Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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23.
LA MADONNA - L'APOSTOLATO

Il primo pensiero è di ringraziamento a Maria. Maria Annunziata che vi ha condotto qui per comunicarvi nuove grazie, che prega lo Spirito Santo perché le nuove grazie di questi esercizi siano abbondanti e perché questi esercizi siano di piena consolazione e di progresso nella santità.
Ora, perché chiamarsi Annunziatine? Ha una ragione questo nome? Non è a caso. Il fatto dell'Annunciazione e, quindi, dell'incarnazione del Figlio di Dio quando Maria disse: «Fiat mihi secundum Verbum tuum», è il più grande fatto della storia, perché allora comincia la nostra redenzione, Gesù predicò la sua dottrina e istituì i sacramenti, la Chiesa, e ci lasciò i suoi santissimi esempi. Morì sulla croce ottenendoci la grazia e tutti i beni scaturiscono di là. Perciò Annunziatine vuol dire stare nel centro della storia e nell'inizio della redenzione. E il più bel nome.
Tra parentesi noto che l'ufficio di formare le Annunziatine lo conservo io, in generale, ma in particolare l'ho affidato a don Gabriele Amorth.
«Missus est angelus Gabriel a Deo»: fu mandato l'Arcangelo Gabriele da Dio in una città chiamata Nazaret, a una vergine sposata a Giuseppe e il nome della vergine era Maria (Lc 1,26). Sì, Maria! Che cosa disse l'Angelo a Maria entrando? Anzitutto si mise in una condizione e in un atteggiamento di riverenza, di grande rispetto, perché egli conosceva che quella era la Regina degli Angeli. Dio l'aveva fornita dei più bei doni di natura e di grazia e l'avrebbe poi fornita ancora dei più grandi doni di gloria. Quindi stette con riverenza salutandola con le parole: «Ave gratia plena, Dominus tecum, benedicta tu in mulieribus» (Lc 1,28).
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Ecco, salutò Maria piena di grazia; piena, cioè, di tutta la grazia di cui aveva bisogno per compiere il suo ufficio ed essere «Mater divinae gratiae», diventando per noi la madre della divina grazia. Piena di grazia, piena di santità, di virtù, di fede, di speranza, di carità, di umiltà, di bontà: «Gratia plena, Dominus tecum»: il Signore è con te. Perché è con te? Maria è immacolata!
Il Signore è con tutte le anime che sono in grazia, ma per noi c'è stato un tempo in cui non eravamo in grazia, il Signore non era con noi con la sua grazia. Quando siamo nati fino al momento in cui furono versate sul nostro capo le acque battesimali e fu detto: «Io ti battezzo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo». Invece Maria, uscendo dalle mani di Dio, era già unita a Lui, possedeva già maggior santità dei Santi in punto di morte, non ci fu un momento in cui rimase schiava del demonio. Maria sempre in grazia! Quindi il Signore è con lei in una maniera straordinaria. Poi, in quanto dotata di tante qualità e privilegi, è benedetta fra le donne; fra tutte le donne del mondo, da Eva fino a quelle che esisteranno Maria è la benedetta, è la preferita, è la donna forte, è la donna che darà Gesù al mondo, è la donna che ci accompagnerà nella vita per farci santi.
Siamo devoti di Maria che ci assisterà in morte e che ci riceverà in Paradiso. Noi preghiamo dicendole: «Mostraci dopo questo esilio Gesù, il frutto benedetto del tuo seno». Quando passeremo da questa all'altra vita, preghiamo che si presenti Maria, che ci comunichi, diciamo così, in qualche maniera, la visione beatifica, mostrandoci Gesù, che è lo splendore del cielo.
Quando Maria fu chiamata dall'Angelo benedetta fra le donne, Ella si turbò pensando che genere di saluto fosse questo. Era tanto umile che non pensava mai di meritare delle lodi così grandi da un Angelo che veniva da parte di Dio. E l'Angelo allora soggiunse: «Maria, non turbarti, perché diverrai la madre del Salvatore» (Lc 1, 29-30).
