Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

17.
CONFESSIONE E COMUNIONE

Il Signore vi ha favorito di molte grazie in questi giorni per intercessione della Vergine nostra Madre, Maria Immacolata.
Ora questo giorno deve essere dedicato tutto a pensare al cammino della santità.
Progredire, ecco la parola d'ordine con cui concludere bene questo ritiro. Bisogna progredire in santità e in apostolato. Prima progredire in santità, perché noi facciamo del bene a misura che siamo buoni. Anche se una persona non parlasse mai, se fosse muta, quando è santa fa sempre del bene, non solo col suo buon esempio, ma perché attira le grazie.
Vi è ciò che attira il fulmine, cioè i castighi di Dio ed è il peccato; e vi è ciò che attira le benedizioni di Dio, ed è la santità. Un'anima in grazia opera sempre sugli altri, anche se non la vedessero mai, perché c'è la sua pietà, c'è la sua uniformità al volere di Dio. Non si vede l'azione esterna, perché l'azione esterna della grazia in generale è poco visibile, ma è l'azione interna che opera.
L'azione esterna è stata in san Paolo quando egli perseguitava la Chiesa da giovane ed era illuso di essere nella verità. L'azione esterna è stata quel fuoco venuto dal cielo, quella luce straordinaria che lo ha atterrato da cavallo e allora in quella luce sentì quella parola di Dio: «Saulo, perché mi perseguiti?» (At 16,14). Ed era Gesù, Gesù che gli ordinava di andare in città dove avrebbe sentito dirsi quello che era necessario per la sua conversione. E così fu.
Ma le grazie, d'ordinario, sono interiori, sono una luce dell'anima, sono un'unione più stretta con Gesù.
~
E queste grazie avvengono per un'illuminazione dello Spirito Santo nelle anime, per un'ispirazione dello Spirito Santo nel cuore, per una mozione dello Spirito Santo che attira a sé le anime.
Sentivo proprio ieri parlare di un uomo ostinato il quale, sebbene malato grave, non si voleva arrendere all'invito del sacerdote di riconciliarsi con Dio. Ma vi era chi pregava e pregava silenziosamente; ed ecco che, in un istante di silenzio, la voce di Dio, la luce di Dio, la mozione di Dio si fa sentire nella sua anima e domanda il sacerdote per confessarsi. E così passa all'eternità in serenità, quasi in letizia, perché da molto tempo non aveva mai più avuto quella pace interiore che in quel momento, per mezzo del sacerdote e del sacramento della comunione e dell'olio santo, ha ricevuto dal Signore.
Fatevi sante e non preoccupatevi troppo del lavoro esterno. Sarete così efficaci nella Chiesa. Non vedremo noi il bene, ma non importa che non si veda sulla terra; si vedrà al giudizio di Dio. Al giudizio di Dio vedrete tutto l'influsso, tutto il bene, che avete fatto in tante anime molte delle quali magari voi non conoscevate. E la grazia di Dio che passa, è la luce di Dio che arriva alle anime per mezzo di chi prega e soprattutto per mezzo di chi ha carità paziente, perché non si dà carità senza pazienza e non si dà pazienza senza la carità. Sono legate come dice san Paolo: «Caritas patiens est» (1Cor 13,4).
Dunque, la prima cosa è farci santi. E per chiedere la santità, va molto bene che in questi giorni, tutte le sere, si dica la coroncina a Maria: fateci santi. E la coroncina che ha insegnato il santo Cottolengo e che lui fa ripetere tutte le mattine, a mezzogiorno e alla sera alle sue suore e ai suoi religiosi. Questa coroncina consiste nel dire 10 volte: fateci santi, poi il Gloria Patri. In sostanza si dice 50 volte fateci santi, divise in 5 parti.
Fateci sante: dirlo al plurale perché tutta la famiglia vostra sia santa, perché tutta la vostra parrocchia senta la grazia di Dio, allontani il peccato e si salvino tutti.
