58. «UT UNUM SINT »
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro,
in occasione del giorno onomastico della Superiora Generale
Madre M. Lucia Ricci.
Roma, Via Portuense 739, 13 dicembre 19631.
Nell'Oremus a santa Lucia c'è la parola gaudemus, cioè, che siamo allietati; allietati considerando le virtù, la santità, i prodigi della santa, santa Lucia; e perché noi godiamo i frutti della festività, particolarmente per quello che è riguardo a noi, a voi.
Abbiamo da ricordare questo: che le preghiere devono essere più intense e più umili e accompagnate da maggior fede, perché è una difficoltà notevolmente impegnativa compiere l'ufficio di Madre Maestra. Per questa ragione: che non vi è un apostolato soltanto nell'Istituto, ma tre apostolati, il che richiede maggior numero di grazie e, nello stesso tempo, la luce, la grazia, la forza e la grazia di sempre orientare e promuovere e indirizzare e portare a santità tutta la vita della Pia Discepola e tutta la vita dell'apostolato della Pia Discepola. Quindi ragione triplice per pregare, in umiltà: «Da me nulla posso». E con fede: perché con noi vi è Dio e l'intercessione di Maria, l'intercessione di santa Lucia.
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Tutta la vita spirituale, e cioè, ascetica e mistica, tutta è in Cristo, tutta. E cioè, noi abbiamo nella formula: Per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor, et gloria1, è riassunta tutta l'ascetica e la mistica e la teologia che riguarda la redenzione.
Questo pensiero nella meditazione presente: Ut unum sint2.
Nella preghiera che si dice durante la Visita: Pater venit ora, clarifica Filium tuum ut Filius tuus clarificet te3, quattro volte, in quella preghiera, si domanda al Signore che vi sia l'unione, l'unione e l'unità insieme. Prima, che ci sia l'unione fra coloro che dirigono nella Chiesa e poi che vi sia l'unione tra tutti i fedeli.
Questo, in generale si applica, e nell'applicazione generale siam compresi noi, e siete comprese voi, affinché ci sia sempre l'unione fra tutte, l'unione la quale riguarda lo spirito, che riguarda i pensieri, che riguarda le attività, che riguarda tutto il complesso della vita religiosa e apostolica. L'unione, sì.
Tanto più questo si deve accentuare pensando all'unione che deve vivere anche fra i tre apostolati: eucaristico, servizio sacerdotale e liturgia.
Ut unum sint si richiede ancora di più per l'Istituto vostro, appunto perché ci sono tre apostolati. Se una suora è dedicata a un apostolato specialmente, l'altra a un secondo apostolato, ecc., si deve tuttavia conservare quell'unione e di spirito e di attività; e tutto essere pronto, e tutto sia efficace, e tutto sia fruttuoso. L'unione.
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Dove si fonda, l'unione?
L'unione si fonda, in primo luogo, sopra l'unica comunione, cioè la comunione comune. Si nutre l'anima nostra dello stesso Pane.
E che cosa significa? Significa che in ogni anima entra la grazia, la Persona stessa di Gesù Cristo entra in noi. Ma ora, Gesù Cristo, portando la grazia, è la grazia sua che è la vita nostra. E siccome riceviamo la stessa grazia da Gesù Cristo, così siamo un'unica vita: Vivit vero in me Christus1. Vive Gesù Cristo in me, vive nella sorella, vive in tutti. Un'unica vita. Su questo concetto hanno insistito parecchio nel Concilio Ecumenico.
Il fondamento dell'unione è il nutrirci dell'unico Pane, cioè del pane eucaristico. L'unione deve, quindi, nascere dalla comunione, in primo luogo.
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Secondo luogo, l'unione deve nascere, come aiuto, dalle Costituzioni.
Vivere cioè, la medesima vita indirizzata alla santità, secondo il primo articolo, perfezionandosi ciascheduna ogni giorno, e dall'unione di attività apostolica. Quindi si vive l'unica vita, la vita religiosa della Pia Discepola, in Cristo, appunto perché è la Pia Discepola di Gesù Cristo Maestro, la quale vita è derivata dal Vangelo.
