Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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14.
PER FARE BENE GLI ESERCIZI

Abbiamo poco fa benedetto questa chiesetta, la quale si presenta veramente bella e nello stesso tempo devota e siete voi che avete la grazia di inaugurarla per prime. (La cappella della SAIE, a Torino).
Questo locale così ricco è ben diverso dagli ambienti che costituiscono il rimanente della casa. Essa è «domus Dei et porta coeli», casa di Dio e porta del cielo. Casa di Dio perché vi abita Gesù, e porta del cielo perché chi viene riceve la grazia. Chi viene particolarmente per ascoltare la parola di Dio, chi viene per la Messa, per la confessione, per la comunione, riceve la grazia, la quale per noi è la tessera per cui si entra in Cielo.
La vita soprannaturale che viene in noi per la grazia è quella che noi chiamiamo anche vita eterna e che per ora rimane nei nostri cuori, ma poi si manifesterà e porterà il suo effetto, cioè la beatitudine eterna ed il Paradiso.
D'altra parte voi avete avuto la buona volontà. La vostra presenza indica appunto che siete venute per sentire il Signore, parlare col Signore, domandare al Signore, ricevere le grazie dal Signore. Il Signore premierà questa vostra buona volontà, vi parlerà in questi giorni e voi parlerete con Lui; voi chiederete ed Egli vi esaudirà.
Gli esercizi, che cosa sono? Sono una grazia di privilegio per voi che avete buona volontà; sono alcuni giorni dedicati all'anima. Nel corso dell'anno si fanno tante cose e voi avete ciascuna le vostre occupazioni, tutte buone tutte sante; ma sono occupazioni ordinarie. Questi giorni sono per occupazioni speciali, cioè dirette all'anima.
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È un tempo in cui l'anima rimane con Dio, come in una santa solitudine.
Molte cose avete fatto. Molte cose avevano anche fatto gli Apostoli quando erano stati mandati da Gesù a predicare, ma Gesù vedendoli arrivare stanchi e vedendo come erano stati soddisfatti del loro lavoro, l'invitò: «Venite in desertum locum et requiescite pusillum»: Venite in disparte e riposatevi un poco (Mc 6,31). Quel riposo era un trattenersi con Gesù, era un dire a Gesù le loro cose, le loro difficoltà e i loro risultati, i loro successi; era per ricevere una parola di luce da Gesù, un conforto per continuare nella loro vita bella perché apostolica.
Certamente, anche questi giorni si possono dire quasi un appartarsi, un segregarsi un po' dalle comuni occupazioni e dalle comuni relazioni per entrare in intimità con Dio.
Si chiamano esercizi spirituali perché sono diversi da altri esercizi. Ci sono, per esempio, esercizi di canto, per chi vuole imparare il canto, la musica; vi sono esercizi di calligrafia, per chi vuole imparare a scrivere bene, ecc. Questi, invece, sono esercizi di pietà, sono esercizi spirituali.
Le occupazioni sono queste: in primo luogo sentire la parola di Dio, leggere libri buoni, libri di pietà, vite di santi, libri di ascetica, quelli che già conoscete o che vi vengono indicati, e inoltre la riflessione che deve seguire la predica, perché la predica è per indicare i punti da meditare, ma poi ognuna deve riflettere, perché riflettendo si raccoglie il frutto della meditazione. Quindi, questi giorni sono riservati all'istruzione religiosa e alla meditazione delle cose sante.
In secondo luogo sono giorni di preghiera. Avete letto il programma, l'orario. Vi sono due Messe, vi sono le varie meditazioni, vi sono gli esami di coscienza che ognuna deve fare, vi sarà il tempo per le confessioni. Soprattutto preghiera. Avete cominciato così questo ritiro e l'avete cominciato molto bene, particolarmente perché avete subito invocato l'aiuto di Maria.
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Questa nostra Madre, quando si trovava sui 12, 14, 15 anni ha pensato tanto al suo avvenire, anzi ci aveva già pensato prima e già si era consacrata a Dio. Maria pensando a come spendere la sua vita, come guadagnare nella vita presente i meriti più grandi per la vita futura, viveva in santo raccoglimento abituale; ma poi aveva i suoi tempi di pietà, di orazione.