~
Non solamente la parrocchia, ma la diocesi, l'Italia, l'Europa, il mondo.
Dicendo fateci santi, pensate al mattino di pregare per i 2 miliardi e 700 milioni di uomini, per chi è già giunto alla fede e per chi non è ancora giunto alla fede in Gesù Cristo, per chi si ostina anche contro Gesù Cristo. Vedete come sono diffuse certe teorie, certi errori; ma la grazia può tutto e anche se qualche volta qualcuno sembra ostinato, tra la morte e l'eternità c'è un abisso, insegna san Francesco di Sales, ed è l'abisso della misericordia di Dio. Noi non sappiamo, ma facciamo il bene; non sappiamo che cosa abbia ottenuto in quell'anima, ma facciamo bene, facciamoci santi. L'essere santi è come mettere una buona stufa in una camera. Supponiamo che sia molto freddo e che la stufa sia magari nascosta in un angolo; ma dopo un po' tutto l'ambiente è caldo. Così è la santità, si diffonde. Per giungere a questa santità usare tutti i mezzi, specialmente l'esame di coscienza e la visita al SS. Sacramento.
Però questa mattina meditiamo sopra due mezzi: la confessione e la comunione. La confessione toglie il male e aumenta l'unione con Dio; la comunione accresce nell'unione con Dio e dona il cibo che ci sostiene, che ci rafforza lo spirito.
La confessione è precisamente istituita da Gesù Cristo come sacramento della sua misericordia. Gesù è venuto per i peccatori e allora, essendo venuto per i peccatori, teniamoci nell'umiltà. Ricordiamoci che siamo peccatori e diciamo sempre bene: Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori. Sempre dire bene: Maria prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte.
Noi abbiamo bisogno di essere sempre umili, di ritenere che siamo pieni di difetti e che abbiamo sempre bisogno della misericordia di Dio. Difetti ce ne sono nell'interno, nei pensieri, nei sentimenti del cuore, nelle parole, nelle azioni.
~
Siamo sempre molto imperfetti. Il pentimento, cioè l'atto di dolore ben detto, se si tratta di peccati veniali li cancella anche fuori della confessione; ma se si tratta di peccati mortali è sempre necessaria la confessione, anche se si ha il dolore perfetto; perché il dolore perfetto ottiene il perdono del peccato, ma rimane sempre l'obbligo della confessione. Però il mezzo per correggersi anche dalle venialità, il mezzo stabilito da Gesù Cristo, il mezzo principale, sacramentale, è la buona confessione. Questa non dipende tanto da quel che ci dice il confessore. No! La buona confessione, il risultato, il frutto della buona confessione dipendono dal pentimento e dal proposito. Siamo noi che andiamo a confessarci; se portiamo un vero pentimento e se portiamo un buon proposito di emendazione faremo una buona confessione.
Dolore del passato e proposito per l'avvenire sono così uniti insieme, che in fondo, fanno una cosa sola. Sì, la detestazione del male, guardando al male commesso, diviene dolore, e guardando al male che si potrebbe commettere in avvenire fa nascere il proposito di evitarlo. La confessione quindi è fruttuosa in proporzione del dolore e del proposito. Giacché, però, siete anime tutte avviate nella vita spirituale, bisogna distinguere tra confessione e direzione spirituale.
Vi sono anime le quali nello stesso tempo fanno confessione e direzione spirituale; ma queste due cose santissime possono anche essere distinte e molte volte lo sono. Per voi, in gran parte, dovranno essere distinte. La direzione spirituale è l'indirizzo che si dà a un'anima. L'anima che si apre, dice quello che le manca, quello che vuole acquistare, le difficoltà che incontra, i mezzi che adopera, le difficoltà che possono essere nell'interno e le difficoltà che possono venire dall'ambiente e soprattutto dice a che punto vuole arrivare. Se un'anima è consacrata, ha una direzione molto diversa da un'anima che pratica soltanto la vita cristiana.
