Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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4.
LA CONSACRAZIONE NEGLI ISTITUTI SECOLARI

Questa mattina abbiamo parlato dei tre gradi che si devono considerare riguardo alla nostra eternità, e cioè dei meriti che si possono acquistare nella vita del semplice cristiano, dei meriti che si possono acquistare in soprappiù nella piena consacrazione dei santi voti e dei meriti che si possono acquistare nell'esercizio della carità verso il prossimo in modo perfetto. Tutti devono amare il prossimo, ma chi arriva all'apostolato ama il prossimo in grado perfetto. Perciò ecco i meriti della vita cristiana, i meriti della piena consacrazione a Dio nell'esercizio dei santi voti e i meriti dell'apostolato.
Quanto è stato buono con voi il Signore a guidarvi su questa strada! Non c'è da fare altro, dopo, che camminare su di essa. Non vi è, diciamo così, niente di meglio, non potete pensare ad altro, ad altra spiritualità, o ad altri modi di arricchirvi di meriti, all'infuori del compiere bene quello che incontrate ogni giorno nella vita. Meriti come buoni cristiani, meriti come anime consacrate a Dio, e meriti come apostoli in mezzo alla società.
Riguardo alle anime consacrate a Dio vi sono due categorie da ricordare e si potrebbe dire anche tre. La prima categoria comprende tanto le suore di clausura, come le suore che vivono la vita comune, ma non in clausura. Questa categoria vive nei conventi, porta un abito particolare, pratica la vita di comunità, e nello stesso tempo è governata dalla Santa Sede e deve praticare quelle regole e costituzioni che ha ricevuto dalla Santa Sede stessa.
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Ma vi è un altro genere di anime, le quali vivono nel mondo, consacrate a Dio, senza abito comune, senza vita comune e compiono un apostolato in mezzo alla società. Queste anime sono quelle che appartengono agli Istituti Secolari.
Il Papa, vedendo quanto siano numerose queste anime assetate di santità e desiderose di aiutare il prossimo a conseguire la salvezza, ha costituito questa nuova categoria di associazioni che prende il nome di Istituti Secolari. In questi si possono raggiungere le tre specie di meriti: di vita cristiana buona, di vita consacrata a Dio nell'esercizio dei santi voti e di vita di apostolato. E questo pur restando in mezzo al mondo, restando anche nelle famiglie e compiendo quel bene che i membri possono fare nel loro ambiente. Il Papa dice che essi vivono nel mondo e fanno l'apostolato nel mondo, pur non appartenendo al mondo; non sono del mondo, ma vivono nel mondo.
Questi Istituti Secolari hanno delle caratteristiche.
Prima di tutto, in generale, i membri non sono conosciuti nel loro ambiente di lavoro, di famiglia o in altro ambiente sociale. Che appartengano agli Istituti Secolari è bene che lo sappia soltanto chi è interessato a conoscerlo. Questi membri acquistano i meriti della vita consacrata a Dio, i loro voti sono semipubblici, sociali e riconosciuti dalla Chiesa. Sono guidati dalla Chiesa, perché la Congregazione dei Religiosi, che guida le persone di vita contemplativa e gli Istituti Religiosi, è la medesima autorità che guida anche gli Istituti Secolari. Quindi, infine, si è guidati dal Santo Padre: perché voi, appartenendo a un Istituto Secolare, avete il vostro Statuto, il quale è letto, riletto, corretto e migliorato dalla somma autorità; dopo di ciò viene presentato al Papa, il quale lo fa ancora esaminare e finalmente, quando vede che è buono, lo dà; così che praticamente lo ricevete dal Santo Padre.
Molte volte i membri dell'Azione Cattolica si sentono soddisfatti perché il Papa vuole l'Azione Cattolica e la guida dall'alto, mostrando in tante maniere il suo desiderio che fiorisca.
