Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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27. L'UNICA VIA DELLA SANTIFICAZIONE: VIVERE IN CRISTO

Corso straordinario di Esercizi Spirituali (12 maggio - 1 giugno 1963)
alle Superiore e Suore anziane delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Ariccia, Casa Divin Maestro, 31 maggio 19631

Un'intenzione generale per il Santo Padre nella sua infermità attuale. Siccome nella nostra Famiglia Paolina tutti recitano «secondo le intenzioni del Primo Maestro», anche questo: intenzione... dal giorno in cui, durante il Concilio, prima sessione, alla fine dell'anno scorso, sempre ho messo quest'intenzione: per la salute del Santo Padre, come cantate: «il Signore lo diriga, lo santifichi e lo guidi». Perciò tutta la Famiglia Paolina prega per il Santo Padre.
Oggi, domani, sono gli ultimi giorni di questo corso straordinario di Esercizi Spirituali. Certamente molti sono i propositi, molti sono i desideri e vivissimi della santificazione. Occorre però premunirci, quando stiamo facendo i nostri propositi, e cioè, che dopo vogliamo cambiare in qualche cosa; e cioè, in primo luogo, che togliamo quello che da noi è preferito, perché se vogliamo solamente avere un desiderio vago e che non ci mettiamo veramente, in primo luogo, sull'abneget semetipsum2, rinnega te stesso, specialmente in riguardo alla passione predominante...
Rinnegare perché il Signore possa riempirci. Se non facciamo il vuoto, dove il Signore conferirà, metterà la sua grazia, cioè, i suoi pensieri, i suoi desideri, la sua attività, il suo apostolato? Allora proviamo a rinnegarci in qualche cosa che ci costi di più. Ad esempio: per acquistare la libertà dello spirito e l'esercizio della carità ed in penitenza del passato, in quanto piace a Gesù Maestro, preferire il meno facile nelle varie cose, il meno piacevole; per quanto sta da noi preferire il meno facile, il meno piacevole, l'ultimo posto, il meno gustoso, il meno apprezzato, il meno gradito, il meno comodo, le persone meno trattabili, ecc. Diventare indifferenti per quanto riguarda noi. Sempre quello che il Signore... Che la nostra riforma, il nostro perfezionamento sia vero.
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Il libro: La Vita interiore1 fa notare: non costituitevi una spiritualità fatta: molte immagini, molti libri di spiritualità, molti discorsi di ascetica, preferenza tra confessore e confessore. Poi essere considerati e apprezzati come persone che si danno veramente alla santificazione, all'opera della santificazione. Non facciamoci un'illusione di esser santi se non lo siamo. E chi invece pensa di non esserlo, ecco allora desidera di esserlo, lo vuole e opera per arrivarci.
Ma la santità interiore: unire i pensieri nostri ai pensieri di Gesù; i sentimenti nostri che siano i sentimenti di Gesù e poi l'azione, l'attività, quella azione, quella attività, quell'esercizio di virtù di Gesù: il presepio, la vita di Nazaret, la vita pubblica, la vita della passione dolorosa, la vita eucaristica, la vita che egli, Gesù, vive in noi.
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Ora una parola sopra la lettura della Bibbia. Dice l'Imitazione di Cristo che il Signore ci ha provveduto per il cammino della nostra vita un lume per camminare e un cibo per sostentarci1. Il lume è il Vangelo, la Scrittura in generale, e il pane di sostentamento per le nostre forze è l'Eucaristia, la quale è sempre più importante quanto più c'è il bisogno; ad esempio, quando ci son le malattie, quando ci si avvicina alla morte, allora è precetto anche il viatico, quindi. Quando non riusciamo a vincerci in qualche punto, a fare qualche passo, ecco: «(...) et manduca» diceva l'angelo al profeta. Guarda questo pane e mangialo e mangialo ancora perché hai ancora un cammino lungo da fare2.
