Beato Giacomo Alberione

Opera Omnia

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III
SPIEGAZIONE DEGLI ARTICOLI
DELLE COSTITUZIONI
RIGUARDANTI LE ELEZIONI E IL CAPITOLO1


Quando si ha da dare relazione sopra una suora, la parola da usarsi e che comprende tutto è sempre questa: è osservante, oppure, non è osservante. Perché quando una suora è osservante del suo spirito e delle sue Costituzioni è santa, e non lo è mai, anche se fa cose mirabili, non lo è mai santa quando non segue il suo spirito o non vive le sue Costituzioni alla lettera. Perciò l’impegno nostro dev’essere proprio questo di portare all’osservanza religiosa. Non si ha da guardare a destra e sinistra: il tale Istituto fa così, il tal altro Istituto fa in quell’altro modo. Noi dobbiamo rendere conto a Dio solo se facciamo bene nel nostro modo. E se facciamo bene nel nostro modo avremo il premio eterno. Guardarsi dal voler imparare troppo facilmente da altri, perché bisogna anche aggiungere che occorre fede.
Ci siamo incamminati per questa strada dal 1914-1915, ma non come gente che si mette per strada senza sapere dove andare, avevamo mire ben determinate, chiarissime. Non ci siamo incamminati per una strada per andare un po’ a zonzo o per fare delle prove, ma sapevamo di avere dei mezzi chiarissimi e certissimi. Mezzi che potevano portare le anime che si sono unite alla Famiglia Paolina, alla santità, e le persone che si sono unite alla Famiglia Paolina potevano esercitare un apostolato buono, un apostolato molto adatto ai tempi, usando dei mezzi che il progresso umano mette a servizio delle verità, o meglio del Vangelo. Perciò studio necessario delle Costituzioni, d’altra parte abbastanza facile, e studio che deve essere continuo.
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La Superiora generale, le superiore provinciali, le delegate regionali e le superiore locali hanno da curare insieme le quattro parti: spirito, studio, apostolato, povertà, notando che quando diciamo povertà intendiamo anche formazione umana.
Le visite che si fanno alle case devono comprendere le quattro parti, in maniera che si veda come esse procedono, poiché il nostro Istituto ha da camminare sopra quattro ruote e allora non si può permettere che una ruota manchi. E se viene a rompersi una ruota, che cosa sarà della macchina e del carro su cui si cammina? Notando che è relativamente facile che una superiora curi più una parte, invece bisogna che camminino tutte le quattro parti, assieme. Allora, che cosa si ha da fare? Tutti siamo molto limitati. Tenere presente: tutti siamo scarsi o insufficienti, perciò necessita il Patto. Il Patto, o Segreto di riuscita, abbraccia le quattro parti. E allora possiamo sempre dire: Da me nulla posso in nessuna parte, in nessuna delle quattro parti; ma con Dio posso riuscire bene in tutte e quattro le parti. Quando poi si entra in un ufficio, occorre che si leggano bene nelle Costituzioni quali sono i doveri di ufficio e si meditino a lungo i mezzi o il metodo di ufficio, e voglio dire gli obblighi che vi sono nell’ufficio.
È utile poi ispirarsi molto a questo: sentire l’umanità e sentire la Chiesa e sentire lo spirito paolino che è universale. Non vivere di regionalismi o nazionalismi o egoismi. D’altra parte si sa bene anche questo che l’Italia ha una missione vocazionaria e una missione larga rispetto a tutti i popoli, perché è la sede del Vicario di Gesù Cristo. È naturale che debbano partire soprattutto dall’Italia quelli che hanno da governare l’Istituto, quelli che almeno da principio hanno da portare lo spirito e formare la famiglia nelle varie regioni, nelle varie nazioni.
Adesso veniamo a dire qualcosa riguardo alle elezioni. I voti si possono dare soltanto da chi è presente al Capitolo, non si possono dare per lettera. Tuttavia, se nella casa dove si fa l’elezione, ci fosse una suora che è inferma ed è capitolare e non può intervenire nella sala delle elezioni, allora le due scrutatrici con la segretaria vanno a prendere il voto a letto. Essa lo scrive segretamente e lo consegna chiuso. Sarà poi letto con gli altri in presenza di tutti, di tutta l’assemblea.
