Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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71.
CARITÀ - ESEMPI DI GESÙ

Argomento di questa meditazione: la carità! Chiediamo al Signore la grazia della carità: carità verso Dio e carità verso il prossimo. Carità verso Dio quando diciamo: «Vi amo con tutto il cuore sopra ogni cosa»: ecco il giusto senso. Se però le anime, le vostre anime sono molto progredite nella santificazione, la carità verso Dio si esprime nel «Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo!», cioè glorificare Iddio! Questa verso Dio è la massima carità, e d'altra parte il Signore ci ha creati per dare a Lui gloria!
In secondo luogo, quello che riguarda le anime. E quali anime? Tutte quelle che sono attorno a voi e che dipendono da voi delegate. Ma poi estendere il nostro cuore; e cioè: a tutta l'umanità, e quindi la preghiera per tutti in particolare poi per quelli che sono vicini a noi, in Italia, e per le persone a cui noi abbiamo da portare la pace.
Ora, primo punto da riflettere è questo: amore perfetto verso Dio. L'amore perfetto verso Dio col rispetto e col mezzo della grazia. Prima santificare noi stessi. Voi questo proposito lo avete già fatto e possiamo sempre migliorare con i voti di povertà, castità, obbedienza. Tolto il nostro io e allora domina in tutto Dio! Tolto il nostro io! Il primo voto è la povertà, il secondo voto la castità, il terzo voto è l'obbedienza
Abbiamo meditato il presepio; abbiamo pensato come e dove è nato il Figlio di Dio incarnato, il Bambino. La povertà. Se si vuole pensare quale sia una povertà più profonda: dove si è trovato il Bambino? Ecco, non hanno voluto dare alloggio nella cittadina, e Giuseppe e Maria andarono a cercare un posto.
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Trovarono una grotta e là nacque il Bambino. Quale povertà! Sì, il Bambino posto sopra un po' di paglia dove mangiano le bestie, e davanti al Bambino Maria e Giuseppe adoranti. Estrema povertà! Non si potrebbe dire di più.
Ora, bisogna pensare alla povertà nel senso giusto, come va vissuta da persone consacrate a Dio. Quindi non ci saranno vanità o cose più spinte, cioè più lusso, eccetera. Vivere nella misura che è necessaria per il cibo e per il vestito; ma nello stesso tempo che non ci siano vanità e cose che possono suggerire qualche cosa di meno buono. Ma questo voi lo avete già certamente provato ed esercitato. La povertà è nel giusto mezzo. Tuttavia ci vuole sempre un decoro, perché si è cristiani, si è religiosi, e siamo decorosi per tutto quello che serve ed è necessario per la vita. Poi, se si può, aiutare i poveri.
Secondo: nella grotta chi si trovava? E chi hanno trovato i pastori? Chi hanno trovato in quella grotta? Hanno trovato tre persone santissime: santissimo Gesù Bambino, Maria vergine, san Giuseppe vergine. Là troviamo solamente ciò che è purissimo in quelle anime, in quei corpi. La castità, questo secondo voto per chi si consacra a Dio. Perciò saper governare i sensi: occhi, udito, eccetera; evitare quello che potrebbe portare disordine; e poi vigilanza nelle relazioni con le persone. Amare Gesù, dare il cuore a Gesù, dare la mente a Gesù, dare la volontà a Gesù. Benedetto il Signore che vi ha dato tanta luce su questo punto particolare. E allora l'ingresso particolare delle anime in cielo: un posto privilegiato.
Poi l'obbedienza Il Figlio di Dio si è incarnato per la volontà del Padre Celeste ed Egli nacque in quella povera grotta. È stata quindi la prima obbedienza: andare in una grotta e quindi, come prima obbedienza, l'umiliazione! Il Figlio di Dio in questa condizione: incarnato ed entrato nella grotta. Gesù ha cominciato la sua vita con l'obbedienza al Padre e l'ultima obbedienza di Gesù sarà sulla croce: «Padre, nelle tue mani rimetto il mio spirito».
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Quindi il primo atto, diciamo, il primo passo della vita e l'ultimo passo sono gli estremi atti di obbedienza; e tra la prima obbedienza e l'ultima obbedienza, sempre obbediente il Figlio di Dio incarnato. Sempre, giorno per giorno, obbedienza al Padre Celeste attraverso l'obbedienza verso san Giuseppe e Maria: quand'era fanciullo, quand'era giovinetto, quand'era adulto, quando faceva il falegname soggetto a Giuseppe. E venne poi il giorno in cui doveva cominciare la vita pubblica, cioè la predicazione. Tutto, né di più né di meno, quello che volle il Padre.
Noi siamo docili? Siamo sempre obbedienti? Siamo sempre disposti al volere di Dio? Alle volte saranno buone le obbedienze in certi casi, e molte volte l'obbedienza costa, sì. Quando è migliore la nostra obbedienza, si è in conformità a Gesù Cristo. Allora sì, si possono dire bene le preghiere della Messa. Ma noi, mentre nella Messa ricordiamo l'immolazione di Gesù sulla croce, facciamo anche questo atto; o, meglio, rinnoviamo i voti proprio nella Messa. Consacrazione e Comunione: povertà, castità, obbedienza. Gesù è tutto per noi, e noi che siamo tutte per Lui, totalmente per Dio. Questa è la perfezione personale.