La direzione spirituale si può fare anche raramente.
~
San Francesco di Sales dirigeva molte anime per lettera. Lo stesso libro, la Filotea, che è un magnifico libro di formazione spirituale e che può essere utilissimo a voi, è venuto dalla raccolta di lettere che egli scriveva ad un' anima per condurla all'altezza della santità. Era una persona che viveva nel mondo, ed egli la diresse per lettera così, progressivamente, in maniera che è risultato quel magnifico libro che si chiama: Filotea, o anima amante di Dio. Poiché voleva portare le anime all'amore di Dio, dell'unione con Dio.
La direzione spirituale si può fare per lettera e si può fare una volta al mese, una volta ogni tre mesi, una volta ogni sei mesi, perché non si tratta di cambiare indirizzo di vita. L'indirizzo, generalmente, si prende negli esercizi. Poi, lungo l'anno, si ha alle volte il bisogno di conferire su qualche difficoltà o di comunicare. Questo mezzo che adopero mi è difficile, oppure non mi riesce, oppure mi trovo in questa nuova difficoltà che è venuta adesso e che non prevedevo prima, il proposito che ho fatto mi piace, mi pare che porti frutto. Dirlo chiaramente se si porta frutto. Si dica il bene e il male, ma senza scendere ai particolari che, generalmente, sono propri della confessione. Per questo la direzione spirituale basta molto più raramente. Fra le Annunziatine ogni mese, ogni tre mesi, va bene. Più si comunica con la direzione che per ora è a Roma, più si resta in intimità e si aiutano le singole anime.
La confessione invece è bene farla ogni otto giorni. La confessione si può fare al sacerdote a cui potete accedere con facilità. Alle volte può essere il parroco, alle volte può essere un sacerdote che è nella parrocchia senza essere il parroco, oppure un religioso. E tante volte, se potete, è meglio che andiate da un religioso. Ci sono in tanti luoghi i Cappuccini, i Domenicani, i Salesiani, i Gesuiti, ecc. E questo perché, siccome le Annunziatine sono, in fondo, anime religiose, anche se non hanno l'abito e la vita comune così stretta, se c'è un religioso sa meglio indirizzare e indicare come si pratica la povertà, l'obbedienza, la pazienza, l'apostolato, eccetera.
~
La confessione quindi frequentemente; la direzione, invece, può essere più di rado. Tuttavia, se succede che abbiate la grazia di trovare un sacerdote al quale potete fare la vostra confessione insieme alla direzione spirituale, allora va anche molto bene, anzi va ancora meglio. Però che le cose siano fatte sempre brevemente, senza molte parole, perché il Signore si serve più con le opere che con le parole. Quindi confessione e direzione, ricordando che la confessione dà il frutto in proporzione del dolore e del proposito.
Certamente, d'altra parte, ci deve essere la preghiera, perché noi abbiamo inclinazioni cattive e se non c'è la forza e la grazia di Dio non progrediremo, ma con la grazia di Dio faremo molto progresso.
Secondo grande mezzo, pure sacramentale, è la comunione. Generalmente tutte le Annunziatine possono fare la comunione quotidiana. Può darsi, tuttavia, che qualcuna non possa. La Chiesa ha già provveduto molto permettendo la Messa alla sera e in molti luoghi vi è la Messa vespertina anche tutti i giorni. Dove c'è la Messa anche alla sera si potrà rimediare. Se invece non c'è la Messa alla sera, si cerchi di fare la comunione al mattino. Ricevere Gesù e partire con Lui per il cammino della giornata. Si riceve il viatico in punto di morte, perché Gesù sia come il compagno del viaggio all'eternità; e si riceve Gesù al mattino perché ci sia compagno e viatico nella giornata.
