Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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39.
I MISTERI DEL ROSARIO

Avete fatto il vostro ritiro e questo è una garanzia di passare santamente il mese prossimo. È il mezzo perché il mese prossimo sia un mese benedetto da Dio, vi renda tanto contente, possiate fare un progresso. A chi affiderete i propositi questa volta? Al Rosario. Tutte avete la corona e siete abituate a recitarlo. Ecco: molti Rosari e buoni Rosari. Il primo ottobre iniziarlo subito con Rosari detti un po' più lentamente, riflettendo sui misteri. Poi, se è possibile, anziché una terza parte, arrivare a dirne due parti, e certamente qualcuna arriverà a dire il Rosario intero, cioè tre parti.
Il Rosario è grande mezzo per essere consolate nella vostra via, perché nella via vostra di consacrazione a Dio, vi sono sempre dei sacrifici e delle difficoltà; quindi vi costerà.
Poi quasi sempre nel ritiro mensile si costata, almeno da parte delle anime che sono di vita interiore, la difficoltà che c'è nel farsi santi, e tuttavia c'è la buona volontà. «Ma ho fatto il tal proposito...». Sapete qual è la tentazione del diavolo? Quella contro il proposito. Una volta che una promette di essere più paziente, avrà mille occasioni perché la pazienza scappi. E così il diavolo tenta proprio contro quello che uno vorrebbe fare meglio. Per questo la Sacra Scrittura dice: «Prepara l'anima tua alla prova» (Eccl 2,1).
Ognuna ha delle inclinazioni a un genere più vivo di passioni, perché tutti hanno qualche difficoltà; ma con i rosari tutto si supera. Quando una persona dice: «Ma io ho molto sentimento...». Ebbene, il sentimento è un dono di Dio.
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«Ma subisco molte tentazioni...». Certo, però il sentimento è un dono di Dio. Su quel punto tenterà il demonio, ma è lì che si faranno i meriti migliori, tenendo a freno il sentimento dove bisogna frenarlo, e poi espanderlo in grande amore a Gesù. Voler proprio bene a Gesù, voler proprio bene alla Madonna. Ma «voler proprio bene» non sia soltanto una frase, una bella preghiera recitata, ma sia proprio il dono totale al Signore. Il Rosario è il grande mezzo per vincere le difficoltà, per mettere in pratica i propositi.
Vi sono i cinque misteri gaudiosi. Che cosa s'impara specialmente dai misteri gaudiosi? Essi ci presentano: l'annunciazione a Maria; la visita di Maria a santa Elisabetta; la nascita di Gesù a Betlemme; la presentazione del Bambino al Tempio; Gesù al Tempio a dodici anni, smarrito da Maria e da Giuseppe. Che cosa si chiede? Come grazia generale: amore alla vita comune, alla vita privata, alle virtù nascoste, che sono sempre la carità, l'umiltà, la pazienza; e si chiede la santificazione degli atti comuni. Santificare anche la ricreazione, santificare anche il riposo, santificare anche il vitto, santificare tutta la giornata. Gesù è stato fino a trent'anni in vita privata; e in quella casa si esercitavano le più belle virtù, le virtù domestiche, che vuol dire virtù della casa, virtù private.
Secondo: i misteri dolorosi. Che cosa c'insegnano? La pazienza. Gesù che suda sangue nel Getsemani; Gesù che è flagellato a sangue; Gesù che è coronato di spine, Gesù che è condannato a morte e porta la croce al calvario, Gesù che viene crocifisso e dopo tre ore di agonia muore. Perché allora non amare tanto questo Gesù che ci ha amato, fino a dare la sua vita per noi? Amarlo, amarlo tanto. L'anima che si è consacrata a Dio deve accompagnare Gesù fino al Calvario. Occorre fare penitenze grosse? No, ma piccole virtù, piccoli atti di pazienza; e poi sopportare le difficoltà che si frappongono nel nostro cammino, sopportare noi stessi, che è più difficile che sopportare gli altri, accettare i mali fisici se ve ne sono. In sostanza domandare la pazienza e la grazia di offrire la nostra vita per le anime.
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Vi sono molte persone che desiderano offrirsi vittime. Però è meglio non pensare alle cose straordinarie, ma alle piccole sofferenze, alle piccole fatiche che si hanno da fare, ai piccoli sacrifici, a rinnegare noi stessi. «Chi vuol venire dietro di me rinneghi se stesso e prenda la sua croce» (Mt 16,24). Quindi si chiede specialmente la pazienza, in questi cinque misteri dolorosi.
I cinque misteri gloriosi che cosa ci presentano? Gesù risorto; Gesù che sale al cielo; Gesù che manda lo Spirito Santo agli Apostoli e a Maria; Maria che lascia la terra ed è assunta in cielo; Maria che è incoronata regina del cielo e della terra. Chiedere la grazia di distaccare il nostro cuore da tante cosette e camminare avanti verso il Paradiso; chiedere la grazia di arrivare in Paradiso.
Noi, nella San Paolo, recitiamo tutte le sere la coroncina, dicendo cinquanta volte: «Vergine Maria, madre di Gesù, fateci santi», mentre si va a letto. Dopo ogni decina si recita il Gloria Patri. Che ci facciamo santi per il Paradiso! Che ci troviamo poi beati lassù, in Paradiso! Noi veneriamo i Santi, ma essi non hanno mica fatto una strada diversa da quella che dobbiamo fare noi! Sono passati tra molte tentazioni e difficoltà e si sono fatti santi. Mirare sempre al Paradiso. Quest'oggi lavoro per il Paradiso, diciamo svegliandoci; e domani di nuovo così. Questo mese lavorerò per il Paradiso, e un altro mese di nuovo così. E il lavoro vostro non sarà inutile, come c'insegna san Paolo, perché il Signore conta tutto, e tutto premierà.
Avanti, dunque con fedeltà, e sempre far scorrere la corona del Rosario. Quante cose si vincono e quante cose si fanno mediante la corona! Se siete un po' scoraggiate, ricorrete al Rosario. Alle volte nella vita sembra che tutto sia come una notte buia... Prendiamo la corona e recitiamo bene il Rosario. Prima che sia finito ci sentiremo già più illuminati, più consolati, più incoraggiati.
Avanti, allora. Ecco tutto.
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Questo è il consiglio per ottobre: il gran mezzo del Rosario che ha santificato tante anime.
Insegnare anche a recitare il Rosario: è un grande apostolato. Il Rosario ai piccoli, magari solo un mistero; il Rosario in famiglia: cinque misteri; e poi chi fosse consacrata a Dio, reciterà quel che potrà.
Perciò nessuna lasci il Rosario nel mese di ottobre. Ma questo è già cosa che fate tutte. Quindi fiduciose in Maria. Concludere sempre: «O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria».
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