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Ma negli Istituti Secolari vi è qualche cosa di più. Il Papa diviene il superiore vero, il quale ha il potere dominativo nella Chiesa. Non vi rivolgete solamente al Papa come semplici fedeli, non lo considerate solamente come colui che ha istituito, per modo di dire l'Azione Cattolica organizzandola, dandole statuti, guidandola dall'alto come guida gli altri fedeli. In un Istituto Secolare il Papa non è solamente il Vicario di Gesù Cristo come lo è rispetto a tutti i fedeli, maestro di fede, di morale e maestro di preghiera (preghiera liturgica specialmente); ma è anche il vero superiore che può ammettere, può rifiutare, può rimandare e da cui tutto dipende propriamente; attraverso la Congregazione dei Religiosi tutto dipende dal Papa. Egli è dunque superiore e padre. I membri degli Istituti Secolari, come i membri degli Istituti Religiosi, devono considerare nel Papa questo titolo di padre, oltre che di Vicario di Gesù Cristo; amarlo, sentire le gioie che egli sente, sentire le preoccupazioni che egli ha, sentire le pene che incontra e accompagnarlo. Voi lo accompagnate nelle intenzioni, lo accompagnate nella preghiera ogni giorno, lo accompagnate nell'azione che fate per le anime. Operate dunque una collaborazione diretta con la Chiesa, con il Papa. Quindi la vostra posizione è diversa e questa posizione è anche quella che vi mette in un grado più adatto per arricchire maggiormente l'anima di meriti. Non importa che siate persone di cui non si parla, persone che non fanno adunanze rumorose e chiassose, come qualche volta avviene di certe associazioni esterne; ma la vostra opera nella Chiesa di Dio è vera, sentita. E questo intendo dirlo per tutti quelli che sono iscritti agli Istituti Secolari.
Poi, non avendo l'abito comune, ciascuna può entrare nella società, in mezzo agli altri senza essere notata; può entrare là proprio dove il prete, la suora non potrebbero entrare. Inoltre non avendo la vita comune si possono fare tante cose, si possono iniziare tanti apostolati che sono propri dell'ambiente in cui vivete.
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Una può fare un apostolato eucaristico, per le adorazioni, per la frequenza la Comunione; un'altra può promuovere le anime vittime per la conversione della Russia, per la conversione dei popoli che si sono allontanati dalla Chiesa; un'altra può lavorare nell'Azione Cattolica e guidare forse l'associazione come presidente, vice presidente; può lavorare per le opere caritative, per gli orfani, per le vocazioni sacerdotali, per i vecchi. Quanti possono essere gli apostolati? Innumerevoli; quanti i bisogni che nascono nella Chiesa.
Per questo ecco l'Istituto delle Annunziatine. Le Annunziatine sono un Istituto Secolare, il quale viene regolato dalla Santa Sede e nel quale le persone possono trovare un indirizzo di spiritualità. Ecco il grande vantaggio: guidate dall'alto, guidate sempre nella stessa via, seguendo sempre un regolamento che vi verrà mandato durante il noviziato. Voi progredite sempre nella stessa strada, sicure di trovare il beneplacito, il volere di Dio. Allora ogni momento della vita prende un altro senso. Il voto di castità rende doppio merito allo sforzo che fate per conservare questa virtù; a mancare, per esempio, alla castità dopo il voto si fanno due peccati, ma a osservarla si fanno due meriti. Per esempio, c'è doppio merito nel cacciar via una tentazione, nell'evitare un divertimento pericoloso, nell'evitare uno sguardo pericoloso, uno spettacolo pericoloso, una parola che può essere pericolosa. In ogni caso, doppia virtù. Vi ponete su un piano superiore, del tutto diverso dal piano in cui lavorano i semplici cristiani.
Così è anche per l'obbedienza. L'obbedienza guida la vita del membro cioè di colui o di colei che appartengono a un Istituto Secolare. Ogni atto di obbedienza ha due meriti, sempre. Se si fa approvare il regolamento di vita spirituale per tutto l'anno, il lavoro spirituale ha doppio merito. Una Messa non è più la Messa sentita dal fedele, dal semplice cristiano; è una Messa sentita da una persona consacrata a Dio e che opera in doppia obbedienza; a Messa, quando è possibile andare, ci si va anche in obbedienza al proprio Istituto.
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Così l'Adorazione, la Comunione, il Rosario, tutto raddoppia il merito.
Voi dovete inoltre esercitare la povertà lavorando. Il lavoro è esercizio di povertà. La povertà non vuole solo il distacco, ma vuole la produzione, cioè il guadagnarsi il pane col sudore della fronte, e richiede a volte che noi produciamo anche per aiutare persone di famiglia o parenti, o per aiutare i bisognosi, le missioni o, supponiamo, l'Università Cattolica, una chiesa in costruzione, un altare che si vuole erigere, una statua che si vuole acquistare, eccetera. Tutto questo è esercizio di povertà e dà sempre il doppio merito, così che vivendo, supponiamo, trent'anni nell'Istituto Secolare, avete i meriti di 60. La vita considerata in ordine all'eternità, diciamo così, raddoppia i meriti: un anno produce per due.