Al mattino, prima di fare la comunione, pensare bene alle difficoltà, alle tentazioni, ai propositi della giornata. Fare un esame preventivo, chiedendosi: di che cosa ho bisogno oggi? Al mattino le buone mamme pensano a quello che faranno per pranzo, per cena, e vanno a far la spesa per comperare il necessario per i pasti della famiglia. Anche noi pensiamo di che cosa abbiamo bisogno nella giornata per sostenerci nel cammino di Dio, per riempire la giornata di meriti. Per questo allora andiamo a ricevere Gesù. Può essere che pensiamo anche alle difficoltà, ed è bene.
~
Forse avrò delle tentazioni qualche volta; forse ieri sono caduta e forse mi troverò con persone con le quali è un po' difficile la convivenza e con cui devo procedere in buon accordo; forse dovrò evitare questo pericolo o quell'altro; forse dovrò sostenere quella fatica o quell'altra... Allora si va alla comunione perché Gesù ci sia forza e luce nella giornata.
La comunione è come il pane quotidiano. Ogni giorno mangiamo un po' di pane e ogni giorno, se è possibile è bene fare la comunione eucaristica. Da' a noi il nostro pane quotidiano! E non ricordiamo soltanto il pane materiale, ma ricordiamo il pane di vita. «Io sono il pane di vita» ha detto Gesù. Come per mezzo del cibo noi ci sosteniamo nelle nostre forze e continuiamo a fare i lavori che dobbiamo fare, così il cristiano buono, tanto più chi è consacrato a Dio, per mezzo della comunione si sostenta nella vita quotidiana, nel cammino della perfezione, della santità, nel correggere qualche difetto, nell'acquistare qualche virtù.
La comunione serve per la luce della mente, serve a unire il cuore a Dio, serve a rafforzare la volontà, serve anche a ottenere grazie per tutta la famiglia, per tutta la parrocchia, per tutto l'ambiente, per tutta la cristianità, per tutto il mondo. Sempre andare alla comunione col cuore largo, pensando a tutti, anche a quelli che qualche volta ci fanno soffrire o ci contraddicono. Ricambiamo sempre le contraddizioni che si ricevono e le sofferenze che dobbiamo sopportare con la preghiera, invocando su tutti la benedizione di Dio, le grazie, il ravvedimento, la salvezza. Fare bene la comunione! Ci sono i libri con cui prepararsi santamente e quelli che aiutano a fare sempre meglio il ringraziamento. Tuttavia alla fine della comunione, alla fine del ringraziamento, è sempre importante fare il proposito della giornata. Il proposito sarà quello degli esercizi, o quello della confessione che viene rinnovato ogni giorno e, dove potete fare il ritiro mensile, sarà il proposito del ritiro che viene pure esso rinnovato ogni giorno.
~
Insistere sempre sui medesimi punti. Proporsi: quest'anno voglio acquistare la carità, quest'anno voglio acquistare l'obbedienza, quest'anno voglio acquistare lo spirito di fede, quest'anno voglio acquistare lo spirito di povertà, eccetera. Fissarsi sopra un punto: quest'anno voglio particolarmente zelare quest'opera o quell'altra, dedicarmi a questa iniziativa o a quell'altra. Abbiamo bisogno di entrare in questo spirito. La comunione è il pane quotidiano. Se tutti i giorni noi ne mangiamo, sentiremo la forza, cresceremo nell'unione con Dio e nella santità; fissando però sempre qualche proposito particolare, che raccomandiamo a Gesù e sul quale mettiamo tutto il nostro impegno, la nostra volontà.
Può darsi anche che una persona non possa fare la comunione sacramentale; allora c'è la comunione spirituale, la quale è possibile a tutti e si può fare in ogni momento della giornata. Ecco allora i due grandi mezzi di santificazione: la confessione e la comunione. La vita ci è data perché progrediamo. Gesù progrediva sempre, Maria progrediva sempre. Ogni giorno anche noi così, saliamo in santità e preghiamo di cuore: Signore, fateci santi.
~