Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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54.
VOCAZIONE E VITA CONSACRATA

Per le anime che si consacrano a Dio vi è tutta una biografia speciale. Il Padre Celeste creando l'anima infonde qualità e caratteri che sono conformi al bisogno che si verificherà nel tempo della vita religiosa. Il Signore Gesù poi, per mezzo del santo Battesimo, infonde grazie nuove, particolari. Il bambino non sa quello che sarà di lui, ma il Signore Gesù lo sa e quindi dà le grazie che saranno necessarie nella vita per corrispondere meglio alla vocazione; grazie abbondanti. Poi il bambino cresce, quando arriva alla sua età acquista l'uso di ragione e l'anima che è destinata a consacrarsi a Dio riceve altre grazie. Ha grazie nella comunione, grazie nella confessione. Alle volte il sentimento della vocazione si manifesta proprio nella prima comunione e nella prima confessione. Poi viene il sacramento della cresima che conferma le grazie del battesimo; e infonde anche lo spirito di apostolato. Così la fanciulla cresce e può essere che conduca una vita del tutto innocente, e quindi sia così preparata a portare la stola battesimale al giudizio di Dio. «Accipe vestem candidam quam immaculatam perferes ante tribunal Christi», così dice il sacerdote che ha battezzato la bambina: «Ricevi la stola bianca e non macchiarla, e portala totalmente intemerata fino all'entrata in cielo».
Le vicende della gioventù sono varie, ma finalmente qualche cosa si fa sentire nell'anima, qualche cosa di particolare. Giovani che amano la ritiratezza, giovani che amano di più la preghiera, giovani che esercitano bene la virtù dell'obbedienza, della delicatezza, della bontà con tutti, sentendo che qualche cosa di più particolare le aspetta nella vita.
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Poi vengono le circostanze in cui la vocazione si chiarisce. La vocazione può essere fatta sentire in modo chiaro da Gesù dopo la comunione o dopo la confessione, o in una meditazione, o in un corso di esercizi spirituali. Allora, quando la giovane si confida, avrà la conferma dal suo confessore o direttore spirituale: tu sei chiamata da Dio. Quello che sentiva in fondo all'anima viene, diciamo così, a galla e, a poco a poco, si fortifica finché si ha un incontro, finché si apre la vita, si entra nell'Istituto.
Voi in parte siete state accolte come postulanti; per altre continua il curriculum della vita consacrata: alcune sono state ammesse al noviziato, altre alla prima professione, altre a rinnovare la professione, altre ad emettere la professione per un biennio, e vi aspetta la professione perpetua. Il curriculum della religiosa. Ma quando la religiosa è arrivata al giorno della professione perpetua, entra nell' impegno, è decisa a compiere il lavoro di perfezione, perché la vita religiosa è un perfezionamento della vita cristiana.
Al giovane che aveva domandato al Signore: «Che cosa devo fare per salvarmi l'anima?», Gesù aveva risposto: «Osserva i comandamenti». E così avete fatto voi. Ma il giovane non era contento di questo, perché aveva già dichiarato: «I comandamenti li ho sempre osservati». E allora Gesù: «Se vuoi essere perfetto, lascia tutto, vieni e seguimi» (Mt 19,16 e ss.). Lascia tutto: povertà vieni: lascia la famiglia, cioè amare la famiglia in un senso diverso, più alto, più nobile, più santo: castità e poi seguimi: obbedienza.
Allora la professa perpetua, entrata nella grande via della santificazione, cammina avanti, e insieme al lavoro di santificazione unisce l'apostolato, perché ama Dio con tutta la sua anima e ama il prossimo come se stessa. E come essa, questa professa perpetua, vuole arrivare al Paradiso, così desidera che molte anime vadano in Paradiso e cerca di aiutarle: ecco l'apostolato. Se poi si perfeziona la carità, non solo amare il prossimo come noi stessi, ma sacrificarsi per il prossimo, secondo l'esempio del Maestro, che diceva agli apostoli: «Amatevi come io ho amato voi» (Gv 15,12).
