Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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19. LA FAMIGLIA PAOLINA

Corso straordinario di Esercizi Spirituali (12 maggio - 1 giugno 1963)
alle Superiore e Suore anziane delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 23 maggio 19631

Oggi i pensieri, i desideri, i nostri voleri, orientati verso il cielo. Il Maestro ci ha preceduti. Maria, maestra, ci ha preceduti e ci attendono lassù. In domo Patris, mansiones multae sunt2: nella casa del Padre nostro celeste vi sono molti posti. Perché il paradiso ha tre proprietà.
La prima proprietà, questa: il paradiso soddisferà tutti i nostri desideri e aspirazioni, tutte, legittime, secondo il Vangelo, secondo Dio. Sarà soddisfatta la mente, il cuore, la volontà, il corpo, tutto. Soddisfatta ogni facoltà.
Secondo: il paradiso è eterno. I meriti si compiono su questa terra e ogni merito, ancorché piccolo, ancorché di un momento soltanto, avrà un premio eterno. Perciò non vi è proporzione fra quello che noi facciamo, per meritare, rispetto al premio che il Signore darà in eterno. Momentaneum et leve tribulationis nostrae [supra modus in sublimitate] aeternum gloriae pondus operatur in coelis3. E si avrà una misura buona e piena e versante4 - diciamo - perché l'anima non potrà mai contenere, comprendere tutto Dio, ma ognuno secondo i meriti.
Inoltre, la corona del cielo avrà una «inequalitas», cioè diversità fra l'uno e l'altro5, proporzionata a quello che si sarà fatto sulla terra, a quello che si sarà sofferto, secondo che la vita nostra è stata in Cristo, ecco. Quella è la misura, secondo che noi viviamo in Gesù Cristo con la mente, col cuore, con la volontà e con le attività, ciò che si compie e ciò che si soffre, tutto.
Perciò le tre proprietà che ha il cielo, cioè: soddisferà totalmente i giusti desideri, le sante aspirazioni. E poi occorre pensare come il paradiso è eterno. Da quanti secoli sono in cielo gli Apostoli, ad esempio? E poi l'ineguaglianza perché il Signore proporziona il premio a quello che sulla terra si sarà fatto, secondo cioè che la nostra vita sarà stata in Christo et in Ecclesia6. In Cristo fisico considerato, e in Cristo mistico, nella Chiesa.
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Oh, sulla terra una Famiglia Paolina, in cielo una Famiglia Paolina. E non habemus hic civitatem1 stabile. Non abbiamo qui una cittadinanza definitiva, manentem civitatem, no. Qui si può prendere la cittadinanza in Italia, si può prendere negli Stati Uniti, si può prendere in Giappone. Ma la cittadinanza definitiva, quella che non si cambierà più: la cittadinanza celeste; lassù, i cittadini dell'eterna Gerusalemme.
Ora, come si compone la Famiglia Paolina?
Non bisogna misurarla soltanto in quello che è all'esterno, cioè: si aggiunge quest'anno la tal cosa, si è aggiunto quell'altra cosa, o Istituto o che sia «l'Unione per le vocazioni»2o che sia «l'Unione per la Bibbia»3. Quello che importa è considerare che la vita paolina è «in Ecclesia», come l'ha voluta Gesù Cristo, la Chiesa.
Quindi Gesù ha voluto 12 Apostoli. Ecco, corrispondono i sacerdoti.
Gesù Cristo ha voluto 72 discepoli. Ecco, corrispondono i Discepoli.
Gesù ha voluto che si andasse in tutto il mondo, sì. E allora ecco la missione, lo spirito della missione nel mondo intiero.
Gesù ha voluto esser servito dalle pie donne, Maria a capo. E allora ecco le suore.
Così gli Istituti sono da considerarsi: la Pia Società San Paolo, la Famiglia dei Discepoli, i Gabrielini e i sacerdoti dell'«Unione di Gesù Sacerdote» affinché l'apostolato maschile sia completo, a cui si aggiunge, poi, «l'Unione dei Cooperatori» poiché tutti nella Chiesa devono cooperare4.
