Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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37.
LA PREGHIERA PER L'ANIMA APOSTOLICA

Il Signore è stato molto buono con voi. Egli vi ha dato la grazia di partecipare a questi esercizi spirituali, di parteciparvi bene e di conchiuderli con dei santi propositi, propositi di perfezionamento, propositi di apostolato.
Altre giovani, magari della vostra stessa età, non hanno avuto l'ispirazione e l'aiuto divino per venire agli esercizi e approfittano di questi giorni di ferie per una maggiore libertà. Ma voi avete avuto una particolare illuminazione dallo Spirito Santo. Come valgono questi giorni e il sacrificio fatto, lassù, al tribunale di Dio!
Penso che nella vostra anima già abbiate conchiuso con un programma di vita. Un programma ha sempre due parti. Una parte riguarda la vostra santificazione e quindi la pietà, le virtù da esercitare, i doveri quotidiani, eccetera. L'altra parte riguarda le occupazioni, l'ufficio che avete, l'apostolato che fate, il comportamento e la funzione che compite nella famiglia e nella società in cui vivete. Quindi propositi che riguardano la vostra santificazione e propositi che diremo sociali, e cioè che riguardano l'apostolato, gli uffici che si hanno, il lavoro per il buon andamento del vostro ambiente e della famiglia.
Ora, dove attingerete la grazia per essere fedeli a tutto quello che avete nel cuore, perché certamente il Signore vi ha parlato e vi ha mandato tante ispirazioni? Sono certo che fra di voi vi sono anime elette, che son chiamate ad un'alta perfezione.
I gradi di perfezione e i gradi di preghiera si accompagnano sempre, perché quanto è buona la preghiera altrettanto è buona la vita; questi gradi sono nove.
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L'ultimo è «vive in me Cristo» (Gal 1,20); Egli abita nel mio cuore che è come un tabernacolo e di lì dirige i miei pensieri, i miei sentimenti, la mia volontà, la mia azione. Quando si sente Gesù, ecco l'effetto. Immaginarvi come sopra una macchina. Allorché Gesù abita nel cuore e vive in noi, Egli diviene il nostro autista, cioè è Lui che guida. Uno può starsene tranquillo sulla macchina e intanto l'autista prende la direzione, parte, rallenta il cammino, accelera, volta a destra, volta a sinistra. Gesù quando coabita nella nostra anima, nel nostro cuore, diviene l'autista; cioè vive ancora ognuno di noi, ma in realtà vive Gesù Cristo. L'uomo vive per l'anima; ma quando vi è la grazia di Dio, vi è Gesù Cristo in noi, allora Gesù guida corpo ed anima, guida tutto l'essere.
Ricevere sempre bene Gesù, portarlo con amore nel cuore, ascoltarlo nelle ispirazioni, nei suggerimenti, dirgli qualche buona parola, ristabilire ogni tanto l'amicizia con Lui quando ci sono state delle imperfezioni; ogni tanto domandare a noi stessi: «Anima mia, come stai? Come ti senti adesso? Quel che hai fatto va bene? Cosa desidera Gesù da te?». Sono semplici domande che permettono un esame di coscienza, che comprende un po' tutto senza discendere tanto nei particolari. Conservare questa intimità con Gesù, rinsaldarla e tornare a sentirla nel corso della giornata.
Ora, che cosa dovrei dirvi in questa piccola esortazione? Pregate, e vi salverete. Chi prega si salva, chi prega bene, chi prega abbondantemente, si fa santo. Ecco tutto: chi prega bene e abbondantemente si fa santo, e chi almeno prega sufficientemente si salva.
La preghiera è una grande forza; noi siamo deboli in tutto. Facendo l'esame di coscienza in questi giorni, avete anche ricordato delle buone cose fatte nel corso dell'anno; ma certamente avete anche trovato delle deficienze, delle mancanze, nel corso dell'anno. Le debolezze: è mancata la forza in quei tempi, quando ci sono state delle mancanze. Occorre la preghiera.