Questi giorni sono particolarmente esercizi di pietà, cioè di preghiera. Certamente anche a voi è passato tante volte per la mente e nel cuore la domanda: che cosa vuole Dio da me? Che cosa posso fare per assicurarmi il Paradiso? Che cosa posso fare per raggiungere un grado di santità più elevato? Tutte queste Sante che sono in Paradiso e che noi, lungo l'anno, ricordiamo di tanto in tanto, un giorno erano qui come noi e sono salite ad una grande perfezione, a una grande santità. Come sono felici ora in cielo! Anche noi facciamo il nostro passaggio sulla terra. La vita ci è data perché la riempiamo di meriti e perché ci guadagniamo il premio futuro.
Dunque sono giorni di raccoglimento. Notiamo però che gli esercizi spirituali possono essere per la conversione. Vi può essere un'anima la quale si sia un po' smarrita nella vita, forse per le circostanze, forse per le occasioni, forse per qualche cattivo esempio. Vi sono esercizi di conversione, cioè quando un'anima si ritira per prepararsi a una confessione accompagnata da vivo dolore e da seri propositi di cambiare vita.
Vi sono, invece, esercizi di perfezione. Voi almeno in parte, avete già fatto altre volte gli esercizi. Ora già camminate su una via buona, una via che assicura il cielo, ma si può progredire di più, si può essere più perfetti, perché possiamo camminare nella virtù della carità, nello spirito di fede, nell'amore di Dio. Possiamo migliorare nelle relazioni della famiglia, nelle relazioni sociali, migliorare nella nostra pietà, nel nostro spirito di orazione. Vi sono esercizi in cui il Signore invita l'anima: «Se vuoi essere perfetta...» e indica i mezzi.
Poi vi sono esercizi anche per altri motivi.
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Per esempio, esercizi per conoscere la strada che il Signore ha destinato per noi, cioè per conoscere la vocazione, la volontà di Dio sopra il complesso della nostra vita. Una giovane può chiedersi: Come impiegherò gli anni della mia vita? Come sarò contenta di avere operato quando mi troverò sul letto di morte? Allora destina alcuni giorni a pregare, a pensare, a chiedere consigli per il futuro. Sono, questi, esercizi per la vocazione.
Vi può essere anche un'anima che vive già in intimità con Dio, perché già si è consacrata al Signore e allora, ecco, a quest'anima il Signore si comunicherà con grazie più abbondanti, con ispirazioni più forti. Quest'anima avrà forse da progredire nello spirito di orazione, oppure nella virtù dell'obbedienza, o nella virtù dell'umiltà. Potrà forse pensare all'apostolato che deve compiere nella sua vita e che già ha scelto di compiere, apostolato che può essere tanto vario, secondo le circostanze di ognuno. Gli esercizi possono anche essere un invito alla perfezione di una virtù particolare, quando un'anima riconosce di avere particolari necessità.
Gli esercizi spirituali sono utili per tutti: per chi è in peccato, per cambiare vita; per chi è tiepido, per scuotersi dal torpore; per chi già è buono, per migliorarsi; per chi è già santo, per santificarsi ancora di più. Il cammino della santità è un cammino nel quale dobbiamo sempre procedere, mai fermarci, mai dire basta; guardare avanti, ai maggiori santi, guardare Gesù, Maria. Ecco i modelli.
Come fare questi esercizi spirituali? In primo luogo occorre desiderarli e volerli fare, cioè occorre la buona volontà, la disposizione interiore di buona volontà. Vengo a voi, Signore, perché mi parliate: «Loquere Domine, quia audit servus tuus» (1Sam 3,9-10). Dire al Signore: io sono qui per fare la tua volontà. O Signore parlami, indicami la tua volontà e dammi la grazia di compierla ogni giorno della vita, finché arriverò al premio. Sì, perché il Signore premia tutto quello che si compie non secondo la nostra volontà, ma secondo la sua divina volontà.