Oggi si scrive tanto, si pubblica tanto sull'apostolato dei Laici, del laicato. E in uno dei 17 punti degli schemi per il Vaticano II, Concilio Vaticano II, è dedicato, uno dei 17 punti, all'apostolato laico5. E questo, Gabrielini; e questi, che partecipano come Cooperatori.
Oh, ma il Signore Gesù ha valorizzato la donna nella sua giusta misura, sì, nella sua giusta misura, quindi, nato da Maria. Il mistero, la Sapienza di Dio, del Figlio incarnato. E come egli visse sotto la direzione della madre, e come egli si circondò, durante il suo apostolato pubblico, suo ministero pubblico, di pie donne le quali lo seguivano, le quali lo assistevano ed erano fedelissime, a capo Maria. E dice un autore: Se Gesù predicava il Vangelo, Maria mostrava come il Vangelo della perfezione si poteva vivere, come lo viveva. E allora, ecco, il Signore ha disposto che la donna fosse associata allo zelo sacerdotale e quindi, gli Istituti femminili. D'altra parte non c'è da stupirsi se il numero di quelli che sono entrati a far parte come apostoli, come discepoli, ecc., il numero è proporzionato o secondo i voleri di Dio o secondo la corrispondenza ai voleri di Dio, la corrispondenza degli uomini.
Alcuni giorni fa, mons., Segretario dei Religiosi6 parlando ha detto che le suore nel mondo sono un milione e 700 mila. Allora l'associazione dello zelo della donna allo zelo sacerdotale, nella sua giusta misura perché tutti abbiamo la vita soprannaturale da Gesù Cristo. Perciò: le Figlie di San Paolo, le Pie Discepole, le suore Pastorelle e le suore Apostoline.
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Perché la Chiesa ora ha bisogno che si moltiplichino le vocazioni. E Gesù Maestro è stato il primo vocazionista. Prima di predicare egli si è cercato le prime vocazioni, e allora: Giacomo, Giovanni, Pietro, Andrea, Natanaele, ecc. perché - si è considerato - gli Apostoli venivano eletti per rimanere con Gesù1 e quindi potevano modellar la loro vita sulla vita di Gesù e sentire e meditare la Parola di Gesù, il suo insegnamento onde poi, a loro tempo, vivessero secondo gli esempi di Gesù e predicassero ciò che Gesù predicava e aveva predicato. Oh, la necessità delle vocazioni. Vocazioni al sacerdozio diocesano, vocazioni al sacerdozio religioso, vocazioni alla vita religiosa laica, alla vita religiosa della suora.
E quindi l'aggiunta delle Annunziatine e l'aggiunta dei sacerdoti diocesani, poiché non possono vivere tutti in convento, vita religiosa, ma bisogna andare al popolo: «Andate e predicate»2. E vivere quindi, i membri degli Istituti Secolari, cioè, «Gesù Sacerdote», i Gabrielini e le Annunziatine, devono rimanere nel mondo e compiere nel mondo l'apostolato coi mezzi del mondo, ad esempio, con la scuola cristiana; coi mezzi del mondo e il mondo ha la scuola. E lo Stato promuove le scuole dalle elementari fino alle più alte scuole, università e poi le specializzazioni, ecc. E Gabrielini e Annunziatine devono esercitare l'apostolato con quei mezzi, cioè santificare la scuola, renderla cristiana. E pure insegnando le scienze, la scienza la quale corona le altre scienze, è la scienza di Gesù Cristo
Perciò ecco ancora, Cooperatori e Cooperatrici dovrebbero santificare le famiglie. Quindi «l'Unione delle Famiglie cristiane». E il periodico «Famiglia Cristiana»3 ha un milione e 350 mila copie, e nel mondo, con le altre dieci edizioni che ci sono, due milioni e 200 mila copie, di abbonati, cioè.
