Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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54. IL "MESTIERE" DELLA RELIGIOSA: LA SANTIFICAZIONE

Esercizi spirituali (29 novembre - 7 dicembre 1963) a un gruppo
limitato di Pie Discepole del Divin Maestro partecipante Madre
Maria Lucia Ricci, Superiora Generale.
Ariccia, Casa "Divin Maestro", 3 dicembre 19631

Il primo pensiero sempre dev'essere quello della riconoscenza: «Vi adoro e vi ringrazio di avermi creato». E non c'ero, adesso ci sono. Tutta bontà di Dio. «Fatto cristiano», cioè, la seconda vita, la vita della grazia. Poi, «di averci conservati» fino a questo momento perché possiamo aumentare i meriti per la vita eterna. Poi ancora: «di averci data una vocazione», cioè chiamati sulla via della santificazione. Santificazione per tutti i cristiani, ma santificazione speciale, quella della vita religiosa, perché il religioso, la religiosa sono sopra un piano più elevato rispetto al piano su cui camminano i semplici cristiani.
Ringraziare poi perché avete questo, di un corso di Esercizi, affinché noi possiamo seppellire tutto ciò che è di imperfetto e quindi prendere un nuovo vigore per il cammino della santificazione.
Del resto, tutto questo anno è stato dedicato ad una speciale, particolare santificazione.
Che cosa vuol dire sostanzialmente questo? Ecco, considerando che cosa sia la vita: la vita è un viaggio verso l'eternità. E si è partiti allorché il Signore ha creato l'anima nostra, quando siamo nati, e quando poi abbiamo ricevuto la seconda vita, la vita della grazia nel battesimo. Oh, il viaggio della vita.
Se ricordate la vocazione: i primi anni da che si è raggiunto l'uso di ragione, poi la giovinezza, finalmente sentita la chiamata di Dio, e poi provare la vita religiosa durante l'aspirandato e durante il noviziato e finalmente scelta la strada, questa, è scelta il giorno in cui si è fatta la Professione. Ci siamo messi, allora, sopra una strada su cui camminiamo camminiamo verso il paradiso e in un bel paradiso. Fino lì, fino alla Professione, si prova, sì; anzi si cerca, primo, ma poi si prova la via della santificazione religiosa. Poi definitivamente la Professione. Questa è la strada. Allora ci siamo messi sulla strada della santificazione.
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Ora vedere, questo è l'esame da farsi quotidianamente per noi: cammino? o sono fermo? o se vado indietro? Ecco la presa, la scelta della strada. Ho progredito? Per esprimerci meglio, progredito, cioè, ne ho fatto della strada? Perché la vita religiosa che fine ha?. La santificazione. Ne ho fatta della strada? Sono molto migliore adesso che quando ho fatto la mia Professione?
Secondo: o sto fermo. E cioè, presso a poco ogni anno sono uguale; l'anno scorso negli Esercizi mi son trovato in quella posizione, adesso sono ancora in quella posizione, ho fatto qualche passo avanti, poi qualche passo indietro e, considerando l'insieme, sono allo stesso punto. Dunque, non si è fatto strada, non si è camminato.
Poi può essere che si abbiano più difetti adesso da quando si è fatta la Professione, che quando eravamo prima nel noviziato e il tempo della giovinezza quando si è scelta la strada. Più difetti? Più virtù? Se c'è più virtù si è camminato; se crescono i difetti, stiamo indietro; e se, anno per anno, constato che l'anno scorso ero così, quando son venuta agli Esercizi, ora son tornata agli Esercizi mi trovo con lo stato, le condizioni morali, spirituali come l'anno passato. Oh, questo l'esame sostanziale, e cioè: la vita religiosa è per la santificazione, cioè per il cammino nella virtù.
