2. ANNO DI PARTICOLARE SANTIFICAZIONE: CONOSCERE GESÙ
Meditazione alla Comunità delle Pie Discepole del Divin Maestro.
Roma, Via Portuense 739, 11 febbraio 19631
Avete celebrata la data: la prima vestizione delle PieDiscepole e, con questo, vi avvicinate al quarantennio, cioè, la data anniversaria 1964. Allora, considerando questa circostanza, d'altra parte considerando particolarmente l'anno di particolare santificazione, è bene che ci fermiamo un po' sopra questo punto. E cioè:
Conoscere ''meglio'' Gesù per amarlo di più, per viverlo, ed avere una partecipazione sempre più abbondante, sempre più ricca della sua vita.
Oh, l'anno di santificazione è detto: "particolare" santificazione, che vuol dire, specialmente santificare l'interno, la parte nostra interiore, cioè: la mente e il sentimento e la volontà, la fantasia, la memoria e poi, di conseguenza, anche il fisico. Quando si dice: «Tutto mi offro» s'intende tutto il nostro essere, particolarmente l'interno, perché, quanto all'esterno, è più facile che risulti a noi medesimi quando vi è qualche sbaglio, ed è facile far l'esame di coscienza. D'altra parte, gli sbagli esteriori si vedono e possiamo anche venire, per grazia di Dio, corretti. Santificare l'intimo, il che vorrebbe dire: pensare come Gesù, e amare Gesù profondamente, e l'unione di volontà con Gesù.
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Conoscere "sempre di più" Gesù Cristo, secondo la circolare che è stata mandata1. E cioè, conoscere Gesù: In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum2, cioè da tutta l'eternità il Verbo di Dio, cioè, il Figlio di Dio, come lo sentiamo e lo recitiamo ogni giorno all'ultimo Vangelo3: In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum2. Genitum non factum consubstantialem Patri4, fino all'ultima considerazione, e cioè, il gran giorno in cui Gesù, discendendo dal cielo, dopo avvenuta la risurrezione, viene a ricevere tutti i suoi eletti, tutti coloro che avranno accettato e seguito il messaggio della salvezza.
Perché Gesù, la prima volta, è venuto a dirci che cosa fare per arrivare in paradiso e ci ha dato i mezzi; allora verrà a constatare chi ha accettato e chi non ha accettato il suo messaggio. E chi ha accettato, ecco: salvezza. Dopo aver sentenziato contro i reprobi, quelli che han rifiutato il suo messaggio, rivolto ai buoni: «Venite, benedetti, nel regno del Padre mio»5. Ed egli precederà e sarà seguito dalla turba immensa delle anime conquistate da lui e, introdotte in cielo, ecco le presenterà, tutto quello che egli ha conquistato, tutte le anime che l'han seguito, le presenterà al Padre suo, come il regno che egli era venuto a conquistare e come sono stati, i sudditi suoi, fedeli6. Egli, la nostra fedeltà, noi a lui. Quindi poi lì, l'inizio di tutta l'eternità. E rimarrà sempre in eterno con i suoi eletti a cui comunica la sua stessa beatitudine: figli di Dio, eredi di Dio, coeredi con Gesù Cristo, coeredi nella stessa gloria di Gesù Cristo7.
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Conoscere "sempre meglio" il Figlio di Dio, il Figlio di Dio incarnato, la sua opera e tutto quello che è il complesso dei mezzi che ci ha dato; e poi seguirlo e viverlo ecco, sì. E passeranno i secoli. Intanto egli, il Figlio di Dio incarnato e risuscitato da morte, già è lassù, quando l'hanno accolto, il giorno dell'Ascensione, gli angeli, quando l'ha accolto il Padre celeste: sede a dextris meis1. E di là Gesù aspetta le anime e le riceve giorno per giorno, quelle che hanno operato bene, giorno per giorno le accoglie e assegna il posto a ciascheduna, perché egli ha preparato il posto: Vado parare vobis locum2. Quindi la sua missione di salvezza continua lì, fino al termine del mondo, finché sarà compiuto il numero degli eletti.
