Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

16.
ISTITUTI SECOLARI IN GENERE

Si è già accennato qualche volta agli Istituti Secolari.
Ora è necessario spiegare in una forma familiare che cosa siano, che cosa operano, come si può entrare e come si può vivere negli Istituti Secolari.
Gli Istituti Secolari sono la vita religiosa unita all'apostolato, ma con alcune differenze dalla vita religiosa nella maniera in cui abitualmente ci avevano spiegato.
Difatti voi vedete nel mondo tante suore con abiti particolari, con una divisa propria. Gli Istituti Secolari non hanno una divisa propria; ognuno veste secondo la sua posizione sociale. Vi è l'operaia, vi è la maestra e vi è magari la deputata al Parlamento. Ognuna veste secondo la propria condizione di operaia, di maestra, di deputata. Ciascuno non deve apparire diverso dagli altri che hanno la stessa posizione sociale; naturalmente la diversità è questa: sempre abito modesto e intonato secondo l'uso del tempo.
Maria era santissima, ma faceva le faccende di casa come le donne ordinarie, vestiva come le donne ordinarie, andava in campagna, al Tempio come le donne ordinarie. Non si distingueva all'esterno: «Omnis gloria eius ab intus» (Sal 44,14). Si distingueva nell'essere la sua anima così gradita, così cara a Dio. Nell'esterno era osservante dei suoi doveri e nello stesso tempo viveva castamente, poveramente e nell'obbedienza, così che piacque al Signore e l'angelo le poté dire: «Sei piena di grazia, il Signore è con te, Tu sei benedetta fra le donne» (Lc 1,28).
Negli Istituti Secolari non vi è quindi l'abito comune, cioè non vi è la divisa comune. Neppure vi è la vita comune, in generale, perché ognuna vive nella sua famiglia, o nella società e negli uffici che compie nella società.
~
E perché sia tutelato anche quello che fa, è consigliato che ci sia la segretezza. Ci possono essere due sorelle, una delle quali è consacrata a Dio negli Istituti Secolari e l'altra no, e non lo sanno quelli della famiglia che vi è fra di loro quella diversità. Non è comandato strettamente l'obbligo del segreto, ma è sempre meglio conservarlo. In qualche Istituto Secolare è anche obbligatorio. Di questi Istituti Secolari ve ne sono almeno 200 e ognuno ha la sua caratteristica. Ognuno ha anche un apostolato che può essere diverso.
Quindi la vita consacrata in mezzo alla società! Tuttavia questi Istituti hanno un centro di direzione, dove abiteranno coloro che dirigono l'Istituto. Vi dovrà essere anche posto per adunanze, possibilmente per gli esercizi spirituali e per altre necessità, per esempio, per venire a conferire nelle circostanze più difficili che si possono incontrare nella vita e per avere indirizzo nell'apostolato.
Quindi, le due diversità degli Istituti Secolari sono queste: non c'è abito comune e, in generale, non c'è vita comune. Tuttavia qualcuna chiederà sempre la vita comune e, nei limiti del possibile, non è escluso che si possa concedere. Però ognuna esercita l'apostolato sotto la propria responsabilità. Può essere che più persone stiano insieme, ma che una faccia l'apostolato dell'Azione Cattolica e un'altra faccia quello catechistico; una faccia l'apostolato fra gli infermi e un'altra quello sociale, una potrà fare l'apostolato missionario e un'altra quello della scuola. Così abbiamo quelle che organizzano i maestri di scuola in senso cristiano, e quelle che possono dedicarsi alle opere catechistiche. Invece nell'interno si vive proprio la stessa consacrazione che vivono le suore, che si danno generalmente a un apostolato esterno.
Tuttavia è anche ammesso l'apostolato interno: se una persona per 10 anni sta a letto, è inferma, soffre e non può dedicarsi a nessun altro lavoro, farà l'apostolato della preghiera e della sofferenza.
