Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

22.
VOTI E MEZZI PER OSSERVARLI

Chi avesse dei voti privati e poi facesse la domanda di entrare negli Istituti Secolari, può continuare a tenerli e osservarli, e obbligano. I voti sono liberi, ma se uno li fa, poi deve osservarli; come se uno facesse voto di andare a un pellegrinaggio: è libero di fare il voto, ma se lo fa, se non è davvero impossibilitato, deve osservarlo.
I voti privati che possono essere stati fatti in gioventù per consiglio del confessore sono uguali a quelli degli Istituti Secolari? No. Quelli degli Istituti Secolari hanno due privilegi. Il primo è che sono riconosciuti dalla Chiesa. Non è più un voto privato, sebbene una persona possa fare i suoi voti privatamente col consiglio del confessore; ma allora si tratta sempre di iniziativa privata. Quando invece si fanno i voti in un Istituto Secolare, i voti sono riconosciuti dalla Chiesa, perciò aumenta il merito nell'osservarli, aumenta tanto. Il secondo privilegio è che i voti si chiamano sociali, in quanto si fanno in una società, con altre persone, e allora anche per questa ragione l'osservanza è più meritoria.
Questi stessi voti poi sono retti dalla Chiesa. Quindi per la dispensa, quando si sono fatti i voti in un Istituto Secolare, deve intervenire la Santa Sede, perché si entra direttamente alle dipendenze di essa; non si è più persone private, ma si è persone che attraverso i Superiori dell'Istituto si dipende dal Papa. Il Superiore Generale dei Religiosi propriamente è il Papa; il supremo Superiore e il Superiore Generale degli Istituti Secolari è pure il Papa; perciò questi voti seguono le stesse regole che seguono i voti che si fanno nelle Congregazioni Religiose e negli Ordini Religiosi.
~
Quindi, per scioglierli, occorre la dispensa della Santa Sede.
Questi voti in primo luogo sono temporanei, perché la Chiesa è estremamente prudente; poi, dopo un certo tempo, com'è scritto nel regolamento, diventano perpetui, se si vuole. Si dice che se il matrimonio avesse un noviziato avrebbe pochi professi. Invece, per i consacrati, la Chiesa vuole che prima ci sia il postulato, perché si possa provare; e nel postulato si cominciano ad osservare non i voti, che non si sono ancora emessi, ma le virtù. Cominciare ad osservare la povertà, la castità, l'obbedienza, come se uno fosse già membro. Si prova per vedere se si è capaci di continuare ad osservarli. Poi c'è il noviziato, periodo in cui l'aspirante prova se stesso. Poi c'è la professione temporanea che può anche non essere rinnovata; dopo diversi anni c'è la professione perpetua. Cosicché essendo la vita religiosa più perfetta, la Chiesa vuole che si facciano prove per diversi anni, vuole che non si precipiti. La Chiesa è estremamente prudente. Però, una volta fatti, i voti obbligano; ma se si abbandonano durante la professione temporanea, non è una colpa. La persona è libera di ritirarsi, di non rinnovare la professione, e i Superiori sono anche liberi di non ammettere a rinnovare i voti. Non così dopo la professione perpetua, perché allora non bastano più i Superiori. Invece dopo la professione temporanea, i voti, di per se stessi, scadono o perché non rinnovati, o perché non è stato permesso di rinnovarli.
Quanto a questi voti, bisogna dire che gli Istituti Secolari non sono così noti, così conosciuti come gli Istituti Religiosi. Allora, in generale, conviene consigliarsi piuttosto con i superiori dell'Istituto che con altri che, forse, non sono ancora a conoscenza di tutto quello che si acquista di merito, e di tutto il merito che si potrebbe perdere. Certamente il padre Gemelli, che guidava l'Istituto Regalità, insisteva tanto con il clero secolare perché favorisse questi Istituti e ne dirigesse i membri. Non si trova sempre facilmente chi diriga spiritualmente i membri; però la direzione generale deve venire sempre dall'Istituto, cioè dai superiori di esso.
~
Circa il voto di povertà, ognuna va vestita secondo il proprio stato. Se si va vestiti modestamente secondo la propria posizione sociale, si raddoppia il merito della povertà, cioè si ha il cuore distaccato e c'è l'osservanza del voto di povertà.
