Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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45.
PROGREDIRE

Nella vita ci sono dei mezzi di santificazione. Quando il Padre Celeste ha creato la vostra anima ha infuso qualità e tendenze, le quali prepararono remotamente la vostra vocazione perché già il Padre Celeste vi prevedeva nella vostra strada fino al giorno in cui Egli vi riceverà in Cielo. E poi ci fu il secondo passo quando lo Spirito Santo prese possesso dell'anima vostra nel battesimo e foste battezzate nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Poi siete cresciute giorno per giorno, anno per anno e la grazia di Dio vi ha accompagnato sempre.
Rivedete un poco nella vostra memoria i passi fatti, a sette anni, dieci anni, quindici anni, più avanti a venti anni e poi, ecco, la voce di Dio s'è fatta sentire. Dio vi ha invitato ad uscire dalla vita comune del cristiano, vi ha invitato a entrare in un Istituto, in una vita che è quella ora professata da un buon numero di voi e alla quale voi aspirate.
Ora, che cosa è, e come si compone il curriculum della vita religiosa che state percorrendo? Primo c'è il postulato. Quale fine ha il postulato? Due fini: primo, che voi conosciate l'Istituto e quello che esso vi porta di bene; secondo, che chi dirige l'Istituto venga a conoscenza di voi, perché possa giudicare se l'Istituto vi conviene, se volete farne parte. L'Istituto osserva se tale è la volontà di Dio, se potete un giorno sostenerne il peso e compiere quello che è nello Statuto. Il postulato ha quindi due fini. È necessario conoscerli e farli conoscere, perché alla fine si possa dire: puoi entrare nel noviziato.
Il noviziato che fine ha, che impegni comporta?
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Chi è entrata nel noviziato ha l'impegno di esercitare le virtù, di vivere la vita dell'Annunziatina fino alla pratica della povertà, castità, obbedienza, per virtù non per voto ancora. Per voto, dopo la Professione; ma nel noviziato deve essere vissuta la vita dell'Annunziatina, secondo lo spirito dell'Istituto, secondo lo Statuto, e quindi, secondo l'invito del Vangelo: «Se vuoi essere perfetto» - pensaci bene - «lascia tutto»: povertà; vieni: castità; seguimi: obbedienza. L'obbedienza riassume poi i primi due voti. Chi salirà in alto e diverrà la sposa di Gesù? Soprattutto chi è obbediente. «Factus oboediens usque ad mortem»: fatto obbedientissimo fino alla morte. Il Figlio di Dio si è incarnato per obbedienza al Padre; visse per trent'anni nella vita privata, obbediente a Giuseppe e a Maria; poi compì la vita del ministero pubblico in obbedienza, accettò la morte dal Getsemani e subì tutte le sofferenze finché poté dire: Ho fatto tutto quel che volevi, cioè: «Nelle tue mani raccomando il mio spirito. Consummatum est: Quello che mi hai comandato, tutto è compiuto». Ecco, allora, il noviziato è fare già l'Annunziatina, ma per virtù. E così provate se vi sentite di fare un giorno per voto ciò che adesso, nel noviziato, fate per virtù. Poi verrà la Professione. Ed ecco che allora si farà veramente per voto ciò che prima si era fatto per virtù.
Ora vi è lo Statuto che avete in mano e potete considerarlo. Vi è stato spiegato abbondantemente e sapientemente da chi ha predicato, specialmente da chi vi ha seguito in questo tempo, a cui vi siete rivolte e a cui avete mandato il resoconto, o per lettera o in altro modo.
Allora riassumiamo in due parole la vita religiosa dell'Annunziatina. Ha un dovere solo e, fondamentalmente, è riassunto lì. Le parole sono molte, sì, ma sono per spiegare l'unico impegno dell'Annunziatina, come della Suora. Lì non v'è diversità fra suora che vive in vita comune e voi che siete consacrate a Dio, siete uguali nella Professione; la diversità è solo nell'abito e nella vita comune. E le difficoltà vostre da una parte sono anche più gravi.
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I meriti invece dipendono da due cose, cioè: facciamo le cose per amor di Dio, e fondiamoci sul capitale di merito che già si è raccolto dai sette anni fino al momento della Professione. Allora qual è questo unico impegno? Tendere alla perfezione, cioè santificarsi. Tutti i giorni più fede, più carità, più speranza.