Gesù, dopo che avevano ascoltato la sua Parola e lo avevano seguito, le turbe, per ascoltarlo, Gesù ebbe pena di quel popolo e disse agli Apostoli: «Date loro da mangiare perché altrimenti per ritornare a casa verrebbero loro meno le forze». E allora «date voi da mangiare». E fece il miracolo3.
Ecco due cibi: quello della mente, che è la Scrittura, specialmente il Vangelo; quello della volontà, del sentimento: l'Eucaristia.
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Bisogna che consideriamo tutte le opere di pietà, voglio dire: la meditazione, l'esame di coscienza, poi il rosario e tutto quello che è di preghiera. Questo è ordinato a un fine, e cioè, a vivere in Cristo, perché la divozione delle divozioni è veramente vivere il mistero di Cristo.
Il mistero significa: uniformare a Gesù i pensieri: quelli del Vangelo; uniformare i desideri che sono: la gloria di Dio e la pace; la santità ai voleri... Che cosa Gesù ha preferito? La grotta, la vita umile di lavoro, l'apostolato, la morte in croce. Come son diversi, alle volte, i nostri pensieri e desideri! Sei santa? E puoi giudicarlo da te se lo sei o non lo sei.
Vi è una sola santità, e cioè: vivere in Cristo: di pensieri, di sentimenti, di vita pratica, di unione con lui. Non c'è un'altra santificazione nell'attuale disposizione della Provvidenza. Perché? Perché ha voluto Iddio così e quindi non vi è in altra maniera e in altro nome per la salvezza - dice la Scrittura - fuorché in Gesù. sì1.
E considerate il privilegio che sono le Costituzioni che sono ordinate proprio a vivere, pensare, sentire, operare in Gesù Maestro in quanto è Via, Verità e Vita2. Non c'è un'altra via, la via per la santificazione è unica, cioè: fede profonda in Gesù Cristo: «Io son la Verità»; vita di imitazione di Gesù Cristo, la volontà; e vita di santità interiore, cioè di amore a Gesù Cristo. E tutto: Per ipsum, et cum ipso, et in ipso3. E a che scopo? Se mirate [ad] arrivare: est tibi Deo Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti, omnis honor, et gloria4.
Oh, questa unione di pensieri che è la prima unione. Quanti pensieri inutili, quanti pensieri di orgoglio, quanti pensieri si presentano (non si saranno consentiti), ma contro la carità, contro la fiducia in Dio, contro l'obbedienza, contro la povertà, contro la prudenza, contro la temperanza, ecc.
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Ecco, subito allora conviene dire: la Bibbia è preparazione, per riguardo all'Antico Testamento, alla venuta del Messia e quindi preparazione al Nuovo Testamento. Quaranta e più libri dell'AT; 27 libri del NT.
Quando si tratta della santificazione, ecco, tutti i capitoli sono importanti, tutti i versetti; ma quelli che potrebbero dirsi, che costituiscono la base, il fondamento della santificazione sono i capitoli di san Matteo dal 5º 6º 7º, capitolo. La santificazione interiore, la purificazione interiore, proprio amare la povertà: «Beati i poveri, beati i miti»1. Quante volte invece di avere espresse tante parole, rileggere le Beatitudini e i tre capitoli.
Poi per entrare in quella intimità di pensieri, oltre che di pensieri, ma anche di sentimenti, vi sono i capitoli di san Giovanni, quei capitoli che precedono la storia della Passione, quando Gesù, stando per separarsi dagli Apostoli, volle passare qualche tempo in intimità con loro, i discorsi che occupano quattro capitoli, [in] san Giovanni, fino al momento in cui si inizia la Passione.
I versetti di san Matteo, che ho detto, sono come il programma della santificazione, e gli ultimi di san Giovanni, quelli che precedono la Passione, sono il risultato. Cioè, vedere se siamo arrivati lì, come Gesù ha vissuto e come gli Apostoli devono vivere secondo il suo esempio. Prima, è come il programma, dopo è la realizzazione. Del resto, ecco: non moltiplicare gli esercizi esterni, ma riformare l'interno: pensieri santi, sentimenti santi, volontà santa. L'interiore, sì.
Voi avete una spiritualità così effusa nelle Costituzioni che riflettono la Scrittura, specialmente riflettono il Vangelo.