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Se tu lasci un po' la preghiera, il tuo spirito si rallenta, gli scoraggiamenti possono sopravvenire, l'ambiente esterno può fare una certa impressione; così pure i cattivi esempi che si vedono, le passioni che non tacciono mai, per quanto si abbia buona volontà; e poi c'è il nemico comune, il demonio. Allora come si vince il mondo? E voi volete separarvi dal mondo per essere totalmente di Gesù. Che grande grazia consacrarsi a Gesù, consacrare tutta la vita! Si entra un po' nell'anticamera del Paradiso, perché quando si dà via tutto e si consegna il nostro essere a Gesù, allora si ricevono più grazie sulla terra e poi il Paradiso eterno, nell'altra vita.
Che grande grazia la consacrazione! Ora per vincere il mondo, occorre separarsi da esso. Non separarvi perché non volete vedere nessuno; ma separarvi dallo spirito del mondo, lasciare il mondo quando il mondo prende una strada storta e voi volete stare sulla strada diritta. Quindi la separazione dal mondo avviene quando il mondo va verso il male; altrimenti voi, pur non essendo del mondo, dello spirito del mondo, siete però nel mondo. Gesù diceva dei suoi Apostoli al Padre celeste: «Questi non sono del mondo, ma anch'io non sono del mondo; però non ti prego, o Padre, che tu li tolga dal mondo» (Gv 17, 14-15). Perché? Perché devono fare del bene nel mondo. Così voi siete separate dal mondo quando fa il male, ed entrate in mezzo al mondo per portare del bene. Ecco tutto! Non portare lo spirito mondano, ma lo spirito di Dio; portare l'istruzione cristiana, il catechismo, dare buon esempio, portare la stampa buona, portare quell'insegnamento e quello spirito di preghiera che aiuta il mondo.
Per vincere il mondo e separarsi dal mondo ci vuole la preghiera. Se vi guardate attorno, nella vostra Parrocchia, nel vostro paese, quelle compagne con cui avete frequentato la scuola, sono ancor tutte di Dio? Camminano sulla strada buona, sulla strada diritta per il Paradiso? Qualche volta si costata che una ha deviato a destra e l'altra ha deviato a sinistra. Voi non le avete seguite, avete vinto il mondo, lo spirito del mondo. Con che cosa? Per che cosa?
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Perché avete pregato di più; se continuate a pregare, lo spirito del mondo non entrerà in voi, anzi il cuore vi si riempirà sempre più di zelo, di voglia di aiutare le anime.
Già avete lo spirito di apostolato, ma ad una certa età si può anche allargare lo spirito di apostolato. Quando non si può fare altro, l'apostolato della preghiera si può fare sempre; così pure l'apostolato del buon esempio, l'apostolato delle buone parole, delle sante parole. L'apostolato della sofferenza tutti possono farlo, perché tutti hanno da soffrire, e offerto in unione con Gesù Cristo che si immola sugli altari, ha grande valore.
Poi c'è un apostolato che ordinariamente non si nomina neppure ed è l'apostolato della vita interiore. Credo che questa realtà vi abbia fatto buona impressione in questi giorni. C'è un apostolato interiore! Chi è santo diffonde il buono spirito; non lo si vede, però l'effetto c'è, perché noi siamo un corpo, il corpo mistico di Gesù Cristo, che è la Chiesa. Quando un membro è sano, per esempio, uno ha buoni polmoni, ha un cuore robusto, il cuore e i polmoni influiscono sul resto. Così nella Chiesa di Dio: quando c'è un'anima che è tutta di Dio, che vive per Dio, che lo ama veramente, ha influenza su tutti. Senza avvedersene, è come il profumo dei fiori che si espande in un ambiente. Entrate in una Chiesa dove ci sono dei gigli, ecco questa chiesa è profumata di gigli. Quando c'è la castità, quando c'è lo spirito di povertà, quando c'è l'amore a Gesù, quando c'è la buona volontà di seguire Gesù, le virtù si diffondono senza che ve ne accorgiate e questo spirito interiore ottiene grazie al mondo. Voi non saprete dove va a finire quella mortificazione che avete fatto; ma può andare in Cina a portare un po' di incoraggiamento a quella gente, ai cristiani perseguitati. Può andare in India quella buona opera che avete fatto in famiglia, lo sforzo di essere cioè sempre servizievoli secondo le necessità. Quel servizio fatto in casa, in umiltà, per amore di Dio, può portare grazia in India, in Australia.
