Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE II
LA CUSTODIA DEL CUORE1

[16] Prima di parlare dei mezzi per vincere i vizi capitali, bisogna ancora parlare della curiosità, che si può annoverare come ottavo tra i sette vizi capitali.
La curiosità è un desiderio sregolato di sapere cose che non ci sono utili. Notizie di persone estranee, notizie di guerra, di mondo, ecc. Certe persone, per la curiosità, perdono il controllo della propria anima. Nelle comunità c'è sempre qualcuno che si va interessando delle cose altrui. Ah, in quelle anime, che dissipazione! Bisogna mortificare la nostra curiosità, frenare il nostro sregolato desiderio di sapere ciò che non dobbiamo sapere; bisogna custodire gelosamente il nostro cuore affinché nulla di guasto lo corrompa.
La custodia del cuore: che cosa è? Immaginate | [17] che cosa dovrebbe fare chi fosse adibito alla custodia di una pazza. Custodire il cuore vuol dire vigilare perché non entrino in esso cose cattive.
È quella vigilanza sul nostro interno in modo che l'anima sia unita a Dio. Il nostro cuore è pazzo: occorre una vigilanza attenta perché non ne faccia delle grosse!
La custodia del cuore porta a vivere abitualmente raccolte. Vi sono persone che vivono sempre dissipate: quando fanno una cosa ne pensano un'altra; hanno il cuore aperto a tutte le impressioni che turbano e di giorno e di notte.
Il raccoglimento è l'unione della mente a Dio e alle cose divine.
La persona raccolta pensa sempre al proprio dovere e a Dio. Durante l'anno il suo filo conduttore è Dio che la guida e la sorregge.
La persona dissipata è instabile nei suoi proponimenti: sente una predica e cambia il proposito che già aveva fatto; sente un avviso del confessore e lo cambia di nuovo; dopo un po' fa altrettanto.
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Vita interiore, vita interiore ci vuole, per cui l'anima attende seriamente a se stessa e lavora con energia. La vita interiore ci fa camminare spediti per una via retta, come appoggiati a una ringhiera.
Non fate come fanno i cani che scorrazzano a destra e a sinistra perdendo il fiato e sprecando i passi. Certe persone sono distratte come i cani per strada: mille pensieri, mille curiosità, | [18] mille preoccupazioni inutili. Ma no: pace, pace, semplicità! Ma sapete che è gran cosa attendere a se stessi!2...
L'abituale raccoglimento assicura la retta intenzione. Chi non è raccolto un po' guarda qui, un po' mira là. Chi è raccolto fa tutto per Dio: dalla levata fino all'ultima ora del giorno e della notte.
Retta intenzione. Guardate che la retta intenzione è necessaria e quanto più è viva e attuale, tanto più le azioni sono meritorie. Con la retta intenzione tutte le cose si rivestono di un colorito speciale. Il non essere raccolti spesso guasta la retta intenzione. La retta intenzione di Gesù era sempre viva: «Quae placita sunt ei facio semper»3.
La custodia del cuore rende la retta intenzione attuale cioè presente in ogni azione. I meriti non si contano dal numero degli anni, ma dall'intensità della vita. Le cose che valgono sono quelle fatte per amor di Dio, nell'oscurità, senza che alcuno le noti. Intenzione viva, attuale, che non si occupa di ciò che gli altri possano dire o pensare.
La custodia del cuore è ancora un aiuto potentissimo per vincere noi stessi. Come fa quella persona a conoscere se stessa se non custodisce il cuore? Certune sono folli per il loro cuore: alti e bassi; incostanti in ogni cosa. E poi hanno un bel piangere e scoraggiarsi, ma se non custodiscono il cuore, non combinano niente.
Chi custodisce il proprio cuore riprova se | [19] stesso in tanti desideri e sentimenti: Mi sono data a Dio e desidero ancora tante sciocchezze: che sposa infedele sono io!
Quanti frutti raccoglie chi custodisce il proprio cuore! Quanti meriti! Se va a pregare, prega sul serio, se lavora lo fa con energia, se studia, studia con amore e per piacere a Dio.
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La custodia del cuore fa compiere molto progresso. Quel cuore sempre abbandonato in Dio, quella volontà sempre disposta al bene quanto avanzamento segnano! Chi custodisce il cuore santifica le parole, le opere e i sentimenti. A quest'anima raccolta Gesù comunica se stesso, fa sentire le sue ispirazioni. E l'anima è tranquilla e in pace perché sente il Signore. In quel cuore v'è una piccola cella dove Gesù e l'anima stanno in continua unione. Nessuna tempesta esterna è capace di interrompere quella intima conversazione: è questo che rende dolce la vita, che porta quell'abituale gaudio spirituale che è frutto dello Spirito Santo ed è una specie di Paradiso anticipato.
Felice chi può comprendere e praticare la custodia del cuore! La sua vita è una vita di carità, d'amore. Essa ha trovato il suo asilo, il suo riposo. Mirabile progresso in quell'anima, poiché Gesù lavora in lei e la trasforma.
Chi non custodisce il cuore è come una piazza aperta a tutte le intemperie. Certe anime sono proprio tali e non lo vogliono capire. Nella vita religiosa non trovano nulla, perché non custodiscono il cuore.
[20] Trovate Gesù per mezzo della custodia del cuore: solo a questo patto sarete vere suore. Benedetta la custodia del cuore. Sono molti quelli che la praticano, ma non troppi.
Custodite il cuore e troverete il segreto della pace e del progresso!
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1 Cf G.B. Chautard, L'anima di ogni apostolato, ed. cit. La presente istruzione si ispira al cap. 4 della V parte: “La custodia del cuore, chiave di volta della vita interiore e perciò essenziale all'apostolato” (pp. 280-304).

2 Cf 1Tm 4,16.

3 Gv 8,29: «Io faccio sempre le cose che gli sono gradite».