Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

Effettua una ricerca

Ricerca Avanzata

INTRODUZIONE

Il volume riporta la predicazione alberioniana dell’anno 1957, un anno, per la Famiglia Paolina, ricco di eventi e di opportunità. La Congregazione delle Figlie di San Paolo è ben stabilita, prosegue il cammino di crescita e l’apostolato acquista tratti di particolare creatività e sviluppo.
L’attestato più significativo a questo riguardo è l’elogio espresso dal Fondatore nell’omelia della Messa del suo Cinquantesimo di ordinazione sacerdotale: “Le Figlie di San Paolo hanno camminato bene: si sono sviluppate e sotto la guida della loro Prima Maestra che è prudente… possono camminare serene” (n. 12).
È l’anno in cui la Congregazione celebra il primo Capitolo generale che offre la possibilità, anche attraverso la voce autorevole del Primo Maestro, di confermare i valori della spiritualità, della formazione, degli studi, dell’efficacia apostolica.
Considerando il quadro d’insieme in cui è stato suddiviso il lungo arco del magistero alberioniano (1915-1971), il 1957 fa parte del settimo periodo denominato: Gli anni della maturità e del Concilio (1956-1969).

I. LA PREDICAZIONE ALBERIONIANA: 1957

1. Contesto storico ed ecclesiale

Il contesto storico ed ecclesiale dell’anno 1957 si pone in continuità con quanto è stato evidenziato nei volumi precedenti. Cresce il benessere nelle società occidentali e la pratica religiosa subisce un notevole calo. Continua il fenomeno dell’urbanizzazione favorito dalla richiesta di manodopera nelle industrie. Intanto si fa strada una nuova morale, la “morale della situazione”, condannata da Pio XII, nei documenti: L’educazione della coscienza, e Una nuova morale (n. 1).

~

Il Papa si dimostra particolarmente sensibile al fenomeno massmediale che va sempre più affermandosi. Proseguendo l’insegnamento della Vigilanti cura di Pio XI, egli rivolge agli operatori della comunicazione sociale i due discorsi sul “film ideale” (21 giugno e 28 ottobre 1955) che, con l’enciclica Miranda prorsus (8 settembre 1957), costituiscono l’apice del suo magistero in questo campo. In occasione della pubblicazione dell’enciclica, il Primo Maestro scrive: “Consideriamo come una grazia, venutaci dall’intercessione di S. Paolo apostolo, le sante parole del Papa Pio XII sopra l’apostolato delle edizioni: stampa, cinema, radio, televisione”.

2. Realtà della Congregazione

Negli anni Cinquanta, il fervore carismatico prosegue la sua corsa veloce e si traduce in una ricca fioritura di vocazioni, in un susseguirsi di opere apostoliche, nell’apertura di nuovi centri di presenza paolina in Italia e all’estero. Nel febbraio del 1957 inizia la pubblicazione di Il Raggio curato dal Centro apostolico, diretto da sr Assunta Bassi (1915-2012). Il bisogno di una sempre migliore qualificazione delle sorelle dedite alla redazione e alla diffusione porta alla pianificazione e al consolidamento di programmi di studio adatti ai vari compiti (cf Martini C. A., Le Figlie di San Paolo – note per una storia, Figlie di San Paolo, Roma 1994, p. 295).

Nell’anno 1957, vengono convocati i primi Capitoli generali dei diversi istituti della Famiglia Paolina (n. 12, nota 2).

È la prima volta che la Congregazione riceve orientamenti da un Capitolo, organo supremo di governo.

Nel primo giorno viene eletta la superiora generale nella persona di Maestra Tecla Merlo riconfermata a pieni voti per un mandato di dodici anni. Nelle tre giornate successive, si riflette sulla situazione della Congregazione: Maestra Tecla illustra il cammino della Congregazione a partire dal 1948, anno in cui la Santa Sede l’aveva confermata nell’ufficio di Superiora generale. Altre relatrici presentano la vita e l’attività della Congregazione a partire dal 1952, seguendo lo schema delle quattro ruote: pietà, studio, apostolato, povertà. Nelle propo-

