Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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ISTRUZIONE VI
I MEZZI DI SANTIFICAZIONE
L'adempimento fedele dei doveri quotidiani

[37] Quando si costruisce una casa, prima si prepara il sito e quando si è in collina, prima si spiana. Così nell'opera della nostra santificazione. Prima si toglie il male, i difetti, le imperfezioni e poi si costruisce, mettendo solidi fondamenti.
Abbiamo già visto che nell'opera della nostra santificazione noi siamo il tempio di Dio1, per questo è necessario che attiriamo in noi la grazia che in Paradiso si cambierà in gloria.
L'anima nostra è come una valle in cui si raccolgono le acque. Vi sono valli più piccole e più grandi, ma ognuna sarà piena se si corrisponde interamente alla grazia. Non si deve mai fare opposizione alla grazia.
[38] La Vergine SS.ma era una valle immensa, profondissima. Ella non oppose mai resistenza alcuna alla grazia e perciò fu piena: «Ave, gratia plena»2.
Perché un'anima sia perfetta, deve lasciarsi riempire. E un bicchiere è pieno quando è occupato in tutte le sue parti. Ognuno si deve lasciar riempire secondo la volontà di Dio.
Il quarto mezzo con cui possiamo riempire l'anima nostra di grazia è l'adempimento esatto dei doveri quotidiani.
Se parlassi in generale, direi: l'adempimento della volontà di Dio. Ma per voi la volontà di Dio si manifesta e si concretizza nei doveri quotidiani. Ciascuna, è vero, si trova in circostanze particolari (per es. una si trova in un luogo di clima caldo e dovrà sopportare il caldo; un'altra in clima freddo e dovrà sopportare il freddo; una ha l'ufficio di lavandaia e una di brossuratrice; così una di diciott'anni avrà carattere e tendenze diverse da una che ne ha quaranta, ecc.). Ma queste sono particolarità minime, piccole sfumature.
Fatta astrazione da queste sfumature, qual è la volontà di Dio per voi? I doveri quotidiani. Ogni momento della giornata, dai primi istanti fino agli ultimi, Gesù ci dice: Ecco questa circostanza
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per farti guadagnare un merito ed insieme ecco la grazia e la promessa del premio.
Sempre tre cose presenta Gesù: il sacrificio, la grazia, il premio. Considerando così le cose, tutte le azioni si compiranno volentieri: | [39] considerarle con l'occhio della fede, con l'occhio di Gesù. Animare ogni azione con lo spirito di Cristo. Gesù dà sempre una illuminazione alla mente, un impulso alla volontà, un conforto al cuore. Ebbene: questo Gesù che viene ogni momento a noi, ci presenta tutta la giornata. Tu non devi far delle distinzioni: questa è un'opera grande, questa è cosa piccola, devi invece considerare che è l'amore che dà valore all'opera; ed oh, quanto è meritoria anche una semplice giaculatoria detta nel segreto, che solo Gesù sente!
La santità sta nell'amor di Dio, cioè nel congiungersi a Dio. E questa unione si raggiunge col fare la volontà di Dio.
Ma qual è la volontà che Dio ha su di voi? Certo non è quella che ha per es. su una madre di famiglia; è bensì l'osservanza delle regole quotidiane, la diligenza nel fare, ora per ora, quello che l'obbedienza v'impone. Voi avete il dovere delle Figlie di San Paolo. Per voi la perfezione sta nell'adempiere fedelmente i doveri quotidiani. Senza distinzioni, senza preferenze. Questo adempimento fedele dei doveri porta seco tre effetti: purifica l'anima; la riforma; la conforma a Cristo.
Purifica. Vedete, i semplici cristiani devono compiere la volontà di Dio: una madre di famiglia, per es., deve educar bene i figli. Ma essi hanno tanta libertà di fare una cosa o un'altra. Questa libertà, nella vita religiosa non c'è. L'abito è stabilito dalle regole e l'orario è pure | [40] stabilito; è stabilito l'ufficio, è stabilito il cibo: tutto è stabilito. Neanche nello spirito si è liberi (i propositi quindi, secondo il metodo Via, Verità e Vita, e così tutte le pratiche di pietà).