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E se vogliamo dire in generale: progresso, [se] c'è più fede; progresso, se c'è più fiducia in Dio, speranza; se adesso c'è più amor di Dio, e amore e carità paziente col prossimo. Se osservo di più la vita religiosa, cioè esercito meglio la virtù della religione, fedeltà alle Costituzioni, lo spirito della vocazione. Poi, se ho ormai acquistato o migliorato nelle virtù cardinali; e la giustizia: dare a Dio quel che spetta a Dio; al prossimo ciò che spetta al prossimo, e a noi stessi ciò che spetta. La giustizia, la prudenza, fortezza, temperanza. Moderarci. Eh! come?
È più facile ancora per il religioso, la religiosa far l'esame di coscienza: se vi è più obbedienza, che è il centro della vita religiosa; vi è più spirito di povertà; vi è più spirito di delicatezza di coscienza.
Temere sempre le piccole mancanze; praticar sempre meglio le piccole cose, i piccoli atti di virtù. Ecco il progresso. Abbiam fatto strada? Abbiam camminato?
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È il viaggio, la vita, viaggio verso l'eternità. Partiti da Dio, facciamo un viaggio verso Dio di nuovo, cioè tornare a Dio.
Dio nella Scrittura dice di sé: «Io sono il principio»1. E quando ci ha creati. «E sono il fine». E quando arriviamo a Dio di nuovo. Sum principium et finis, alpha et omega2. E questo lo ripete, il Signore, tante volte.
Il principio è tornare lassù a Dio, però con le mani piene di meriti per avere un bel posto, per avere un bel posto eterno. Poco conta qui essere qua o là, stimati o meno, più stimato o meno stimato, ciò che importa, che andiamo con dei meriti per l'eternità. Viaggio, camminare. E vi sono persone che camminano a passi molto lenti, sforzati. E anime che fanno dei passi decisi e, anno per anno, constatano negli Esercizi: "Ho camminato un po', sebbene [ho] ancora delle imperfezioni, ma ho camminato verso Dio". Cioè, la fede è più viva, la speranza più ferma, la carità più ardente, ecco ho camminato. E Dio sia benedetto. Ringraziare il Signore: Fecit mihi magna qui potens est et sanctum nomen eius3: il Signore mi ha dato tante grazie, la sua misericordia, la sua bontà verso di me.
Però vi sono anime che arrivate sulla strada buona, cioè quella scelta, la strada scelta, stan lì ferme: un giorno come l'altro, una settimana come l'altra, un mese come il precedente. Oh! facciam niente! Quando si vede una che opera, fate un lavoro, un apostolato, si ha buon risultato. E, si è fatto. Ma se spiritualmente, interiormente non ci fosse l'aumento ancora di fede e di speranza e di carità, l'osservanza religiosa, vuol dire un passo avanti e un passo indietro; mi confesso al sabato e sto buono fino al martedì successivo e dopo ricomincio poi da capo; e in principio del mese faccio i miei buoni propositi, me li mantengo una settimana, e alla fin del mese mi trovo allo stesso punto; e ho cominciato dopo gli Esercizi con fervore, e un mese, due, tre son passati bene, ma ora mi ritrovo sullo stesso piano. Allora la vita cosa serve? Iesus proficiebat4. Gesù progrediva, mica solamente negli anni, cioè aetate, sapientia et gratia5. Diventava sempre più santo.
Disgraziatamente poi c'è da compiangere, sì; c'è da spremere le lacrime quando si diventa meno buoni, meno fervorosi, meno uniti con Dio, meno osservanti di quando si è fatta la Professione; quando si era migliori nel noviziato che il tempo successivo. Allora si è arrivati sulla strada, ma si è ritornati indietro.
Perciò il punto è questo: ho camminato? Son fermo? Sono andato indietro? E se prima certe mancanze di carità non si commettevano, certe disobbedienze non si commettevano, certa freddezza, tiepidezza, indifferenza che allora non constatavo durante il noviziato? Adesso abbiam perso tempo. Dio ci liberi, perché ci dà i giorni per aumentare i meriti, la santità, per andare in un posto più elevato in cielo, Dio che ci ha dato una vocazione, cioè, vuol dire una strada migliore, in salita, sì, ma arriva a un punto più alto di gloria eterna, di felicità eterna.