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E li ha amati lui per primo perché li ha chiamati, come voi siete state chiamate. Lui per primo; ma Lui che poi offre se stesso al Padre per la salvezza di tutte le anime.
E così nell'apostolato: tante volte si sacrifica il tempo e anche la salute e molti altri desideri che si avrebbero; ecco, tutto si sacrifica perché si ama il prossimo, come Gesù ha amato le anime. Allora l'apostolato si eleva. Anime che offrono anche la loro vita come vittime per la salvezza delle anime e specialmente per le vocazioni. Oh! l'apostolato. È stato accennato alla diffusione della Bibbia. La Bibbia è la lettera del Padre agli uomini. Chi porta la Bibbia è la postina di Dio: porta la lettera del Padre alle famiglie, alle anime. Diventate le postine di Dio allora.
Intanto questo spettacolo che presentate, alla Messa delle professioni, rende gioia a Gesù che qui dal Tabernacolo vi guarda, e la sua gioia corrisponde alla gioia vostra per la chiamata e per i passi che adesso avete fatto verso la consacrazione definitiva al Signore.
Però è utile che non vi consideriate come un gruppo a sé: siete entrate nella Famiglia Paolina. La conoscete in parte, e forse non del tutto. La Famiglia Paolina è composta dalla Pia Società San Paolo, la quale, avendo i sacerdoti, dirige le altre parti della Famiglia Paolina e vuole santificarle. Prima la Pia Società San Paolo; poi vi sono le Figlie di San Paolo, e in parte le conoscete; poi le Pie Discepole, poi vi sono le Suore Pastorelle; poi le Suore Apostoline; poi vi sono i Sacerdoti dell'Istituto Gesù Sacerdote; poi ci siete voi, insieme e accanto ai Gabrielini. Come un'aggiunta a questi Istituti, vi è l'Unione Cooperatori per la Famiglia Paolina. Sentirvi una famiglia grande, sparsa in tante nazioni: 24, 26 nazioni; e dovunque, in queste nazioni la Famiglia Paolina sta stabilendosi. In varie nazioni si è stabilita solidamente.
E allora vi raccomando: primo, di pregare per tutte le vocazioni.
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Potete fare tanti apostolati nelle occasioni che incontrate nella vita; ma soprattutto preghiera per le vocazioni.
Secondo: amarsi, pregando vicendevolmente. Per mia parte presento ogni mattina tutte le necessità e i desideri dei membri dell'intera Famiglia Paolina, quando mi preparo alla Messa e poi al momento della Messa stessa. Amarvi, pregando vicendevolmente.
E in terzo luogo, compiere bene il vostro apostolato. Sì, ogni Annunziatina ha un apostolato proprio, scelto secondo le circostanze e secondo le sue tendenze, ma vi è anche l'apostolato comune che è l'unione più intima con la Pia Società San Paolo, la quale è destinata a portare la luce alle anime con i mezzi moderni: e cioè la stampa, il cinema, la radio, la televisione, i dischi, ecc. Collaborare.
Così la Famiglia Paolina va crescendo e va santificandosi. E pensare al bel giorno in cui la Famiglia sarà raccolta in Paradiso, ognuno felice, cantando la gloria di Dio per tutta l'eternità; e, cantando questa gloria, ognuno avrà la felicità eterna, perché la felicità eterna nostra sta nel riconoscere e dar gloria alla SS. Trinità.
Avanti nel vostro cammino. E ora sempre più copiosa discenda la benedizione di Gesù sopra chi è entrata come aspirante, sopra chi è entrata in noviziato e chi ha emesso la prima o la seconda professione o la professione biennale. E discenda sopra tutti i propositi fatti negli esercizi. Lavorare spiritualmente! Utilizzare i giorni e le ore! Sì, perché ciascuno riceverà secondo quello che ha operato: «Unusquisque... mercedem accipiet secundum suum laborem» (1Cor 3,8). La vergine più prudente è colei che cerca di accumulare meriti ogni giorno e arrivare alla sera con un aumento considerevole; e così ogni sera. Poi un aumento pieno il giorno in cui lascerà la terra per andare al premio celeste.
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