57. SOLENNITÀ DELL'IMMACOLATA CONCEZIONE DI MARIA
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via A. Severo 56, 8 dicembre 19631
Lettura del santo Vangelo secondo Luca:
In quel tempo l'arcangelo Gabriele fu inviato da Dio, in una città della Galilea, detta Nazaret, ad una vergine sposata ad un uomo della stirpe di Davide, di nome Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. L'angelo entrò da lei e le disse: «Rallegrati, o piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra tutte le donne»2.
Si possono celebrare due dogmi assieme oggi, e cioè: l'immacolato concepimento di Maria e la perpetua verginità di Maria. Ma in particolare la festa è indirizzata a celebrare l'immacolato concepimento di Maria. Che cosa significa? Significa che Maria non subì le conseguenze del peccato originale.
Adamo ed Eva furono creati, e insieme è [stata] infusa in loro la grazia di Dio, cioè la vita soprannaturale, l'organismo spirituale, soprannaturale, il quale si poggia sopra l'organismo naturale, sopra l'umana natura per cui l'uomo compie, se vive in grazia, opere di merito particolare, soprannaturale e avrà un premio soprannaturale; non solamente una beatitudine naturale, ma una beatitudine quale gode Dio stesso: Intra in gaudium Domini tui3. Quella era la grazia di Dio.
Ma Adamo la perdette per il peccato. E allora tutti i figli di Adamo non ebbero più la grazia di Dio. Ma dal momento in cui il Signore castigò Adamo ed Eva, promise in quel momento, il Redentore. Avete perduto la grazia di Dio (per spiegarci) e adesso dovete sperare nel Redentore, e cioè, colui che riacquisterà la grazia che voi avete perduta.
Ecco allora, da Adamo fino a Gesù Cristo, tutti quei che hanno sperato nel Redentore, già godettero la grazia, che non era più la grazia di Dio, ma la grazia di Gesù Cristo, gratia Christi, o se vogliamo dire: la grazia di Dio cristificata. Quindi, tutti quelli che si salvarono, tutte le grazie che ricevettero gli uomini, da Adamo fino a Gesù Cristo, ebbero la grazia per i previsti meriti che Gesù Cristo, cioè il Redentore, avrebbe guadagnato portando la grazia di nuovo, la grazia agli uomini. Così tutti quei che si salvarono, Abramo, per esempio, tutti si salvarono nella speranza del Redentore, nei meriti del Redentore.
E Maria ebbe, per i meriti futuri del suo Figlio, per i meriti del Redentore, ebbe una grazia anticipata e piena, fino dalla concezione. Quindi Maria non ebbe il peccato originale, ma subito fu santificata; per i previsti meriti di Gesù Cristo, ella ebbe un privilegio, e cioè non ebbe bisogno del battesimo, no, concepita senza peccato originale. Quindi i previsti meriti di Gesù Cristo si applicarono alla nuova creatura, a Maria, si applicarono subito pienamente nel momento della concezione.
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E in che cosa consiste il peccato originale? Consiste nel nascere senza grazia. E ci vuole il battesimo e allora la grazia viene comunicata per mezzo del battesimo.
Maria invece fu esentata da quella conseguenza del peccato originale perché quando venne concepita fu subito ornata della grazia, e di quale grazia! Cioè una grazia non solamente straordinaria perché comunicata nel momento in cui fu concepita, ma con una misura straordinariamente grande in quanto che ella doveva essere, e cioè quella che fu: «Rallegrati, o piena di grazia»1, disse l'arcangelo. Quale abbondanza! «Piena di grazia. Il Signore è con te». E cioè, noi abbiamo la grazia dopo il battesimo, ma il Signore comunicò a Maria tutta la grazia, dal momento del concepimento. «Tu sei benedetta fra le donne»2. E questo è il motivo per cui Maria fu esentata dalla colpa originale affinché le conseguenze del peccato originale non fossero mai in quella Donna, in cui il demonio non avesse mai avuto conseguenze, e cioè le conseguenze del peccato originale.