~
Se invece è in buona salute farà un apostolato esterno o nell'ufficio in cui si trova, o nella professione che ha scelto per la sua vita, oppure nella direzione di qualche opera buona che, magari, è istituita da una persona che fa parte degli Istituti Secolari. Vi sono infatti persone che organizzano l'apostolato. Per esempio, si può organizzare l'apostolato delle persone di servizio, per conservarle buone, per radunarle di tanto in tanto, per avviarle ai sacramenti, per aiutarle economicamente, perché trovino impiego ed abbiano il loro libretto di lavoro, perché siano tutelate in caso di malattia o di vecchiaia, eccetera. È un apostolato che una potrà crearsi attorno a sé; come può crearsi un altro apostolato, se dovesse trovarsi in una città come Parigi dove vi sono parrocchie che hanno 60, 80, 90 mila abitanti. È impossibile che il Parroco conosca tutti. Allora ci possono essere delle persone che si incaricano di scoprire i bambini che devono frequentare il catechismo per segnalarli al Parroco, per invitarli al catechismo, e qualche volta fanno il catechismo in casa. È impossibile che il Parroco scopra tutti i malati; e allora si fa l'apostolato per scoprire i malati che vi sono in una parrocchia, per aiutarli materialmente se si può, spiritualmente, perché abbiano una parola buona, perché pensino a richiedere i sacramenti; e poi avvertire il Parroco, il quale potrà andare per aiutare l'infermo a chiudere bene la sua vita. Sì, ci si può dedicare all'apostolato che ci è possibile. Ci può essere una persona che fonda una biblioteca popolare di libri buoni, e può essercene un'altra che si dedica al cinema; ci può essere una che diffonde i giornali cattolici, e ce ne può essere un'altra che organizza gli scrittori o gli impiegati per il giornale cattolico. Vi può essere così una grande varietà di apostolati.
Ciò che invece importa ricordare bene è questo: il Papa invita strettamente i sacerdoti, i religiosi, a favorire, aiutare a entrare negli Istituti Secolari quelle persone che sono adatte. Il Papa insiste perché l'anima consacrata a Dio è in uno stato molto superiore che nello stato coniugale.
~
Insiste ancora perché i membri dell'Azione Cattolica aiutino queste persone che dimostrano vocazione a entrare negli Istituti Secolari, perché l'Istituto Secolare è sempre superiore allo stato comune e all'Azione Cattolica sebbene vi siano persone che vivono bene nell'Azione Cattolica e fanno già un apostolato. Ma se una appartenente all' Azione Cattolica è anche consacrata a Dio in un Istituto Secolare, guadagna molti meriti in più, sarà più attiva nell'apostolato e le benedizioni saranno più abbondanti. Non avverranno certi inconvenienti di ambizioni, come si possono notare alle volte nel mondo. Invece saranno persone che non ambiscono i primi posti, ma ambiscono il lavoro utile, il lavoro che porta veramente le anime a salvarsi.
Ma che cosa è venuto a fare Gesù Cristo sulla terra, se non a dare la sua vita per salvarci? E tutti quelli che entrano in un apostolato, non solo perché sono madri di famiglia e sono iscritti all'Azione Cattolica, ma perché dedicano la loro vita proprio alle anime, queste persone collaborano con Gesù Cristo, entrano nello spirito di Gesù Cristo; perché come Gesù Cristo ha dato la sua vita, così loro danno la propria vita, la propria esistenza. Quale merito! Quindi c'è diversità, come dice san Paolo, tra le anime che scelgono Gesù, cioè si consacrano a Dio, e le persone che entrano nello stato coniugale.
Ora consideriamo come si entra negli Istituti Secolari. Anzitutto vi è il postulato. Una persona che domanda di entrare riceverà delle istruzioni dal centro, perché possa capire bene e intanto in quel tempo si prepara con la preghiera, con la vita ritirata e con l'apostolato a entrare nel noviziato. Il postulato non ha una durata precisa di tempo. Vi sono persone che hanno fatto il postulato da 10, da 20 anni perché sono sempre vissute molto bene e magari sono già consacrate privatamente a Dio e hanno già fatto molto apostolato e continuano a farlo. Queste possono entrare subito in noviziato. Per le altre che si trovano ancora all'inizio, vi è il postulato che precede il noviziato.
~
Il noviziato è per tutti di 2 anni, in generale, perché la vita della persona consacrata a Dio nel mondo ha molti pericoli, e vi è bisogno di maggiore virtù. Ci vuol più virtù per restare nel mondo, fare l'apostolato nel mondo e nei propri ambienti, che a vivere bene in un convento, dove si è fuori dai pericoli, dove ci sono tanti aiuti e dove c'è l'assistenza continua delle superiore che possono richiamare; e poi c'è un orario comune, un vitto comune, una continuazione di pratiche di pietà comuni e sotto una direzione di un sacerdote, il quale cerca di formare allo spirito religioso. Per gli Istituti Secolari ci vuole più virtù.
Il Papa esorta perché queste anime brucino d'amor di Dio. Vi possono essere 40, 100 impiegate e vi sono le 10, le 5 che magari segretamente sono consacrate a Dio, iscritte ad un Istituto Secolare e fanno un apostolato nel loro ambiente. Che brucino d'amor di Dio e che abbiano voglia di salvare le anime nel loro ambiente e, secondo l'indirizzo e le indicazioni dell'Istituto, lavorino in un apostolato. Queste sono le due condizioni che occorrono.
