ISTRUZIONE VIII
GLI INCIPIENTI
[48] La perfezione consiste nell'osservanza fedele dei due principali comandamenti: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutte le tue forze; amerai il prossimo tuo come te stesso»1. Il primo si riferisce particolarmente alla vita interiore, all'amor di Dio proprio dell'anima. Il secondo si riferisce all'apostolato da esercitarsi in pro del nostro prossimo. E perciò voi, nella vita religiosa tendete all'osservanza di questi due precetti. Il vero amor di Dio ci spinge ad avere gli stessi sentimenti, lo stesso cuore, gli stessi desideri di Gesù. L'anima che ama veramente Gesù vuol lavorare, amare, soffrire per il prossimo. Neppure nella vita contemplativa non c'è vero amor di Dio se non si arriva a questo. Gesù è il Figlio di Dio che ama il Padre di un amore infinito, ed è pure il Salvatore, il Redentore dell'umanità e non ha risparmiato nulla per essa.
[49] L'anima più contemplativa diventa la più apostolica. Le anime che amano di più l'Eucaristia sono quelle che fanno maggior bene al prossimo: lucerne ardenti e illuminanti2.
La vita interiore e la vita apostolica si completano e si animano a vicenda. La vita apostolica senza la vita interiore è un'illusione e la vita interiore senza le fiamme dell'apostolato è pure un'illusione. Come ha fatto Gesù Cristo? È disceso dal cielo, si è umiliato, ha predicato la sua dottrina, è morto sulla croce per dar gloria al Padre, non solo, ma anche per la salvezza del mondo.
Gesù è l'anima più interiore e più apostolica. È il Religioso del Padre e l'Apostolo del Padre.
Dopo aver pregato tutta la notte e aver contemplato il Padre nell'amore, Gesù eleggeva gli Apostoli3 e compiva l'apostolato.
Quelle anime che credono di poter fare senza la vita interiore si illudono. Beato chi sa unire le due vite come faceva Gesù! L'anima più interiore, il cuore più di Dio, è nello stesso tempo, l'anima più zelante, il cuore più apostolico.
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Vi sono, a questo proposito, delle idee false. Il diavolo cerca di falsare le cose più importanti e preziose: si falsano i biglietti da mille, non quelli da una lira!
Nella vita interiore si distinguono tre stati: il fine di essi è però sempre lo stesso: vivere di Gesù, avere i suoi desideri e sentimenti. Scomparire per lasciare che in tutto operi Gesù.
Il primo stato è quello delle anime incipienti; | [50] il secondo delle anime proficienti; il terzo delle anime perfette.
Le anime incipienti sono quelle che hanno vero desiderio di perfezione, cioè di lavorare realmente a farsi buone e sante. Cadono però abbastanza frequentemente in peccati veniali deliberati. Possono essere o anime convertite dal peccato grave o anche innocenti ma che non hanno mai capito prima che cosa significhi tendere alla perfezione e tuttavia non hanno mai fatto peccati gravi perché non ne hanno mai avuto occasione.
Possono anche essere anime tiepide e per queste è assai più difficile l'inizio, perché se vogliono cominciare devono fare salde risoluzioni. L'anima tiepida non ha grandi slanci né grandi pentimenti e quasi confonde una certa tranquillità che prova, con la santità4.
Quali sono gli Esercizi spirituali, le opere di pietà, qual è la condotta che devono tenere queste anime per cominciare davvero? Anzitutto il timor di Dio. Devono meditare sovente i motivi di timore: morte - giudizio - inferno - la triste condizione di un'anima che non fa frutto della grazia di Dio. Meditare che cosa vuol dire essere abbandonati dal Signore. Pensare ai danni che apporta la tiepidezza, ecc.
Le anime religiose che non si danno alla perfezione non hanno vera volontà, ma velleità: Vorrei; di queste anime - dice S. Teresa - è lastricato l'Inferno. | [51] Ma bisogna cavar via l'occhio molte volte; bisogna rinunciare seriamente a tanti desideri e vanità! Queste non sono anime incipienti, ma sono anime che non vogliono mai incominciare seriamente.
Perché i propositi siano efficaci, è necessario prendere tutti i mezzi per praticarli: Ma io vado lo stesso con quella persona e non farò più mormorazioni! Il diavolo si ride di questi propositi. Se tu andrai con quella persona, farai peggio di prima, perché presumi di te stessa.
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Oltre il meditare su motivi di timore, bisogna venire alla pratica, ossia all'osservanza di quanto si è proposto. Certe anime vorrebbero incominciare a camminare nella via della perfezione, ma senza lotta. Ci vuole lunga lotta, lungo esercizio di osservanza. Puntualissime all'ubbidienza; diligenti nell'osservanza del silenzio; praticare tutto quello che vien detto negli Esercizi spirituali, negli avvisi particolari. Diligenza nell'esame di coscienza e nelle pratiche di pietà e poi la custodia del cuore, la custodia del cuore, la custodia del cuore. E poi lotta: distacco vero dal mondo, ossia non pensare come si pensava in famiglia, nel mondo, ma come si pensa in Congregazione e fare tutti gli uffici con santa indifferenza. Poi si passerà per i vari gradi della vita incipiente. Talora si dovrà attraversare un periodo di scrupoli. Non bisogna allora disperarsi, ma pensare che il Signore esige | [52] dall'anima solo l'ubbidienza: come si deve fare la volontà di Dio nell'orario, così si deve fare nelle cose dello spirito. Il confessore ha detto così e così bisogna fare. Ma a me pare che non sia così!. Bisogna ubbidire ugualmente. Eh, alle volte bisogna sudare per ubbidire, ma Gesù lo vuole: egli vuole l'ubbidienza interiore. Poi vi sono periodi in cui si è tentati sulla fede, sulla speranza, sulla sensualità. S. Benedetto ebbe una forte tentazione sulla sensualità e per vincerla si gettò in un rovo onde mortificare il suo corpo. L'abate Chautard5 la ebbe sulla fede e per vincerla incise sul petto, con uno stilo rovente, la parola credo.
Le anime passano per questi periodi, ma non bisogna lasciarsi dominare, né scoraggiare.
Diventare regolarissime, vigilantissime nella lotta.
In questo stato può anche avvenire che l'anima cada e ricada in peccato mortale, ma se ha vera volontà non ne riporta gravi danni, anzi dopo il pentimento, prende nuovi slanci e si umilia e con questo sentimento di umiliazione, di diffidenza di se stessa, l'anima si abbandona ad una gran confidenza in Dio, a un ardente desiderio di amore e di unione con lui e a desideri di salvezza delle anime.
Molta orazione, una grande fiducia in Dio e disperazione di se stessi sono gli inizi dell'attrattiva di Dio e l'indizio dell'ingresso nel secondo stato: dei proficienti.
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1 Mt 22,37-39.
2 Cf Gv 5,35.
3 Cf Lc 6,12.
4 A. Tanquerey,Compendio di teologia ascetica e mistica, n. 637.
5 Jean B. G. Chautard (1858-1935). Abate della Trappa di Sept-Fonds, autore di L'anima di ogni apostolato, e di altri libri di spiritualità.