Vedere di conoscere sempre meglio Gesù Cristo "totalmente", cioè il Figlio di Dio, il Figlio di Dio il quale passa a creare: omnia per ipsum facta sunt3. Egli che dà a ogni uomo la ragione, egli, Verbum caro factum est4. E per lui è venuta la verità, e per lui è venuta la grazia5.
Poi tutta la sua vita, la vita terrena dal momento in cui Maria ha detto: Fiat mihi secundum verbum tuum6: si faccia di me quello che tu hai detto, secondo cioè, il volere di Dio: l'incarnazione, la nascita e tutti i misteri della sua vita fino al mistero della risurrezione e dell'ascensione al cielo. Lì è dove noi abbiamo da fermarci di più per seguire la vita del Signore.
Nella circolare vi sono i punti che servono un poco di guida, vedete se possono giovarvi e, se vi giovano, allora ecco, sarà un mezzo per una miglior conoscenza di Gesù.
Allora, l'unità di vita attraverso le virtù teologali in Gesù Cristo, Via, Verità e Vita.
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Ora, conoscere Gesù. È bene leggere una vita intiera, una volta nella vita, almeno una volta, una vita un po' sviluppata e anche esposta, secondo la istruzione di ognuna, esposta un po' scientificamente, in modo organico; una volta almeno, la vita di Gesù letta bene. E vi sono delle opere molto belle che, in parte, già conoscete.
Poi la lettura del Vangelo. La lettura del Vangelo può essere fatta in una maniera più semplice e in una maniera anche più organica e anzi più utile, sotto un aspetto, almeno. E cioè, la prima maniera, leggere i quattro Vangeli con i commenti che ci sono. I quattro Vangeli distinti: san Matteo, san Marco, san Luca, san Giovanni, con i commenti. Non che vi siano commenti tanto lunghi, ma neppure insufficienti, (vi sono edizioni in cui il numero delle annotazioni è scarso, insufficiente) perché vi sono punti in cui con le note si chiariscono molte cose. Quando invece sono troppo lunghi, allora non è più tanto il Vangelo che si legge, il Vangelo è un pretesto perché lo scrittore dica qualche cosa di suo. No. Deve, il buon commentatore, dire tanto, ma sufficiente perché si capisca il testo; diversamente si corre facilmente alle note. Ma tutte le note che ci sono nel Vangelo non valgono un articolo del Vangelo stesso. Noi abbiamo sempre un po' la mania di sostituirci a Dio, eh? No, dobbiamo andare a scuola di Dio, di Gesù Maestro, ma apprenderla, e se qualche parola, per la nostra insufficiente intelligenza, ha bisogno di spiegazione, ecco la notazione: breve, chiara; quando poi la notazione è necessaria, sia anche quella che riguarda l'insegnamento morale, non solamente l'insegnamento dottrinale, teologale.
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L'altra maniera è di leggere il Vangelo concordato, cioè i quattro Vangeli fusi assieme. Perché, ogni evangelista non voleva dir tutto di Gesù; aveva, ogni evangelista, un compito da sviluppare e quindi prendeva gli episodi, i discorsi, i miracoli, ecc., che facevano per la sua tesi. Supponiamo, san Matteo, per dimostrare che in Gesù si sono verificate le profezie e le figure di Gesù nell'Antico Testamento.
Il Vangelo concordato mette insieme tutto quel che è contenuto nei quattro Vangeli e costituisce, stabilisce una biografia. E siccome Gesù ha proceduto con infinita sapienza nella sua vita, allora noi siamo presi, siamo guidati a Gesù. E la scuola di Gesù, a cui andiamo guidati da Maria, al presepio, ecco, fino alla conclusione. Ma poi dopo c'è anche uno spiraglio verso l'eternità, cioè, quando il Signore Gesù verrà a prenderci per portarci al cielo, condurci al cielo e presentarci al Padre1. Quindi una vita ben organizzata. Oh, ma è diversa però dalla biografia che scrivono gli autori ordinari. Ma quando si fa la biografia prendendo da tutti i quattro Vangeli, allora noi abbiamo più direttamente la parola dello Spirito Santo.