E allora abbiate anche paura che dobbiate sentire tante cose che sono estranee. E alle volte, è molto meglio che il confessore dica nulla che fare una confessione lunga. E quelle anime che credono che sia il confessore che le fa sante. Ci facciamo noi, se ci facciamo, mica lui. E poi, gelose del vostro spirito.
Leggere tutta la Bibbia. In quattro anni, leggendone circa un capitolo al giorno, si arriva a leggerla tutta. Oh, generalmente è utile cominciare dal Nuovo Testamento, perché lì è realizzato quello che era preannunziato. E si arriva al più perfetto partendo da quello che è meno perfetto, come nell'AT. Perché se l'AT si ispirava di più al timore, il NT si ispira di più all'amore. E si realizza lì, nel NT quello che è stato predetto e, d'altra parte, si viene a comprendere quello che costituisce la vera santità. Oh, la Bibbia, quindi. Come leggerla?
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Leggere la Bibbia con fede: Parola di Dio, non come un altro libro di ascetica, no.
Santa Teresa del Bambino Gesù diceva: Io non sopporto più la lettura di libri, ce n'è uno solo libro che mi piace: è il Vangelo. Questo sostituiva tutto.
Ecco, leggere l'AT dopo aver letto il NT. E si capisce anche come il Signore ha sviluppato, realizzato il piano della redenzione, come ha preparato il messaggio della salvezza, il messaggio di Gesù Cristo per la salvezza e santificazione nostra. Fermarsi sopra i punti che ci sembrano più utili. Questo si sa che ci sono i libri storici, ci sono i libri profetici, ci sono i libri sapienziali, in particolare i libri sapienziali. Oh, allora la preparazione alla lettura del NT viene fatta.
Quanto al NT, preferire i Vangeli, san Paolo. Vangeli e san Paolo. Naturalmente anche gli altri libri, come si è sviluppata, all'inizio, la Chiesa: gli Atti degli Apostoli; e poi le Lettere anche di san Giacomo, di san Pietro, di san Giuda, e poi di san Giovanni e quindi l'Apocalisse.
Vi sono libri che commentano la Scrittura. Vedete, bisogna distinguere: vi sono libri che commentano la Scrittura piuttosto sotto l'aspetto critico, letterario, storico, sì. Questo, dato in quella buona misura giusta, sta bene; ma specialmente ordinando la lettura alla santificazione, insistere sul concetto spirituale del testo. I commenti devono chiarire il senso delle espressioni che vi sono nel testo, ma i commenti non devono essere un pretesto per fare una predica propria; i commenti devono solo illuminare il testo e quindi la preferenza, le riflessioni vanno fatte sul testo.
Leggere, quindi, la Scrittura come è stata scritta nel disegno di Dio, sì. Con fede, quindi. Metterci con le mani giunte come si farebbe la comunione, che è la comunione della mente di Gesù, della mente nostra. Poi, se accompagniamo bene coi sentimenti, il nostro cuore col cuore di Dio, col cuore di Gesù. Quindi il Vivit vero in me Christus1 parte dall'unire con Gesù i pensieri, i nostri pensieri.
Con umiltà, quindi, come si metteva Maria quando sentiva qualche parola di Gesù: Conservabat omnia verba haec conferens in corde suo2: umilmente ricordava le parole e poi le meditava nel suo cuore; mettendoci umili ai piedi di Gesù come Maria, la sorella di Marta, ai piedi di Gesù, e arrivare, quindi, a quella unione di pensieri, di sentimenti e quindi poi, di voleri.
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Oh, oltre che l'umiltà e la fede, occorre anche, per quanto è possibile, ricordare.
Non tutti i versetti ci fan la medesima impressione, no. I versetti son tutti santissimi, ma vi è questo da dire, che alcuni versetti rispondono alla nostra necessità intima, alle nostre circostanze, alle nostre difficoltà, alle nostre necessità spirituali, in una parola: fermarsi a lungo o almeno un po' più. Alle volte una frase alimenta per un mese, e quando quello è alimento, se ci basta e ci fa bene, e continua a mangiare di quello! E se anche quando apri il libro per fare la lettura spirituale, un versetto, una parola ti colpisce: ti basta; anche se quello, forse, ti occuperebbe la mente in tutta l'ora, in tutte le due ore di Adorazione. Dux eius fuit1, il Signore si fa guida dell'anima. Assecondiamo l'iniziativa sua, è lui che guida alla santità. Se noi ricalcitriamo è perché ci son le nostre passioni, ma se noi ci rimettiamo anche nel lavoro spirituale in abbandono: solus dux eius fuit2. Il solo, la sola guida è stata Gesù, è stato il Signore. Docilità!
