Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE XIII
EUCARISTIA E APOSTOLATO

[79] Il grande aiuto per la nostra santificazione è l'esercizio dell'apostolato. L'apostolato è il secondo dovere che avete trovato entrando nella vostra Congregazione.
Chi fa l'apostolato con cuore, con zelo, evita tanti peccati, tanti pericoli, tanti scrupoli.
Tutte partecipano dei meriti dell'apostolato, sebbene abbiano un ufficio che sembri lontano dalla diffusione dei libri e periodici.
Il Signore poteva destinarvi a tanti uffici, ma io penso che, avendovi destinato all'apostolato dell'edizione, non poteva affidarvi un ufficio migliore. Esso vi avvicina molto al ministero dell'insegnamento che è proprio del sacerdote, vi avvicina molto alla missione compiuta da Gesù. Egli predicò, si servì spesso della Scrittura; e voi avete nelle mani la S. Scrittura, quindi partecipate al ministero di Gesù Cristo stesso. In secondo luogo partecipate al ministero della Chiesa che è depositaria della divina | [80] parola. Voi ricevete questa divina parola dalla Chiesa e la diffondete tra gli uomini. Quindi servite direttamente la Chiesa.
L'apostolato poi, è nobile e meritorio perché moltiplica il bene e quindi anche i meriti dell'Istituto e delle persone che gli appartengono.
Seminate, seminate! È vero che si semina nella fatica, ma si raccoglierà nella gioia1. In morte il pensiero di aver esercitato bene l'apostolato, darà all'anima tanta consolazione.
Chi però farà meglio l'apostolato e ne ricaverà maggior frutto? Le anime eucaristiche. Gesù nell'Eucarestia è il Maestro che insegna. Gesù nell'Eucaristia è la Verità e l'anima eucaristica avrà maggior amore alla verità, maggior zelo nell'apostolato. Anzi, il frutto della devozione all'Eucarestia dev'essere l'amore all'apostolato2.
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Divine fatiche! Le fatiche dell'apostolato vanno unite a quelle di Gesù. L'apostolato ha le sue stanchezze, gli scoraggiamenti, le delusioni. Vi è chi non lo comprende. Ma comprendevano tutti l'apostolato di Gesù? Pensiamo a lui. La città di Samaria gli chiuse tutte le porte e gli Apostoli lo consigliarono di far discendere il fuoco su di essa4. Gesù però era venuto non per castigare, non per incendiare le città, ma per incendiare i cuori del suo amore.
Oltre la retta intenzione, nell'esercizio dell'apostolato ci vuole la pazienza. Lo scrivere, la parte tecnica, il diffondere, tutto richiede pazienza. Il Signore non vi lascerà senza la prova del suo amore, finché starete buone. E la prova del suo amore sono le croci. Con la pazienza vi farete sante, e l'esercizio più abituale di pazienza per voi, è l'apostolato.
Le croci ci sono in tutti i ministeri, per tutte le persone che si vogliono santificare. L'apostolato con pazienza, dunque! Esso vi arricchirà di molti meriti.
Tutte le altre cose che sapete circa l'apostolato, sono da confermarsi; ma per quest'oggi insisto specialmente su queste tre cose: 1) essere anime eucaristiche; 2) avere retta intenzione; 3) esercitare la pazienza.
[83] Ci sarà chi approverà e chi non approverà5, ma voi sapete che il vostro apostolato piace a Dio, vi rende utili alla Chiesa; sapete che a questo vi ha chiamato Dio, e quindi andate avanti con coraggio pensando che: «Chi avrà operato e insegnato, questo sarà chiamato grande nel regno dei cieli»6.
Tenete anche sempre presente l'esempio di S. Paolo che ha tanto lavorato, tanto sofferto nell'esercizio del suo apostolato, senza mai stancarsi, finché potè dire: «Ho compiuto il mio corso»7.
Anche voi, se esercitate con fede e con zelo l'apostolato, alla fine della vostra vita potrete poi dire: «Ho compiuto il nobile apostolato che m'era stato affidato: ora aspetto il premio».
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1 Cf Sal 126,5.

2 Cf G.B. Chautard, L'anima di ogni apostolato. Trad. it. di Settimio Sirito, PSSP, Roma 1941. Cf soprattutto il seguente punto: “La vita interiore con l'eucaristia compendia tutta la fecondità dell'apostolato” (pp. 195-199).

4 Cf Lc 9,54.

5 Condivisione paterna delle incomprensioni che le FSP incontrano nella diffusione capillare, ma anche conferma sulla bontà di tale apostolato, necessaria dopo il richiamo della Santa Sede, che ne vede solo i pericoli (cf Introduzione).

6 Cf Mt 5,19.

7 2Tm 4,7.