In generale, ci vuole frequenza ai sacramenti, istruzione religiosa e vita cristiana ben vissuta.
I segni di vocazione sono questi: il desiderio di vivere per Dio e il desiderio di vivere per le anime. Nel noviziato si continuano a ricevere le comunicazioni per mezzo di stampati che vengono spediti mensilmente; dopo, se la persona si sente, fa la domanda di far professione. I voti di povertà, castità, obbedienza sono simili ai voti che eventualmente una persona fa in privato; ma se si fanno in un Istituto Secolare sono voti accettati dalla Chiesa per mezzo di coloro che hanno approvato l'Istituto, cioè per mezzo della Congregazione dei Religiosi, la quale approva il regolamento. Poi sono voti sociali, perché si entra in una società, in un Istituto. Non sono più voti privati perché in un Istituto approvato è molto diverso.
~
Si entra in un altro stato, lo stato di perfezione, in quanto se una vive bene nel mondo può vivere bene da sé, ma nell'Istituto il voto ha un valore particolare, è un voto sociale, che ha poi bisogno della dispensa del Papa se uno vuole retrocedere.
Chi guida gli Istituti Secolari è sempre la Santa Sede, per mezzo della Congregazione dei Religiosi; tutte le pratiche che si devono fare, le dispense e gli indirizzi, si ricevono da essa. Quindi gli Istituti Secolari hanno la stessa direzione degli Istituti Religiosi, come le suore di quegli Istituti che conoscete di più: le Orsoline, le Giuseppine, le Salesiane, le Paoline, eccetera. C'è la stessa direzione da Roma, la quale poi si serve delle superiore, dei superiori.
Accanto agli Istituti Secolari femminili ci sono molti iscritti agli Istituti Secolari maschili. Così noi abbiamo le Annunziatine e i Gabrielini sotto la protezione di Maria SS. Annunziata e di san Gabriele Arcangelo. San Gabriele che porta l'annunzio a Maria e Maria che lo accoglie. San Gabriele annuncia a Maria l'incarnazione e in Maria l'annuncia a tutta l'umanità, alla cristianità che si doveva costituire. E Maria, si può dire, accetta l'annuncio di san Gabriele per tutta l'umanità. Il Figlio di Dio allora s'incarna nel suo seno. Dalla realtà della scena dell'annunciazione vengono i titoli di san Gabriele e Maria SS. Annunziata: san Gabriele per 'Istituto maschile e Maria SS. Annunziata per l'Istituto femminile.
Trascorsi due anni, se la persona si trova bene, cioè sente la vocazione, può chiedere di fare i voti. Notando bene che non c'è sempre da credere che ci sia subito una direzione spirituale adatta, perché questi Istituti, sebbene si diffondano ampiamente, sono ancora un po' ignorati. I voti però che si emettono dopo due anni di noviziato, si emettono per un anno, e fino all'ottavo anno dalla prima entrata non legano definitivamente. Così trascorso l'anno, una può anche ritirarsi. L'impegno definitivo si ha dopo otto anni. Prima cinque anni di voti annuali, poi tre anni per un triennio. Ciò avviene perché la Chiesa vuole che ci sia prudenza, che uno non faccia le cose precipitosamente, o inconsideratamente. La Chiesa sa bene che cosa voglia dire donarsi a Dio e vuole che ci sia la libertà di scelta e la maturità.
~
Bisogna cioè conoscere perfettamente ciò che uno sceglie e ciò che uno lascia. Il periodo di professione temporanea può essere abbreviato, ma deve durare almeno cinque anni.
Che cosa vuol dire professione? Professione è consacrazione, è una consacrazione a Dio. Anime consacrate! Questa professione è l'emissione dei tre voti: povertà, castità, obbedienza e vanno un po' spiegati. Il voto di castità lo si percepisce subito. Ognuna di voi percepisce l'obbligo di vivere in celibato e di escludere ogni peccato contro la castità, ogni peccato interno o esterno. Da qui la necessità di fuggire anche le occasioni non necessarie, in sostanza, quelle occasioni prossime del peccato. Qui è facile capire subito. Invece sono un po' più difficili gli altri due voti, quello di povertà e di obbedienza. Il voto di povertà non significa che una rinunci a quello che ha. Si mantiene la proprietà di quello che si ha e si mantiene il diritto, la possibilità di acquistare altri beni: o perché una li riceve, supponiamo, in eredità, o per donazione, o perché li guadagna col suo lavoro. Quindi non si rinuncia alla proprietà, si conservano i beni. Non si rinuncia neanche all'amministrazione, perché ognuna amministra i beni che possiede.