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Oh, allora se facciamo così? Il primo articolo delle Costituzioni, comunque si esprima, è sempre questo: tendere alla perfezione, cioè alla santità: questo è il mestiere del religioso. Fare poi una cosa o un'altra, e supponiamo che abbia uno un ufficio o un altro, che sia in una casa o in un'altra, che abbia più salute o meno salute, che sia ben veduto e stimato, o che non si considera niente quella persona, non la si stima, quando c'è una condizione di vita che non ci gradisce oppure ci gradisce di più, ci è più gradita, ma abbiam, camminato...
Fede, speranza e carità. Da queste tre virtù procedono, prima la religione, cioè l'osservanza religiosa. La virtù della religione dà il nome ai religiosi, e cioè, dopo le tre virtù teologali, la vita religiosa dà la quarta virtù, che è la religione. Poi vengono le virtù cardinali. Quindi l'osservanza, l'amore alle Costituzioni, l'amore all'ufficio, l'amore all'apostolato che si ha, l'impegno di capire lo spirito delle Costituzioni, l'impegno di capire l'apostolato e farlo bene; l'impegno di star bene in Congregazione con tutte le persone: e con chi sta sopra, rispetto; con chi sta di fianco, l'amore; e con chi sta inferiore, il servizio, carità. Se io che sono il Maestro vi ho lavato i piedi - disse Gesù agli Apostoli - anche voi fate vicendevolmente1. Non sarà materialmente i piedi, ma sarà di esser servizievoli verso le persone, non le pretese perché abbiamo un ufficio distinto, perché abbiam più anni. Se abbiam più anni abbiam l'obbligo di dare maggior buon esempio.
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Oh, allora, progredire un tantino ogni giorno. E dopo che da un mese si fan le confessioni, quattro nel mese, qualche cosa si è progredito? Dopo un anno, si son fatte 52 confessioni, abbiamo progredito un tantino? Ecco il conto. Diversamente?
Oh, Dio sia benedetto. Se Gesù, che era il Figlio di Dio, progrediva, e noi? Era già santissimo quando era nel presepio, il bambino Gesù, ma quanto più è piaciuto al Padre quando era sulla croce! E ringraziava il Signore, il Padre celeste.
Oh, ci vuole l'impegno, la volontà; ci voglion due cose, cioè: la volontà buona e la preghiera.
Vi è sempre volontà buona? Si è progredito? Si ama di più la preghiera? Eh, i due grandi mezzi. Per la nostra santificazione ci vuol tanta grazia, ma nello stesso tempo ci vuole tanta buona volontà per seguire. Non star fermi, vivere in fervore, in cammino.
Dice san Francesco di Sales, così, per spiegarsi: Quando si lancia una pietra in alto, questa pietra va in alto per il vigore, la forza che è stata impressa a quella pietra, la quale si alza. Ma quando la pietra perde il vigore, comincia a cadere. Eh, casca a terra.
Ecco, quando c'è la volontà, c'è la forza, si progredisce, l'anima si eleva. Quando invece comincia la tiepidezza, allora la pietra casca, casca, e, se prima era per terra, a livello della terra, dopo va ancora giù, sotto terra, per il suo peso. E allora noi siamo più in giù di quando abbiamo fatto il noviziato.
Oh, come han fatto i Santi? Han camminato sempre. La buona volontà, sì.
Allora vi è una vita orizzontale, sempre uguale, così così, non c'è letizia, non c'è coraggio, non c'è bontà, non c'è soddisfazione della vita. La vita orizzontale.