Oh, come cominciò allora la redenzione? Si applicò in una maniera straordinaria.
Tutti noi nasciamo e siamo sulle rotaie, sui binari di Adamo, privi della grazia di cui ci ha privati Adamo.
Maria, su un altro binario, il binario del Nuovo Testamento. Non più sul binario del peccato, cioè del peccato di Adamo e di Adamo stesso. Sul binario della grazia, della misericordia di Dio. Redenzione. Ecco allora, straordinario privilegio di Maria. Non solo non ebbe le conseguenze del peccato originale, ma dopo, arricchita di tale grazia che supera immensamente tutti gli uomini assieme, tutte le creature assieme, tutti gli uomini anche che ricevono il battesimo. Una grazia straordinaria.
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E perché? E perché il Padre celeste volle che il suo Figlio nascesse da una donna e da una donna di straordinaria grazia, perché il suo Figlio incarnandosi trovasse un'anima eletta, infinitamente, possiamo dire, (nella parola un po' più appropriata però), immensamente santa in cui incarnarsi il Figlio di Dio.
Quindi era in ordine a diventare, Maria, la Madre di Dio, la benedetta fra le donne, la benedetta cioè, colei che venne ad essere elevata a tale dignità, una dignità che ha dell'infinito: Madre di Dio. Figlio di Dio incarnato. Dalla santificazione così ricca dal momento della concezione, Maria cominciò a meritare, meritare immensamente; per tutta la sua vita aumentò la grazia. E quale grazia! Quale santificazione! sì.
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Ogni nostro merito che facciamo, ad esempio, adesso far la meditazione, ogni nostro merito, quanto vale? Quale grandezza ha il merito che abbiamo? Dipende da due cose:
La prima cosa è il capitale della grazia che già c'è. E cioè: la meditazione, l'atto presente che facciamo in ossequio al Signore, rende in proporzione; come se c'è il moltiplicando, si mette sotto il moltiplicatore, il risultato? Secondo che il moltiplicando è grande. Il capitale di grazia e il nuovo merito moltiplica il capitale antecedente.
Poi, il secondo motivo per cui il merito più grande di un'opera buona, come della meditazione, dipende dall'amore con cui si fa, dal fervore, che non è una cosa sensibile, e generalmente non è sensibile, ma è uno spirito elevato e cioè, l'unione con Gesù Cristo e, attraverso Gesù Cristo, cercare la gloria di Dio. E quando poi l'anima cerca la gloria di Dio, allora, [è] sul piano superiore della santificazione.
Quindi, ogni opera di Maria, era un moltiplicando e con tutti i nuovi meriti, il moltiplicatore. E quindi il crescere continuo di santità fino all'ultima apertura di bocca, l'ultimo respiro.
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Oh, adesso, primo: lodare la nostra Madre così grande, così santa, così privilegiata. Ecco quale Madre ci ha dato Gesù Cristo: «Giovanni, ecco tua madre»1. Quale Madre ci ha dato!
Secondo: pensare che ella fu piena di grazia, e fu piena per comunicare a noi. La madre ha le forze, la salute per i figli. Così Maria, per i figli, per i figli che sono tutti gli uomini che accettano di essere suoi figliuoli e quindi figli di Dio. Perciò una grazia immensa ebbe per tutti gli uomini. Non che la producesse, la grazia, ma in quanto partecipava ai meriti del suo Figlio. Tutto ebbe da Dio, ella, ma fece fruttare il dono di Dio.
Come noi non esistiamo senza la creazione, così noi non ci facciamo santi senza la grazia del Signore. Ma vi son quelli che la fanno rendere, la grazia, e vi son quelli che non la fanno rendere. Quelli che fan rendere la grazia del battesimo poi all'uso di ragione e avanti, ecco, moltiplicano la grazia che già c'era nel battesimo, ricevuta nel battesimo. E quelli che la sprecano, almeno pensino di acquistarla mediante la confessione.