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Noi non lo sappiamo adesso, ma il giorno del giudizio vedrete dove è andato a finire tutto il bene fatto e tutto sarà premiato.
Vincerete il mondo con la preghiera e vincerete la carne, poiché voi volete essere ormai totalmente di Gesù. Non bisogna pensare che chi si consacra al Signore non abbia più tentazioni. A volte vengono ancora più violente, a volte meno. Può essere la tentazione della pigrizia, della lussuria o della golosità. Vincere la carne, vincere la pigrizia, vincere la sensualità, vincere la golosità. Ma chi vi dà la forza? La preghiera vi aiuta a vincere queste tentazioni. Inoltre vincere satana. Satana è astuto, è furbo, ne sa più di noi, perché Lucifero era un angelo, quantunque ribelle. Ha ingannato Eva e vuole ingannare ognuno di noi; ingannare come ha ingannato la prima donna; così inganna adesso noi, cerca di ingannare tutti, uomini e donne. La preghiera vi salva, vi salva dal male, vi santifica e specialmente vi dona un aumento di fede
Tener presente bene che cos'è la vita: partiti da Dio creatore, venuti sulla terra, tra poco ne usciremo. «Relinquo mundum», lascio il mondo e ritorno al Padre, diceva Gesù, ormai alla fine della sua missione (Gv 16,28).
Santificazione! Perché il Signore ci dà i giorni, ci dà gli anni? Molte di voi, le più, sono già state agli esercizi per entrare negli Istituti Secolari: questo significa volontà di farsi sante. Il mezzo è la preghiera. «Il gran mezzo della preghiera» è un libro d'oro scritto da sant'Alfonso de' Liguori. Sant'Alfonso ha scritto dei libri così belli, che bastano per mettere le anime sulla via diritta: «L'apparecchio alla morte», «La pratica d'amare Gesù Cristo», «Il gran mezzo della preghiera», «La vera sposa di Gesù Cristo», eccetera, sono i santi libri messi accanto ai libri di san Francesco di Sales per spronare alla santità. Vedete, quando eravamo piccoli, adesso son vecchio, domandavamo al nostro direttore spirituale, che era uno molto esperto di educazione e formazione della gioventù, quali libri di meditazione e di lettura spirituale dovevamo leggere.
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Ci veniva risposto di stare attenti, di guardare sempre che fossero in primo luogo i libri che avessero per autore sant'Alfonso, san Francesco di Sales. Ora c'è una caterva di libri. Questo non vuol sempre dire che diano il genuino cristianesimo e le verità di Gesù Cristo, e cioè: «Chi vuole venire dietro di me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua» (Mt 16,24).
La preghiera poi è necessaria perché il vostro apostolato abbia buon risultato. Che cosa otterrà la preghiera? Voi siete come le mamme spirituali di tante anime. Le mamme devono mangiare per due quando hanno il bambino da allattare: mangiare per sé e mangiare per avere il latte sufficiente per la vita del bambino. Se volete fare l'apostolato, oltre che pregare nel modo comune e con la quantità comune di preghiera, aggiungerne un po' di più per dare il latte della fede, il latte dello spirito, alle anime. Quando si prega, l'apostolato ha più effetto. Alle volte si lavora molto e si ottiene uno scarso frutto. Cosa c'è? C'è tanta azione, magari a detrimento dell'orazione. Attenti a questo punto! L'anima di ogni apostolato è la preghiera. C'è quel bel libro: «L'anima dell'apostolato», che spiega come l'anima dell'apostolato sia la vita interiore, la vita di orazione. Alle volte ci si affatica molto e poi che cosa si raccoglie? Ben poco. Qualche volta dipende esclusivamente da quelli che non accettano e non fanno frutto del nostro apostolato; ma qualche volta può essere che noi stessi siamo un po' responsabili, perché non abbiamo pregato abbastanza e abbastanza bene. Per l'apostolato, la preghiera in primo luogo; sempre la preghiera!