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Desiderare questi giorni, desiderare un profondo raccoglimento, desiderare di entrare nell'intimità con Gesù e Maria. Quando c'è il desiderio, quando uno vuole veramente una cosa, vi si dedica e vi dedica tutte le forze, tutte le energie e tutto il tempo necessario. È già tanto il tempo che spendiamo in altre cose che riguardano la vita presente. Un po' di tempo è da spendere per fermarsi un momento a riflettere sopra la nostra anima e stare soli con Dio: tu e Dio, Dio con te.
Segregandosi, e questo è veramente la seconda condizione, formarsi come una solitudine, perché voi avete tante relazioni e parecchie di voi vivono in famiglia. Adesso, però, questa solitudine richiederà un po' più di raccoglimento del solito, sarà un pensare più spesso a Dio, un tenere lo spirito unito al Signore. Formarsi una solitudine interna allontanando le fantasie e i pensieri ordinari, perché lo spirito si unisca più strettamente al Signore; e formarsi una solitudine esteriore, per quanto è possibile. Chi può conservare del tutto il silenzio avrà la grazia che il Signore parlerà meglio e più intimamente all'anima. Quindi una santa solitudine.
In terzo luogo, la preghiera. Si tratta di grazie spirituali: salvezza dell'anima, santificazione, scelta di una vita, dedizione all'apostolato per le anime, tutte cose spirituali che richiedono la grazia di Dio. Vi farete sante nella misura in cui pregate, perché chi prega si salva e chi prega molto si fa santo. Ciascuno di noi si fa santo a misura che prega e a misura che prega bene. Non che possiamo pregare tutto il giorno, perché il Signore richiede anche il nostro apostolato, richiede anche che ci occupiamo delle cose che riguardano la vita presente, sempre in ordine a Lui; ma bisogna dare alla preghiera il tempo necessario. Soprattutto partecipare bene alla Messa, facendo la comunione; poi la visita al SS. Sacramento e l'esame di coscienza; poi la preparazione alla confessione; poi considerare le verità e i pensieri che il Signore vi ha fatto sentire di più, che vi sono entrati di più nel cuore.
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Farvi riflessioni sopra, pregare con fervore. Pregare Gesù Ostia. Questa sera non è ancora presente Gesù Sacramentato in mezzo a noi. La sua presenza sacramentale ci sarà domattina quando verrà celebrata la Messa, ma entrare nell'intimità con Gesù Ostia fin da adesso e pregare. Recitare molti rosari, confidarsi con Maria, invocare san Paolo, l'Angelo custode e il Santo di cui si porta il nome, affinché questi Santi che sono già lassù sostengano noi che ancora siamo nella lotta. Dire loro: voi che siete già felici e vedete me che ancora sono nella battaglia della vita e sono ancora nel pericolo di perdermi, soccorretemi con la vostra grazia, venite in mio aiuto affinché possa seguire la strada che voi avete percorso.
Per cominciare bene gli esercizi, bisogna che fin da questa sera si pensi a fare un po' di esame di coscienza per confessarsi bene, cominciando a pregare per la conversione. Il raccoglimento allora sarà più facile e la grazia sarà maggiore. Vedete, il Signore dà sempre le grazie agli umili; e l'umile è chi si esamina, chi si pente delle sue imperfezioni, delle sue mancanze, chi invoca l'aiuto del Signore perché si sente debole. L'umile non si impone agli altri, è con tutti cordiale, cortese. Le grazie sono per gli umili. Come l'acqua non sta sulle cime dei monti, ma discende nelle valli, così la grazia di Dio non si posa sulla testa dei superbi, ma discende nei cuori umili, nei cuori di coloro che invocano l'aiuto di Dio sentendosi deboli e fragili.
Allora questi giorni saranno molto utili per le vostre anime e può essere che siano anche decisivi per la scelta della vostra vita, almeno per alcune di voi. Non vi è tempo così adatto per sentire la voce di Dio e per scegliere lo stato della propria vita come quello degli esercizi. L'anima è in pace, Dio parla e la grazia è più abbondante. Allora vengono le buone risoluzioni.
Domani mattina celebrerò la Messa perché questi giorni vi siano di grande conforto e consolazione e portino frutto per la vita.
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