~

ste, si avverte la sete di crescita integrale e insieme l’esigenza di decentramento.
Il 29 giugno 1957, si riunisce il primo nucleo di giovani in vista della fondazione delle Suore Apostoline (n. 12, nota 4).
L’anno 1957, è dedicato da Don Alberione a S. Paolo (25 gennaio 1957 - 25 gennaio 1958) con la finalità di ringraziarlo, conoscerlo, imitarlo, pregarlo, amarlo (n. 1).
Un altro importante evento è la celebrazione del giubileo sacerdotale di Don Alberione, il 29 giugno. Nella Messa celebrata in Santuario, il Primo Maestro ricorda ai presenti che la partecipazione del Santo Padre e della Congregazione dei Religiosi a questa gioia comune, va considerata come una nuova approvazione della Chiesa alla Famiglia Paolina (n. 12).

II. ATTUALE EDIZIONE

1. Fonti, linguaggio, criteri seguiti

Questa raccolta, composta da due sezioni, riporta trentadue Meditazioni varie, di cui ventidue sono trascrizioni da registrazioni audio; e trentasei sono interventi in occasione di corsi di Esercizi spirituali, venti dei quali trascritti dalla viva voce di Don Alberione. Il linguaggio è essenziale, attento più ai contenuti che alla forma. In alcuni casi si rileva che il Primo Maestro ha un’espressione affaticata, giustificata dalla intensa attività di predicazione, formazione e responsabilità del momento. Le curatrici hanno cercato di rispettare il più possibile le espressioni usate da Don Alberione e solo in alcuni casi sono intervenute per favorirne il senso.
Traspare la preoccupazione per la fedeltà allo spirito paolino (nn. 12, 13; III, Esercizi Roma, fine luglio 1957; III, Esercizi Alba, 30/31 agosto 1957). Vengono sottolineati alcuni elementi essenziali quali: la formazione della coscienza (nn. 1 e 3); la necessità di radicarsi nella vita teologale (n. 11; II, Esercizi Roma, 25 giugno 1957; I, Esercizi Roma 8 settembre 1957); l’uso dei nuovi mezzi di comunicazione del Vangelo adatti ai tempi (n. 20; I e II, Esercizi Roma, fine luglio 1957; IV, Esercizi Roma, 9 settembre 1957).

~

Nelle Meditazioni varie, è stato inserito un dialogo di Don Alberione con le responsabili degli studi (n. 19) nel quale emerge l’interesse del Fondatore affinché la “seconda ruota del carro”, lo studio, sia “fatta correre” in vista dell’apostolato. La preparazione culturale delle Figlie di San Paolo, viene ripresa nella meditazione di chiusura del I Capitolo generale: “Anche negli studi occorre dire che le cose da sapere sono innumerevoli, ma ognuno sa abbastanza quando sa fare il suo dovere. …quando sa vivere bene la vita paolina e fare l’apostolato paolino”. È perciò necessario “raggiungere quel grado di istruzione che è conveniente e necessario per fare il bene oggi, agli uomini che vivono oggi” (IV, Esercizi Roma, 8 maggio 1957).
Nella predicazione, Don Alberione valorizza il testo biblico, la tradizione della Chiesa, il magistero di Papa Pio XII, l’utilità degli Esercizi spirituali secondo S. Ignazio di Loyola, l’agiografia che l’anno liturgico suggerisce e quanto viene stampato nelle tipografie paoline.

2. Tematiche fondamentali

Le meditazioni quasi quotidiane del Fondatore, privilegiano alcune tematiche che danno una particolare coloritura a tutti gli interventi.

Conformazione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita

È il filo rosso che attraversa la predicazione e si concentra in particolare nelle meditazioni del 30 giugno (n. 13) e del 21 dicembre 1957 (n. 30).
Il Fondatore sottolinea la “sodezza di spirito e di apostolato” riconosciuta dalla Chiesa agli istituti della Famiglia Paolina, che deriva “dall’essere in Cristo e nella Chiesa”. “L’indirizzo [dei diversi istituti] è tale, il loro spirito è tale che chi lo vive, certamente si santifica”.
Fonte ispiratrice di Don Alberione è l’enciclica Tametsi futura (1900) di Leone XIII nella quale il Papa orienta la cristianità del nuovo secolo verso una sequela più consapevole di Gesù Cristo Via, Verità e Vita.