Allora, ecco, aver fiducia nella grazia di Maria. Non che essa sia la fonte della grazia, ma in quanto che comunica questa. La mediazione di Maria, la distribuzione della grazia per mezzo di Maria. Come Iddio ci ha dato il Figlio suo per la redenzione, così vuole che la grazia passi attraverso le mani di Maria. Quindi grande fiducia.
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E però, per meritare questa grazia, quanto noi ci purifichiamo. Perché la grazia deve trovare un cuore vuoto di amor proprio. E la grazia si effonderà in misura che noi siamo puri, cioè, solamente cerchiamo Dio, che tutto ordiniamo a Dio. Ecco, a misura che noi vuotiamo il cuore nostro, e la testa nostra di pensieri e di voleri, (...) che son poi sempre sotto il nome di amor proprio, a misura che è vuoto il nostro cuore, la nostra testa, la nostra volontà, la nostra mente, vuoto di noi stessi, allora tanto più c'è posto per l'amore di Dio e per la grazia. Noi diamo la misura a Dio, quanto a grazia, diamo la misura. Perché se il bicchiere è già mezzo occupato dall'acqua, supponiamo, e non ce ne sta più tanto; ma se il bicchiere è totalmente vuoto, ci può stare tutto quanto il bicchiere può contenere. Siamo noi che diamo la misura alla grazia di Dio. E allora togliere, togliere tanti nostri pensieri, ragionamenti umani.
Persone che vivono come se non avessero fede, ragionamenti come se non avessero fede nell'anima. E quegli attaccamenti e quelle nostre volontà e quei nostri capricci e quei nostri desideri e quelle nostre preferenze, e di qua e di là. Oh, se il bicchiere già contiene dell'acqua o ne contiene metà o ne contiene una parte notevole, allora noi misuriamo la grazia a Dio, e Dio non può riempire. Non stanno insieme l'amor proprio e l'amor di Dio.
Domandar la purezza. Non intendiamo adesso parlare della castità, ma della purezza in generale, la purezza della mente, in primo luogo, e della fantasia e della memoria e del cuore e dell'amor proprio, in sostanza, e delle nostre preferenze, della nostra volontà, delle nostre ipocrisie, ecc., specialmente la superbia, l'invidia, l'irritazione volontaria, la ricerca delle cose terrene. Occorre che almeno le detestiamo e detestiamo giorno per giorno, sempre meglio, sempre purificati, e almeno in fine, gratia plena, la tua anima. Maria la ebbe subito nella concezione, ma almeno che noi alla fine abbiamo l'anima piena, di grazia, piena: la santificazione della mente, la santificazione della volontà, la santificazione del cuore e del nostro corpo stesso perché non domini la pigrizia, la sensualità, la golosità e la tiepidezza...
Quindi ammiriamo la creatura prediletta di Dio, Maria. Ringraziare Iddio che ci ha dato una Madre così santa. E domandar la grazia di potere acquistare tutta quella grazia che il Signore ha destinato a un'anima. E a chi si consacra a Dio il Signore (...) ne ha preparata tanta grazia. Meritiamola.
Mirare alla gloria di Dio. Allora sì che ci mettiamo già sopra il piano superiore e l'anima si arricchisce momento per momento e il moltiplicatore sarà già alto e il moltiplicando darà un risultato sempre superiore, perché tutto quel che abbiamo fatto rendere ieri, oggi si moltiplica. Così un giorno per l'altro se santifichiamo tutto il nostro essere, tutte le nostre giornate.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 117/c (= cassetta 149/a). - In PM nessun accenno particolare (cf PM in c453 e anche nostra nota). - dAS, 8/12/1963 «- festa dell'Immacolata - m.s. (= meditazione alle PD del servizio, dopo la celebrazione)».
2 Lc 1,26-28.
3 Mt 25,21.23.
1 Lc 1,28.
2 Lc 1,42.
1 Gv 19,27.