Ed è sempre la parola dello Spirito Santo, è quella che veramente ci santifica. Si chiama «Santo» perché santifica. «Quando io vi manderò lo Spirito che procede dal Padre, egli vi suggerirà tutto»2. Suggestor, sì.
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Nella preghiera per il Concilio, il Papa aveva preparato, per i Padri conciliari, una preghiera che dice: Spirito Santo, suggestor esto: sii il nostro suggeritore in maniera che non deviamo nei nostri pensieri e che tutto quel che si farà e si dirà sia suggerito dallo Spirito Santo.
Allora, quando leggiamo la vita di Gesù, invochiamo lo Spirito Santo che suggerisca in maniera tale che noi lo possiamo interpretare. E vi sono persone che non sono gran che istruite, anzi pochissimo, e ne capiscono di più; persone che son molto istruite e che conchiudono con delle discussioni. Gesù bisogna amarlo, bisogna seguirlo, bisogna viverlo.
Nella scuola si possono dare molte istruzioni, sì, ma quando noi leggiamo per divozione, secondo la pietà, il Vangelo, allora il nostro fine è ben diverso ed è completo. Allora comprendiamo e seguiamo Gesù come Via, Verità e Vita pienamente, come egli è e si è dichiarato. Perciò si possono far passare i punti, ma lì in mezzo a questi punti sono tanti altri punti che si potrebbero ricordare, supponiamo le Beatitudini, e poi il discorso di Gesù con la Samaritana, il discorso di Gesù con Nicodemo, i discorsi vari che sono introdotti nei Vangeli, specialmente da san Giovanni, da san Matteo, negli ultimi giorni della vita di Gesù, ecc. Ogni versetto sarebbe un punto da considerarsi.
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L'anno, dunque, di conoscere meglio Gesù per amarlo di più, e per viverlo, seguirlo. Questo ufficio, ecco: che lo conosciate, lo amiate, lo viviate. Ma l'Adorazione è perché tutti lo conosciamo, lo amiamo e lo serviamo. Avete da pregare per tutti, sì. Allora, buona parte di tempo nel primo punto dell'Adorazione, impegnata a leggere Gesù: «Io sono la Verità, io sono la Via, io sono la Vita»1, sì.
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E una conoscenza "profonda" di Gesù, quest'anno. Sia come l'anno in cui vi sentite più Discepole di Gesù Maestro. Siete alla scuola sua, proprio discepole, e ognuna viene ogni giorno, le sue due ore, alla scuola del Maestro, cominciando dalla prima lezione che Gesù ha dato, e cioè là, quando il Bambino nacque e Maria lo avvolse in panni e lo pose nella mangiatoia1. Ecco la prima lezione che dà Gesù.
Ma poi Gesù si fa sempre accompagnare da Maria. E vi è un punto in cui si dice: la vita mariana di Gesù. E come? Quando è stato, nel paradiso terrestre, dato il castigo ad Adamo ed Eva, Dio preannunziò il Messia, ma mentre preannunziava il Messia, preannunziava Maria. Così Iddio ha subito messo daccanto a Gesù, al Messia futuro, Maria. E così nell'AT, Maria: «La Vergine darà un figlio»2, ecc.
E così il Figlio di Dio s'incarna al consenso di Maria, e il Figlio di Dio incarnato nasce là a Betlemme e Maria lo accompagna per la vita intiera, e Maria va a raccogliere gli ultimi respiri di Gesù e a cogliere anche il grande incarico, il nuovo ufficio che Gesù affidava a Maria: «Ecco tuo figlio»3. E adesso l'ha voluta in cielo perché se Gesù è il fonte della grazia, di tutte le grazie, Maria le prende da lui e le dà a noi; fa la distribuzione, Maria, delle grazie, a noi. Oh, entrare perciò alla scuola di Maria. Lì avete una preghiera fatta apposita, nel libro delle nostre orazioni4, ma poi ciascheduna avrà tanti pensieri, sentimenti da dire.