Dopo bisogna che noi ricordiamo, come fate già, il lavoro per le anime, il lavoro per la salvezza e la santificazione di molte anime. Quindi oltre che lavorare per la nostra santificazione, aiutare le anime. Ora, quando noi abbiamo da pensare alle anime, ecco, come vi avevo detto: «Vi amo con tutto il cuore... e il prossimo come me stesso». Amare il prossimo come noi stessi, sì! Questa carità: come noi amiamo noi stessi, così amare le anime. Pensare a tutta l'umanità. Noi possiamo allargare il nostro cuore. È come mettere nel nostro cuore tutti i viventi: tre miliardi e mezzo di persone che vivono nel mondo. Pregare per tutti! Il Padre celeste come vuole che preghiamo? Gesù ha fatto una preghiera per noi: «Padre nostro che sei nei cieli...». Ci ha insegnato a pregare per tutti; non ha detto soltanto: «Padre mio», ma: «Padre nostro che sei nei cieli», e ci ha insegnato a pregare in plurale.
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Raccogliere nelle nostre intenzioni tutta l'umanità, tutte le persone che vivono sulla terra. Sì, pregare per tutti! Pregare poi specialmente per i figli della Chiesa, pregare per tutte le persone che sono attorno a noi, verso cui abbiamo forse dei doveri di parentela; pregare per quelli che sono presso di noi e che hanno bisogno di noi. Pregare per tutti e non soltanto per i viventi, ma anche per le anime che sono passate all'eternità. Pregare, questa è la prima carità.
Poi c'è l'azione. Voi operate e questa è carità. Aiutare le anime che dipendono in qualche maniera da voi. Lavorare perché possano evitare il male e possano condurre una vita sempre migliore. Aiutare le persone a cui si può portare aiuto. Ci sono poi tutte le opere di carità: carità corporale e carità spirituale. E non soltanto preghiera, ma azione, opera! Carità, sia in quello che riguarda il corpo che in quello che riguarda l'anima. Azione, operare.
Per la carità e in carità aiutare a crescere l'Istituto. L'Istituto va gradatamente crescendo e ciascuna di voi può portare un contributo. Certamente già lo avrete portato questo contributo, ma forse potrete fare anche di più. Allora si dà anche gloria a Dio, ma si dà aiuto in carità alle anime che ci stanno a cuore, che sono attorno a noi. Aiuto con fare catechismo, ad esempio. Per tutti e per tutte, fare quello che è possibile.
Avete santificato l'anno trascorso. Ora io penso che nella purificazione, nelle intenzioni, nei desideri e nelle attività, in quest'anno si potrebbe raccogliere il doppio di meriti. L'anno scorso già è stato una ricchezza di meriti per voi, ma ogni anno si può aumentare questa ricchezza spirituale. Sì, amore a Dio e amore al prossimo!
Vedere se miglioriamo la vita e se miglioriamo la preghiera. Vi sarà del tempo più libero e vi sarà anche tempo non tanto libero, ma quanto è possibile accrescere la preghiera o, meglio, migliorare la preghiera. Migliorare la preghiera in umiltà, pensando a come Maria pregava. Preghiera in fede! Poi quello che riguarda la nostra santificazione. Crescere nella virtù: umiltà e carità insieme.
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Allora adesso vi do la benedizione. Vi assicuro che tutti i giorni vi tengo presenti, specialmente prima della Messa e nella Messa stessa. Un'unione perché tutto sia migliorato, tutte voi miglioriate insieme. Poi, che noi otteniamo dal Signore la grazia di passare un anno sempre più santo e anche più lieto, come di cuore auguro a tutte.
Del resto tutta la Famiglia Paolina sta crescendo e in gran parte migliorano i membri di essa. Tutti. Si va crescendo, non tanto di numero e di persone, quanto di virtù e di opere. Allora dobbiamo conchiudere: carità. Amore perfetto verso Dio cercando la sua gloria, amore alle anime perché tutte siano un giorno in cielo glorificate, dopo i meriti fatti nella vita. E tutto quello che si fa, si trova alla fine della vita. Giorno per giorno si fanno opere, ma si raccoglie tutto assieme nel momento in cui l'anima passa dalla vita presente alla vita eterna. Tutto sarà premiato, tutto! E quindi il gran guadagno! Quelli che si arricchiscono possono radunare molto denaro, ma poi lo lasciano tutto, invece chi vive santamente trova tutto. Proprio al contrario di quello che fa il mondo. Il mondo perde tutto perché non porta nulla con sé. Invece, passando dalla vita presente alla vita eterna, ci incontreremo con il Signore: Egli conosce tutto quello che c'è stato di bene; ecco, il premio ci sarà dato in proporzione delle ricchezze spirituali che abbiamo radunato, delle opere che abbiamo compiuto. Tutto allora servirà per la nostra ricchezza.
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