Gesù diceva che il grano buttato in buon terreno può produrre il trenta per uno, il sessanta per uno, il cento per uno. Noi possiamo considerare queste parole come un invito a non produrre solamente i frutti e quindi a ricavare i meriti del trenta per uno; ma a mirare al sessanta, al cento. Il trenta per uno si potrebbe paragonare alla vita del semplice cristiano; il sessanta si può paragonare alla vita che è consacrata a Dio, di coloro che vivono perfettamente la loro consacrazione mediante i tre voti, ma il cento per uno è di coloro che traducono la loro vita in apostolato. Mirare al massimo.
Vedete i negozianti come sono solleciti per guadagnare, alle volte, pochi soldi soltanto, trafficando in vari generi di merci. E noi per l'eternità? Spendere la vita per il Maestro Divino! «Thesaurizate autem vobis thesauros in caelo»: accumulatevi tesori nel cielo (Mt 6,20). Fate rendere la vostra vita al massimo. Finché viviamo non vediamo le ricchezze di merito che uno acquista. I meriti non si contano come si contano i soldi quando si riceve lo stipendio, ma tutto si accumula sulle porte dell'eternità e tutto questo sarà una ricchezza immensa guadagnata un po', giorno per giorno, la quale ci accompagnerà al premio, al Paradiso.
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Quanto è grande il valore anche tanto di una piccola obbedienza, magari il valore di un'Ave Maria detta per obbedienza, perché l'ha suggerita, supponiamo, la superiora, perché c'è una grazia speciale da ottenere, per esempio, la conversione di una giovane che sta prendendo una via non buona. Un'anima santa, comparsa dopo la morte, disse che era salva. E si trattava veramente di una persona che aveva fatto un gran bene nella sua vita. Disse così: Io sarei contenta di tornare sulla terra e di soffrire fino al giorno del giudizio universale le pene della mia ultima infermità (che erano state tante), pur di guadagnare il merito di un'Ave Maria. - Oh, se capissimo bene che cosa vuol dire un merito in più per l'eternità! Per qualcosa che si fa in un istante, come avviene quando, per esempio, si caccia una tentazione o si sfrutta un'occasione per guadagnare un merito maggiore, di esercitare, supponiamo, la pazienza col prossimo, quante ricchezze guadagniamo! È uno sforzo che dura un istante, ma che guadagna tanta gloria per il cielo.
Adesso possiamo quindi leggere qualche cosa del regolamento delle Annunziatine. La premessa che c'è, è utile: «Vi è un discreto numero di figliole che desiderano consacrarsi al Signore in una vita di maggiore perfezione e dedicarsi nello stesso tempo ad un apostolato per la salvezza delle anime». Desiderano, cioè, questo: la perfezione consacrandosi al Signore e facendo un apostolato. «Ma non amano l'abito religioso; oppure hanno uffici in società che non conviene abbandonare; oppure hanno salute non adatta alla vita pienamente in comune; oppure hanno oltrepassato l'età per entrare nella vita comune; o vorrebbero un apostolato più moderno di quello esercitato ordinariamente dalle altre suore; o vorrebbero una vita ben diretta ma con tanta libertà nell'iniziativa, così da esplicare le tendenze e i talenti propri». Queste persone desiderano quindi una vita ben diretta, di maggiore agilità nell'intervenire nelle necessità nuove, ma sempre sicure di operare col merito dell'obbedienza.
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Molte anime sono escluse dai conventi e tuttavia vogliono vivere la loro vita di consacrazione a Dio. Allora il Papa dice: Le prendo sotto di me, le faccio mie figliole, le dirigo per mezzo della Congregazione dei Religiosi. Quando pure non interviene per certi casi particolari; ce ne sono stati e ce ne sono sempre. Allora queste anime hanno una spiritualità, una direzione; non è più il cambiare un confessore o un altro; qualche volta cambiando si va in cerca di una spiritualità forse nuova; oppure si vuol leggere un altro autore, un altro libro; oppure alcune sentono una esortazione, o si trovano in circostanze nuove. No, queste anime prendono un indirizzo spirituale, il quale viene sempre confermato, perché si mandano sempre le circolari. Inoltre c'è sempre lo Statuto e poi ci sono i vari incontri con i superiori, almeno due o tre volte nell'anno. Non sarà un mese d'incontro, saranno dieci giorni in tutto, sarà in occasione di Natale, o agosto, maggio eccetera. I membri poi possono sempre scrivere e quindi venire diretti anche per corrispondenza. San Francesco di Sales dirigeva una moltitudine di persone per lettera. Le sue lettere sono state raccolte, è stato tolto ciò che non era da mettersi in pubblico e hanno formato il libro: La Filotea. La sua era una direzione spirituale vera, efficace benedetta da Dio.