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Quando poi si è letto un tratto del Vangelo, non andar così facilmente avanti di corsa, no, no. Che ogni versetto ci penetri l'anima, così come ogni punto del Vangelo è penetrato nel cuore di san Paolo. Bisogna acquistare il cuore di san Paolo, egli non è capace a scrivere quattro righe senza nominar Gesù, e qualche volta nello stesso versetto due volte nomina Gesù. Avere il cuore così pieno, l'anima così piena di Gesù che: ex abundantia cordis os loquitur1, per i sentimenti, l'abbondanza dei sentimenti che sono in noi, la nostra lingua parlerà secondo ciò che abbiam dentro e, come dal cuore possono essere le cose cattive, dal cuore vengono tutte le cose che riguardano Gesù. Sentirete una maggiore letizia della vostra vocazione; sentirete il vostro privilegio di essere alla scuola di Gesù; sentirete anche questo: di avere la grazia di contribuire, con la preghiera, alla conoscenza di Gesù.
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Che Gesù sia ben conosciuto; che si predichi più Gesù che non la scienza umana. Sì, ci sono anche da dire delle cose [che] son di scienza umana, ma il predicatore deve perdere la sua personalità quando esercita il ministero. Cosa deve perdere? Non deve mai dire cose sue, deve dire Gesù, cioè il suo sapere, la sua dottrina. E «la mia dottrina - diceva Gesù - non è mia, ma è di Colui che mi ha mandato»1. Tanto più il prete deve dir così: "La mia dottrina non è mia, ma è la dottrina di Gesù". Togliere la nostra personalità, spersonalizzarsi.
Oh, allora, che l'anno sia lieto e santo, un anno di particolare santificazione interna, in Gesù Cristo, sì. E ogni gloria è dall'intimo, eh? dice la Scrittura2. E cioè: noi abbiamo merito quando siam santificati nell'intimo del nostro cuore. Che finalmente scambiate il cuore vostro col cuore di Gesù e il cervello nostro col cervello di Gesù e la nostra volontà con la volontà di Gesù: Vivit vero in me Christus3, allora. E vivrà nella mente, nel cuore e nella volontà, in tutto il nostro essere. Alter Christus4 ognuno, così. In letizia, avanti.
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1 Nastro 56/a (= cassetta 122/a). Per la datazione, cf PM: «Avete celebrata la data, la prima vestizione delle PD e con questo vi avvicinate al quarantennio, cioè la data anniversaria 1964» (cf PM in c47, c385)... «...l'anno di particolare santificazione».. (cf PM in c1). - dAS, 11/2/1963: «Andato [il PM] in via Portuense, Casa Generalizia delle PD, per una predica sulla santificazione (ieri era santa Scolastica)». - VV: 11/2/1963, PM: «Vivere di Gesù Cristo» (noi abbiamo cambiato il titolo).
1 Cf Divin Maestro... n. 2 febbraio 1963.
2 Gv 1,1.
3 Cf Missale Romanum «Ordo Missae», Ultimo Vangelo (Gv 1,1-14), prima della riforma liturgica.
4 Simbolo Niceno-costantinopolitano.
5 Cf Mt 25,34.
6 Cf 1Cor 15,24.
7 Cf Rm 8,17.
1 Sal 109,1.
2 Gv 14,2.
3 Gv 1,3.
4 Gv 1,14.
5 Cf Gv 1,17.
6 Lc 1,38.
1 Cf 1Cor 15,24.
2 Cf Gv 14,26.
1 Cf Gv 14,6.
1 Cf Lc 2,7.
2 Is 7, 14.
3 Gv 19,26.
4 Cf Le Preghiere della Famiglia Paolina, Roma 1962; a pagina169-170, vi è la preghiera che comincia con le parole: «Ricevimi, o Madre, Maestra e Regina Maria».
1 Mt 12,34.
1 Cf Gv 7,16.
2 Cf Sal 44,14.
3 Gal 2,20.
4 «Alter Christus» si dice del sacerdote e anche della persona consacrata. La frase divenne abituale dopo che s. Pio X la introdusse nella Lettera enciclica E supremi apostolatus del 4 ottobre 1903. - ASS (=Acta Sanctae Sedis), 36, pp. 129-139.