E in pratica come si applica? Nel vivere la povertà, la castità, l'obbedienza e nel compiere quel che dice il secondo articolo, di conseguenza, l'apostolato. Ma quando si compie il primo impegno di progredire un tantino ogni giorno, o almeno un tantino ogni settimana, ogni mese, si realizza l'impegno principale, quello di tendere alla perfezione, alla santità, e che riassume tutto. Si cresce, si è vere religiose, allora; se non si progredisce, non si è religiose, si manca al dovere fondamentale, anche se si è fatta la Professione, e si ha un abito speciale... Conformarsi alla volontà di Dio, mostrando questo con la prova, continuamente ed esattamente compiere quel precetto, quell'obbligo, che avete assunto, preso sulle vostre spalle.
Progredire, altrimenti sarebbe inutile la vita religiosa, la vita di consacrazione. E tutta lì. Vi sono persone le quali si danno con animo generoso a questa vita di perfezionamento. E vi sono anche quelle che credono di essere giunte al punto più alto della loro santità. Si arriva lì per santificarsi, non che si sia santi! E come se uno fosse contadino e al mattino uscisse da casa, prendesse l'aratro, e partisse per andare ad arare il campo. Ha già fatto il suo lavoro? No, è solamente andato per lavorare. Così voi: siete arrivate per lavorare; niente di più, niente di meno. L'unico e riassuntivo impegno è quello di tendere alla santità. Che ogni volta rinnoviate i propositi o i voti: qualche cosa è già fatto, ma occorre andare avanti, progredire.
Notiamo poi che in applicazione a questo, è necessaria pietà e pietà paolina. Sempre far precedere la pietà a tutto. Non dispensarsi troppo adducendo una ragione o un'altra. Delle ragioni alle volte ci sono, ma noi abbiamo in primo luogo da nutrire noi stessi, e noi stessi ci nutriamo spiritualmente con la pietà.
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Prima di ogni cosa c'è la propria santificazione. Anche prima di ogni attività. Gesù ha detto: «Pro eis ego sanctifico meipsum»: per loro santifico me stesso (Gv 17,19). Per loro, per ottenere le grazie a loro. Santificatevi quindi, cioè fate bene la pietà per poter essere utili alle anime. E quanto non riuscirete a fare, lo farà Gesù, se voi pregate bene.
In secondo luogo dovete progredire nello studio, portare avanti l'impegno di religione. Siete arrivate a un certo punto del catechismo, va bene; avete il libro di religione, va benissimo. Tutte abbiate di mira lo studio dell'opera: «Teologia della suora», che è adatta anche per gli Istituti Secolari. Il titolo è quello, ma la sostanza è proprio quella che serve per voi. Arrivare alla teologia delle suore. Provvedetevela per tempo. Potete chiedere sempre alla Società San Paolo, alle Figlie di San Paolo. Ma prima occorre aver già studiato bene il catechismo e il libro di religione che vi è stato consigliato; poi andare avanti. Ci sia anche lo studio della liturgia e la lettura della Bibbia.
Terzo: crescere nell'apostolato, perfezionarvi. E voi che avete emesso i voti, siete superiori all'Azione Cattolica e agli altri apostolati dei laici, perché siete consacrate a Dio, avete una posizione diversa secondo la Costituzione Apostolica «Provida Mater» di Pio XII. Oh, quindi perfezionare l'apostolato e diventare maestre d'apostolato, formare delle apostole e spendervi negli apostolati. Tra gli altri apostolati ricordate sempre l'apostolato vocazionario.
Poi c'è la formazione di noi stessi e di altre persone. Ma direte che siete formate. Fino a un certo punto. Non possiamo progredire? Sì, anche nel modo di vivere, nel modo di trattare, nel modo di parlare, nell'esempio che si lascia in casa, fuori casa, in parrocchia, nella diocesi, nella Chiesa, nei vari apostolati di cui in sostanza abbiamo parlato. E allora fare il proposito di progredire un tantino ogni giorno. E poi?
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Doppia gloria, Paradiso; perché voi insegnerete e farete bene, cioè farete bene vivendo da anime consacrate a Dio, e insegnerete bene al prossimo; quindi avrete doppio merito e doppio premio.
La conclusione è quella che avete già sentito nelle parole della Professione emessa poco fa: «Riceverete il centuplo». Cosa vuol dire questo centuplo? Riceverete cento volte le grazie che hanno i cristiani comuni, se siete veramente Annunziatine; il Signore moltiplicherà le grazie sopra di voi. Poi la vita eterna, il Paradiso. Adesso firmando la carta di Professione, firmate la tessera del cielo. Già lo abbiamo ricordato: e quella tessera portatela ben adornata per quando vi presenterete al tribunale di Dio a ricevere il premio. E perché possiate vivere in queste buone risoluzioni, in questi impegni contratti, ricordiamoci che la prima religiosa, l'anima più consacrata a Dio, è Maria, madre di tutte le anime consacrate a Dio.
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