Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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56.
CARITÀ

Abbiamo celebrato la santa Pasqua: Pasqua della risurrezione di nostro Signore Gesù Cristo. Abbiamo da ricordare che un giorno anche noi dovremo risuscitare: la risurrezione della carne, come si dice nel Credo. Ma in particolare la Pasqua per noi, cioè personalmente, è risurrezione dal male, risorgere dai difetti. Quindi il tempo pasquale è un tempo di perfezionamento, di santificazione particolare.
Guardare le cose che sono di Dio, quello che è il Paradiso che ci aspetta, pensando che tutto quello che si fa di bene, un giorno, alla fine del mondo, ci procurerà anima e corpo in letizia, in gloria eterna: la risurrezione della carne, se noi, giorno per giorno, risorgiamo dai nostri difetti, dalle nostre imperfezioni. Allora l'anima e il corpo avranno insieme la gloria e la gioia eterna. Pensare così. Perché la Chiesa ci fa dire tante volte Alleluia in questo tempo pasquale? Perché Gesù è risorto, perché noi abbiamo fatto la risurrezione dal male al bene. Quindi non soltanto allietarci della risurrezione di Gesù Cristo ma allietarci con gioia, allietarci togliendoci un po' dei nostri difetti, ecco.
Poi l'ascensione di Gesù Cristo al cielo alla destra del Padre. Poi la Pentecoste: Gesù dal cielo manda lo Spirito Santo, perché ci illumini e ci dia la grazia, l'aiuto spirituale per il progresso, per continuare.
Voi siete anime consacrate a Dio. Nel decreto Perfectae caritatis, scritto per chi è consacrato a Dio, leggiamo: «Chi è consacrato a Dio e vive veramente la propria consacrazione, arriva alla perfezione della carità».
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Perfectae caritatis: amore a Dio e amore al prossimo. La carità! Quando vi è l'amore sempre più perfetto verso Dio, ecco quello è il progresso. Sempre più cercare Dio, sommo bene. Dio! Cercare i meriti per la nostra vita: santificazione; perfectae caritatis, cioè, verso le persone con cui si convive. Questo perfectae caritatis verso il prossimo, quando si pensa il bene del prossimo, quando si desidera il bene del prossimo, quando possiamo trattare bene con gli altri, sia nelle parole sia nelle azioni. Perfectae caritatis, e quindi escludere ogni ambizione, ogni invidia, ogni rancore e poi evitare quegli egoismi per cui in sostanza si ama noi stessi soltanto, e allora non c'è la perfetta carità, il perfetto amore né verso Dio, né verso il prossimo.
Quanto c'è da esaminare qui! Se il nostro cuore è già tutto orientato verso Dio e il Paradiso; se il nostro cuore è orientato a portare del bene al prossimo col buon esempio, con le sante parole, con i buoni servizi e particolarmente con l'apostolato che si fa, che fate. Tutto in ordine alla salvezza del prossimo, oltre che alla salvezza nostra, alla santificazione nostra.
Vi sono dei segni di grande bontà e vi sono dei segni che indicano che non c'è la bontà, non c'è la carità. E quando si vive in comunità è in più perfetta l'osservanza della carità a motivo della convivenza, che vuol dire sopportare i mali degli altri e portare del bene agli altri in continuità. Quando non si sa vivere bene in comunità, allora il perfectae caritatis non c'è. Perché il perfectae caritatis importa una vita sociale religiosa, in quanto si è in comunità. Ecco allora, che chi vive in vita comune bene, socialmente cioè, aiutandosi l'uno con l'altro, aumenta tanto i meriti per la vita eterna. Apprezzare tanto la carità verso il prossimo.
Com'è il tempo attuale, cioè il tempo pasquale? Progrediamo? Dobbiamo farci questa domanda. Il Signore ci dà ancora del tempo per viverlo secondo la volontà di Dio; non per fermarci, ma per camminare nella perfezione.
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Come aumentano i giorni, aumentano le ore, tutto serve ad accrescere i meriti; e se c'è l'impegno, il perfezionamento va sempre meglio: meglio la pietà e meglio l'azione, meglio la vita quotidiana. Così si possono santificare le 24 ore della giornata: tutto ordinato a Dio in un amore sempre più perfetto e ordinato alla carità verso il prossimo. Chiedere questa grazia d'amare il prossimo, ecco, è il perfezionamento. Pensare in bene allora, interpretare in bene. Possono esservi, invece, pensieri contrari alla carità. Deporli. Parlare in bene, evitare ogni mormorazione, ogni contraddizione. Amare. Quindi anche le parole che siano ispirate alla bontà, alla carità. Poi i sentimenti interiori. Ci possono essere sentimenti di bontà e sentimenti di invidia o di interpretare male gli altri. Poi quello che può essere la nostra parte di aiutare chi ci avvicina; è l'apostolato della giornata, l'apostolato della settimana.
Allora abbiamo perfectae caritatis, la carità perfetta, quando non cerchiamo più noi stessi, ma cerchiamo Dio. E per essere liberati da quello che è egoismo o che soltanto vale per la vita presente, dobbiamo ricordarci dei voti. Il distacco dalle cose, povertà; il distacco dalle soddisfazioni carnali, castità; e poi il distacco dalla nostra volontà: quindi l'obbedienza in tutto al Signore. Allora distaccati da noi stessi e dalle cose della terra, la nostra anima si eleva sempre più in alto: perfectae caritatis.
Poi la carità verso il prossimo. Se si è in un Istituto, il quale ha dei fini che riguardano il prossimo, facciamo bene la nostra parte di carità, di bontà; non soltanto fino al grado della carità tra i cristiani ma in un grado più perfetto; quindi perfectae caritatis, in perfetta carità.
Oh! Allora facciamo i nostri propositi; ma prima di fare i nostri propositi scrutare l'intimo nostro. Che grado di carità, cioè di amore, abbiamo a Dio? Secondo: come è il nostro comportamento? Vi è veramente la bontà di pensiero, di parola, di sentimento, di azione, eccetera? All'esame di coscienza deve seguire il proposito nostro. Facendo bene i propositi, aggiungiamo la preghiera per mantenerli.
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Perché dalla meditazione si deve sempre arrivare a un proposito e alla preghiera per mantenere il proposito.
Adesso durante il tempo che impegnate ancora per la preghiera, chiedete l'aumento di carità. E poi, siccome l' apostolato è tutto di carità, quanti meriti! E quanto meglio lo facciamo, tanto più l'anima si arricchisce di meriti per la vita eterna. Come sono grandi i meriti della vita consacrata alle anime, di chi porta luce alle anime! Sembrerebbero soltanto azioni di poco conto. Eh no! Tutto ciò che noi operiamo nell'apostolato è tutta una carità verso il prossimo: portare la luce di Dio alle anime ha un valore immenso.
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