E il libro delle Costituzioni è l'applicazione del Vangelo alla vita particolare vostra portata a quella perfezione che dipende dai voti. Cioè nella consacrazione: «Riceverete il centuplo e possederete la vita eterna»1. L'osservanza delle Costituzioni. Le Costituzioni, dopo il Vangelo, è il primo libro di ascetica e di mistica, tutto, dopo il Vangelo.
Prima conoscere Gesù Cristo per amarlo e per viverlo. Ma dopo, come viene applicata la vita di Gesù Cristo, in generale? Viene applicata nelle Costituzioni, ridotta quindi alle applicazioni, portata alle applicazioni particolari per la vita vostra.
L'unione si ha nelle Costituzioni, quindi, in secondo luogo.
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In terzo luogo: [a) l'unione] si ha nell'obbedienza.
E cioè un'obbedienza la quale non è solamente un'esecuzione. Vuole il Signore che l'obbedienza sia illuminata, comprenda la mente e comprenda il cuore e comprenda la volontà.
[1.] La mente: è il Signore che lo vuole, questo; è Gesù che guida l'Istituto, che è di Gesù Maestro, è suo; quindi è lui il grande Superiore della Congregazione, è lui. Comprendere che si obbedisce a lui obbedendo a chi è incaricato di dirigere l'Istituto.
In questo spirito di illuminazione, quando si vedono sempre le cose in Dio, in Gesù Cristo, allora l'obbedienza riesce sempre lieta anche quando qualche cosa non è favorevole alla natura umana e tuttavia si offre il sacrificio e si sa che quello è un merito grande. E saremo esaltati a misura che noi siamo obbedienti, che è l'umiltà, è esercizio dell'umiltà.
[2.] E poi, che l'obbedienza sia completa.
Quindi le cose fatte alla maniera migliore, o sia che riguardi la pietà, sia che riguardi l'apostolato: o servizio sacerdotale o apostolato eucaristico o apostolato liturgico, tutto. Compiere quello che meglio riusciamo secondo le nostre attitudini, secondo le grazie che abbiamo, compiendo quindi il volere di Dio nel senso più alto e, d'altra parte, nella maniera più esatta, più cara al Signore. Fare le cose bene, non in qualsiasi modo, ma bene, interpretando il pensiero, il desiderio di chi dispone per poterlo, questo desiderio, realizzare. Perché vi sono cose le quali, non danno risultato perché non vi si è messo l'impegno per la riuscita di quello che è l'ufficio, di quello che è disposto.
Allora l'obbedienza nello spirito che Gesù aveva: obbedienza al Padre celeste, obbedienza a Maria, obbedienza a san Giuseppe, obbedienza tutta la vita, anche ai carnefici. Obediens usque ad mortem1.
3. Che questa obbedienza sia ordinata a Dio. E cioè quello che dobbiamo fare è per la sua gloria, per la gloria di Dio. E se siamo abituati a operare già per la gloria di Dio, siamo sopra un piano più elevato di perfezione, perché l'anima si unisce a Gesù Cristo, ma si unisce alla Santissima Trinità.
Avere i pensieri di Dio, e i fini, le intenzioni di Dio nelle sue opere che sono di tre ordini: creazione, redenzione e santificazione. Tutto per la gloria di Dio. Se poi questo non è ancor così ben sentito, allora si può dire: per unirci più intimamente a Gesù, per fare questo per Gesù, e finalità che poi finiscono in Gesù Cristo e, attraverso a Gesù Cristo, alla gloria del Padre celeste.
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1E in terzo luogo: b) proprio l'amore. Il cuore messo nell'Istituto e compiere quello che è disposto nell'Istituto. Amore. Per Dio operare, per Dio, per Gesù Cristo, sì, con tutto l'amore. Amar Dio sopra ogni cosa e amare il prossimo come noi stessi.
L'amore a Dio, la nostra vita ordinata a Dio.
E l'amore al prossimo ordinato all'apostolato.