In secondo luogo, l'apostolato acquista il merito nuovo perché è riconosciuto, approvato e guidato dalla Chiesa. E allora ecco che anche nell'azione esterna si sa sicuramente di incontrare il volere di Dio e di operare con la Chiesa, per la Chiesa, nella Chiesa. Nello Statuto si trova scritto: «L'Istituto si abbraccia se vi è un grande desiderio di santità e un grande amore alle anime e alla Chiesa».
Perché l'Istituto è chiamato col nome di Maria Annunziata? Perché il Figlio di Dio si è incarnato ed è venuto a redimere il mondo. La prima creatura che accettò la redenzione, e quindi accettò la nuova vita, è stata Maria la quale disse: «Ecco la serva del Signore, sia fatto di me secondo la tua parola» (Lc 1,38).
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È la prima cristiana e la prima anima redenta e più abbondantemente redenta; è la prima anima che appartenne alla Chiesa perché unita con Gesù Cristo, capo del Corpo Mistico che è la Chiesa. Perciò da questa realtà il nome all'Istituto: Maria Annunziata. L'altro, l'Istituto maschile, che si affianca, si chiama San Gabriele, perché fu san Gabriele che portò l'annuncio della Redenzione. Tre volte portò l'annuncio della Redenzione, prima al Profeta Daniele, poi a Zaccaria e poi a Maria Santissima.
«L'Istituto è per la gloria di Dio e la santificazione dei membri, mediante i tre voti di povertà, obbedienza, castità e l'osservanza delle proprie regole». Il giorno della professione si fanno questi tre voti che sono riconosciuti dalla Chiesa e sono semipubblici. «Il fine particolare è servire e cooperare con la Chiesa nel dare all'umanità Gesù Cristo Maestro Via, Verità e Vita con la diffusione del pensiero cristiano, della morale cristiana e dei mezzi di elevazione della vita individuale e sociale, particolarmente in forme moderne». L'Istituto vive la spiritualità paolina, non che dipenda direttamente, canonicamente voglio dire, dalla Pia Società San Paolo, ma dipende spiritualmente, in quanto prende la stessa spiritualità paolina. Questa spiritualità si comunica in tante maniere. Naturalmente vi sono poi le superiore, le quali guidano l'Istituto secondo lo Statuto che viene comunicato durante il noviziato.
«I membri hanno in parte una vita del tutto comune, in parte vivono fuori delle case dell'Istituto, secondo il maggior bene e il giudizio delle superiore, caso per caso». È meglio che la maggior parte dei membri dell'Istituto Secolare rimanga fuori, appunto per fare il bene che c'è da fare nel mondo e con i mezzi del mondo. Nella vita comune ci sarà la direzione, perché è bene che ci siano delle case in cui e da cui si abbia la direzione. Per ora la casa sarà Torino. Siamo quasi alla fine della costruzione e penso che in settembre, al massimo in ottobre, sarà del tutto terminata.
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Sono già terminati i locali dove si deve abitare e dove si dovranno fare gli esercizi spirituali.
Si dice: «Passare un mese nelle case». Un mese è il massimo. Se, per esempio, qualcuna avrà poi bisogno di un periodo di riposo e non ha modo di averlo, l'Istituto potrà procurare una casa dove si rinvigoriscano le forze. Ma possono essere anche otto, dieci giorni, e tuttavia in quei giorni ci saranno gli esercizi spirituali e il rinvigorimento dello spirito. E bene che tutte compiano le stesse pratiche di pietà e il libro delle pratiche di pietà viene dato per questo. Vi sarà qualche cosa da aggiungere e quelle preghiere che sono proprio per voi. Adesso farò aggiungere la preghiera a san Gabriele e la preghiera a Maria SS. Annunziata, che possono recitare anche gli altri che non sono membri.
I membri danno un resoconto e ogni mese ci dovrebbe essere per questo una corrispondenza. Se non è ogni mese sarà ogni due, ma frequentemente, perché più ci si tiene in relazione e più lo spirito si conserva, anzi si rafforza. Si potranno fare anche delle visite ai membri che si possono visitare. Vi sono membri che sono nelle famiglie e non bisognerebbe portare alcun disturbo.
«In tutto, vitto, vestito, abitazione, comportamento, si conformano a modestia e decoro, secondo i tempi e le condizioni sociali». Sì, perché una condizione è quella di colei che va a lavorare come operaia in uno stabilimento e un'altra è quella di colei che insegna all'Università. C'è chi è deputato ed è iscritto negli Istituti Secolari; e naturalmente queste persone per non farsi conoscere devono andar vestite, sempre assicurando la modestia, secondo l'uso di quell'ambiente. Perché poi non è l'abito che fa il monaco, né il santo; ma è la totale consacrazione a Dio la quale, se si può aggiungere l'apostolato, porta a una grande perfezione. Bisogna avere un grande desiderio di diventare buoni. Il Papa dice: «Che brucino di amor di Dio e che vogliano tradurre la loro vita nell'apostolato». Non quindi gente che vuole solamente trovare un posto, oppure persone che hanno fallito la loro vita e non hanno saputo farsi una posizione.