Così se una vince una tentazione contro la purezza, dopo che ha il voto, acquista due meriti, cioè esercita la virtù della castità e nello stesso tempo osserva il voto, cioè esercita, pratica, la virtù della religione. Così se uno si astiene da uno spettacolo indecoroso, sconveniente, da una parte c'è la mortificazione e quindi l'esercizio della virtù della castità, e dall'altra parte c'è l'osservanza del voto, quindi il merito della religione. La religione è la seconda virtù, non in sé perché tale virtù sarebbe la prima, ma è la seconda in quanto questa si pratica dopo che c'è il voto.
Così se una fa un atto di obbedienza a papà e mamma, anche in una cosa alla quale magari non è obbligata, raddoppia il merito: fa due atti di virtù, quindi due meriti. La mamma può dire di andare a fare una certa commissione. Forse potrebbe andare anche lei, però facendo quello che viene chiesto, si fa un atto di obbedienza e nello stesso tempo si osserva il voto, e quindi si ha doppio merito. Si deve notare che la materia del voto può essere molto diversa: c'è l'obbedienza ai genitori, l'obbedienza ai parroci quando si fa un apostolato parrocchiale; oppure, per chi insegna, c'è l'obbedienza ai superiori scolastici; così ci potrebbe essere un'obbedienza nell'Azione Cattolica, o altro. È ben difficile fare peccato contro l'obbedienza in questi casi, perché molte cose sono libere; ma il merito si acquista sempre, anche quando l'obbedienza non è propriamente obbligatoria. Dico che è molto difficile mancare al voto, per quanto riguarda l'obbedienza ai superiori diretti, come quando uno abbraccia una cosa a cui non è obbligato, e non è obbligato per dovere del suo stato.
Per l'osservanza dei voti ci sono tre pratiche che già in parte sono state spiegate; tuttavia è utile che su di esse si presti un'attenzione particolare.
~
Generalmente si va tutte a Messa al mattino e si fa la santa Comunione. Non c'è l'obbligo stretto, tuttavia ci possono essere delle circostanze per cui non si può andare. Qualcuna scriveva che la sua mamma non voleva assolutamente che andasse a Messa al mattino perché debole di salute. Questa persona ha già i suoi anni e la mamma non può imporle questo.
Tre pratiche che assicurano l'osservanza dei voti: 1) l'esame di coscienza; 2) la meditazione; 3) la visita, l'adorazione. Queste pratiche ci sono nel programma, nel regolamento.
Se l'esame di coscienza non si fa, la persona non capisce a che punto è nella virtù, non conosce se stessa. L'esame di coscienza è un rendersi conto del nostro stato spirituale. Sono in fervore? Sono tiepido? Sono invece in stato cattivo? Sono veramente sulla via della perfezione? Sono fedele ai miei doveri di stato, secondo la mia posizione? Con l'esame di coscienza ci si rende conto come stiamo davanti a Dio. Vi sono molti che fanno l'esame di coscienza scritto, con certi segni che sono noti solamente a chi li fa e non possono essere decifrati, capiti, da coloro che trovassero magari il taccuino, il quaderno. L'esame di coscienza è anche un grande mezzo per progredire. Quest'anno i miei propositi sono, supponiamo, sulla carità, sul compimento dei doveri del mio stato, sulla fede, eccetera. In particolare al mattino domandare le grazie per osservare quei propositi fatti durante gli esercizi. Quando si fanno invece i voti, esaminarsi sempre sul voto di povertà, castità e obbedienza. E quando ancora non ci sono i voti, già ci sono le virtù; esaminarsi sopra quelle virtù. Dopo si praticheranno per voto, ma finché non ci sono i voti si praticheranno per virtù. Dopo ci saranno due meriti, ma adesso intanto ce n'è uno, quello della virtù.
Fare l'esame di coscienza, dare grande importanza all'esame di coscienza. C'è gente cieca alle volte che non sa a che punto si trova nel cammino della vita, forse nel retrocedere, nel lasciare che il cuore si raffreddi.
~
Rendersi conto: l'esame di coscienza quotidiano, l'esame di coscienza settimanale per confessarsi, l'esame mensile per il ritiro mensile e l'esame annuale per gli esercizi spirituali. All'esame dar sempre importanza perché non possiamo neppur concepire un proposito se non sappiamo che quella cosa, quella virtù, supponiamo, ci è necessaria se ci manca o se possiamo ancora perfezionarla. Però non diventare scrupolosi; conoscere il nostro stato è necessario, conoscere le minime cose è alle volte un tormentarsi. Al Signore non piace che ci tormentiamo; e poi vi è questo, che quando il confessore ha detto una volta a una persona di non confessar più niente, ci fossero tutti i peccati del mondo, i peccati son già rimessi, quindi non c'è più l'obbligo di confessarli.
