Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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[CONDIZIONI PER FAR BENE GLI ESERCIZI]
Introduzione

[5] Tutta l'opera della nostra santificazione consiste nel togliere da noi il male e nel mettere invece il bene.
Togliere il male significa togliere il peccato. Chi assicura che non vi sia il peccato mortale proprio in nessuna anima? A volte siamo ciechi e non ci pensiamo, e intanto il cuore ha dei sentimenti che non piacciono a Dio, la mente ha dei pensieri che non sono buoni. Alle volte si trascurano dei mezzi, che tante volte il confessore ha già indicato.
Vi può essere il peccato grave, dunque, e questo può essere di pensiero, di sentimenti, di parole, di opere; e si può commettere riguardo alla pietà, ai comandamenti, ai consigli evangelici. Non è mica impossibile commettere peccato grave su qualsiasi virtù! S. Paolo diceva: «Nihil enim mihi conscius sum: mi sembra di non aver nulla»; ma poi subito soggiungeva: | [6] «Sed non in hoc iustificatus sum: non per questo sono giustificato!»1.
È vero che, per avere il peccato sulla coscienza, bisogna saperlo: all'Inferno senza saperlo non si va; ma alle volte noi il peccato non lo ricordiamo perché non vi pensiamo.
Non può essere che si siano fatte spese eccessive, che in quella data circostanza si sia usata troppa libertà, ecc.?
Forse l'anima nostra è turbata dal ricordo di qualche cosa che non sa bene se sia mortale o veniale. Alla Comunione va con una certa qual titubanza. Non vorrebbe morire in quello stato; preferirebbe fare una buona confessione: la faccia, mentre è in tempo, se il Signore così le ispira.
In secondo luogo bisogna togliere da noi il peccato veniale. Dei peccati veniali ce ne sono di quelli deliberati e di quelli indeliberati: la trascuranza del dovere, della preghiera, i desideri di stima, di lode, la soverchia curiosità, la facilità di giudicare il prossimo, un po' di golosità non raffrenata.
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Peccati veniali ce ne possono essere di invidia, di sensibilità, ecc.
Sono deliberati quando si conosce che quella cosa non si deve fare, non va bene, e tuttavia si fa lo stesso.
Il peccato veniale può essere tale anche quando vi è la materia grave, ma è imperfetto l'atto perché manca la piena avvertenza o il deliberato consenso.
[7] Alle volte si è colpevoli in causa, come quando uno si mette nelle condizioni di avere tante distrazioni nella preghiera.
Vi sono inoltre le imperfezioni, cioè quel complesso di fragilità che possiamo commettere, ma solo per umana debolezza: può essere una bugia che ci sia sfuggita prima ancora che ci fosse stato il tempo a riflettere, uno scatto d'ira improvviso, una disubbidienza commessa senza rifletterci, ecc. Le imperfezioni non si possono togliere tutte, ma bisogna combatterle sempre: si riuscirà almeno a diminuirle.
Pulire e ripulire quest'anima.
Ci vorranno molti giorni forse, per togliere dall'anima la polvere che si è depositata su di essa, ma è un lavoro necessario che bisogna fare a qualunque costo.
Prima che si sia acquistata l'abitudine di parlare a tempo, di governare bene questo nostro cuore, di tenere a freno gli occhi, ce ne vuole del lavoro! Ma bisogna farlo!
I santi più progrediscono nella virtù, più scorgono dei difetti da togliere. Più si va avanti e più il Signore darà luce alla nostra anima.
Quella santa che già aveva fatto dei miracoli, quando il Signore le fece vedere lo stato della sua anima, credeva di venir meno dallo spavento.
Quelle che non si sforzano di progredire, dicono sempre: In fin dei conti, che cosa faccio di male? Ho compiuto il mio dovere! Diremo anche così in punto di morte? Al giudizio di | [8] Dio? Adagio colle nostre affermazioni così decise! Pensiamo che Dio trova delle macchie perfino negli angeli!2. E noi che siamo tutt'altro che angeli...
Dobbiamo andare più avanti e togliere anche l'affetto al peccato. Togliere, ad esempio, la golosità, la superbia, la pigrizia.
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Vi sono delle persone che stanno bene nella loro gabbia rassegnate: non fanno del male grave perché non ne hanno l'occasione; ma appena lasciate un po' libere, passano dalla Comunione quasi quotidiana, ad una condotta molto deplorevole.
Se vuoi conoscere te stessa, guarda come ti regoli quando sei sola o quando ti trovi in un ambiente contrario. È allora che si vede se l'affetto al peccato è stato tolto. Togliere la tendenza a cercare la stima degli altri, togliere il desiderio dell'indipendenza; stare fuori del mondo perché amiamo Gesù, perché sappiamo che il mondo è pieno di pericoli; non è per noi.
Ultima cosa da togliere, per cavare il male dal nostro cuore, è fuggire le occasioni, adoperare tutti quei mezzi che ci furono indicati per evitare il peccato. Se il confessore ha detto: Tu devi togliere questo sentimento, se no non sai dove ti conduce, bisogna ubbidire. Togliere anche quel male che non appare all'esterno: frenare la fantasia, dominare la mente facendola pensare a cose buone.
Vi sono persone che, appena svegliate, pensano a tante cose e non a Dio: togliere queste | [9] cose! Vi sono persone che incominciano la preghiera senza mettersi alla presenza di Dio, senza raccogliersi (come si metterebbero a sbucciar patate); togliere questa abitudine; togliere l'abitudine di andare sempre solo con quella data persona (in tal caso si raddoppiano i difetti). Togliere dal nostro cuore ogni simpatia, antipatia, freddezza, rancore: queste sono cose che chiudono il cuore alla grazia. E il Signore non entra più coi suoi lumi nell'anima.
Vi è chi vuole sempre parlare e chi tace sempre perché ha qualche passione in cuore: togliere tutto questo. Non avere un determinato punto su cui non si vuole esser toccate: anche se il cuore dovesse sanguinare, bisogna togliere da esso ciò che vi è di male. «Se l'occhio tuo ti è di scandalo, cavalo!...»3. Vedete come va avanti Gesù. Alle volte noi vogliamo conciliare l'io con Dio, la comodità e la pietà, l'amor di Dio e i capricci. Eppure questo è impossibile. Dio regnerà nel nostro cuore solo a patto che noi togliamo da esso il male...
Prima di voler seminare nell'orto, sradichiamo le ortiche, togliamo le pietre, la gramigna, poi si semineranno le piante utili.
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La prima parte degli Esercizi spirituali va dedicata a questo.
Siamo persuase che nel nostro cuore vi è molta erbaccia: se ne conosciamo dieci piante, pensiamo che ce ne saranno più di venti.
Gesù cerca delle anime belle, delle spose sante, vestite di abiti splendenti e chissà quante | [10] cose egli vede nella nostra anima che lo allontanano.
Quand'anche foste salite già a una grande perfezione, pensate che ci sarà ancora sempre in voi del male da togliere.
Cantiamo e recitiamo di cuore il Miserere: «Signore, lavami e la mia anima diventerà più bianca della neve»4.
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1 Cf 1Cor 4,4.

2 Cf Gb 4,18.

3 Mt 18,9.

4 Sal 51,9.