Per questa certa libertà che i secolari hanno, sono soggetti a molti dubbi e a un numero maggiore di imperfezioni, mentre nella vita religiosa tutto è più perfetto.
È immensamente più meritorio fare una piccola penitenza comandata dai superiori o dal confessore, che una penitenza scelta ad arbitrio, anche se più grande.
Dalla vita secolare alla religiosa v'è una diversità immensa. E voi, adempiendo bene i vostri doveri quotidiani, guadagnate assai più meriti.
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Se si vuol progredire bisogna abbandonarsi completamente in Dio senza preferenze o distinzioni.
In comunità vi sono anche di quelle che fanno la propria volontà e trovano tutte le scuse per far diverso dalle altre. E ci sono alcune che trovano il modo di fare la volontà propria anche facendo apparentemente quella di Dio.
La santità è qui: vita comune, una santa indifferenza.
Quando si fanno i voti, le azioni si trasformano. Non sono sol più azioni d'un buon cristiano, ma sono azioni religiose. Così tra le vostre bambine e voi professe, v'è grande differenza. Voi fate opere religiose, sempre come se foste in chiesa a cantare la Messa, perché avete | [41] il merito della religione. Ogni pianta dà i frutti proporzionati alla propria natura. Le vostre opere hanno un merito specialissimo. Come se serviste continuamente la S. Messa. Ma badate: nel servir Messa si fa forse come si vuole? Si suona forse il campanello all'epistola? Così nelle vostre opere non potete fare come volete, ma dovete agire guidate dall'obbedienza, dalla volontà di Dio, dalla vita comune.
Un'altra ragione che rende più meritorie le vostre azioni è questa: in religione voi fate quello che faceva Gesù. La religione ha il programma più esatto, più preciso: «Gloria a Dio e pace agli uomini»3. Il corrispondere sta a voi.
Diventare veramente paoline, in maniera tale che non esprimiate più alcun desiderio e se un desiderio c'è, dev'essere la volontà di Gesù. Vedete che Gesù ci ha dato per questo un esempio di trent'anni. Dopo questi trenta anni ha esercitato tre anni perfettamente l'apostolato. E voi compite anche l'apostolato. Gesù ha sofferto e voi pure dovete sopportare tutte le sofferenze che egli vi manda.
Per ricavare il massimo frutto dovete anzitutto essere indifferenti in tutte le cose; disposte a tutto: tanto a dipingere come a scopare; tanto a studiare come a lavare, ecc., non rifiutando né chiedendo nulla. La nostra preferenza (se preferenza ci può essere) dev'essere quella di star sotto, in basso, non superiore!... L'ufficio più umile, l'abito più povero e felici sempre. Gesù ha scelto la croce, ha scelto il patimento | [42] e il patimento più obbrobrioso e si è fatto porre in mezzo a due ladroni. Nella scelta
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quindi, indifferenza e, per quanto sta a noi, scegliere sempre la parte peggiore. I santi ritenevano come loro diritto scegliere P ufficio più umile.
Infine, nel compiere le nostre azioni, mettere sempre retta intenzione e grande amore.
E chi guadagnerà più meriti? Chi vi porterà più amore.
Man mano che si va avanti le opere possono diventare sempre più meritorie se noi progrediremo nell'amore.
Il fare per es. un ufficio a quarant'anni non ci guadagna sol più il merito che ci guadagnava a diciotto anni, perché man mano che si va avanti si deve crescere nell'amore e quindi nella grazia. L'opera è il moltiplicando, l'amore è il moltiplicatore, e il prodotto è il merito. Così, se faccio 2 e metto 2 di amore, ottengo solo 4, ma se metto 2 di lavoro e 4 di amore, ottengo 8 e se metto 5 o 6 di amore, ottengo 10 e 12, ecc.
Vi sono alcune che vanno avanti spensierate, altre invece sono furbe e guadagnano tutto il merito possibile. Così la valle alla fine, si riempie totalmente secondo la volontà di Dio.
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1 Cf 1Cor 3,16.

2 Lc 1,28: «Ti saluto, o piena di grazia».

3 Cf Lc 2,14. Il canto degli angeli è stato assunto da don Alberione come programma «di vita, apostolato e redenzione di Gesù Cristo... » per la FP (cf AD 183).