In secondo luogo c'è la meditazione. La meditazione rafforza la volontà e può essere fatta di cinque minuti, di mezz'ora. Vi sono anime che vivono quasi in abituale unione con Dio; si può dire che sono in continua meditazione. Sentono che portano Dio nel cuore, che il loro petto è l'abitazione della Santissima Trinità, è come un tempio e, considerandosi come tempio della Trinità, si comportano con riguardo sia con se stessi, perché rispettano il tempio di Dio, sia con gli altri, perché tutte le parole che dicono, intendono che procedano dall'ispirazione di Dio, che siano secondo Dio; così è per le opere che fanno. Vivere in abituale raccoglimento facilita estremamente la meditazione; però questo avviene dopo un lungo esercizio. È difficile che s'incontrino anime che arrivano al punto di san Luigi. Il Santo si proponeva di fare un'ora di meditazione e poi, se aveva una distrazione, magari a metà, ricominciava da principio un'altra ora. Era venuto ad ottenere tale unione con Dio che dopo trovava più difficile distrarsi che vivere raccolto. Noi non siamo a questo punto. Bisogna aspirare all'unione con Dio, a sentir Dio, così siamo più preparati al Paradiso che è tutta contemplazione di Dio, tutta azione in Dio, tutto gaudio in Dio.
~
Generalmente noi meditiamo adoperando il libro. Quando una persona non riesce a meditare può fare piuttosto la lettura spirituale ed alla fine dirà delle preghiere per osservare quanto ha letto, per praticare quanto ha letto. Ma a poco a poco la persona può ottenere la grazia di saper meditare; allora leggerà, considererà le cose lette e, sopra di esse, farà l'esame di coscienza, farà i propositi e pregherà. Quando ci fossero molte difficoltà a raccogliersi, si possono anche dire dei rosari; tanti quanto sarebbe il tempo per la meditazione. Andare gradatamente per chi non è ancora abituato, sì, ma progredire gradualmente. In principio sarà più breve la meditazione, poi, gradualmente, quando ci saremo abituati al raccoglimento, si impegnerà un tempo maggiore. È tanto utile che si domandi al Direttore spirituale quali libri di meditazione sono più indicati. Certo, queste cose dipendono sempre da tante circostanze; una si trova in una condizione di spirito e un'altra in un'altra condizione di spirito; una ha un certo grado d'istruzione, un'altra no. Il libro che è preziosissimo e che nelle case ormai non dovrebbe più mancare, è il Vangelo, meglio se tutta la Bibbia. Quante volte il Papa attuale ha raccomandato la lettura della Bibbia. Ai sacerdoti dice spesso: la Bibbia e il Calice. Leggete la Bibbia e santificate il Calice, cioè celebrate santamente la Messa.
Quante volte può essere che ci sia un viaggio da fare al mattino, per andare forse alla fabbrica o in ufficio e, se il cammino è lungo, si può fare anche un po' di meditazione per strada; non è facile, però in qualche maniera può supplire.
La visita al SS. Sacramento. Vi sono molte difficoltà od occupazioni di famiglia, o la chiesa la sera viene chiusa presto, o persone che vedrebbero male che una si allontanasse; oppure si è lontani dalla chiesa, oppure in famiglia fanno fatica a lasciar uscire. Vi sono molte obiezioni delle quali si può pesare il valore. Alcune obiezioni hanno del valore, altre no. Se la chiesa è chiusa, si capisce che non ci si può andare. Ci sono paesi dove chiudono le chiese piuttosto presto, specialmente nelle giornate invernali.