~

Tutta la vita paolina trova nel Cristo Via, Verità e Vita il nucleo fondante: “Lo studio deve uniformarsi alla devozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita; la disciplina religiosa deve uniformarsi a Gesù Maestro Via, Verità e Vita; la pietà uniformarsi alla devozione a Gesù Maestro Via, Verità e Vita e l’apostolato dare questo” (n. 30). E ancora: “Conformare la vita, lo studio, la preghiera, l’apostolato, la disciplina religiosa a Gesù Maestro non è solo una bella espressione, non è consiglio, è la sostanza della Congregazione. È essere o non essere paolini” (ibid.).
“La vita religiosa paolina è questo: vivere precisamente nella Chiesa e in Cristo, sull’esempio di S. Paolo, sotto la protezione di S. Paolo, nell’insegnamento di S. Paolo. Egli si è fatto forma ai suoi discepoli, e la sua forma è conformata alla forma originale che è il Cristo stesso” (ibid.).

Santità paolina e virtù teologali

Nell’ampia trattazione svolta in occasione di un ritiro alla comunità di Napoli, il Fondatore sottolinea che le virtù teologali sono il fondamento della donazione al Signore, dell’offro, dono, consacro: “A Dio con la fede si dà la mente; a Dio con la carità si dà il sentimento, il cuore; e a Dio per mezzo della speranza si dà la volontà, tutto il nostro essere” (n. 11).
L’approfondimento delle virtù teologali ne favorisce il vissuto nella vita quotidiana e la preparazione alla vita eterna dove, “per mezzo della fede avremo la visione di Dio, per mezzo della speranza verremo al possesso di Dio e, per mezzo della carità all’unione, al gaudio in Dio” (ibid.).
Utilizzando esempi semplici e concreti, Don Alberione paragona la vita cristiana a una casa: la fede ne è il fondamento, la speranza la costruzione, la carità il compimento, il riparo dalle intemperie. Le virtù teologali sono i “tre piedi che sostengono il candeliere”: “come il peso del candeliere e della candela è sopra quei tre piedi, così tutta la santità poggia sulle virtù teologali” (ibid.).
La vita religiosa paolina così fondata, sfocia naturalmente nell’apostolato che è essenzialmente carità verso Dio e verso il prossimo, “un continuo accendersi, ravvivarsi e allargarsi di questa fiamma” (ibid.).

~

La coscienza retta

L’apertura dell’anno dedicato a S. Paolo per Don Alberione è occasione per guardare al prodigio della conversione dell’Apostolo sulla via di Damasco e insistere sul bisogno di una conversione totale, coltivando una coscienza retta, quindi cristiana, religiosa e sacerdotale (n. 1). È forte l’invito a “pregare
S. Paolo perché infonda il suo spirito…, riveli se stesso e il tesoro della sua predicazione” (ibid.).
Come S. Paolo, anche la paolina deve lasciarsi formare dal Maestro in una vita conforme ai suoi esempi per “avere una buona coscienza” (n. 3/I). Il Primo Maestro spiega l’argomento riferendosi a un radiomessaggio di Pio XII: “La coscienza è ciò che vi è di più profondo e intrinseco nell’uomo, è come il nucleo più intimo e segreto dell’uomo. In essa l’uomo si rifugia con le sue facoltà spirituali in assoluta solitudine… solo con Dio, della cui voce la coscienza risuona” (ibid.).
Ne scaturisce l’invito a operare secondo una retta coscienza non solo per timore del giudizio di Dio o delle persone, ma per coltivare una vita cristiana, religiosa adulta. Il riferimento alle Costituzioni e alle sane tradizioni della Congregazione favorisce il cammino sicuro nella via paolina: “Vigilanza, semplicità, sveltezza come vi ha insegnato la Prima Maestra” (n. 3/II).
Tutta l’attenzione dovrà essere concentrata sulla vita in Cristo, sulla comunione fraterna e sull’apostolato compiuto con sempre più intelligenza sotto lo sguardo di Dio (n. 3/III).