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Qui Maria sembra che si sia turbata ancor di più, non agitandosi, ma perché non era ancora capace di comprendere che cosa succedeva. Ella pensava come potesse avvenire questo, di diventare madre del Salvatore se era consacrata a Dio, e non conosceva uomo, che è l'espressione vera per indicare la sua verginità e la sua consacrazione al Signore. Sebbene sposa, Ella infatti era consacrata alla verginità. L'Angelo la rassicura dicendole che lo Spirito Santo sarebbe disceso in Lei, che avrebbe conservato la sua verginità e insieme avrebbe avuto la maternità divina. «Lo Spirito Santo discenderà in te, la virtù dell'Altissimo ti adombrerà e colui che nascerà da te sarà il Santo e regnerà nella casa di Davide in eterno». Cioè porterà un regno nuovo che era simboleggiato dal regno di Davide, ma che è il regno della Chiesa e poi il regno eterno, il Paradiso. Maria allora si tranquillizzò e, mentre l'Angelo parlava e Maria stava quasi in attesa di dare la risposta, si può dire quello che dice il Santo Padre, che Maria accettò; altrimenti noi saremmo senza il Redentore, il Messia. Come saremo salvi? Ella accettò per noi, ebbe pietà dell'umanità tutta, immersa in tanti errori, in tanti peccati, in tanti vizi, in tante idolatrie. Ecco, la salvezza del mondo dipendeva da un sì di Maria e Maria, illuminata da Dio, tranquillizzata in ciò che le stava più a cuore, la sua verginità, rispose: «Fiat mihi secundum verbum tuum»: sia fatto di me come hai detto a nome di Dio. In quel momento il Figlio di Dio discese dal cielo e s'incarnò nel suo seno: «Verbum caro factum est et habitavit in nobis». E noi abbiamo avuto il Cristo e quindi l'Eucarestia, che è il frutto benedetto del seno di Maria, la Messa, la comunione, la visita. Abbiamo la Chiesa, il Romano Pontefice, la gerarchia, i sacerdoti; abbiamo anche lo stato di consacrazione a Dio, cioè lo stato religioso, lo stato degli Istituti Secolari.
Si può dire che è anche un avviso del cielo l'invito che avete avuto di aderire a un Istituto Secolare, un invito che viene attraverso la grazia dello Spirito Santo, attraverso Maria, attraverso l'Angelo custode.
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Certamente avete avuto una grande grazia entrando in questo Istituto e, per chi non è ancora entrata, aspirando a entrarvi. Ci vuole una grazia speciale, che si chiama vocazione, cioè sentire il desiderio di consacrarsi a Dio. Il Signore sarà con voi e vi accompagnerà nella vita affinché siate fedeli alla vostra consacrazione a Lui, vi accompagnerà e sarà con voi in modo speciale, e il vostro apostolato sarà benedetto.
Si può fare dell'apostolato in tante maniere, anche facendo parte dell'Azione Cattolica; ma l'apostolato proprio delle anime consacrate è un apostolato più alto. Nell'Azione Cattolica vi sono tante anime che sono anche consacrate e allora fanno apostolato in una maniera migliore e più benedetta da Dio. Ecco il mistero d'amore di Dio per chi è chiamato a questo stato, cioè ad essere vergine nella vita. Essa è totalmente di Dio e nello stesso tempo ha una maternità spirituale costituita dalle anime che salverà. Vi è una maternità e paternità naturale ed è di quelle persone che abbracciano lo stato matrimoniale. Vi è una maternità più sublime, quella delle anime. Le vergini che danno Gesù Cristo alle anime, che danno alle anime lo Spirito Santo, come se dal loro cuore venisse versato nel cuore di tante persone. Non si tratterà di salvare uno o due; la maternità spirituale può diventare amplissima, larghissima. Sì, tutte le anime che si indirizzano al cielo sono salve, o con l'esempio, o con la predicazione, con il catechismo, o con le edizioni di stampa, radio, cinema, con la preghiera, con la vita interiore, con il consumarsi come vittima per i peccatori, per la salvezza del mondo.