~
Allora si dovrà lasciare l'adorazione? No, si può fare la visita in casa; ci si mette davanti a un Crocifisso e si parla col Crocifisso. Davanti al Crocifisso si possono dire le stesse cose che si direbbero davanti al tabernacolo. E a chi obietta che i familiari non vogliono vederla ritirarsi, in una stanza, per attendere alla preghiera, dico che a una certa età bisogna anche vantare i nostri diritti di libertà. Sono liberi loro di andare al cinematografo o di andare a fare questo o quello; tanto più può essere libera una persona che voglia impiegare un dato tempo nella preghiera. Vi sono tante cose da fare certamente; restano sempre delle cose da fare, e andremo all'eternità che lasceremo ancora del lavoro sulla terra e lo faranno senza di noi. Ma tra le cose da fare scegliamo le più necessarie. Osservate la carità, aver riguardo alla debolezza di persone che non comprendono tanto, sì; però se l'uomo è libero, bisogna servirsi della libertà per il bene e far valere l'indipendenza e la personalità che si hanno. Dire agli altri che ci sentiamo in dovere di agire così, come loro sono liberi di fare diversamente. Ecco: ritirarsi in quanto si può, perché non tutte le case son così comode da poter appartarsi sufficientemente, ma lo si può ottenere in qualche maniera.
Che cosa allora si fa nell'adorazione? Durante l'adorazione si dicono tutte le preghiere che si crede. Quando non si può dire altro, ci si siede davanti al Crocifisso e si può fare la Via Crucis, si possono recitare i misteri del Rosario, i misteri dolorosi. Poi, quando si è un po' più dentro alle cose spirituali, entrare nello spirito paolino.
Ed ora qualche parola sulla visita. Le nostre suore Pie Discepole fanno due ore al giorno di adorazione e fanno anche l'adorazione notturna. La visita va divisa in tre parti: una prima parte per l'aumento di fede e cioè la lettura spirituale, seguita dalla recita del credo, dell'atto di fede, in sostanza, per aumentare la nostra fede. Nella seconda parte, per migliorare la nostra vita e cioè per aumentare la nostra virtù, si fa l'esame di coscienza e si fanno i propositi.
~
Nella terza parte si prega, particolarmente si dice il Rosario o altre preghiere desiderate che ogni persona può aver scelto. Poi si può ripetere, per chi è già professa, la consacrazione a Dio. Tutte possono fare la Comunione spirituale come conclusione della visita al SS. Sacramento. Allora, quando ci siamo intrattenuti con Gesù, si parte più sereni. Quando ci sono molte cose da fare si fanno le più necessarie; per esempio, è necessario mangiare, e per quanto uno abbia del lavoro, fa in maniera di mangiare perché è necessario. O rimanda le cose, oppure tralascia le cose non necessarie perché diversamente non si vive; così non si vivrebbe spiritualmente se noi trascurassimo la preghiera.
La consacrazione a Dio mette nell'anima una gioia perché si vive come in una famiglia spirituale: la SS. Trinità, Gesù, la Vergine SS., i nostri protettori, tutti i cori dei Beati, gli Angeli e tutte le gerarchie dei Santi. Si vive in un'atmosfera più spirituale; però sempre a patto che l'anima consacrata a Dio sia in fervore, altrimenti sente il peso di tutto, non porta la gioia e l'entusiasmo a quella vita di consacrazione, ma porta una certa malinconia in quanto si sente di non viverla totalmente.
Un'anima che fa l'esame di coscienza e la visita al SS. Sacramento o al Crocifisso in casa, certamente vivrà in fervore. Si può dire così dell'ascoltare la Messa quotidiana e della comunione quotidiana. O si lasciano queste due pratiche, o si diventa fervorosi. Allora la vita di consacrazione a Dio si vive nella gioia, in quella gioia che conduce al Paradiso. Ma che cosa volete di più? Quando si è consacrati a Dio, si è tutti di Dio. Che cos'è che ci impedisce d'entrare in Paradiso? Possono esserci delle imperfezioni, ma ci sono delle indulgenze plenarie. L'anima si è distaccata dalle cose esterne con la povertà, dai propri sensi per la purezza e dalla propria volontà per mezzo dell'obbedienza, allora è di Dio. Anime che si possono già chiamare sulla terra angeli, preparate in sostanza all'ingresso in Cielo.
~
E con la santa morte, preceduta da una buona confessione, da una buona comunione, dall'Olio Santo ben ricevuto e dalle indulgenze, l'ingresso al cielo è assicurato, e credo che sarà anche immediato per molte anime. Domandava quel santo giovane al confessore quando era grave: «Pensa lei che ci siano delle anime che possono evitare il purgatorio?». E il confessore rispose, dopo aver pregato (si trattava di un'anima veramente umile): «Penso di sì, e penso che a te toccherà questa bella sorte».
~