Protendersi in avanti

Parlando alle superiore nel corso degli Esercizi di luglio, il Fondatore si ispira a Fil 3,13-14 per focalizzare la ricchezza racchiusa nell’imperativo del “protendersi in avanti” e invitare a progredire in modo integrale e unitario in tutte le dimensioni della vita paolina.
Sottolinea anzitutto il progresso nella pastorale vocazionale, perché “il bisogno delle vocazioni è immenso” e, a mano a mano che passano gli anni, le vocazioni devono essere sempre

~

“più scelte, più ben formate, più curate religiosamente, umanamente e apostolicamente” (I, Esercizi Roma, fine luglio 1957). Protendersi in avanti, significa “non compiacersi del passato, raccontare le cose che si sono fatte, i risultati ottenuti in questa o in quella diocesi, in questa o in quella giornata mariana, del Vangelo, del catechismo, ecc. Non c’è tempo! C’è solo tempo per ricordare quello che ci manca, se vogliamo essere saggi e apostoli formati sul cuore di S. Paolo” (ibid).
“Oggi l’apostolato richiede sempre maggiore intelligenza: tanto quello delle pellicole, come quello del libro…” (ibid.). La conoscenza della produzione, delle strategie e dei progetti condivisi sono i punti chiave della “studiosità” particolarmente delle sorelle designate all’animazione della comunità. “Mai credere di saperne abbastanza… oltre la scienza occorre l’amore alle anime” (ibid.). “L’apostola non si salva da sola e non si perde da sola, ma si perde con molte anime alle quali ha lasciato mancare il pane dello spirito”.
Protendersi in avanti con uno sguardo attento alla propria persona, all’ufficio da compiere, all’apostolato specifico e ai destinatari, perché ogni giorno c’è bisogno di migliorare nella virtù e nell’apostolato (ibid.). A questo scopo è indispensabile entrare in una logica di fede e avere il cuore di S. Paolo che si sentiva debitore verso tutti (IV, Esercizi Roma, 9 settembre 1957).
Nel considerare la realtà e paragonare il già fatto con quanto rimane da fare, il Fondatore valorizza anche le statistiche. La meta è al di là di ogni attesa: la paolina, come l’apostolo Paolo, è chiamata a formare in se stessa il cuore di Gesù Cristo, possedere tale cuore per vibrare all’unisono con il Maestro nella passione apostolica del «Venite ad me omnes...» (cf Mt 11,28-29). Il guardare a questa meta, comunica slancio, entusiasmo e nuova creatività nella ricerca di mezzi e strategie per arrivare davvero a tutti.
Protendersi in avanti significa quindi guardare alla “bella vocazione… Apprezzarla sempre più, viverla, sentirla”; considerarsi come cooperatrici di Dio nell’opera di salvezza delle anime, essere postine di Dio, postine della Chiesa (ibid.).

~

Nel clima di Maria

Nella predicazione di ottobre e novembre Don Alberione riprende e approfondisce il rapporto tra la devozione mariana, la preghiera del rosario e i voti (nn. 22-24).
È continua l’insistenza a “pregare sempre Maria… abbandonarsi nelle sue braccia materne, dormire sul cuore di Maria come il bambino che quando è stanco, quando ha sonno, si addormenta nelle braccia della mamma, posando la sua testolina sul petto della madre” (n. 10).
Maria, la Regina degli Apostoli è la formatrice delle anime apostoliche. A questo riguardo il Fondatore invita a recitare il secondo mistero gaudioso: come Maria, le Figlie di San Paolo sono chiamate a portare la grazia, la pace, la letizia… a portare alle anime la bontà, il buon esempio, la preghiera (n. 14).
Maria è madre degli apostoli, perché “ci ha dato l’apostolo Gesù” ed ella stessa ha esercitato l’apostolato, ha dato Gesù al mondo: “l’ha presentato ai pastori, ai Magi, all’umanità intera” (n. 15).
Ella ha un ruolo importante nelle varie dimensioni e forme dell’apostolato paolino, anche nel cinema. Don Alberione sollecita a pregarla, perché “illumini per la scelta dei soggetti, guidi la parte tecnica, intervenga nella parte di noleggio, di propaganda e di diffusione. Poi, Maria ci assista nelle amministrazioni… e ci dia la grazia di lavorare sempre «Innocens manibus et mundo corde: Con le mani pulite e con il cuore innocente»”(n. 20).
Maria va coinvolta anche nelle difficoltà: “Unirci tutti in una quantità di preghiere e di rosari a Maria: rosari molti e rosari ben detti, perché si possa un po’ sfondare quello che costituisce il complesso delle difficoltà che incontriamo sotto ogni aspetto” (ibid.).