La Famiglia Paolina rispecchia la Chiesa nelle sue membra, nelle sue attività, nel suo apostolato, nella sua missione.
Quindi non è una cosa casuale come se si aggiunge qualche cosa di altro, di nuovo, ma è un completamento della Famiglia Paolina in quanto che dobbiamo vivere in Cristo, come Gesù Cristo ha insegnato e ha fatto e come la Chiesa ha insegnato e fatto.
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Oh, perciò, unica origine, tutte da Gesù Cristo. E secondo il tempo in cui viviamo, perché tutto è derivato dall'Ostia, col principio della notte in cui si passava dal secolo scorso al secolo che stiamo vivendo1 e perciò, ecco, si doveva compiere quello che è nel secolo presente e utile nella Chiesa di Dio, nella quale noi ci mettiamo a servizio, ciascheduno nella sua parte.
Unica origine: Gesù Cristo, Maestro, il quale noi non consideriamo solamente in una parte, per esempio, il suo amore ai fanciulli, come vi sono Istituti per la gioventù, per i fanciulli, ma abbiamo da prendere tutto lo spirito, la vita di Gesù Cristo e, per considerarla bene: il Maestro, Via, Verità e Vita2.
Quindi gli Istituti hanno da vivere uno spirito comune con un colore che precisa poi le particolarità, ma i principi generali son tutti uguali e cioè:
la spiritualità è sempre in Gesù Maestro, Via, Verità e Vita.
Un Istituto può avere più il punto: la Vita, come siete voi, per l'Eucaristia, l'Adorazione, lo spirito ritirato, semi - diciamo - semi-vita claustrale e semi-vita attiva, completa. Oh, quindi la liturgia e tutto quel che riguarda la pietà, la vita, i sacramenti, ecc.
E qualche altro Istituto, invece, Ego sum Veritas3: Io son la Verità. Perciò, i sacerdoti Paolini e le suore Figlie di San Paolo, specialmente [per] far risultare la qualità, cioè la proprietà, ciò che è meglio, ciò che è Gesù: «Io son la Verità», da comunicarsi, diffondersi. E dalla verità poi procede la morale e quindi la vita religiosa, la vita cristiana. Oh, quindi, ciò che è fondamentale è comune a tutti, a tutte le parti della Famiglia Paolina, [a] tutti gli Istituti della Famiglia Paolina.
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Allora, se si guarda il fondo delle Costituzioni di ogni Istituto della Famiglia Paolina, il fondo è comune. E tuttavia nella Chiesa di Dio vi sono molte mansioni come vi sono molte mansioni in paradiso1. Perciò il fondo è comune: e nel modo di formare, dar la formazione, e nel modo di compiere la pietà, e nel modo di compiere l'apostolato, ma che fondamentalmente è sempre lo stesso, cioè dar Gesù Cristo, Via, Verità e Vita2, ecco. Anche il governo, nelle sue parti, la Famiglia Paolina, negli Istituti della Famiglia Paolina. Perciò molti articoli sono uguali: e la parte che riguarda lo spirito; la seconda parte che riguarda l'apostolato; la terza parte che riguarda lo studio; e la quarta parte che riguarda la formazione umana, cristiana e religiosa, ecco.
Le varie cose che son disposte, i vari articoli fondamentali riflettono sempre quello che è lo spirito della Famiglia Paolina; così i Gabrielini, come sono le altre parti dell'Istituto. E quando vengono i sacerdoti di «Gesù Sacerdote», vogliono che si parli di quello, che non si predichi d'altro, proprio lo spirito, perché vogliono vivere lo spirito paolino, nel loro modo, secondo il Diritto Canonico e secondo la loro vocazione particolare. Quanto alla santificazione: Paolini; e quanto all'attività apostolica: dipendenti dalla autorità diocesana.
