Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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1. CONVERSIONE DI SAN PAOLO1


Dobbiamo riconoscenza a S. Paolo che ha preparato e fondato l’Istituto e lo ha assistito da piccolo. Ma è ancora più necessario che lo assista ora, perché vi è un cumulo di errori, di tendenze false che circolano e che è necessario correggere. E per correggerle consideriamo ora la conversione di S. Paolo.
La conversione di S. Paolo è stata prodigiosa anche nel modo. Paolo era un’anima retta. Tutta la sua mente, il suo cuore era teso verso il culto a Dio, alla legge mosaica, educato com’era alla scuola dei farisei.
Assistette alla lapidazione di Stefano, e Paolo incoraggiava coloro che lo lapidavano. Non aveva capito che era giunta la pienezza dei tempi promessa da Dio all’umanità.
Avvenne la folgorazione sulla via di Damasco. E la conversione di S. Paolo è stata totale. Fu una conversione di mente, cominciò a riprovare quello per cui prima combatteva i cristiani, cominciò a predicare Colui che prima aveva creduto un impostore.
Conversione di cuore: non solo amore individuale, ma fiamma di vero zelo per condurre a Gesù seguaci da tutto il mondo. Era l’inizio del grande apostolato, e Gesù lo volle formare direttamente alla sua scuola, lo istruì nella solitudine. Gli fece comprendere quale era il nuovo spirito che aveva portato al mondo: l’amore invece della legge del timore. E gli mostrò che era preparato all’apostolato. Ad Antiochia ebbe inizio quel ministero che terminò con la morte. E le Lettere che ha lascia-
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to? E gli esempi e gli insegnamenti? E le grazie che ha lasciato a tutte le Famiglie Paoline?2.
Se da una parte dobbiamo ringraziare S. Paolo dei suoi benefici, dall’altra vogliamo conoscerlo meglio. Si leggono a volte cose discutibili. E le Lettere di S. Paolo?
Conoscere S. Paolo. È l’anno in cui dobbiamo vivere più raccolte con S. Paolo. Per la sua formazione egli si ritirò nel deserto. Là studiò Gesù Cristo; Gesù Cristo gli fece scuola.
Pregare S. Paolo, perché lui conosce le grazie di cui abbiamo bisogno. Facciamo un grande atto di dolore: Non abbiamo imitato abbastanza S. Paolo, non ne abbiamo imitato abbastanza lo spirito. C’è da umiliarsi, sebbene non tutti potranno comprendere queste espressioni. Pregare S. Paolo che infonda il suo spirito, perché è proprio necessario che S. Paolo riveli se stesso e riveli il tesoro della sua predicazione.
Dobbiamo chiedere una coscienza cristiana, religiosa, sacerdotale. Coscienza umana: vera e buona quando è retta, e non sempre è tale. Coscienza cristiana: che alla rettitudine della coscienza umana aggiunge gli elementi soprannaturali. Coscienza religiosa:...è qui che non si arriva! Se non è formata bene, che cosa succede?
Ricordiamo gli insegnamenti del Papa.
1. Istruirsi bene sui principi fondamentali della religione. Noi veniamo da Dio e dobbiamo camminare verso Dio, verso Gesù Cristo Via, Verità e Vita.
2. Coscienza cristiana e tanto più religiosa e sacerdotale. Che tutti i sacerdoti, tutti gli educatori procurino di custodire, aiutare, difendere il giovane, perché non venga a formarsi una coscienza falsa. Adoperare tutti i mezzi, curare la direzione spirituale. Ora, per l’istruzione non si dà abbastanza importanza alla meditazione. A una certa età certe cose non devono succedere. Si capisce cosa vuol dire che la Chiesa è gerarchica, o non si capisce? Bisogna che entri a formare la mentalità nostra. Così, parlando della direzione spirituale, il Papa dice che bisogna che ci lasciamo dirigere. Io so, ho studiato, non sono
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più un ragazzo.... E quando sono ragazzi non si manifestano, e quando sono adulti non accettano... Frequenza ai sacramenti. Per formare la coscienza cristiana occorre una certa istruzione, un’abbondanza di mezzi esterni. Se la meta è altra, occorrono i mezzi per arrivarci. Questa formazione della coscienza cristiana, religiosa, sacerdotale, deve essere una delle grazie da chiedere tutto l’anno.
Il Papa condanna la morale delle circostanze3. Si formano dei principi in testa che non corrispondono. Bisogna che la coscienza sia informata a principi oggettivi. Se c’è la coscienza religiosa e non ci fosse la disciplina? Quali errori si introducono?
Ma non voglio amareggiare la festa di oggi... «Propter conscientiam operate!»4. Quando nella vita c’è la coscienza cristiana, religiosa, sacerdotale si cammina bene e si porteranno frutti di apostolato e di bene come è nella nostra missione, come è nella nostra vocazione.
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1 Predica tenuta a Roma il 25 gennaio 1957. Trascrizione manoscritta e dattiloscritta di cui non è conservato il nastro. Si considera come originale il dattiloscritto, carta manifesto del cinema, fogli 3 (17,5x26,5). Luogo e autore sono aggiunti a mano. Il Diario curato da don Speciale SSP (Diario Sp.) annota: “Il Primo Maestro... verso le 6 scende in Cripta per dettare, alle ore 7, alle varie comunità, la meditazione sull’inizio del nuovo anno: 25 gennaio 1957-25 gennaio 1958, dedicato a S. Paolo Apostolo” (p. 1432). La meditazione è rivolta a tutta la Famiglia Paolina e in particolar modo alla Società San Paolo. Esiste un dattiloscritto successivo.

2 Cf Martini C. A. Le Figlie di San Paolo, FSP Roma 1994, pp. 295-296.

3 Pio XII condanna la “nuova morale” delle circostanze in due documenti: L’educazione della coscienza, radiomessaggio in occasione della “Giornata della famiglia in Italia”, 23 marzo 1952 e Una nuova morale, allocuzione alla Federazione mondiale della gioventù femminile, 18 aprile 1952, in Insegnamenti pontifici, vol. III, Edizioni Paoline, Roma 1957, nn. 576-587 e nn. 588-595.

4 Cf Rm 13,5: «Stare sottomessi… per ragioni di coscienza».