Tutte le anime purganti possono essere aiutate e si può aprire loro il cielo; tutti i morenti possono essere aiutati. Ogni giorno muoiono 150 mila persone; si può pregare per tutti. Si diventa così come madri, perché i morenti possano, in quel momento, avere un pensiero di pentimento, di amore a Dio, possano disporsi bene e salvarsi. Non soltanto parliamo dei cristiani, ma di tutti, anche dei pagani, i quali sono molto di più di un miliardo.
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Poi, pregare per tutti gli uomini della terra e far del bene a quelle anime, in particolare, che il Signore vi ha fatto trovare sulla via della vita, o nelle parrocchie, o nelle famiglie, o nelle attività apostoliche varie a cui vi dedicate. Verginità e maternità spirituale, qui è il grande segno dell'amore particolare che il Signore ha per voi.
Potersi consacrare a Dio con abiti comuni e vita libera, nel senso che è diversa dalla vita comune propriamente detta, è uno stato preziosissimo, più prezioso di quello che vivono le suore; perché voi sotto un certo aspetto vivete in maggiori pericoli ed è molto più difficile osservare la castità, l'obbedienza, l'apostolato nell'ambiente in cui si vive, nelle varie attività della giornata, nelle varie occasioni e nei vari luoghi. Sì, portare quindi la vita di perfezione nel mondo, in mezzo alla famiglia: ci sarà la mamma, ci sarà il papà, ci saranno i fratelli. Essere le prime nella parrocchia, nelle attività di zelo, per esempio, nel l'Azione Cattolica, nelle attività catechistiche, in ogni ambiente, anche nella fabbrica, anche negli uffici. La vita di perfezione, il profumo di Cristo ovunque! Gli altri potranno anche ridere, anche insultare, ma il loro ridere non viene dal cuore. Essi, vedendo la virtù, piuttosto ammirano anche se non lo manifestano. La vita di perfezione non chiusa nel convento, ma portata in tutti i luoghi, in tutti gli ambienti, anche se uno esercita un commercio, anche se è operaio in una grande fabbrica, anche se deve stare magari tutto il giorno nel negozio perché quello è il suo piccolo lavoro da compiere. E quante volte è sacrificio stare lì e privarsi della gioia di vivere fra quattro mura di un convento!
Il secondo segno del grande amore che il Signore ha per voi è che potete esercitare tutti gli apostolati che sono possibili e adatti alle vostre particolari condizioni. Se c'è una maestra esercita l'apostolato nella scuola; un'operaia lo esercita nel suo ambiente e nelle associazioni varie a cui forse è iscritta; così se è in famiglia, o in un ambiente più facile, o in un ambiente più difficile. Tutti gli apostolati!
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Noi, in primo luogo, consigliamo gli apostolati della stampa, del cinema, della radio e della televisione; però tutti gli apostolati sono validi, nessuno è escluso. Ognuna si sceglie il suo, secondo le circostanze di luogo e di tempo, secondo le sue inclinazioni e attitudini. Lavorare per le anime, il Signore vi mette in mano tante anime! Quando poi sarete al giorno del giudizio si presenteranno tante anime che furono da voi aiutate col consiglio, col buon esempio, con la preghiera. Adesso preghiamo e non sappiamo dove vanno a finire le nostre preghiere. Forse in Cina per un bimbetto; può essere che vadano a finire in Giappone per un adulto che ha l'ispirazione di abbracciare il cristianesimo; possono andare per un morente, per un peccatore, per un sacerdote, per il Papa. Anche quando mandiamo i nostri suffragi alle anime del purgatorio, non sappiamo a quali anime vengono destinati. Noi mettiamo delle intenzioni e il Signore le destina secondo la sua sapienza e il suo amore.