Oh, e la parte spirituale, la parte di studio, istruzione, la parte apostolica, la parte della formazione, anche il governo deve riflettere lo stesso spirito. Quindi nelle Costituzioni che sono state aggiornate, quando il Signore ha voluto che si completasse la Famiglia Paolina, allora anche il governo ha preso la stessa forma.
Oh, quindi, come è il governo? Il governo è, in tutte le parti, cioè in tutti gli Istituti della Famiglia Paolina: si elegge chi deve guidare, e rimane in carica per 12 anni; chi deve consigliare, e rimane in carica per 12 anni. Poi, e chi guida, chi è a capo, e chi deve consigliare, e chi deve collaborare, è tutto descritto presso a poco e nelle Costituzioni della Pia Società San Paolo e nelle Costituzioni delle ultime nate, e cioè le Apostoline. Tutto questo perché formiamo un corpo solo in Christo et in Ecclesia3.
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E abbiamo quindi, questo: ci siamo specchiati nella Chiesa, più che specchiati, vita in Ecclesia, in Christo et in Ecclesia1. Cristo fisico, Cristo mistico nella Chiesa. Perciò ciascheduno si ritenga membro della Famiglia Paolina. Origine comune: il tabernacolo; origine comune: lo spirito; origine e anche uguali nel modo di presentarci nella Chiesa perché le quattro parti hanno un valore relativo per ciaschedun Istituto, ma fondamentalmente sono uguali. E così nel presentarci al popolo cristiano e al popolo non cristiano.
Oh, quindi, l'origine comune, perciò l'impegno di una carità vicendevole, profonda. Ciascheduno è parte, non si veda un Istituto a sé, non si veda, perché questo sarebbe avere una insufficiente cognizione delle cose e insufficiente - diciamo - modo di parlare e di vivere. No, membra di un corpo mistico che è conformato al corpo mistico che è la Chiesa. Questa unione. Perciò, se si devono amare tutti gli uomini, se si devono amare in particolare i cristiani, in particolare: gli Istituti che formano la Famiglia Paolina e le persone che stanno nei vari Istituti, con grande stima, rispetto, collaborazione.
E il sacerdote fa la sua parte riguardo alle altre parti della Famiglia Paolina, agli Istituti che compongono la Famiglia Paolina: deve insegnare, dare indirizzo, in generale, per mezzo di chi deve guidare l'Istituto maschile; e poi le varie attività sempre secondo lo spirito paolino.
E che cosa si chiede? Si chiede questo:
Questo è lo spirito paolino: vivere in Gesù Cristo Maestro, Via, Verità e Vita2, secondo che san Paolo ce lo presenta, Gesù Cristo, il Maestro.
Perciò la necessità di leggere san Paolo.
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Nei giorni passati vi è stato un raduno di suore, suore Figlie di San Paolo. Il sacerdote (che non è certamente uno della Famiglia Paolina) ma era invitato a tenere tre meditazioni per quel raduno, a un certo punto: "Voi non vi sentite abbastanza paoline ancora, non capite la vostra consacrazione totalmente, com'è, e cosa vuol dire appartenere alla Famiglia Paolina. San Paolo, voi dovete conoscerlo, che è lui l'anima, dopo Gesù Cristo e in Gesù Cristo, di tutta la Famiglia Paolina. Per me - dice - io vi consiglio che leggiate un solo libro, cioè la Scrittura, particolarmente il Vangelo e San Paolo. Quando andate fuori a considerare i libri di spiritualità varie, mi pare che andiate a leggere dei romanzi rispetto a San Paolo, con queste spiritualità, con questa varietà di libri di ascetica. E avete la vostra ascetica che è tutta innestata in Cristo e in San Paolo". E spiegava come vi sono libri buoni, sì, ve ne sono, ne escono tanti di questi libri ascetici, ma valgono - diceva - come se leggeste dei romanzi, che possono avere qualche parola di buono, qualche volta, ma rispetto a San Paolo...