E vi sono persone che hanno una vita verticale, verso il cielo, come l'aquila la quale guarda le altezze, il sole, e allarga le sue ali e spinge il volo verso le altezze, verso Dio. Quindi si dice di san Giovanni che è simboleggiato nell'aquila perché si è elevato alla considerazione del Verbo eterno, del Figlio di Dio, eterno, che egli ha contemplato e ha conosciuto così profondamente: In principio erat Verbum, quel Vangelo che diciamo alla fin della Messa: In principio erat Verbum et Verbum erat apud Deum et Deus erat Verbum. Hoc erat in principio apud Deum1. Anime che si elevano.
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Ci eleviamo? Siamo sempre lieti nella nostra vita? Si porta sempre un buon esempio da per tutto? E perché son passati 30 anni o 40 si è di maggiore buon esempio? E si è meglio soddisfatti? E si lavora sempre meglio? Il compito, l'ufficio che hai, l'apostolato che ti è affidato è migliorato o sempre uguale? Le relazioni con le Sorelle sono sempre migliorate, le persone con cui ci accompagniamo nel viaggio verso l'eternità, migliorate? E così, siamo delicati nel tratto con le persone con cui si convive? C'è sempre, in tutto lo spirito di fede? Si vedono sempre le cose in Dio? È tutto ordinato a Dio? I ragionamenti, le parole che si dicono sono ispirati alla fede? O discorsi così umani, quando pure non sono anche difettosi. Discorsi così umani!
Poi l'orgoglio interiore, le pretese perché, perché si ha una certa età! Cosa dobbiam pretendere noi? Bisogna che guardiamo, quando compariamo davanti a Dio, se tutti i nostri giorni sono stati santi, se noi abbiam fatto un po' di cammino. La santificazione, la perfezione, ecco. Allora, c'è più spiritualità? Il Vangelo ora ci domina? Si vive in Cristo, perché si hanno i pensieri di Gesù Cristo, e si ama la vita che ha fatto Gesù Cristo nella povertà, nella santificazione, nell'obbedienza, nel silenzio, poi nel lavoro di apostolato durante la vita pubblica e avanti? C'è un progresso vero? Sì.
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Dunque i mezzi sono due: la buona volontà, il fervore interiore; e secondo, la preghiera. È migliorata la preghiera?. C'è più fede in quella preghiera, e cioè, fede e speranza e amor di Dio vero? Che non sia solamente qualche cosa di materialmente eseguito perché è il tempo dell'Adorazione, è il tempo della meditazione. Ma propriamente si è entrate nell'intimità con Dio? Si sente l'unione con Dio? Preghiera, quindi, migliorata e, nello stesso tempo, buona volontà.
E se si vuole esprimere meglio, con maggior semplicità: per camminare ci voglion due cose: umiltà e fede, e poi di nuovo: umiltà e fede, e poi avanti. L'umiltà perché riconosciamo che abbiam niente, siam capaci a niente. E la fede in Dio perché: «Da me nulla posso, con Dio posso tutto»1. E avanti. Se ci fossero passati anche molti anni, c'è ancora tempo. Correre di più, e cioè: più fede, più fiducia in Dio, più amore a Dio. Avanti.
Sia lodato Gesù Cristo.
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1 Nastro 69/b (= cassetta 147/b). - Per la datazione, cf PM: «Ringraziare, poi perché avete... un corso di Esercizi. (...) Tutto quest'anno è stato dedicato ad una speciale, particolare santificazione» (cf PM in c1). - dAS, (nessun accenno). - dAC, «29 novembre - 7 dicembre 1963, Santi Spirituali Esercizi ad Ariccia: il PM tiene due prediche il pomeriggio del giorno 3 e un'altra i giorni seguenti». - La seconda predica del giorno 3 non ci è pervenuta.

1 Ap 1,8.

2 Ap 1,8.

3 Lc 1,49.

4 Lc 2,52.

5 Lc 2,52.

1 Cf Gv 13,14.

1 Cf Missale Romanum, Ordo Missae, Ultimo Vangelo (Gv 1,1-14) prima della riforma liturgica.

1 Parole prese dalla preghiera «Atto di umiltà» attribuita a S. FRANCESC0 DI SALES, cf Le Preghiere della Famiglia Paolina, Ostia (Roma) 1962, pag. 191.