4. PREPARAZIONE AL NATALE*
«Rorate, coeli, desuper, et nubes pluant Justum: aperiatur terra et germinet Salvatorem»1 va ripetendo insistentemente la Chiesa in ciascun giorno dell'Avvento.
L'Avvento poi è tutto una preparazione al S. Natale: e anche noi dobbiamo prepararci con la preparazione che il Battista andava predicando alle turbe2.
Il Natale è la commemorazione della nascita di Gesù Cristo. Del Figlio di Dio, però, si possono considerare tre nascite3:
1) La nascita eterna nel seno del Padre. Il Padre contemplando se stesso da tutta l'eternità, genera il Figliuolo e dal mutuo amore del Padre e del Figlio procede lo Spirito Santo. «In principio erat Verbum!»4, ma non in principio del mondo, sebbene nell'eternità.
Questa nascita divina si perpetua nel tempo mediante le operazioni ad intra della SS. Trinità, in modo che perennemente il Padre genera il Figlio in tutto uguale a sé, e perennemente il Padre e il Figlio danno origine allo Spirito Santo che ha la loro stessa natura.
2) La seconda nascita del Figlio di Dio è la sua incarnazione. «Et Verbum caro factum est, et habitavit in nobis»5. Noi adoriamo quel Bambinello che è nato nella capanna di Betlemme e gli presentiamo i nostri ossequi e le nostre preghiere. S. Paolo nell'Epistola di oggi (domenica III di Avvento), ripete: «Rallegratevi sempre nel Signore: lo dico una seconda volta: state allegri. La vostra modestia sia nota a tutti gli uomini: il Signore è vicino»6. E noi nel gaudio santo e nella modestia ci prepareremo alla venuta del Natale.
3) La terza nascita del Figlio di Dio è la sua nascita mistica nelle anime. Come la Messa ricorda, anzi è la rinnovazione del
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sacrificio del Calvario, così la commemorazione del Natale richiama la nostra incorporazione in Gesù Cristo e ci ricorda che il Salvatore deve nascere spiritualmente nelle nostre anime. L'incorporazione mistica avviene in questo modo: è volontà del Padre celeste restaurare tutti gli uomini sotto un unico capo, in modo che tutti formino con esso una cosa sola, un corpo unico. Il capo è Gesù Cristo e noi tutti siamo sue membra. Come le membra del corpo umano ricevono vita dal capo, così le membra del corpo mistico di Cristo, ricevono dal capo la vita e ogni bene, e tutto quello che fanno lo fanno per il capo e nel capo7. Così: se piangiamo i nostri peccati, li piangiamo con Gesù nell'orto degli ulivi; se preghiamo, preghiamo con Gesù; se soffriamo, soffriamo ancora assieme a Gesù, anzi, è Gesù che prega, che soffre e soddisfa per noi. Egli, infatti, nella sua dolorosa passione ha visto e ha espiato tutti i nostri peccati e col suo sangue ci ha meritato la grazia che è la vita divina, e con la grazia tutti i beni che abbiamo.
Questa divina incorporazione è avvenuta con la nostra nascita alla grazia, cioè nel Battesimo; ma nel Natale dobbiamo rassodare e perfezionare tale incorporazione. Il Natale, così concepito, deve dunque essere una rinascita spirituale, una maggiore partecipazione alla vita del Capo. Per questo è necessario premettere una buona preparazione che deve essere quella che S. Giovanni Battista andava predicando e che la Chiesa ci fa considerare nelle domeniche di Avvento.
Nel Vangelo di oggi S. Giovanni viene detto più che profeta8: i profeti, infatti, parlarono del Messia futuro, ma egli lo indicò presente: «Ecce Agnus Dei, ecce qui tollit peccata mundi»9.
Ma che cosa predicava al popolo il Battista? La penitenza. Ed egli ne era un grande esempio. «Fate penitenza, diceva, che il Regno dei Cieli è vicino». Anzi, indicava pure il modo con cui ognuno si doveva pentire: «Chi ha due tuniche, ne dia una a chi non ne ha, e chi ha alimenti faccia altrettanto. Non esigete di più di quello che vi è stato ordinato. Astenetevi da ogni vessazione e da ogni frode e accontentatevi della vostra paga»10.
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Il tempo di Avvento deve perciò essere tempo di mortificazione: mortificare la mente, la volontà, il cuore, la fantasia, la curiosità, la lingua, la gola, gli occhi, tutta la vita nella fedele osservanza dei nostri doveri. E come potremo presentarci a Gesù Bambino che giace sulla paglia, nella estrema povertà, se non abbiamo lo stesso suo spirito, cioè lo spirito di mortificazione?
Il secondo modo per prepararci al Natale è l'esercizio dell'umiltà: riconoscere che siamo miseri, che abbiamo ancora tanti difetti, che abbiamo tanto bisogno della misericordia di Dio. Il Battista ci diede anche un grande esempio di umiltà quando, interrogato se fosse egli il Messia, rispose: «No: io sono la voce di colui che grida nel deserto: Appianate la via del Signore, come disse il profeta Isaia»11. Notiamo: sarebbe bastata a Giovanni una sola parola per attirare a sé le folle: ma non la dice, anzi si proclama voce, fiato. Che cosa vi è di più instabile che una voce? Eppure di lui Gesù aveva detto: «È più che un profeta, egli è colui del quale sta scritto: Ecco, io mando innanzi a te il mio angelo, il quale preparerà la tua strada»12. Oh, la nostra superbia, la nostra abitudine a compiacerci di ogni più piccola cosa, quale umiliazione riceve!
Terza disposizione al Natale è la confidenza. Gesù viene a togliere il peccato dal mondo, viene a portare la misericordia e la pace: speriamo in lui. Chi non avrà confidenza in quel tenero Bambino che il Natale presenterà alla nostra considerazione? Le sue mani distribuiscono grazie, il suo cuore palpita di amore per gli uomini, la sua vita è per la redenzione degli uomini. Chiediamo al Bambino tante grazie, chiediamogliele in ogni giorno della novena: abbiamo confidenza in lui. «Tutti quelli che l'hanno ricevuto convenientemente sono stati fatti figli di Dio e dalla sua misericordia hanno avuto grazie e favori»13. Così l'ha ricevuto Maria SS., così S. Giuseppe, i pastori, i magi e tutti coloro che lo hanno riconosciuto come il mandato dal Padre a salvare l'umanità: noi dobbiamo essere tra questi. «Confortatevi e non vogliate temere: ecco il nostro Dio verrà e ci salverà»14.
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* Meditazione stampata in CI, 11-12 (1941) 2, con il sottotitolo :Meditazione del Pr. Maestro. Dal riferim ento alla III Dom. di Avvento, si desume che fu tenuta il 14 dicembr e 1941.
1 Cf Is 45,8: «Stillate, cieli, dall'alto e le nubi facciano piovere la giustizia: si apra la terra e produca la salvezza». Antifona di Avvento.
2 Cf Mt 3,1-12.
3 Richiama S. Bernardo, Discorso 5 sull'Avvento, riportato nel Breviario.
4 Gv 1,1: «In principio era il Verbo».
5 Gv 1,14: «E il Verbo si fece c
il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi».
6 Cf Fil 4,4-7.
7 Cf Rm 12,4-5; 1Cor 12,12-27.
8 Cf Mt 11,9; Gv 1,21.
9 Gv 1,29: «Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo».
10 Cf Lc 3,1-17.
11 Gv 1,23.
12 Mt 11,9-10.
13 Cf Gv 1,12. 16.
14 Cf Is 35,4. Antifona d'offertorio, mercoledì delle quattro tempora di Avvento.