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No; anime elette! Possono essere anche penitenti, ma sempre anime elette, o perché hanno conservato l'innocenza, o perché hanno riacquistato la grazia e l'innocenza con la penitenza. Devono essere anime che vogliono vivere totalmente di Dio e non ammettere nel cuore altro affetto che il Signore. Vi sono anime che si trovano così bene con Gesù nelle Visite Eucaristiche, hanno un'intimità col Signore che si può paragonare all'intimità con cui la Maddalena convertita trattava il Signore Gesù, al quale lavò i piedi e li asciugò con i capelli, li unse col profumo e accompagnò il Signore sul Calvario e al sepolcro. Il Signore si degnò di comparirle e di farle portare l'annuncio della risurrezione agli Apostoli.
Vi è poi da dire che l'esercizio dei voti per i membri degli Istituti Secolari è più difficile. Non ci possono essere delle anime tiepide e addormentate negli Istituti Secolari. Per conservare la castità in certi ambienti e non acconsentire mai a nessuna parola indegna che viene pronunciata, per passare in mezzo al fango senza sporcarsi, bisogna essere anime forti, bisogna avere particolare fiducia nella Madonna, bisogna usare particolare vigilanza sui sensi, sulla lingua, sul tatto, sugli occhi. Anime elette, quindi.
Circa la povertà poi, i membri degli Istituti Religiosi conservano i beni, ma non hanno l'amministrazione; invece negli Istituti Secolari i membri conservano i beni, li amministrano con spirito di povertà, e hanno anche l'obbligo di provvedere in qualche maniera per la malattia e la vecchiaia. Questo provvedere per la malattia e la vecchiaia si deve considerare caso per caso, perché vi sono persone che sono già provvedute, altre hanno bisogno di provvedere. Ad ogni modo l'Istituto non vuole che nessuna per causa di malattia o di vecchiaia abbia a trovarsi male. La vecchiaia di ognuna, la sua preparazione al cielo, deve essere serena. E poi dopo morte avrà i suffragi di tutte le sorelle. L'Istituto poi, se vi sarà generosità da parte di qualcuno dei membri, stabilirà dei suffragi perpetui.
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L'obbedienza è più difficile nel senso che non si è assistiti dai superiori, non si è assistiti da altri che da Dio. Ecco perché il Papa dice che l'essere membro degli Istituti Secolari suppone un grande amor di Dio nel cuore. A quale grado di santità potete salire se, come dice il Papa, bruciate di amor di Dio! L'ubbidienza in particolare viene osservata in questo modo: durante gli esercizi spirituali si stabiliscono gli orari e si sottopongono a chi guida; nell'anno poi si mettono in pratica. Vi possono essere poi eccezioni all'orario e al programma? Come principio, le piccole eccezioni sono ammesse; per le eccezioni grandi invece ci vuole il permesso. Chi, per esempio, volesse fare un viaggio a Lourdes, deve chiedere il permesso.
È tempo che incominciamo il noviziato. Per il giorno dell'entrata in noviziato fare la confessione e comunione, e proporre di trascorrere bene i due anni. Manderemo il libro per le preghiere e il libro per la meditazione; poi ci sarà la circolare mensile. Vi si daranno istruzioni generiche sull'apostolato, generiche perché gli apostolati sono vari. Vi sono persone che potranno solo fare i quattro apostolati: vita interiore, che è molto importante; buon esempio nell'ambiente in cui si vive; preghiera, specialmente secondo l'intenzione del Papa e dell'Istituto; sofferenza. Possono esercitare questi apostolati le persone malate o quelle che vivono in ambienti in cui non possono dire neppure una parola buona.
Pensate che le Annunziatine sono volute da Dio come un fiorente giardino, bello, dove si coltiva la rosa della carità, la margherita dell'ubbidienza, il giglio della purezza. Anime sparse dappertutto! Fiorite nella Chiesa di Dio e profumatela con le vostre virtù. Portate alla Chiesa di Dio che è composta di anime, il soccorso del vostro amore, della vostra fede, del vostro apostolato, della vostra generosità. Che bel premio vi sarà preparato! Siate veramente generose e veramente degne di camminare in una via così bella, in una via di tanta santificazione. Poi, il Paradiso!
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