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È proibita una cosa: procurarsi direttamente o indirettamente suffragi, ossia i voti, e non solamente per sé, ma anche per le altre. Direttamente o indirettamente. Tuttavia è lecito ed è utile prendere informazioni sulle persone da eleggere ed è anche utile dire: Io mi fermo sulle tali persone, perché conosco che hanno le qualità necessarie a questo ufficio.
Il voto dato a se stessa è invalido. Perché il voto sia valido e venga computato ad effetto, deve essere libero. Quindi ogni inganno e ogni timore sia diretto o indiretto, rende invalido il voto. Poi deve essere certo, cioè con chiara designazione della persona eletta e dell’ufficio. Quindi si mette in capo alla scheda: votazione per la Superiora generale, e poi in capo alle altre schede: votazione per la prima consigliera e sotto si mette il nome dell’eletta e basta. Avviene qualche volta che non sappiamo il nome di Battesimo e il cognome, si metta il nome con cui la persona è chiamata in religione. Basta che sia chiaramente designata e che, mettendo pur soltanto il nome di religione, si capisca chi si vuole eleggere. Il modo deve essere determinato, per esempio: eleggo questa, ma se questa non avesse abbastanza voti, intendo dare il mio voto a un’altra, per esempio la tale. Questo non può stare, dev’essere assoluto, non mettere condizioni: se fosse questo... Poi dev’essere segreto. Anche quando si vota e si è nello stesso banco a scrivere, ciascuna abbia rispetto di quelle che stanno vicino. Le scrutatrici guardino, anzi è incarico delle superiore e di chi presiede al Capitolo assicurare che ognuna abbia la libertà e la segretezza sufficiente.
Fatta l’elezione, se la elezione è valida, si bruciano le schede. Se è invalida si deve rifare. Si bruciano ugualmente le schede, e così dopo ogni elezione, in maniera che non rimanga nessuna traccia. Quanto alla elezione, si può dire che vi sono due parti, cioè vi è la parte preliminare e poi vi è la parte che costituisce veramente la elezione. Che cosa si deve fare prima delle elezioni? Sono prescritti tre giorni di Esercizi, ma non è vietato che se ne facciano anche dieci. Qui se ne sono stabiliti sei affinché non abbiate poi da ripetere gli Esercizi, avendo fatto solo tre giorni. Sei giorni ogni anno soddisfano la regola che prescrive gli Esercizi annuali. Nella mattina delle elezioni tutte ascoltino la Messa allo Spirito Santo per invocare l’assistenza divina.
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Prima di venire alle elezioni, si devono fare ancora alcune cose:
1) La Superiora o la vicaria comunica due distinte relazioni approvate e firmate da lei e dal suo consiglio. Le relazioni veramente sono quattro, ma possono essere a due a due, quindi due relazioni distinte. L’una riguarda il personale e la disciplina della Congregazione e le opere dell’apostolato; l’altra relazione riguarda specialmente lo stato economico. Si presentano e vengono lette a tutte. Poi dopo le relazioni si nominano due commissioni di tre capitolari, e cioè la Superiora generale medesima può nominare due commissioni di tre persone ciascuna le quali non siano firmatarie delle relazioni. Queste due commissioni hanno l’incarico di esaminare le relazioni che sono già state lette al Capitolo, e poi le discutono prima che si proceda alle elezioni. Questo ha lo scopo, in sostanza, di dire: che cosa abbiamo fatto fin qui? Sapere questo. Che cosa ha fatto la Superiora generale con il suo consiglio generalizio nel tempo in cui è stata in carica, affinché si possa dare il parere, il giudizio da parte di tutte le capitolari. Questo che ho detto, generalmente, occuperà una mattinata.