Quindi la vita in san Paolo e attraverso lui, come Gesù Cristo è spiegato e presentato da san Paolo.
E poi l'altro punto: "Voi non conoscete abbastanza le grazie che avete e non conoscete che la vostra consacrazione a Dio ha un valore particolare e cioè, lo spirito di Gesù Cristo come è presentato da san Paolo e l'apostolato, e formando così tutta l'immagine della Chiesa e cioè, le varie parti dell'Istituto che rappresentano una parte, ciascheduno, della Chiesa, e tutta assieme, l'immagine della Chiesa". Oh, aggiungeva poi: "Ho sentito qualche volta dire" (questo è un professore di altissimo grado quel che parlava), diceva: "Ho sentito qualche volta: "Beh, adesso andiamo a pregare", finito l'apostolato. Ma come? adesso andate a pregare, ma non avete pregato lavorando? con i passi nel portare il Vangelo, con le altre attività apostoliche? E come? È sempre pregare, è passare da un modo di pregare a un altro".
Quindi considerare tutto il vostro apostolato e tutta la vostra giornata come preghiera, anche il cibo che state prendendo, quando è il tempo giusto.
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Non si è ancora capita tutta la Famiglia Paolina, le singole parti e la missione che ha nel mondo. È Dio che l'ha voluto. E la vostra consacrazione è una consacrazione particolare, sì. Sentirsi membri della Famiglia Paolina e sentir che si completa. Perciò una collaborazione in quanto si può.
Voi avete poi la parte di collaborazione della preghiera e del servizio sacerdotale e dell'apostolato eucaristico, quindi la parte particolare. Siccome avete una parte particolare delicatissima e che influisce sulle altre parti, più silenziosità. Mi sembra che ci sia bisogno di questo. Dato che, un po' si è nei Centri; un po' si è presso la Famiglia Paolina; un po' vi sono relazioni varie che son necessarie nella vita, nella società, nella Chiesa, la silenziosità mi pare che dovrebbe essere richiamata un po'. C'è il silenzio il quale può esser considerato di primo grado e ci può essere il silenzio che sarà di secondo grado; ma comunque, l'unione a Gesù Cristo per attingere la grazia, cioè per attingere dal pozzo di Sicar che è Gesù: fons aquae salientis in vitam aeternam1. Dovete attingere voi affinché tutti ne bevano, in maniera invisibile, ma reale, viva, operante. Quindi l'unione intima con Gesù Cristo, i colloqui abbondanti con Gesù, modellati sopra i colloqui di Maria con Gesù a Nazaret, quando Gesù aveva 10, 15, 20 anni, 25. 30. Maria conservabat omnia verba haec conferens in corde suo2.
Ogni benedizione, oggi, a tutto quello che farete. E se potete arrivare a considerarvi nella vostra giusta posizione, sarete sempre più felici di spendere la vostra vita. E vogliate anche pensare a questo: vita paolina che rispecchia la Chiesa; vita paolina in cielo dove vi sono le varie mansioni e rispetto anche alle varie mansioni che si hanno sulla terra. Una Famiglia Paolina in paradiso.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 61/e (= cassetta 103/b). - Per la datazione cf PM: «Oggi, i pensieri, i desideri, i nostri voleri orientati verso il cielo. Il Maestro ci ha preceduti; Maria, Maestra, ci ha preceduti...» [festa dell'Ascensione, 23 maggio 1963]. - dAS, 23/5/1963: «Celebra [il PM] verso le 5 e tiene anche la meditazione alle PD del servizio. Andato a Castelgandolfo; andato ad Ariccia (come gli altri giorni)». - dAC e VV (cf c85). - La meditazione alle PD del servizio in Casa Generalizia SSP, non ci è pervenuta.