Apostolato, quindi. Avete in mano delle anime, la cui salvezza dipende da piccole rinunce, a volte, da piccoli sacrifici; anime che si perdono, come disse la Madonna, perché non c'è chi faccia dei sacrifici per loro, non c'è chi preghi per loro. E l'inferno è terribile. Se avete buon cuore, aiutate queste anime perché non cadano nell'inferno. Dar da mangiare a un affamato, dar da bere a un assetato, sono opere molto buone; ma salvare un'anima dall'inferno, procurare la felicità eterna a un'anima, che grande cosa!
Qualche volta può essere che si paragoni questa vita di consacrazione a Dio e di apostolato ad altre iniziative. Pio XII dice che occorre siano anime che brucino di amor di Dio e che traducano tutta la loro vita in apostolato. Vi sentite di bruciare di amor di Dio? Il vostro cuore è fervido? Vi sono anime che hanno avuto tanta luce nella loro vita, tanta grazia, che portano ancora intatta l'innocenza battesimale; oppure, se hanno un giorno macchiato la loro stola battesimale, l'hanno poi lavata nel sangue dell'Agnello e con le loro lacrime; e vivono ora belle, profumate, rose di amor di Dio, viole di umiltà, gigli candidi.
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Come dice il Papa, anche in mezzo a questo mondo lordo di peccati, fioriscono dei bei gigli.
Il Papa, nelle sue esortazioni per gli Istituti Secolari, dice che tutti i sacerdoti e tutta l'Azione Cattolica devono impegnarsi per procurarne membri; esorta dirigenti e assistenti d'Azione Cattolica e di altre associazioni nel cui seno si educano e contemporaneamente vivono una vita tutta cristiana e si inizia l'apostolato, ad aiutare e favorire l'ingresso in questi Istituti e ad offrire la loro collaborazione, non soltanto alle Religioni e alle società di vita comune, ma a tutti gli Istituti Secolari, veramente provvidenziali, e di servirsi volentieri della loro attiva collaborazione, salva sempre, però, la disciplina interna dei medesimi.
Il Papa Pio XII dice ancora che vi è bisogno, specialmente oggi, di una moltitudine di santi laici, che tutti intravedano l'incanto di una vita nascosta con Cristo in Dio e tuttavia dedita a farlo conoscere, a farlo amare, a farlo servire. Tra questi particolarmente stanno i membri degli Istituti Secolari, entrati a far parte di uno stato di perfezione canonicamente costituito. Si desidera che tutti coloro che lavorano nelle attività cattoliche entrino anche negli Istituti Secolari. Non è obbligo, ma lo si desidera, e se aderiscono fanno un passo avanti, restano nel mondo e intanto compiono gli apostolati. Sono veri religiosi in abiti civili, come dice quel libro intitolato: «Un santo in camice bianco». Ecco, un medico che nelle corsie degli ospedali si santifica e porta la salute fisica ai malati dov'è possibile, e la parola di conforto, di religione a tutti quelli che stanno per passare all'eternità, perché santifichino i loro dolori e si preparino al grande passo (il Beato Moscati).
Quali sono dunque le caratteristiche particolari? Bisogna prima dire che il Papa, parlando dei membri degli Istituti Secolari, ha ricordato ciò che è scritto nel Vangelo, cioè il regno dei cieli è simile a un poco di lievito che una donna mette in una massa di farina; quella donna ha in mano un po' di lievito, lo immette nella massa di farina e lo sbriciola.
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Questo lievito penetra in tutte le parti della farina che viene impastata e fa lievitare tutta la massa. I membri degli Istituti Secolari sono il lievito della società in tutta la massa di uomini, nella quale fanno lievitare lo spirito cristiano, portano pensieri di Dio, portano la loro preghiera, portano la loro parola, portano il loro buon esempio. Essi fanno lievitare la società in senso cristiano. Se avessimo tante di queste anime un po' in tutto l'ambiente sociale, dalla parrocchia e dalla famiglia alla politica, alla camera dei deputati, ai giornalisti, a quelli che fanno gli spettacoli specialmente di cinema, di radio, di televisione, la massa della società sarebbe lievitata.