2) Quanto poi all’elezione propriamente detta, è presieduta dall’Ordinario del luogo, il quale può destinare un suo rappresentante. Invece tutte le altre sessioni per le elezioni delle consigliere, della segretaria e dell’economa generale e degli affari da trattarsi, sono presiedute dalla Superiora generale.
3) In queste sessioni, oltre le capitolari, si possono chiamare anche delle persone competenti. Una può darsi che non sia capitolare e che invece sia competente in propaganda. Quando si arriva a trattare della propaganda, la si può chiamare, perché esponga la maniera di fare la propaganda, i mezzi di propaganda, ecc. Così può essere chiamata una che è competente negli studi, perché parli dello studio, dei vari corsi, delle materie, degli esami e di quello che si deve fare durante i corsi di studio e di quello che dovranno ancora fare dopo i corsi regolari.
4) Quanto alla elezione della Superiora generale. La Superiora generale è eletta per un periodo di dodici anni e le consigliere sono elette ugualmente con lei per dodici anni, entrano
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in carica quando la Superiora generale è eletta e cessano dalla carica quando la Superiora generale finisce il suo tempo. Prima di fare la elezione, chi presiede fa l’appello delle suore capitolari e si dovrebbero anche esaminare i documenti per cui sono autorizzate a venire al Capitolo. Ma questo potete farlo prima e le capitolari che sono di diritto non hanno bisogno di documento. Le capitolari delegate invece dovrebbero portare una lettera o un documento in cui risulti che il tal giorno furono nominate come delegate al Capitolo.
5) Con questo le due prime commissioni hanno finito il loro compito. Adesso cominciano ad operare le scrutatrici. Quindi prima delle elezioni della Superiora generale, a maggioranza di voti e con unico cumulativo scrutinio, si nominano due scrutatrici. Queste fanno il giuramento: 1° di compiere bene il loro ufficio; 2° di mantenere il segreto anche dopo il Capitolo sopra gli atti del Capitolo stesso.
6) Poi si nomina la segretaria del Capitolo che deve descrivere tutto ciò che si fa. La segretaria del Capitolo non è la segretaria generale. Tutto ciò che la segretaria del Capitolo scrive, lo passerà al consiglio generale. Questo lo comunicherà con prudenza, a tempo debito e come crede alle varie case.
7) Queste due scrutatrici è bene che siano elette nella mattinata, ancora prima che intervenga l’Ordinario, perché così si fa più presto. Si possono anche eleggere alla presenza dell’Ordinario, ma dico questo per guadagnare tempo. E il giuramento che fanno sarebbe: Giuro davanti a Dio (con la mano sul petto oppure sul Vangelo) di compiere fedelmente il mio ufficio e di conservare la segretezza su tutti gli atti del Capitolo anche ad elezioni già avvenute e compiute. Qui non avete il giuramento di eleggere la persona che credete più degna, ma c’è l’obbligo di coscienza. Però, invece, sia per eleggere il Papa, sia per eleggere i superiori religiosi maschili si deve fare il giuramento davanti a Dio che ci giudicherà, che si intende di nominare la persona che si crede più degna e più conveniente per il progresso dell’Istituto.
Per eleggere le scrutatrici si fa un unico scrutinio e cioè si fa una nomina, e le due che riportano maggiori voti sono elet-
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te. Anche se i voti fossero solo un quinto, perché può avvenire che i voti siano dispersi su tante persone e allora su trentaquattro i voti potrebbero esservi divisi su sette o otto persone, ma le due che hanno più voti sono elette.
8) Invece per eleggere la Superiora generale si richiede la maggioranza assoluta di voti validi, cioè metà più uno, perché se una desse scheda bianca, come potrebbe avvenire, [non sarebbe valido]. E una che non si sente in coscienza di scegliere, per scrupolo o per altre ragioni, potrebbe anche dare scheda bianca, ma si richiede la maggioranza assoluta di voti validi. Quando non avvenisse ciò in tre scrutini, si passa all’ultimo, cioè al quarto che è l’ultimo. E nel quarto hanno voce passiva (e non attiva), cioè possono essere elette e non votano, le due suore, che non votano in questo caso, che nel terzo scrutinio avessero ottenuto la maggior parte dei voti2.