2 Cf Gv 14,2.

3 2Cor 4,17.

4 Cf Lc 6,38.

5 Cf 1Cor 15 ,41.

6 Ef 5,32.

1 Eb 13,14.

2 L'Unione per le Vocazioni, si intende la «Pia Unione Preghiera, sofferenza e carità per tutte le Vocazioni» elevata a Unione Primaria dal Papa Giovanni XXIII, il 19 febbraio 1963; cf San Paolo, aprile-maggio 1963; CISP, op. cit., pp. 527-533.

3 L'Unione per la Bibbia si riferisce alla erezione Pontificia della «Società Biblica Cattolica Internazionale» ad opera di Papa Giovanni XXIII, in data 14 ottobre 1960; cf San Paolo, dicembre 1960, e CISP, op. cit., pp. 503-511. - Per lo sviluppo di questa Società Biblica si cf ancora San Paolo dicembre 1961, e CISP, op. cit., pp. 519-525.

4 Nota generale sulla composizione della Famiglia Paolina, come era alla fine dell'anno 1968, si trova in San Paolo, num. 6-7 (settembre-ottobre-novembre) 1968, pp. 1-8, al quale si rimanda per i particolari. Il Fondatore volle lasciare una specie di consegna di tutta la Famiglia Paolina ai suoi successori nella direzione generale, e mise alla sua consegna il significativo titolo: «Un saluto paolino a tutti i Fratelli religiosi e a tutte le Sorelle religiose».
Gli Istituti che componevano la Famiglia Paolina erano nel 1968 i seguenti:
1. Congregazione «Pia Società San Paolo»;
2. Congregazione «Pia Società Figlie di San Paolo»;
3. Congregazione «Suore Pie Discepole del Divin Maestro»;
4. Congregazione «Suore di Gesù Buon Pastore»;
5 Istituto «Suore Apostoline»;
6. Istituto «Gesù Sacerdote»;
7. Istituto «San Gabriele Arcangelo»;
8. Istituto «Maria Santissima Annunziata».
Seguono i «Cooperatori Paolini», che portano aiuto agli otto tra Congregazioni ed Istituti ricordati.
L'Istituto «Santa Famiglia» non viene nominato perché cominciò ad esistere nell'anno 1971.

5 Dei laici si parla in diversi documenti del Concilio Ecumenico Vaticano II; si cf al riguardo l'Indice Analitico posto in fondo ad ogni volume che raccoglie i Documenti di detto Concilio.
Vi è un Decreto specifico sull'Apostolato dei Laici, promulgato il 18 novembre 1965. - Don G. Alberione nel 1963 ne parla come argomento da trattarsi, previsto negli schemi dei lavori conciliari. - Chi desidera leggere questo Decreto può trovarlo in Enchiridion Vaticanum: Documenti: Il Concilio Vaticano II. Settima edizione (Bologna, Edizioni Dehoniane, 1968) nn. 912-1041; pp. 525-585. Si trova in latino: Apostolicam actuositatem, e in lingua italiana. - Solo in italiano si trova sul volume: Concilio Ecumenico Vaticano II: Costituzioni Decreti Dichiarazioni... (Alba, Edizioni Domenicane, 1966) pp. 364-399. - Il testo autentico è in AAS 58 (1966) 837-864.

6 Segretario della S.C. dei Religiosi, nel 1963, era MONS. PAOLO PHILIPPE, O.P.

1 Cf Mc 3,14.

2 Cf Mc 16,15.

3 La pubblicazione del settimanale La Famiglia Cristiana ebbe inizio ad Alba (Cuneo) presso la Pia Società di San Paolo, il 25 dicembre 1931.

1 Per ulteriori notizie sulla notte del 31 dicembre 1900-1 gennaio 1901, si cf Abundantes Divitiae gratiae suae, nn. 13-23.

2 Gv 14,6.

3 Gv 14,6.

1 Gv 14,2.

2 Gv 14,6.

3 Ef 5,32.

1 Ef 5,32.

2 Gv 14,6.

1 Gv 4,14.

2 Lc 2,19.