Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XXI
DOMENICA DELLE PALME1

[127] Oggi la liturgia si presenta divisa in due parti. La prima ci mostra il trionfo di Gesù; la seconda la passione di Gesù.
La prima è la voce del popolo che proclamava: «Hosanna Filio David. Benedictus qui venit in nomine Domini»2: parole che indicano come Gesù sia il mediatore, il redentore dell'umanità caduta.
Il popolo così ammirato della bontà di Gesù, così stupito dei suoi miracoli, specialmente dell'ultimo: la risurrezione di Lazzaro, non poteva far a meno di acclamare Gesù con folle entusiasmo. Al suo passaggio distendevano i loro mantelli sulla via, staccavano rami di ulivo e palme e Gesù procedeva trionfante in mezzo al popolo. La turba parlava allora ispirata dal suo sentimento. Non così parlerà al venerdì santo: sarà ispirata dalla malizia dei falsi dottori e dei farisei.
Tra la domenica delle palme e il venerdì | [128] santo passa però ben poco tempo. E come è lugubre quel grido: «Crucifige!»3.
Il mondo è fatto così: oggi ti acclama e loda, domani ti critica e condanna. E mentre il popolo acclama Gesù e i farisei s'infastidiscono che egli sia troppo onorato e pensano ad evitare quella gloria, al venerdì santo tutti gridano la crocifissione di lui e lo pospongono a Barabba. E vi può essere cosa più brutta e ingrata di questa?
Bisogna agire rettamente e poi lasciar fare e dire: il giudizio del mondo è così volubile. Solo il giudizio di Dio conta.
Nessuna deve guardare quel che possa apparire all'esterno, né quello che gli altri dicono. Dio solo vede l'interno: legge negli animi e scruta i cuori. Dio è contento di noi? Ci basta. «Non qui se commendat, ille probatus fuerit, sed qui Deus commendat»4.
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E che cosa vale se, mentre gli uomini applaudono, Dio non è contento?
Che cosa vale nascondere sotto un atteggiamento raccolto, una mente divagata che ha tutt'altre aspirazioni anziché amare e servire il Signore?
E d'altra parte che cosa vi è da temere se anche tutti ci disprezzano, ma Dio ci ama e noi facciamo le cose unicamente per lui? «Quis est qui condemnet?»5.
Perciò cercare e volere solo la purezza della mente, la santità del cuore, l'osservanza delle regole. E poi non fare alcun conto del mondo. | [129] Esso è un gran chiacchierone, dice S. Francesco di Sales; se scopre qualche opera buona loda e approva fino all'esagerazione; se vede qualche piccolo atto cattivo si rivolta ed esageratamente disprezza. Non temiamo il mondo né omettiamo il bene per rispetto umano. Dio solo! Egli scopre tutto, vede ogni cosa. È necessario che guardiamo a Dio.
Gesù Cristo quando uscì dal trionfo parlò della croce e dinanzi alla sua mente già si delineava tutto il quadro del venerdì santo. Non si lasciò invanire dalle lodi umane né abbattere dagli insulti.
Ed ecco il contrasto della liturgia di oggi. Prima il trionfo e poi la passione fino al «Consummatum est»6, fino a reclinare il capo e spirare.
Ecco l'insegnamento che dobbiamo ricavare: operare per Dio solo, rettamente affinché in punto di morte si possa dire: Non mi sono lasciata trascinare dal rispetto umano né dalle lodi degli uomini. Tu solo, o Gesù, mi sei bastato!
Cerchiamo di piacere solo al Signore. Ma quanti si lasciano guidare dal giudizio degli uomini, quanti trascurano il bene perché gli altri deridono, per timore di essere speciali. È vero che non bisogna essere speciali nel fare stranezze, ma speciali nell'osservanza perfetta di ogni regola, sì.
Facciamo tutte le cose per Dio? Nell'eternità Dio solo ci basterà, perciò cerchiamo di piacere unicamente a lui.
E se anche il mondo c'insulterà e calunnierà, | [130] pensiamo che verrà il giorno della morte e il mondo finirà di parlare di noi, e ognuno si presenterà solo a Dio.
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Abbiamo sentimenti santi! Un desiderio solo: desidero che il Signore sia contento di me. Ché se sarà contento il Signore, verrà certamente il giorno del trionfo, come venne per Gesù la risurrezione gloriosa!

[131] Conclusione7

Nella via della santità:
a) Due sono gli impedimenti: la propria volontà e la propria soddisfazione.
b) Non sono da temersi: né il demonio con le tentazioni; né il mondo con i suoi giudizi; né le prove di spirito come le distrazioni, desolazioni; né la concupiscenza della carne con tutte le passioni.
c) La via è semplice: tendere direttamente a Dio, cercando con semplicità la sua volontà nei comandamenti, nelle regole, nelle disposizioni; appoggiandoci alla sua grazia; con cuore retto, con fede sincera, con coscienza pura.
d) Con queste norme: grande pace, via illuminata, molto merito.
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1 Nel 1941 la domenica delle Palme ricorreva il 6 aprile. Questa istruzione appartiene quindi al corso di Esercizi iniziato il 29 marzo a Roma.

2 Mt 21,9: «Osanna al figlio di Davide. Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna...».

3 Mt 27,22: «Sia crocifisso!».

4 2Cor 10,18: «Perché non colui che si raccomanda da sé viene approvato, ma colui che il Signore raccomanda».

5 Rm 8,34: «Chi condannerà?».

6 Gv 19,30: «Tutto è compiuto».

7 Stampata anche in CI 3-4 [1941] 1, senza alcuna variante. Non si tratta di una conclusione vera e propria degli Esercizi, ma di un trafiletto, messo a forma di conclusione.