Se al terzo scrutinio più di due suore ottenessero eguale numero relativo di voti, concorrono con voce passiva al quarto scrutinio le due più anziane di prima professione o a parità di professione le due più anziane di età. Se anche nel quarto scrutinio vi fossero due suore che avessero uguale numero di voti, [viene eletta] la più anziana di prima professione o la più anziana di età, se la professione fosse stata fatta da entrambe nello stesso giorno.
Si prepara una cassettina, si mette in mezzo alla sala e poi ciascuna va a deporre il voto nell’urna dinanzi al presidente del Capitolo, alla segretaria e alle due scrutatrici che assistono a questa operazione. Quando tutte hanno messo la loro scheda nell’urna o nella cassetta, allora si contano i voti, se risultano tante schede quante sono le votanti, perché se ce ne fosse una in più o una in meno, si deve ripetere la votazione. Si bruciano tutte e poi si ripete la votazione. Devono esservi tutte le schede, ce ne potrebbe essere anche una bianca, ma prima di aprirle non si sa se ce ne siano delle bianche, e devono esservi tutte. Ancorché siano bianche, tuttavia se fu data regolarmen-
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te questa scheda e fu messa nell’urna, conta come data e non conta nel numero dei voti. Quando i voti sono veramente ben controllati, cioè le schede corrispondono per numero al numero delle votanti, allora si fa lo spoglio.
La prima scrutatrice, cioè la più anziana di professione apre e legge ad alta voce ad una ad una le schede, cioè il nome. Questa scheda la passa al presidente che legga anche lui, cioè controlli, non che legga ad alta voce, ma legga per controllo se la scrutatrice ha letto bene e poi passa la scheda ancora all’altra scrutatrice. La segretaria del capitolo e l’altra scrutatrice scrivono i voti riportati. Può essere che si adoperi la lavagna e può essere invece che la scrutatrice si contenti del quaderno, ma è sempre meglio che siano in pubblico. Si fa più presto. Daccanto a ogni nome si mette il numero 1, 2, 3, secondo i voti raccolti da quella persona. Alla fine si contano i voti ottenuti e se la persona ha ottenuto la maggioranza assoluta, cioè metà più uno, allora è eletta e chi presiede deve leggere queste parole: Il Capitolo generale delle Figlie di San Paolo avendo regolarmente eletta come Superiora generale la suora (e quindi il nome) io per l’autorità della Santa Sede dichiaro che la medesima suora (di nuovo il nome) è legittimamente e canonicamente eletta come Superiora generale della Pia Società Figlie di San Paolo. Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
La segretaria scrive accuratamente la cosa e il verbale è firmato dal presidente, che dopo si ritira, perchè ha finito il suo compito, se è l’Ordinario. E l’uguale verbale si deve firmare dalla segretaria che lo scrive e dalle scrutatrici per essere conservato nell’archivio della Congregazione.
Fatto questo, tutte le suore capitolari vengono a fare atto di obbedienza alla Superiora generale, genuflettendo e baciando la mano e con questo è compiuta l’elezione. La Superiora eletta prende il suo posto e presiede il rimanente delle sessioni, cioè presiede le sessioni che riguardano la nomina delle consigliere, della segretaria e dell’economa, e le sessioni che riguardano gli affari. A prestare atto di obbedienza e a baciare la mano, è molto utile che vengano anche le suore più anziane che sono in casa, almeno le più anziane. Potrebbero anche venire tutte, ma qui siete una quantità e la funzione sarebbe assai lunga.
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Se avvenisse la nomina di una Superiora generale che non è capitolare, allora la si chiama che venga subito. E finché non arriva, e se fosse all’estero per esempio, restano sospesi i lavori del Capitolo.
