Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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69.
RICORDO PER LA PROFESSIONE: LA MEDITAZIONE

In primo luogo ringraziare il Signore. Egli è il datore di ogni bene; è il Signore che ci ha dato la vita, che ci ha ammessi alla vita cristiana per mezzo del battesimo. E oggi un altro dono che è per orientarci e per arrivare a una perfezione più alta: cioè mirare a una vita consacrata a Dio, a una vita che prepara al cielo, ma al cielo in un posto privilegiato. Ecco, il Signore, a voi che siete state generose nel fare questo passo, ripete quello che Gesù ha detto a san Pietro: «Voi che avete lasciato tutto e mi avete seguito, riceverete il centuplo e possederete la vita eterna» (Mt 19,29), il che significa che su questa terra riceverete il centuplo di grazie rispetto alla semplice vita cristiana. E perché questo centuplo? Perché si conservino i voti e si osservino; perché oggi si incomincia, ma poi è necessario continuare e così fino al termine della vita. Perché ci sono queste grazie particolari? Per il progresso.
Emettendo i vostri voti, o entrando come postulanti o come novizie, bisogna dire che non si è già raggiunta la corona, cioè il grande premio. Non si deve vivere nella condizione di spirito attuale, riguardo alla santità; ma ora incomincia veramente il lavoro di santificazione religiosa; comincia, e non è già a posto o non si è già abbastanza santificati. Sì, avete già fatto grandi passi verso la vita religiosa, ma oggi incomincia a viversi la vita religiosa nello spirito di povertà, nella delicatezza della castità e nella docilità all'obbedienza.
Perché vi sono tante grazie in più per voi? Perché si tratta di perfezionarvi.
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Vi è la promessa perché vi siete consacrate a Dio, avrete doni, tante grazie; anzi nel Vangelo di Marco (10,29-30) si dice che anche in questa terra si ricevono grazie particolari, beni particolari; perché entrando nell'Istituto si forma un corpo sociale, un corpo spirituale, una vita nuova, una famiglia nuova. Amare l'Istituto! Pensare che in modo particolare bisogna amare le sorelle, amare le regole che ci sono e tutta la vita come viene regolata, e quindi anche l'apostolato; perché essendo unite vicendevolmente voi acquistate grazie l'una con l'altra, aiuti l'una con l'altra. Sì, ricevete il centuplo anche su questa terra: in primo luogo spiritualmente; poi, entrando in una famiglia, che è numerosa, vicendevolmente vi aiutate nella santità; essendo nello stesso corpo tutto è aiuto in quanto che le preghiere servono l'una per tutte e tutte per una. Portare le sorelle nel vostro cuore e portare nel vostro cuore l'Istituto; è il privilegio di essere scelte fra tante anime, fra tante persone, di essere chiamate ad una santità speciale.
Poi vi è l'altra promessa: «Possederete la vita eterna». In Paradiso un posto particolare. Firmando il registro della professione si può dire che si firma la tessera per il vostro ingresso in Paradiso. E se questa tessera è ben conservata con perseveranza, allora avete già la tessera per l'ingresso in cielo, possederete il cielo. Non è mica solo una frase qualunque quella che ha detto Gesù: «Possederete il cielo!». Lo possedete già spiritualmente, ma lo possederete come diritto e a suo tempo come dono. «Entra nel regno», e vi riceverà Maria. «Mostraci dopo questo esilio Gesù»: verrà incontro Maria che è la prima religiosa, la prima anima del tutto consacrata a Dio. Ecco: Maria SS. Annunziata!
Quanto poi a consigli, esortazioni che servono per vivere veramente la vita religiosa, molte cose avete sentito in questi anni. Quante esortazioni, quanti incoraggiamenti ad una vita che richiede più sacrificio rispetto alla vita cristiana!
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E quindi l'amore alla preghiera per vivere questa vita religiosa sopra la vita cristiana; perché se vuoi essere perfetto, bisogna che tu abbia di più che il semplice cristiano.
Molte cose avete sentito e molti mezzi sono stati suggeriti, ma in questo momento sento che vi è un consiglio, anzi vi è un impegno che bisogna mantenere: la meditazione. La prima specie di preghiera è la preghiera vocale; ma in secondo luogo, una preghiera più alta è la meditazione. La meditazione, dice sant'Alfonso e lo dice anche la «Teologia della perfezione», è utilissima al cristiano; ma per chi si consacra a Dio è necessaria. Vi sarà dedicato più o meno tempo, a seconda della preparazione dell'anima e del tempo disponibile, ma la meditazione è necessaria per progredire. Vi sono le preghiere vocali e vi sono quelle per la Messa e anche per la Comunione; ma se si vuole progredire nella virtù religiosa osservando i voti, è necessaria la meditazione. Quando si lascia la meditazione, va diminuendo lo spirito e poi resta difficile tenersi allo stesso piano di santità, seppure non si va indietro. Questo è fondamentale. Si dirà che al mattino si è già molto occupati; si vada a letto presto la sera, così al mattino si è riposati e la pietà si compie bene. La pietà, ossia la preghiera vocale, la Messa, la Comunione e specialmente la meditazione, perché senza la meditazione si riesce a stento a mantenersi nella posizione in cui ci si trova attualmente.
Se alcune di voi vivono in comunità, è bene che la meditazione la facciano insieme, perché dovendo fare la meditazione insieme la si fa da tutte. Se non si è in vita di comunità, si può fare la stessa meditazione, ma pensando a quello che è il progresso, perché fino a questo momento, in modo particolare, voi avete considerato i Novissimi, per il bene del Paradiso; per acquistare il Paradiso vi siete proposte di vivere meglio. Quando, però, si è arrivati alla Professione, meditare la vita di Gesù Cristo in modo particolare, poi san Paolo, perché la nostra spiritualità è vivere il Vangelo come ce lo ha presentato e ce lo ha applicato ai casi particolari san Paolo.
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Poi vi saranno le comunicazioni particolari dello Spirito Santo, per cui tante volte non c'è più bisogno del libro e l'anima si sente unita, come assorbita. Allora c'è un' unione così intima! Come spiegarvi? Solo una parola: leggete il Cantico dei Cantici, cioè il libro della Bibbia che presenta l'amore celeste dello sposo e l'amore della sposa che si consacra allo sposo celeste, Gesù Cristo. È un'altra vita, è tutta un'altra vita!
Allora senza accorgervi i vostri esempi sono prediche per coloro che vi incontrano, per coloro che vedendovi capiscono che non siete di questo mondo, come ha detto Gesù agli Apostoli: «Voi non siete di questo mondo, come io non sono del mondo» (Gv 8,23). Dice degli Apostoli e di se stesso: non siamo del mondo.
Ma la raccomandazione principale che volevo farvi è: la meditazione. Perché è sicurissimo che la meditazione, un po' più abbondante, un po' meno, a seconda delle circostanze, segna il vostro progresso. Altrimenti andrete a fare dei catechismi, delle conferenze, ma non ci sarà più quello spirito interiore per cui la parola entra nelle anime; solo se voi avete progredito in santità, la vostra parola è più efficace e porta frutti. Avvicinandosi poi al Paradiso si sente già un gaudio, come una cosa che viene non solo preannunciata, ma già in qualche modo sentita. «O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria!». Ecco, lassù ci attende l'anima più consacrata a Dio, Maria.
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