Allora che cosa importa il voto di povertà? Importa anzitutto che non si facciano spese di lusso, che non siano adatte alla condizione sociale della persona, spese cioè per case di lusso, per abiti di lusso, per vitto di lusso. È necessaria una modestia in tutto. Non una povertà che dia nell'occhio, ma vivere secondo la condizione di quelle persone che hanno la stessa posizione di vita, la stessa condizione sociale e che vivono bene, con prudenza. Quindi evitare gli sprechi. Poi c'è l'obbligo, per quanto è possibile, di assicurarsi in caso di malattia o in caso di vecchiaia, perché ognuna deve mantenersi. Naturalmente entra poi la carità, la quale suggerirà che quando uno si troverà in condizioni molti difficili o in vecchiaia, potrà anche avere aiuti dall'Istituto stesso.
~
Ma in qualche maniera c'è l'obbligo di provvedere a sé e ci sono molte assicurazioni che già conoscete. D'altra parte oggi anche la gente di campagna ha un certo obbligo di assicurarsi quando lavora per altri.
Poi c'è l'impegno di vivere in povertà. Quando si va al corso di esercizi si fa una esposizione scritta di come si vive, cioè che entrate ci sono e come si intende passare l'anno. Si traccia cioè un programma con le spese che si prevedono. Allora la superiora o il superiore possono approvare, o possono fare anche qualche correzione e la persona cerchi di attenersi a quello che viene approvato. Se nascono dei bisogni particolari, ad esempio, il bisogno di fare una spesa straordinaria per andare a Lourdes, la persona potrà scrivere al centro per avere il permesso, oppure potrà dirlo prima. Se una cosa è urgente lo potrà dire anche dopo. Se una cosa cioè si vede che è utile e necessaria e non c'è il tempo di ricorrere al superiore, allora si può fare ugualmente, notificando in seguito quello che si è fatto. E poi alla fine dell'anno, quando si ritornerà agli esercizi, si farà come un resoconto sulla propria amministrazione, sulle spese fatte, su quelle che si prevedono di fare, ad esempio, per la propria mamma che è anziana, per un nipotino che vuole farsi sacerdote e che ha il papà molto povero, eccetera.
Però agire in modo che sia assicurato l'individuo, che sia assicurata la persona davanti alle possibilità di malattia, che può anche essere lunga, e per il tempo della vecchiaia. Questo è necessario perché se la persona, in tempo di vecchiaia è sola, avrà bisogno di entrare in vita comune, di essere assistita dall'Istituto; questa dovrà portare pure il proprio contributo, perché l'Istituto non ha possedimenti per sé. Allora la carità ispirerà molte cose a questo riguardo. Tuttavia bisogna che aggiunga questo: ogni persona è un caso a sé, ha le sue circostanze, le sue difficoltà, le sue speranze, le sue possibilità. Quindi la pratica applicazione va trattata una per volta, separatamente.
~
Questo è naturale perché le situazioni sono diverse, l'una dall'altra.
Poi vi è il voto di obbedienza. Il voto di obbedienza è sacro e porta l'anima che è obbediente a raccogliere nella vita tanti meriti. Ma notiamo che il voto di obbedienza è molto diverso nella sua applicazione fra una suora che vive in comunità e una persona consacrata a Dio in un Istituto Secolare. La persona che vive in comunità deve obbedire: lo stesso orario, lo stesso vitto, lo stesso abito, le occupazioni, gli uffici che sono assegnati. Invece nell'Istituto Secolare l'abito è diverso, l'orario è diverso e adatto ad ogni persona e poi la casa è anche in posizione diversa, in condizione diversa. Inoltre l'ufficio è come la persona se lo è preparato: un impiego, per esempio, o un lavoro, o ha un insegnamento, o una professione; può essere che una eserciti la professione di medico e l'altra la professione di avvocato, e ce ne sono.
Vi è una nazione in cui cinque dei ministri sono iscritti agli Istituti Secolari. Noi in Italia abbiamo dei deputati, non so dei ministri, ma dei deputati che sono iscritti agli Istituti Secolari e anche qualche donna che ha avuto questo incarico di deputato al parlamento.
