Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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35. INTRODUZIONE AGLI ESERCIZI SPIRITUALI

Esercizi Spirituali (31 luglio - 8 agosto 1963) alle Pie Discepole del
Divin Maestro addette al servizio sacerdotale.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 31 luglio 19631

Gesù Maestro aveva mandato i suoi discepoli a predicare nei vari paesi dove egli intendeva di arrivare, e i discepoli hanno compiuto bene la loro missione. Ritornando raccontavano quello che avevano trovato e come erano stati ricevuti. Gesù li ascoltò, poi conchiuse così: «Venite in un luogo solitario, riposatevi un po'»2 dal lavoro fatto. E il riposo era essenzialmente la preghiera e la riflessione, così, come un Ritiro, Ritiro che sarà stato un po' più lungo o un po' più breve.
Ecco, anche voi avete compìto la vostra missione in questo anno, dall'ultimo corso di Esercizi ad oggi, e molto avete lavorato in varie occupazioni. Ecco che Gesù vi ha invitate: «Venite in luogo solitario, riposatevi un poco». Riposo in Dio, con Dio, ecco, riposo dello spirito. Se nel corso dell'anno si è trattato con molte persone, si sono avute le relazioni di famiglia ed altre, ora il discorso, la conversazione è con Dio, con Gesù. Questi sono i giorni belli, i giorni migliori dell'anno, dedicati intieramente, a che cosa? A ciò che è eterno, ciò che è la nostra salvezza, la nostra santificazione, sì. Ecce, nunc tempus acceptabile3. Ecco il tempo che vi dà il Signore per gli interessi dell'anima. Ecce nunc dies salutis4. E sono i giorni in cui noi maturiamo la nostra santificazione, i giorni degli Esercizi, sono i giorni più belli, più preziosi della vita. Allora con animo generoso, anche se si richiederà qualche sacrificio, con animo generoso accogliere questo tempo che il Signore vi concede.
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Ecco, che cosa sono gli Esercizi? Che nome hanno?
Esercizi sono esercizi, e cioè sono quei giorni in cui noi ci esercitiamo in tre cose, cioè: riflessione, la mente; e, secondo: la preghiera, il cuore, la pietà, il parlar con Dio; e poi: la pratica delle virtù, e cioè di quello che il Signore vi chiederà, per esempio, la silenziosità, la bontà di animo, il raccoglimento. Sì, sono Esercizi, in sostanza, di riflessione e di preghiera e di virtù, cioè, di opere buone, opere di preghiera, l'orario, la silenziosità, e poi tutto quello che serve per la santificazione, sì. Che possiate avere questi giorni sereni, sotto lo sguardo di Dio.
Ecco, siete arrivate vicino al tabernacolo, siete arrivate a Gesù che in questi giorni vorrà parlare con voi e vorrà sentire voi, quello che voi volete dirgli, specialmente i problemi spirituali, i problemi della vita. Gesù si degna di stare con noi: vobiscum sum omnibus diebus1: sono con voi ogni giorno. Gesù. E, egli, di qui vuole illuminare2, vuole illuminare ogni anima nostra perché comprendiamo quello che egli vuole e quello che è più utile per la nostra anima, la nostra santificazione e salvezza, egli. Come la Maddalena si è ritirata con Gesù in un ambiente un po' appartato per sentire e per parlare con Gesù, ecco, così vi raccogliete con Gesù per parlare con lui e sentire lui e domandargli quello che ogni anima ha bisogno di ricevere.
E vi è Maria che vi ha attese, ecco; le sue mani sono piene di grazie, son preparate le grazie per ogni anima, anima vostra. È la madre essa, la madre. Come ella ama ogni anima! Noi siamo figliuoli di Maria e questa madre quanto ci ama! Se conoscessimo bene il suo cuore!
Poi san Paolo, san Paolo che è il nostro protettore, padre e maestro: protettore, per intercedere per noi; padre, in quanto siamo... e l'Istituto ha come questa sua paternità; e poi maestro di ogni sapienza, di ogni santità, di ogni opera di zelo, di ogni apostolato, sì.