Non confinare la preghiera all'ultimo posto, quando si è stanchi; ma farla come la cosa più importante, quindi in principio della giornata, e poi, quando è possibile, anche in principio del pomeriggio, cioè dopo che si è fatto il pranzo e si è alquanto riposato. Cominciare la seconda parte della giornata con l'orazione. Alcune possono fare la visita, altre non potranno farla a quell'ora; ma avendo in animo di farla appena si ha il tempo libero, si riceve ugualmente la grazia dal Signore che premia la buona volontà.
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La preghiera per l'apostolato illumina l'apostolo per sapere cosa dire e come dire. Inoltre muove l'apostolo e gli infonde zelo, industrie sante per l'apostolato. In terzo luogo l'apostolo si mostrerà generoso anche quando raccoglie soltanto derisioni e ingratitudine, e ricomincerà continuamente, nonostante ci siano state delusioni. Avete visto qualche volta qualche formica che vuole salire su un mobile che è liscio? Sale un po' e poi casca, ma non ci rinuncia e tenta di nuovo; così quando c'è la preghiera si è costanti nonostante le delusioni.
Certe volte al vedere che l'apostolato non ha frutto, ci piange il cuore, ci sentiamo il cuore stretto, viene la voglia di pensare che, tanto, non si ottiene nulla, che non c'è niente da fare. C'è tutto da fare invece, perché non si è fatto niente. Non c'è niente da fare? Ma c'è sempre da fare, perché ci sono cinque apostolati che sono i più fruttuosi e si possono sempre fare: vita interiore, apostolato della preghiera, apostolato della sofferenza, apostolato della buona parola, apostolato dell'esempio. La sofferenza e la preghiera ci sono sempre. Mai smettere, sempre ricominciare; e se anche dovessimo ricominciare fino alla fine della vita, la costanza è tenuta dal Signore in conto e il premio l'avremo. Come chi volesse pregare e, tormentato dalle distrazioni, cercasse sempre di rimettersi a posto combattendo fino alla fine della Messa, o fino alla fine dell'Adorazione, questi ha pregato e il Signore lo esaudirà ugualmente. Certo è che da parte nostra ci vuole la buona volontà. Quindi preghiera per l'apostolato.
Ora avete sentito le pratiche che sono scritte nello Statuto; leggere bene quanto è scritto, e poi ricevere bene quegli avvisi che potranno essere dati allorché si manda al centro la relazione mensile. Soprattutto tre pratiche di pietà: meditazione, esame di coscienza e visita. Direte che non c'è la Messa, che è più importante. Sì, la Messa e più importante; ma quando uno fa bene l'esame di coscienza, la meditazione, la visita, le altre pratiche di pietà si faranno altrettanto bene, verranno da sé.
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Bisogna ancora dire come pregare. Pregare sempre, tutta la vita! Non settimane fervorose, perché ci sono stati gli esercizi e poi settimane un po' tiepide, perché si è lontano dagli esercizi. Non fervore soltanto alla Comunione, ma un fervore che duri nella giornata; non fervore che duri solamente quando una va a confessarsi e per due o tre giorni solo ha buona volontà; ma quella buona volontà tirarla avanti fino alla confessione seguente. Costanza, questa è la grande condizione della preghiera; pregare per poter pregare, pregare per essere perseveranti nel pregare.
Poi, umiltà nella preghiera; e poi ancora lo spirito di fede. Negli esercizi si possono scegliere tanti propositi, tanti pensieri; ma il gran mezzo della preghiera non lo si può trascurare, deve essere sempre a capo degli altri mezzi, degli altri propositi. Pregare costantemente per la santificazione e per l'apostolato.
Il Signore vi benedica tanto! Questo buon desiderio, questo proposito della preghiera, l'avete fatto tutte certamente. Andiamo avanti; Gesù è con noi! Anche se certe volte non lo sentiamo tanto vicino, Lui c'è, ci accompagna. Se in qualche momento ci sembra che le cose siano troppo dure e che il Signore si sia dimenticato di noi, allora il Signore è lì con noi, vede, e se si nasconde un momento, noi siamo ugualmente costanti: se per un momento non si fa sentire, la sua grazia c'è sempre. Allora si raccolgono i maggiori frutti. Chi prega si salva, chi non prega si danna, chi prega molto si fa santo.
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