Quindi libertà di ufficio. Ma quando vengono agli esercizi diranno che cosa fanno e che cosa devono fare, come occuperanno il loro anno e un po' la loro giornata, pressappoco quale sarà il loro orario della giornata. Sarà meglio se lo metteranno per iscritto. Poi sentiranno se vi sono osservazioni. Per esempio, se si trova tanto difficile la visita al SS. Sacramento si studia insieme se non vi sia qualche rimedio, come quello di pregare a casa davanti a un Crocifisso, voltandosi dalla parte dove sta la chiesa, verso il tabernacolo, inginocchiate in camera propria. Quindi si dice un po' l'orario, le occupazioni, le pratiche di pietà che si faranno, l'apostolato che eserciteranno e poi gl'impegni che hanno già, magari forse di famiglia, e gl'impegni che già hanno nella loro professione, se una fa scuola, per esempio, se una è persona di servizio, se una è operaia o professionista, eccetera.
~
Allora con l'approvazione tutto quello che si farà acquista il merito dell'obbedienza, quindi avrà sempre il doppio merito. Perché i voti hanno questo vantaggio, che osservando, ad esempio, la castità, tutti gli atti positivi che si faranno, specialmente gli atti più intimi, le lotte interne, hanno doppio merito.
Poi tutti i meriti che si fanno nella povertà, esercitando cioè quella moderata parsimonia, quella modestia necessaria nella vita e poi il regolarsi con prudenza secondo il giudizio e i consigli avuti, hanno doppio merito. Così tutti gli atti di obbedienza, tutte le osservanze del giorno tutte le azioni che si fanno nel giorno e che sono già conformate all'obbedienza perché approvate negli esercizi, divengono meritori, ma col doppio merito.
C'è inoltre il vantaggio di acquistare una spiritualità particolare, una spiritualità francescana, o supponiamo una spiritualità domenicana, eccetera. Nel caso delle Annunziatine si acquista una spiritualità determinata, che è quella paolina. Allora si va avanti nella spiritualità scelta e, sebbene si cambi il confessore o si cambi libro di lettura spirituale o si cambi magari il direttore spirituale, lo spirito è sempre quello e si va avanti. Diversamente si andrebbe a tentoni, un po' prendendo una via e un po' prendendone un'altra, magari arrivando fino alla fine della vita senza avere un indirizzo giusto, esatto, chiaro, stabile. Invece se c'è un indirizzo sicuro, stabile, che sappiamo che è approvato dalla Santa Sede, cioè approvato infine dal Papa, perché tutte le approvazioni vengono poi di là, allora la persona cammina nella sicurezza; sa che è con Dio, perché sa che è con la Chiesa e con il Vicario di Cristo. E allora ci sarà molto più merito, molta più serenità, molta più fermezza e stabilità.
Questo in generale. Chi poi fa la domanda per entrare nel postulato o per entrare nel noviziato, riceverà le istruzioni e tante cose verranno spiegate meglio, più lungamente. D'altra parte è sempre possibile scrivere a Roma, alla direzione. È sempre possibile scrivere per maggiori spiegazioni, oppure per esporre anche difficoltà che s'incontrano.
~
Vedete quale differenza vi è tra l'accostarsi al sacramento del matrimonio e l'accostarsi alla professione perpetua? Con il sacramento del matrimonio ci si lega subito definitivamente. Invece la Chiesa, che sa che l'Istituto Secolare e la vita religiosa sono stati di perfezione, vuole che si facciano esperimenti e va adagio ad ammettere al postulato, al noviziato, alle professioni temporanee. Perciò quando è passato l'anno, supponiamo, di professione annuale, la persona è già libera, può confermare con un' altra professione e può anche lasciare, se non si sente di continuare in quella vita, senza che ci sia bisogno di dispense. La dispensa è necessaria solo quando già si è fatta la professione definitiva, cioè la professione perpetua.
Allora ecco il gran bene: si resta nel mondo, si è come il sale, dice il Papa; cioè si cerca in sostanza l'opera che compie il sale nei cibi: portare lo spirito cristiano in ogni ambiente, famiglia, società, scuola dove si vive.
Si porta quindi la vita di perfezione proprio nel mondo e si produce quel buon risultato per cui viene adoperato il sale. C'è anche l'altro paragone, quello della donna che prende il lievito, lo sminuzza e lo mette nella pasta finché tutta è fermentata, come dice il Vangelo. Nella società, quante volte basta una persona in una grande officina, in una famiglia, in una scuola, a risvegliare, a portare lo spirito cristiano, la fede. Eppure forse quella persona non si dà arie, non si impone, agisce con semplicità; ma se c'è dentro il fuoco d'amor di Dio, il quale suggerisce buone espressioni e buoni consigli, ci saranno quelle opere che sono conformi alla vita cristiana, sull'esempio di Gesù Cristo.
~