Perciò adesso, cominciando gli Esercizi... non siamo venuti e non siete venute così senza un determinato scopo, cioè, un determinato fine, siete venute per qualche cosa, sì. Ora, gli Esercizi Spirituali devono avere un fine. Ciascheduna ha da proporsi un fine: che cosa voglio ottenere in questi giorni? Cosa voglio, in questi giorni, dire al Signore, e quali grazie chiedere al Signore, e come prepararvi per le grazie. Esercizi vari secondo la condizione spirituale di ogni anima.
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Primo luogo: gli Esercizi possono essere di conversione.
Un'anima che ha bisogno di Dio, un'anima che si è separata da Dio e sente il bisogno di Dio, sente che è la pecorella smarrita, vagando di qua e di là senza accompagnare il buon Pastore il quale guidava il gregge. E possiamo anche paragonarci al figliuol prodigo allontanatosi dal padre, caduto nella miseria spirituale e morale e fisica anche. Oh, bisogno di Dio! Bisogno che il figlio ritrovi suo padre, che la pecorella sia ritrovata da Gesù. E Gesù come ha trattato la pecorella smarrita? Se l'ha messa sulle spalle per riportarla all'ovile. Gesù. Cosa vuol dire sulle sue spalle? Ha preparato le grazie e vuole di nuovo che la pecorella lo segua e quindi cammini insieme al gregge, cammini verso la santificazione. Cambiamento. Gli Esercizi possono essere di conversione.
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Secondo: possono essere gli Esercizi, invece, di scelta dello stato.
Cioè lo studio della vocazione, e cioè, che dopo giorni di preghiera e di riflessione, inoltre il consiglio, ecco, in modo che gli Esercizi servano a orientar definitivamente la vita. La scelta dello stato, quello che il Signore vuole per la santificazione, ecco.
Tutti son chiamati alla santificazione, ma chi in uno stato e chi in un altro; e chi nella santificazione avrà più grazie perché adopera i mezzi più efficaci, e chi, invece, avrà altre grazie, secondo la preghiera, la prudenza, e tutte quelle attitudini, quelle vie che servono alla nostra santificazione, alla nostra salvezza eterna. Si tratta della salvezza eterna. Si tratta, non di guardare avanti a una vita di 50, 60, e vogliate anche, se al Signore piacerà, 80 o 90 o 100, ma di là guardare, di là dei 100 anni, dei 100 anni se... supponiamo che il Signore voglia darveli. Là si entra nell'eternità. Non cento milioni di secoli, ma l'eternità.
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Terzo luogo: gli Esercizi possono essere ordinati a ottenere fortezza.
Dopo tanti propositi, dopo tante decisioni, dopo le professioni, si è camminato? O si è; così, proceduto con la tiepidezza, la freddezza, trascuranza? Occorre domandare la virtù cardinale: la fortezza, ecco; non solo la giustizia e la prudenza, ma la fortezza; poi questa fortezza sarà accompagnata dalla prudenza, non solo, ma anche dalla temperanza. Bisogno di fortezza.
Perché non abbiamo ancora tagliato certi fili che ci tengono legati? Quel passero è legato da un piccolo filo, ma il ragazzo che lo ha legato al piedino, l'uccello, non lo lascia lanciarsi nel volo, lo tiene come prigioniero. E quest'anima che non ha finito col romperla con certi difetti, certe tendenze, ecc., non ha ancora rotto quelle abitudini, allora è necessario ottenere, in questi giorni, la fortezza. Che se poi si son già fatti degli sforzi per superare alcune difficoltà, che può essere anche, alle volte, una sola difficoltà, allora ecco abbiamo bisogno di raggirare l'ostacolo. Se non riusciamo a vincere in quel punto, passiamo a un'altra virtù, passare all'amor di Dio, passare allo spirito di fede, passare alla fiducia in Dio. E allora, se abbiam trovato un ostacolo che abbiam finito col dire: ho sempre i medesimi difetti, passare daccanto e camminare: spirito di fede; con fiducia nella misericordia, nella grazia di Dio, che è poi, questo, per la speranza; e poi nell'amore a Dio, nell'anima tesa verso il Signore, verso la santità. E poi allora l'ostacolo sarà superato. Quindi, anime che hanno bisogno di ottenere, in questi giorni, il dono della fortezza.