Se la cosa procede piuttosto svelta, nella stessa serata si possono eleggere le consigliere, la segretaria e l’economa, perché quando le persone che si vogliono eleggere sono già così note e la maggior parte dei voti si raccoglie su queste persone, molte volte basta uno scrutinio e quindi si fa presto. Se invece si hanno da fare diversi scrutini, le cose vanno più a lungo. Ma se si fa un solo scrutinio, allora si possono eleggere subito le consigliere, la segretaria e l’economa, distribuendo le schede e poi facendo di nuovo come si è fatto per la Superiora generale, solamente che invece di venire a portare il voto innanzi al tavolo e davanti al presidente, ecc., possono passare le scrutatrici con la cassetta a raccogliere i voti e si guadagna tempo.
Arrivate a questo punto delle elezioni delle consigliere, la Superiora generale deve far giuramento di compiere bene il suo ufficio e di conservare il segreto come le scrutatrici. Dunque, il modo è uguale come per la Superiora generale, con questa differenza che se non si ottiene la maggioranza assoluta dei voti nei due primi scrutini, nel terzo decide la maggioranza relativa, e se per esempio fossero tre che hanno undici voti ciascuna, e un voto sia disperso, allora che cosa si fa? Decide la maggioranza relativa e se c’è questa parità di tre che hanno undici voti, si ritiene eletta la più anziana dalla prima professione e se due hanno fatto la professione nel medesimo giorno la più anziana di età. Ci sarà almeno un giorno di diversità, o almeno un’ora...
Si passa poi all’elezione della segretaria e dell’economa generale. [Per loro] vi è questa diversità: la segretaria e l’economa generale si possono eleggere tra le stesse consigliere, le stesse persone, purché non sia la prima consigliera, quella non si può eleggere né come segretaria né come economa, perché ha da reggere la Congregazione, per esempio, in caso di malattia della Superiora generale o di sua assenza.
Può essere che accada che sia eletta un’economa o una segretaria che non è capitolare. Allora la si chiama. La si chiama,
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ma i lavori del Capitolo vanno avanti. Non è come riguardo alla Superiora generale per la quale bisognerebbe sospendere i lavori quando questa Superiora è eletta fuori delle Capitolari. Qui invece si può andare avanti.
Fatto questo, entrano in funzione sia la Superiora generale come le consigliere, l’economa e la segretaria e la Congregazione ha il suo governo nuovo. Per quei giorni il governo è in mano al Capitolo. Naturalmente poi ci saranno altre nomine che deve fare il consiglio generale, per esempio chi è incaricata degli studi superiori, chi è incaricata invece di una provincia. Oppure quando vi è una cosa importante in Congregazione che è utile che sia trattata da una persona competente, il consiglio può nominare, supponiamo, capo della redazione, capo di un ufficio di redazione, il consiglio deve poi nominare...
E quando si tratta delle provinciali, vedremo poi che in molti casi le provinciali devono esporre e proporre al consiglio generale le cose, chiedendo che il consiglio decida sopra determinati punti.
È un grande dovere, ho detto in principio, ma vi sono anche grandi grazie e se si fa bene il Capitolo, non solamente tutta la Congregazione ne ha vantaggio, ma anche le capitolari faranno un passo notevole nello spirito, nella virtù. Il Signore sarà in mezzo di voi. Lo Spirito Santo lavorerà bene e voi certamente siete molto docili alla sua grazia e quindi l’esito sarà veramente di gloria di Dio e di pace delle anime.
Che possiamo portare tutte le persone della Congregazione a vivere nella pace, vivere bene la loro vita religiosa, in maniera che la vita religiosa sia come un anticipo di paradiso e la morte sia il passaggio da questo anticipo di paradiso che potremmo chiamare come limbo del paradiso e da questo passare al paradiso reale, eterno, felice.
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1 Predica tenuta a Roma il 29 aprile 1957 durante gli Esercizi spirituali alle Capitolari. Trascrizione manoscritta di cui non è conservata la registrazione, fogli 23.

2 Qui viene evidenziata la norma del voto passivo per le due sorelle che avevano ottenuto la maggioranza dei voti nei primi tre scrutini. Viene omessa, e data come ovvio, che la possibilità di elezione è estesa a tutte le Capitolari.