di Dio.
La vita passa e ci avviciniamo alla fine dei nostri giorni. Lasceremo presto questo mondo e ce ne andremo in Paradiso dove tutto è pace e serenità. Prepariamoci, prepariamoci al cielo! Questi otto giorni siano giorni di preparazione al cielo.
Nel far l'esame sul passato vediamo dove non abbiamo ancor fatto bene la volontà di Dio: nel guardare all'avvenire, vediamo che cosa dobbiamo fare per compiere bene la volontà di Dio.
La volontà di Dio si manifesta prima di tutto nei comandamenti, poi nei consigli e nella pratica delle virtù. Alle volte crediamo di essere giunti a chissà quale grado di perfezione mentre non osserviamo ancora i comandamenti: siamo ingiusti, non diciamo la verità, trattiamo male il prossimo.
Non dobbiamo credere che sia tutto fatto quando si è fatta la professione, perché il demonio va preparando dei tranelli che spesso ci inducono in inganno. Pur avendo fatto i voti, talvolta nella vita s'infiltrano delle cose, degli attaccamenti, dei difetti, per cui non si fa quel bene che si dovrebbe, anzi talvolta più si va avanti e più si raffredda il fervore. Talora s'infiltra l'amor proprio, lo spirito di distrazione, di divagazione, per cui anche le
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opere buone che si fanno non piacciono al Signore e dispiacciono anche all'anima che le compie. Queste | [9] infiltrazioni dipendono da superbia, da invidia, da sensualità, da pigrizia, da spirito di comodità, dal desiderio di essere amate, stimate; dipendono, queste infiltrazioni, dalle sorelle che hanno delle sistematiche opposizioni a chi dispone; oppure dipendono dal demonio stesso che stende un velo di tristezza, di scoraggiamento su tutto, che fa penetrare nelle anime lo spirito mondano.
Il demonio è astuto: copre i difetti negli esami di coscienza, nei ritiri e anche negli Esercizi, affinché non ce ne correggiamo.
Il diavolo cerca di impedire la conoscenza di noi stessi: questa conoscenza che sarebbe l'apogeo della sapienza.
Tra le opere buone e le opere cattive vi sono opere che non sono peccati (perché non sono cattive), ma hanno tante imperfezioni, tanti guasti che non si possono chiamare buone: pomi che hanno tanto di marcio per cui ci rimane ben poco di buono!
Quali sono le mie opere? Dove collocarle? Tra quelle buone o tra quelle cattive o tra quelle delle anime tiepide che mettono nausea a Dio? Vedere bene il passato. Com'è l'annata?
Esaminiamoci spassionatamente su questi punti:
1) Osservanza dei comandamenti di Dio. Alle volte non si osserva la giustizia la quale «magis urget»1, si manca alla carità, alla delicatezza anche riguardo ai desideri, si manca anche contro la benevolenza naturale... E qui non sto | [10] a fare la rassegna
dei comandamenti, perché ognuna potrà farla da sé.
2) Esaminare bene la volontà di Dio espressa nei voti religiosi: come si è stati riguardo alla povertà, alla castità, all'obbedi enza.
3) Esaminare la vita quotidiana. Come ci siamo comportati in riguardo alle disposizioni che vengono impartite e che sono l'espressione della volontà di Dio per noi. Apostolato, orari, (specie quelli che devono salvaguardare la vita dello spirito), ufficio (come si è accettato e come adempiuto), l'amore alla vita comune, quotidiana; tutto l'andamento della vita religiosa (dall'abito alle tradizioni).
4) Se ci siamo adattate a tutto ciò che Dio vuole da noi, in modo da non avere più volontà nostra né alcun desiderio: che siamo sani o malati, che ci sia la pioggia o la neve, il caldo o il
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freddo, che il Signore disponga il successo o l'umiliazione, che il nostro bene sia riconosciuto o no (è una grazia che ci dicano male).
Senza scoraggiamenti (abbiamo il cuore di Gesù nel tabernacolo!...), ma con umiliazione profonda guardiamo al passato. Noi non abbiamo meriti, ma prendiamo quelli di Gesù. Rivolgiamoci con fiducia al Crocifisso e speriamo in lui.
Quanto al futuro, è necessario che guardiamo se siamo fissi sul principio che la volontà di Dio è la base della perfezione. Dobbiamo essere ben persuasi che la divina volontà è quella | [11] in cui consiste la pace, la serenità, il merito e che nell' adempiere questa volontà consiste la santità.
Ogni giorno ripetere: finora non ho fatto niente, ora incomincio.
Gesù non cercò mai di soddisfare se stesso, ma solo di piacere al Padre: «Quae placita sunt ei facio semper: Io faccio sempre quello che piace al Padre»2.
La volontà di Dio è dunque la santificazione dell'anima e il Salvatore ci dà l'esempio più eloquente. La sua biografia si può intitolare: Storia di uno che ha sempre fatto la volontà di Dio: «In capite libri scriptum est de me ut faciam voluntatem Patris mei qui misit me»3.
Talvolta noi anneghiamo la volontà di Dio in un complesso di gusti, di preferenze, che nasconde l'amor proprio più vivo, più prepotente, nutrito, accarezzato, voluto. E sarà quello che in punto di morte ci darà tanti rimorsi da dilaniarci il cuore.
Signore, luce in questi giorni, grazia!
La nostra vita si può anche intitolare, come quella di Gesù: Storia di un'anima che ha fatto sempre la volontà di Dio?
Se anche facciamo delle buone riuscite, se abbiamo dei successi, ma non facciamo la volontà di Dio, ammucchiamo solo della paglia che ci farà bruciare molto in Purgatorio, se non nell'Inferno. Non abbiamo paura di conoscerci a fondo e di scovare nell'intimo dell'anima nostra. Nel fare questo ci verrà quasi un senso di | [12] spavento, ma non cediamo. Il demonio cercherà di farci scoraggiare, ma stiamo attente: ricorriamo al Crocifisso, speriamo in lui.
Sentire a questo fine delle belle Messe, pregare. Il Signore ci ha chiamati alla santità: questa è la sua volontà sopra di noi.
Gv 8,29.
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1 «È maggiormente importante».

2 Gv 8,29.

3 Cf Sal 40,8: «Sul rotolo del libro di me è scritto, che io faccia il tuo volere».