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Camminare, camminare. La vita nostra non può essere sempre piatta, orizzontale. La nostra vita dev'essere una crescita. Fu seminato il più piccolo granello, sì, nel terreno, ma quel piccolo granello si è sviluppato; è nata, quella semente e va crescendo, si alza e diviene una pianta, un albero; sì, ecco.
La grazia del battesimo che abbiam ricevuto, che deve crescere; perché la santità è lo sviluppo della grazia del battesimo, lo sviluppo, in maniera che si cresca ogni giorno. E Gesù che cosa ha detto? Son venuto a portarvi la vita, cioè la grazia, ma abundantius1, perché vi facciate santi e più santi. Allora, anime che sentono ora il bisogno di maggior santità. E cosa ha detto Gesù alla samaritana? Ecco: se tu mi avessi chiesto l'acqua, ecco, a me, ma darò l'acqua che sale alla vita eterna2. L'acqua, cioè la grazia che sale alla vita eterna e cioè: se siamo già santi, più santi: Qui sanctus est, sanctificetur adhuc3.
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Vedere se, in quarto luogo, noi abbiamo compìto il complesso delle cose, quello che si richiede per vivere perfettamente la vita religiosa secondo il vostro stato, e cioè: l'osservanza delle Costituzioni e la pratica dell'apostolato.
Osservanza delle Costituzioni, perché una volta che si è professato, la via della santità è quella segnata dalle Costituzioni, ed è sicura, piace a Dio, è approvata dalla Chiesa. Che cosa ci vuole di più? Non andar troppo in cerca di predicatori e di confessori e di libri, ma le Costituzioni hanno già decisa la vita e si ha da meditare ogni articolo delle Costituzioni e compiere quello che nelle Costituzioni si dice riguardo all'apostolato.
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Perciò ciascheduna deve proporsi il fine di questi Esercizi: Cosa voglio ottenere? Cosa aspetta da me il Signore? Sì. Determinato bene il fine, cosa si ha da fare? Tre cose si hanno da fare:
In primo luogo, sentire la voce di Dio: ci sono le prediche, ci sono i buoni libri, ci son le ispirazioni di Dio, ci sono i consigli che vengono dati in qualche maniera, ci sono le conferenze, ecco. Allora, in primo luogo, questo: essere illuminati. Specialmente la fede, le verità di fede e, tra le verità di fede, quella da tenersi presente come principio: perché son creato? Per conoscere, amare e servire il Signore e goderlo in eterno al di là. La felicità eterna, allora.
Ecco, abbiamo da considerare proprio questo: siamo usciti dalle mani di Dio, siamo venuti su questa terra a fare qualche cosa, e poi lasciamo la terra e ritorniamo a Dio. Ma siamo usciti dalle mani di Dio forniti poi della sua grazia per santificar la vita, e poi arrivare alla fine, presentarci a Dio. Come abbiam fatto? Come abbiam speso i nostri giorni?
Gesù disse lo stesso, possiamo esprimerci. Dice Gesù: «Son venuto dal Padre, son venuto in questo mondo»1 - è venuto per fare la sua missione di redenzione dell'umanità - «e di nuovo lascio il mondo e ritorno al Padre»2. Così, [tener] presente questo: la vita, il concetto della vita, quel tempo, quelle grazie che noi dobbiamo usare per tornare a Dio, ma ricchi di meriti. Non pensiamo solo alla vita che può durare più o meno lunga, più anni o meno anni, ma quello che importa è tornare al di là al sicuro. Conoscere, amare e servir Dio e godere Dio per tutta l'eternità. Prepararci il posto lassù. Quindi considerar la vita «sub specie aeternitatis», sotto la luce dell'eternità. Questi pensieri che devono dominare. E ci sono tante ragioni, tante considerazioni umane: e il mondo e i parenti e le tentazioni e il diavolo che tenta. La fede deve tenerci illuminati. Qual è la via che devo tenere per giunger là? Ecco, questo è il pensiero dominante degli Esercizi.