~

III. AVVERTENZE

1. Le curatrici, come nei volumi precedenti, hanno cercato di mantenere uno stretto legame con gli originali delle due sezioni: Meditazioni varie, Esercizi spirituali.
2. Le Meditazioni varie sono numerate con numerazione ordinale; quelle degli Esercizi spirituali con numerazione romana.
3. Gli interventi operati sul titolo sono pochi e, quando si sono resi necessari, si è ricorso alla parentesi quadra che non si è messa nel testo ma si è riportata solo nell’indice cronologico. Gli interventi operati sul testo sono minimi: inserimento del titolo quando non risulta nell’originale.
Nell’uniformare maiuscole e minuscole si è seguito un criterio concordato in precedenza. Si è adottata la forma corrente per accenti, doppie vocali finali, come ad esempio “principii” con “princìpi”; si sono completate ad esempio, numerazioni omesse. Tale intervento, se rilevato necessario, è stato evidenziato con parentesi quadra.
Alcuni vocaboli che rispecchiano l’uso del tempo talvolta sono stati uniformati, ad esempio: “obbedienza e ubbidienza”, “divozione e devozione”, ecc.
Dei testi latini, conservati fedelmente, è stata riportata in nota la traduzione se non c’era nel testo e, se necessaria, si è messa la correzione.
4. Si sono corretti errori tipografici o ortografici evidenti, errori grammaticali, come concordanze, ecc. Si sono completate le abbreviazioni quando restava il dubbio che fossero comprensibili. Si è intervenuto sulla punteggiatura quando sembrava utile per facilitare la comprensione del pensiero. Si sono eliminate le virgolette (“ o «) quando il discorso diretto era finzione letteraria; invece si sono lasciate le cediglie (“) se favorivano la comprensione del testo. Le virgolette ad angolo (« ») si sono riservate per le citazioni bibliche.
5. Si è avuta particolare cura dell’apparato informativo: note bibliche, note storiche riguardanti l’ambiente, i fatti, i personaggi, le fonti, ecc.

~

6. Si è corredato il volume di indici: citazioni bibliche, nomi di persona, nomi di luogo, nomi di autori e pubblicazioni citate, analitico, cronologico.
7. Le notizie biografiche di santi o di altre persone sono riferite in nota solo la prima volta che appaiono nel testo; nell’indice dei nomi è riportata invece la pagina di tutte le volte che la stessa persona è nominata.
8. Le encicliche pubblicate dopo il 1908 sono citate con la sigla AAS del periodico ufficiale della Santa Sede.
9. La citazione del presente volume è la seguente: FSP57 + pagina (es. FSP57, p. 30).
10. Quando nelle note si rimanda al Diario curato da don Speciale (Diario Sp.), si intende la cronaca quasi quotidiana della vita e dell’attività di Don Alberione, compilata dal suo segretario personale don Antonio Speciale SSP (1922-2011). Esso copre l’ultimo periodo della vita del Fondatore, dal 1946 al 26 novembre 1971. Il Diario Sp. è tuttora inedito.
11. Spiritualità paolina (Edizioni Paoline, Roma 1962) è una raccolta di prediche varie di Don Alberione sulle devozioni della prima settimana del mese. L’antologia è stata curata da sr M. Carmela Biolchini, FSP (1914-2004) che descrive l’origine del volume e presenta i criteri seguiti per la compilazione.
12. Se l’originale è trascrizione di una registrazione, in nota è riportata la segnatura archivistica di riferimento al nastro, ad esempio: A6/an 1a 1b, nel caso che si volesse risalire alla registrazione.
13. Per le note bibliche e traduzione italiana dei testi latini, si fa riferimento: alla Bibbia di Gerusalemme, trad. CEI, (anno 2008) e talvolta, per il senso, alla Volgata, traduzione di Tintori E., editrice S.A.I.E., Torino 1957. Per la traduzione dell’Imitazione di Cristo, si fa riferimento all’edizione Figlie di San Paolo 1992. Per la citazione di altre fonti si è ricorso il più possibile alle Edizioni Paoline, essendo queste più conosciute dal Fondatore.

A cura del Segretariato Internazionale di SpiritualitàFiglie di San Paolo

~




1957







~














32 Meditazioni varie 1957
36 Interventi nei vari corsi di Esercizi spirituali 1957

~