Poi il Papa paragona ancora l'azione dei membri degli Istituti Secolari al sale. Il sale purifica, dà gusto, preserva dalla corruzione. Il sale messo in una grande pentola di minestra, supponiamo, si scioglie e rende gustose tutte le molecole, tutte le particelle di quel cibo. Così i membri degli Istituti Secolari penetrano in tutte le parti della società e portano la loro luce, il loro senso cristiano, il loro buon esempio, il buon odore di Cristo.
Vi sono i preti, certo; ma Gesù, oltre ai dodici Apostoli, un giorno elesse settantadue discepoli. Significa che i sacerdoti sono un certo numero e i discepoli sono di più. I discepoli sono stati mandati in tutte le città e luoghi dove Gesù doveva arrivare, per annunziarlo, per parlare di Lui, per radunare la gente, affinché venisse ad accoglierlo, a sentirlo. Gesù disse: «La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Perciò pregate il padrone della messe perché mandi operai per la mietitura» (Lc 10,2). Se sono pochi i preti, siano molti i membri degli Istituti Secolari che suppliscano con la loro parola, con il loro esempio, con la loro preghiera, con i loro sacrifici, con il loro apostolato. Sì, suppliscano!
Adesso l'umanità aumenta ogni anno di 45 milioni di persone. Dove saranno i preti in numero sufficiente? Adesso non bastano e, certamente il loro numero non aumenterà tanto presto.
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C'è allora bisogno di persone che aiutino, che facciano l'apostolato in dipendenza e in unione col sacerdote. È da considerare che ogni minuto nascono ottantacinque bambini che avranno la grazia della fede, la grazia di vivere cristianamente e di morire nell'amore di Dio e della salvezza. Ecco, allora: moltiplicare gli apostoli, moltiplicare gli apostolati! Solo in Oriente vivono oltre mille milioni di uomini. Quanto bisogno di ministri di Dio! Ma siccome sono così scarsi, allora intervengano tante persone consacrate a Dio, perché aiutino i sacerdoti alla salvezza delle anime.
Nessuno è obbligato, ma ci vuole la vocazione. Qual è il segno della vocazione? Sono propriamente due i segni: il primo è avere il desiderio del cuore, l'ispirazione di fare i voti di povertà, castità, obbedienza come le suore, cioè essere anime consacrate. Il secondo segno di vocazione è sentire sete di anime, quindi la necessità di quella preghiera: «Per chi sente sete di anime come Gesù». Il modo poi, di aiutare le anime dipende dalle circostanze: vi è chi è molto colto e farà delle conferenze, vi è chi è meno colto e farà il catechismo; vi fosse, eventualmente, un analfabeta, costui pregherà e darà il buon esempio. Oggi difficilmente vi sono analfabeti, ma parlo in generale.
L'altro ieri parlavo con un missionario tornato dall' Africa per qualche giorno, e diceva che in Congo gli abitanti sono circa 15 milioni, mentre i missionari sono pochi; soltanto 3 milioni sanno leggere, e allora i missionari insegnano il catechismo soltanto per immagini. Rappresentano la Trinità col triangolo, mostrano Gesù Bambino nel presepio, Gesù Cristo che muore sulla croce, rappresentano la santa Messa, e poi spiegano. In ogni modo a tutti si porta la parola di salvezza; per coloro che sanno leggere ci sono i libri, i periodici. Mi hanno detto che in poco tempo hanno diffuso tutti i vangeli che avevano stampato e che adesso preparano una ristampa per poterlo diffondere ampiamente. Il Vangelo è stato dato ai musulmani dalle suore.
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Dalla donna e non dai preti; quindi avete anche dei privilegi alle volte, come quella di poter entrare in certi ambienti dove il prete è rifiutato. Poi quelli che sono istruiti hanno i libri, tuttavia c'è sempre bisogno che venga spiegato il catechismo e il Vangelo, e questo lo si può fare in tante maniere.
Intanto in questi giorni uniamo tutte le preghiere, le mie assieme alle vostre, particolarmente le preghiere della Messa, perché il Signore ci illumini, perché le Annunziatine crescano di numero e soprattutto in santità, conforme all'esempio che ci ha lasciato Maria.
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