E veramente la Parola di Dio è nutrimento, nutrimento dell'anima. Non de solo pane vivit homo3, ha detto Gesù al diavolo che lo tentava perché mangiasse e cambiasse le pietre in pane, non de solo pane vivit homo, sed de verbo quod procedit ex ore Dei4: ma della Parola, questo è nutrimento, la Parola che viene dalla bocca santa di Dio. E vedete il modo con cui Gesù ha vinto Satana e lo ha cacciato, con tre frasi, una dopo l'altra, frasi della Scrittura: questa, e poi: «Non tentare il Signore Dio tuo»5, quando voleva proporgli di gettarsi giù dalla terrazza del tempio; e poi: «Allontanati, c'è un Dio solo da adorare, non te»6, quando il diavolo invita Gesù, nientemeno che ad adorare lui.
Ma le stranezze che passano nella nostra mente. E il diavolo che mette tanti pensieri. Dio! Dio! la sua Parola! Richiamarci sempre a quello che Gesù ha predicato, quello che il Signore ha voluto che fosse scritto nel Libro sacro. E allora egli, Dio, sarà la nostra guida.
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Oh, non disorientarsi, perché questo avviene molte volte, e allora perdite di tempo, e poche conclusioni pratiche, e poca costanza in quel lavoro spirituale che è sempre l'incorporazione in Cristo. Tutto il resto deve servire a questo, dice due volte il libro della Teologia spirituale, della Vita interiore, due volte. E cioè, vedete, molti libri e anche, alle volte, nelle prediche, non si incentra bene la vera opera di santificazione che è in Cristo. E si mettono daccanto, si dà ugualmente importanza a una pratica, a un'altra, a un consiglio, a un altro, a un mezzo, a un altro.
L'incorporazione di Cristo non è "uno dei mezzi", ma è "il mezzo", perché in Cristo noi glorifichiamo il Padre. Egli è in noi, Gesù Cristo, e noi operiamo con lui, perché vi è in noi la doppia vita quando si vive in grazia: la vita naturale e la vita soprannaturale costituita dallo Spirito Santo. Allora in ipso, si opera in ipso, in lui, e si glorifica il Padre, ecco. Questo costituisce la santificazione. E allora più andiamo avanti in quel volere: est tibi [Deo] Patri omnipotenti, in unitate Spiritus Sancti1, quanto più poi arriviamo a quello, tanto più noi siamo uniti a Dio. L'amore nostro a Dio è perfetto in quanto che, omnis honor, et gloria2, si cerca l'onore e la gloria del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo, della Santissima Trinità. E lì la santificazione. Non disorientarvi perché si va qua, si va là, si sente quel... Sentir tutto come istruzione. Ma come alimento, quale è? L'alimento è Gesù Cristo in quanto è Via, Verità e Vita3. E la nostra incorporazione in lui quanto più è profonda, piena, tanto più c'è la nostra santità.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 66/a (= cassetta 134/b). - Per la datazione, cf PM: «Oggi, domani sono gli ultimi giorni di questo corso straordinario di Esercizi Spirituali». - dAS (cf c185). - dAC e VV (cf c85).

2 Mt 16,24.

1 Non è certo se si riferisca al libro La vita interiore di A. DAGNINO, EP, Milano 1960, o all'altro dello stesso titolo di J LECLERCQ, EP, Alba, 1955.

1 Imitazione di Cristo, libro IV, II,4.

2 Cf 1Re 19,5-7.

3 Cf Mt 14,14-21.

1 At 4,12.

2 Gv 14,6.

3 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

4 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

1 Mt 5,3.5.

1 Gal 2,20.

2 Lc 2,19.

1 Dt 32,12.

2 Dt 32,12.

3 Mt 4,4.

4 Mt 4,4.

5 Mt 4,7.

6 Mt 4,10.

1 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

2 Missale Romanum, Canon Missae, Per ipsum...

3 Gv 14,6.