La carità, in primo luogo, è nell'interno dell'Istituto, nelle relazioni fra Sorelle e Sorelle, relazioni fra chi guida e chi sta a fianco e chi è aspirante. L'amore alle persone con con cui si convive.
Ma tutto, poi, la carità si estende e si adopera e si compie particolarmente negli apostolati. Gli apostolati sono ordinati al bene e alla salvezza delle anime, al bene della Chiesa perché avete una particolare missione di pregare per la Chiesa e per il sacerdozio, sì.
Oh, allora viene la conseguenza: essendo tre gli apostolati, occorrono tre volte di suore e quindi l'impegno delle vocazioni il numero delle vocazioni, perché per fare le opere ci voglion le persone. Ma soprattutto che ogni religiosa sia santa. E davanti a Dio una persona può avere maggior valore in quanto che ha più umiltà e più fede. E sì, allora la sua preghiera è più efficace e tutto l'apostolato viene compiuto con maggior perfezione. E beato chi viene chiamato dal Signore al paradiso quando si è intesi e si è tutti impegnati a compiere bene il volere di Dio.
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Quindi l'unione è fondata su tre princìpi:
- la vita comune interiore, la stessa grazia che è sempre la vita di Cristo in noi;
- l'unione è stabilita esteriormente dalle Costituzioni,
- e dalle Costituzioni poi dipende l'unione degli apostolati e della vita quotidiana, sì.
Ecco gli Istituti vanno bene quando c'è l'unione e quando ognuno porta il suo contributo e la sua collaborazione a chi guida. Le forze messe, non ancora pensieri vaghi, inutili.
Ora la consacrazione a Dio importa che si metta tutto dentro e tutto ordinato a Gesù Cristo, a Dio, tutto. Pensieri, desideri, preoccupazioni ancora di mondo o dell'amor proprio, eliminare, eliminare.
E beato chi in tutto pensa a Dio e tutto ordina a Dio e tutto fa in Dio, in Gesù Cristo. E poi andremo al premio.
Ricordo questo: la suora, Figlia di San Paolo1, che è morta in incidente stradale, mi aveva detto: "Io desidero di morire mentre che sto a propagandare il Vangelo". E avevano fatto due settimane di Vangelo in Padova e dovevano far la terza, ed è stata chiamata dal Signore proprio dopo due settimane di Vangelo. E prima aveva detto: "Andiamo a confessarci perché faremo maggior bene, domani, la giornata del Vangelo". L'apostolato va sempre fatto in purezza. Oh, "quando mi incontrerò con Gesù gli dirò: Io son la tua propagandista". Che possiate sempre, in qualunque giorno, che possiamo sempre, in qualunque giorno che ci chiama il Signore: "Siamo stati al tuo servizio, abbiamo compito gli apostolati che ci hai affidati e che abbiamo compiti solo per te, nella purezza delle intenzioni, nell'applicazione di diligenza e nell'utilità delle anime alle quali sono ordinati i tre apostolati.
Quindi, auguri e preghiere e giornata santa. Gaudemus i frutti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 70/c (= cassetta 149/b). - Per la datazione, cf PM: «...è una difficoltà notevolmente impegnativa compiere l'ufficio di Madre Maestra». - dAS, 13/12/1963: «Meditazione ai sacerdoti. Dopo va [il PM] a via Portuense per altra meditazione alle PD (santa Lucia)» [Era appunto il giorno onomastico di Madre M. Lucia Ricci, Superiora Generale]. - dAC, 13/12/1963; «santa Lucia, meditazione del PM».
1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...
2 Gv 17,11.21a.21b.22.
3 Gv 17,1.
1 Gal 2,20.
1 Cf Mt 19,29.
1 Fil 2,8.
1 Cf il n. 504 dove il PM riassume i tre principi svolti. Noi abbiamo interpretato il fondamento dell'unione in questo modo: 1. la stessa vita di Cristo in noi - 2. le Costituzioni - 3a. l'obbedienza - 3b. l'amore a Dio, l'amore al prossimo che si manifesta negli apostolati.
1 Sr. M. GRAZIANA SANTINI, fsp (1932-1963).