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Poi pregare. Pregare Maria, pregare san Paolo, pregare Gesù Maestro. Prima della istruzione, al mattino, dire la preghiera che nel libro ha il titolo: «Il segreto di riuscita1». E adoperate abbondantemente il libro delle preghiere che usiamo a San Paolo. Poi, alla sera, prima dell'istruzione, si può recitare la preghiera per una morte santa, cioè, il nostro ritorno al Padre celeste. Che cos'è la morte? È il ritorno al Padre celeste, è ritorno a casa del Padre, Padre nostro che è nei cieli2. Così va considerata.
Oh, quindi, molta preghiera. E vi sono, da una parte, la Via Crucis e, dall'altra parte, i Misteri del Rosario sì, così anche passeggiando si può pregare3. Quindi domini la preghiera, e i rosari e poi tutte le altre orazioni che siete abituate anche singolarmente a recitare.
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Il compito quindi complesso degli Esercizi sarà questo:
[1.] Purificarci. Abbiamo qualche debito con Dio? Abbiamo bisogno della confessione? Questo, ecco: purificare l'anima nostra.
Diceva il libro che stavo meditando questa mattina: la più bella grazia è di capire il grave male che è il peccato. Allora uno prende orrore dal peccato e detesta ogni mancanza che c'è stata e fugge, con tutte le forze, dal peccato, dalle occasioni di peccato e dalle tentazioni o interne o esterne. Una, la più bella grazia - dice - è di concepire un orrore profondo al peccato.
2. Poi, in questi giorni, arricchirsi di grazia, di santità.
Oh, passare otto giorni con Gesù Cristo, sì, con Gesù, e per ipsum, et cum ipso, et in ipso, est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor, et gloria1. Glorificar Dio, ringraziar Dio che siamo qui, sue creature che egli ama e che ci vuole in paradiso felici. Ci ha creati per questo, perché noi lo glorifichiamo e, glorificandolo, la nostra felicità eterna. Per il paradiso. Come è buono il Signore! Che cosa ci ha preparato, ecco, paradiso.
Quindi, in questi giorni, santificarci, sì, unione a Dio. E consigliarvi anche per quei mezzi che volete adoperare per maggiore santificazione per il progresso spirituale. Oh, otto giorni, quindi, dedicati interamente all'anima. Nel corso dell'anno si è occupati e preoccupati di molte cose, qui occupati e preoccupati solo della salvezza eterna e della santificazione. Questo è il problema, questo è da risolversi in questi giorni di Esercizi.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 68/a (= cassetta 138/b). - Per la datazione, cf PM: «Perciò adesso incominciando gli Esercizi...». - In dAS, in data 29 luglio 1963, si legge: «Dal 29 luglio fino al 9 agosto mattino, rimane [il PM] sempre nella Casa "Divin Maestro". (...). In questo periodo hanno fatto gli Esercizi Spirituali le PD e le Apostoline (insieme). Lui tiene solo qualche predica (4 in tutto). L'8 agosto, a chiusura degli Esercizi, [il PM] funziona per ricevere la Professione di qualche suora Apostolina. Il 9 agosto torna a Roma, verso le 8. Alle ore 11,30 ...rientra ad Ariccia. Giorno 13 torna a Roma». - VV: «Esercizi, Ariccia, 31 luglio - 8 agosto 1963 (PM)».

2 Cf Mc 6,31.

3 2Cor 6,2.

4 2Cor 6,2.

1 Mt 28,20.

2 Cf Abundantes divitiae gratiae suae, o.c., n. 152.

1 Cf Gv 10,10.

2 Cf Gv 4,10.14.

3 Ap 22,11.

1 Cf Gv 16,28.

2 Cf Gv 16,28.

1 Cf Le Preghiere della Famiglia paolina, (1962) «Segreto di riuscita», p. 153.

2 Cf Mt 6,9.

3 Si riferisce ai viali della Casa «Divin Maestro» lungo i quali sorgono, in uno, i piloni della Via Crucis, e, nell'altro, quelli dei Misteri del Rosario.

1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...